Anno XX, n. 226
dicembre 2024
 
Un editore al mese
La produzione di Sensibili alle foglie, casa editrice
che si occupa da oltre un quindicennio del sociale
Attraverso la visita di un sito piuttosto completo ed aggiornato, ecco
ciò che ha colpito la nostra curiosità: in primis il ProgettoMemoria
Bonaventura Scalercio  
Una delle case editrici più attive da qualche anno a questa parte (dalla data di fondazione nel 1990 circa) è sicuramente Sensibili alle foglie, nome che, lo diciamo subito per giustificare qualsiasi tipo di premessa che possa sembrare ipocrita, viene subito associato mentalmente a quello del direttore editoriale Renato Curcio, che fu l’ideatore e fondatore delle prime Brigate rosse, movimento (o partito) armato additato nell’ultimo trentennio come il “nemico pubblico” dello stato italiano (un po’ come oggi, a livello internazionale, il gruppo attorno a Osama Bin Laden è identificato come il “nemico pubblico” degli Stati Uniti d’America e del mondo intero). L’appellativo che hanno, infatti, da sempre attribuito a Curcio è senz’altro quello di “terrorista”. Su tale questione noi non entriamo, se non per dire che, se la curiosità è dunque uno dei motivi che spinge ad avvicinarsi al sito della casa editrice di Curcio, vogliamo aggiungere, d’altra parte, che i libri da essa prodotti ci sono sembrati generalmente di discreta qualità (ed ecco, dunque, un secondo motivo per cui ci soffermeremo sulla produzione di Sensibili alle foglie).

L’editoria: una delle sei attività di Sensibili alle foglie
Dopo questa premessa che malignamente potrebbe essere definita excusatio non petita, rivolgiamo ora, senza ulteriori indugi, il nostro sguardo al sito della casa editrice stessa. Digitando www.sensibiliallefoglie.it, ci appare immediatamente una pagina che accoglie con un bel «benvenuti», in grassetto, i visitatori. Segue un invito: «Se le nostre proposte vi piacciono, segnalate questo sito a un’amica o a un amico. Passate parola». Noi stiamo dunque raccogliendo l’invito di parlarne ai nostri lettori (non solo ovviamente delle proposte, ma del sito intero e della casa editrice di cui il sito è lo specchio virtuale), e lo faremo con l’occhio critico di chi vaglia, con la speranza, comunque, che non ce ne voglia nessuno.
A non volercene devono essere le persone che dal 1990 hanno portato avanti l’attività di cooperazione che sta alla base della casa editrice e che, secondo una loro terminologia cui attingiamo, risulta seguire da sempre sei direttrici: la «ricerca sociale», l’ «attività editoriale» vera e propria (quella che maggiormente ci interessa in questo ambito), il ProgettoMemoria, punto strettamente legato al precedente, i «seminari», «Bambini palestinesi», ovvero la mostra di disegni di bambini palestinesi e (chissà perché non manca mai nei siti internet una sezione in cui abbondano parole inventate o eccentriche) l’«Archivio di scritture, scrizioni e arte ir-ritata». Sensibili alle foglie è dunque il nome di una rete di attività e il sito ci informa su di esse: da questo punto di vista solo impropriamente possiamo dire che stiamo parlando del sito della casa editrice (essendo questa, ricordiamolo ancora, una delle attività della rete stessa).
Una colonnina sulla sinistra ci indica le varie chiavi di ricerca. Non c’è che dire: il sito risulta completo e aggiornato (diversamente da quelli di alcuni editori su cui le ultime novità sono niente meno che quelle del secolo scorso!). Tra le novità degli ultimi anni di Sensibili alle foglie segnaliamo: La trappola etica. Ambiguità e suggestioni della responsabilità sociale d’impresa, del dicembre 2006, libro scritto da Curcio sul lavoro dei tanti ragazzi che operano nei punti vendita dei grandi distributori (Auchan, Carrefour e Ipercoop), e Vorrei essere uomo fra gli uomini. Poesie e frammenti dal manicomio, del febbraio 2007, che raccoglie le poesie di Nicola Fanizzi (testimonianze della sua esperienza), con l’Introduzione di Nicola Valentino, direttore di quell’“archivio” che ha attirato da subito la nostra attenzione.
Tra gli autori che maggiormente hanno pubblicato con Sensibili alle foglie, vi sono senz’altro i nomi di Giuseppe Certomà, studioso che si occupa delle problematiche inerenti al servizio sociale, dello stesso Curcio, che “si è pubblicato” undici libri; Georges Lapassade, fondatore dell’Analisi istituzionale e dell’Autogestione pedagogica e i cui testi si occupano di stati alterati di coscienza, di musica e di droga; Maria Rita Prette, curatrice di diversi volumi tra i quali uno (almeno) sui bambini palestinesi e Nicola Valentino, autore, tra l’altro, di Istituzioni post-manicomiali.

