Due strofe in versi liberi: uno schema elastico, quello adottato da Mirko Altimari per il tema del lavoro e dell’alienazione, che ha scelto di trattare in un componimento non criptico quanto discorsivo, prosaico e, a tratti, come segnala l’enjambement tra l’ottavo e il nono verso, narrativo.
Il conformismo della quotidianità nella umana condizione sociale atomizzata e omologante assume i connotati de l’uomo senza qualità, milite di quella Metropolis che rende gli individui stessi parti meccaniche – «Ligi soldatini di battaglie già perdute / col cappio sulla camicia» – di una catena di montaggio, il meccanismo aziendale inesorabile. Il cappio la dice lunga alludendo alla repressione d’ogni libertà ritmata dai tamburi regolari e martellanti di una settimana lavorativa che non ha fine neppure nel venerdì, quando l’arte della fuga diventa la stessa, uguale per tutti: «E il venerdì collo libero? / Giammai! / È ogni volta un originale / esodo, caldo record / code tra Barberino e Roncobilaccio» di un popolo disumanizzato, costretto alla stessa posologia di relax diagnosticata in consonanze dolci di dentali e liquide e ancora stress.
Su tutto un sigillo: l’articolo 1 della Costituzione del nostro paese a sancire con manifesta forza concettuale la legittimazione di una società in cui l’individuo soffre proprio le conseguenze del suddetto articolo, tanto nobile nella teoria, quanto mal interpretato nella pratica: «L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro» e non sull’Arbeit macht frei.
Antonietta De Luca
Art. 1 Costituzione?
Ligi soldatini di battaglie già perdute
col cappio sulla camicia intonsa
stirata alla meno peggio
imbocchiamo scale mobili
diretti per inerzia ai nostri doveri.
E il venerdì collo libero?
Giammai!
È ogni volta un originale
esodo, caldo record
code tra Barberino e Roncobilaccio
(involontaria assonanza poetica di Isoradio).
Mirko Altimari
Chi è
Un giovane cosentino d’origine arberesh (italo-albanese) e un appassionato di storia, società, giornalismo: Mirko Altimari non si sente un poeta e, mentre studia giurisprudenza alla “Cattolica” di Milano, non dimentica l’impegno per gli altri nel volontariato.
(direfarescrivere, anno II, n. 3, febbraio 2006)
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