www.albalibri.com: quando la storia di una casa editrice è anche quella di un meraviglioso sogno
Nata nel 2005 dall’idea del poeta albanese Clirim Muça, punta tutto su qualità e trasparenza, senza chiedere contributi per pubblicare
di Germana Luisi
Promuovere autori giovani e meno giovani, esordienti e non, stranieri che scrivono in italiano, puntando sempre sulla qualità: sono queste le linee guida della casa editrice Albalibri, fondata nel 2005 dal poeta albanese Clirim Muça. Obiettivo che viene riportato chiaramente nell’home page del relativo sito internet, www.albalibri.com: «Piccola e giovane casa editrice che, senza chiedere alcun compenso o contributo, pubblica opere di autori più o meno conosciuti. Unico prezzo: la qualità».
Un’attenta ricerca, quindi, che parte da una grande sensibilità verso la scrittura contemporanea. Undici le collane nate fino a ora: I poeti sommersi, Poesia dal Mondo, Narratori Senza Confini, Frammenti di Eterno, Saggezza In Breve, Il Mondo Delle Favole, L’Universo Dei Saggi, Le Parole e l’Arte, All’Ombra del Palcoscenico, L’Universo degli Haiku e In Limine.
La struttura del sito
Il sito è molto semplice e comprensibile. Oltre alla pagina dove sono riportati i contatti per chi vuole comunicare con Albalibri, e oltre ai siti consigliati, troviamo ulteriori spazi.
Nel link Le letture è possibile tenersi aggiornati sugli eventi che riguardano la casa editrice, in modo da poter seguire più da vicino gli impegni che questa ha.
Nel simpatico link Il poeta, invece, troviamo una poesia che si rivolge in particolare ai poeti, ma anche a quegli scrittori che spesso assumono comportamenti e atteggiamenti poco piacevoli o superbi. A loro sono dedicati i versi di una poesia che indica come “non” dovrebbe essere un poeta.
In Invio manoscritti troviamo, al di là delle modalità per inviare testi per un’eventuale pubblicazione, il contratto che Albalibri stipula con gli autori per la pubblicazione. Ci sembra questo un vero gesto di trasparenza, che non è da tutti compiere.
Ma per saperne di più abbiamo scambiato qualche parola con l’editore-poeta che ama definirsi un “poeditore”! Di seguito riportiamo l’intervista.
Quando e come nasce Albalibri?
Albalibri nasce a Milano nel 2005 da una mia idea. Sono giunto in Italia nel 1991 per sfuggire a dittatura e povertà. Dopo alcuni anni di clandestinità, ho prima trovato un lavoro stabile nel paese che mi ha accolto, quindi ho messo su famiglia e, infine, ho fondato la casa editrice. Mi hanno aiutato un gruppo di amici italiani appassionati di letteratura.
L’amore per la poesia ha permesso l’avvicinamento di uomini provenienti da culture diverse. La poesia favorisce quindi l’incontro e l’integrazione.
Quali sono gli obiettivi della casa editrice?
L’obiettivo della casa editrice è di proporre al pubblico italiano autori giovani e meno giovani, esordienti e non, portatori di una “voce letteraria” nuova e capace di lasciare davvero il segno. In Albalibri (che non chiede soldi agli autori come purtroppo fanno la maggior parte delle piccole case editrici italiane) conta solo la qualità, che è l’unico requisito richiesto.
Albalibri si pone inoltre l’ambizioso obiettivo di pubblicare in Italia autori non italiani, ma che scrivono in italiano, in particolare albanesi, e, dopo l’apertura di una nuova collana (Poesia dal Mondo) anche olandesi, o comunque provenienti da “culture letterarie” poco conosciute nel nostro paese, come quelle scandinave e orientali.
È difficile trovare piccole case editrici che decidono di pubblicare senza chiedere un contributo economico. Può considerarsi questo un punto di forza di Albalibri?
È certamente ciò che ci differenzia dalla maggior parte delle piccole e piccolissime case editrici italiane. Nel giro di due anni, la nostra “rivoluzionaria” novità si è diffusa e ha avuto un tale successo da spingere molte case editrici ad “abbassare il proprio tariffario”. Una casa editrice, per esser definita tale, deve investire sull’autore in cui crede, non può farsi pagare da lui il libro, altrimenti si tratta, al massimo, di una “stamperia”.
Albalibri non chiederà mai soldi ai suoi autori, dopo tutto, è nata anche per questo!
Puntate molto sugli scrittori esordienti. Vuol dire che credete fortemente nelle loro idee e potenzialità?
Certo! Albalibri crede nei giovani e nella loro creatività. In due anni ha fatto esordire numerosi poeti e scrittori “under 25” che hanno tutti ricevuto numerosi apprezzamenti come ad esempio: Alessandro Barbaglia Di neve di pioggia e di altri rovesci (racconti ironici e onirici allo stesso tempo), Astrit Cani, poeta albanese, autore di Uniqueness (raccolta di liriche), Antonio Prudenzano, autore di Abrasioni (racconti sul mondo giovanile e sul rapporto genitori/figli) e Diario di un insetto (poesie).< br> Sul sito HREF="http://www.albalibri.com" TARGET="_new">www.albalibri.com è pubblicato anche il contratto che l’autore si trova poi a firmare. È un bel gesto di trasparenza…
Certo. Il senso è quello. Albalibri non chiede soldi e lo dimostra pubblicando il contratto, non lo fa praticamente nessuno.
Ha mai organizzato o ha mai pensato di organizzare un concorso letterario o di poesia?
Sì, in collaborazione con la libreria Rizzoli di Milano, nel 2006, abbiamo organizzato il concorso di poesia “Poeti in galleria”. Ci saranno certamente nuove edizioni. Pensiamo anche a un concorso in cui siano i poeti stessi (che preferiscono rimanere chiusi nel proprio orticello e che non leggono gli altri autori contemporanei) a votarsi da loro: finalmente, in questo modo, potrebbero “leggersi”!
Un’ultima domanda… questa un po’ personale! Sappiamo che Lei, oltre a essere editore, è anche poeta. Ha dunque un cuore diviso fra l’editoria e la poesia?
Io sono prima di tutto un poeta (oltre che uno scrittore), ho infatti già pubblicato la raccolta di racconti clandestini I racconti della terra dimenticata, Cento e una favola, e un drammaturgo: tre miei drammi sono contenuti ne Il delirio di Adrasto e altri drammi. Ho inoltre pubblicato i seguenti libri di poesia: Da oltre il mare, Grido, Ombre sul mondo, Naufrago a Cerme e L’animale triste.
L’editoria viaggia in parallelo, ma viene sicuramente dopo. Scrivo tantissime poesie e penso “poeticamente”. Ma dopo tutto, l’idea stessa di un albanese che arriva in Italia da clandestino e fonda una casa editrice non è una poesia di per sé?
Germana Luisi
(direfarescrivere, anno III, n. 17, 1 luglio 2007)