Il progetto di ricerca sulle formazioni armate
Particolare rilievo ha il già citato ProgettoMemoria, il quale è innanzitutto una ricerca sul fenomeno delle formazioni armate di sinistra dalla fine degli anni Sessanta fino alla fine degli anni Ottanta (precisamente dal 1969 al 1989: dunque un ventennio esatto). Tale ricerca ha come approdo la pubblicazione di ponderosi volumi, in cui confluiscono un’immensità di dati, nonché una serie di seminari sullo stesso argomento. I curatori del sito indicano le basi e i limiti del progetto. Se dovessimo dare un giudizio sulla scelta del limite temporale, saremmo propensi a dire che, ancora una volta, e forse per sempre, il destino dell’editoria sembra quello di far passare nella società concetti che diventino luoghi comuni. In questo caso, fine del progetto sembra essere esplicitamente quello di voler marcare una discontinuità tra il fenomeno delle formazioni paramilitari sconfitte dall’azione, giudiziaria e militare, statale e la nascita delle nuove Brigate rosse. Si tratta di una tesi che condividiamo (si usa qui il plurale, seppure la responsabilità della considerazione sia esclusivamente dello scrivente), ma che non può essere data come acquisizione esente da dubbi.
Chi scrive ha inoltre assistito alla presentazione del più recente volume della collana Progetto memoria (Il carcere speciale, curato da Prette) durante la Fiera del libro di Napoli “Galassia Gutenberg”. In quell’occasione il pacato discorso di Curcio, che era lì con uno stand che ha attirato l’attenzione dei visitatori, è stato preceduto da una dura contestazione da parte di alcuni militanti di Alleanza nazionale, che invocavano il carcere a vita per gli ex brigatisti. Tra sedie agitate minacciosamente e urla piene di odio (da parte di entrambe le fazioni: gli esponenti di destra e le persone che accompagnavano Curcio) si è respirato un clima di violenza politica che ha richiamato nettamente quella stagione che nell’immaginario collettivo ha rappresentato il momento di massima tensione nella vita sociale italiana dopo la fine degli strascichi seguenti alla Seconda guerra mondiale (ci riferiamo agli anni Sessanta-Settanta). Un ulteriore elemento di cronaca: in quell’occasione, passata la tempesta, Curcio si dimostrò un oratore piuttosto abile, meritandosi un prolungato applauso da parte di un pubblico comunque “amico”.

Il rapporto tra inquietudine e solitudine
Sensibili alle foglie si occupa di diversi temi, che spaziano dai senza casa agli handicap, dai sistemi politici alle violenze sessuali, il tutto diviso in nove collane. Tra queste segnaliamo Ospiti, che «offre un servizio editoriale rivolto a singoli, associazioni o gruppi interessati a sostenere e comunicare storie di vita, voci inascoltate, riflessioni competenti sui temi più cruciali della nostra vita sociale (le trasformazioni del mondo del lavoro, gli “esuberi sociali”, gli esclusi, l’immigrazione, le guerre, la sofferenza psichica, le malattie terminali, la morte, il lutto). Ciò nella convinzione che un libro, prima di essere un oggetto di mercato, è un rapporto sociale».
Le altre collane sono: Quaderni di ricerca sociale, Scrizioni ir-ritate, Risorse vitali, Collana azzurra, Collana verde, Nodi, Cartabelli. Alcuni testi risultano esauriti, altri in fase di ristampa: segnali positivi per una casa editrice. Tra questi ultimi vogliamo ricordare: Reclusione volontaria (del 1997) e Il dominio flessibile (del 2003) di Curcio, Shiviti una visione (del 1997) di Ka–Tzetnik, Antonin Artaud. Nel vortice dell’elettrochoc (del 1998) di Ida Savarino ed Ergastolo (del 1994) del citato Valentino.
Non ci rimane che sottolineare un’interessante sezione del sito. Si tratta di Archivio Mostre, in cui appare visibile il valore del lavoro di cooperazione che sta alla base di Sensibili alle foglie. Toccante è l’incipit della pagina: «Ci sono inquietudini che germogliano nelle solitudini estreme, in luoghi senza tempo e senza forma», una frase che potremmo associare alle varie forme di alienazione che anche il nostro tempo non è riuscito a trasformare in forme meno disumane, si pensi per tutte alla vita all’interno del carcere o a quella negli istituti di salute mentale.

Bonaventura Scalercio

(direfarescrivere, anno III, n. 19, 20 luglio 2007)
Invia commenti Leggi commenti  

Segnala questo link ad un amico!
Inserisci l'indirizzo e-mail:

 


Direzione
Fulvio Mazza (Responsabile) e Mario Saccomanno

Collaboratori di redazione
Ilenia Marrapodi ed Elisa Guglielmi

Direfarescrivere è on line nei primi giorni di ogni mese.

Iscrizione al Roc n. 21969
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza n. 771 del 9/1/2006.
Codice Cnr-Ispri: Issn 1827-8124.

Privacy Policy - Cookie Policy