Anno XX, n. 225
novembre 2024
 
Un editore al mese
Una nuova rinascita:
Dbe – Barbaro editore
Remo Barbaro ci parla della
sua eredità di saggistica storica
di Maria Chiara Paone  
Il mercato editoriale nasconde sempre delle insidie: spesso le case editrici sono costrette a chiudere, per colpa dei prezzi sempre più alti (uno degli ultimi ma non meno importante quello della carta che sta mettendo in crisi molti editori) o di altre situazioni avverse. Tuttavia, per quanto questa industria sia incerta e dispendiosa, non ci si perde d’animo e molte case editrici nascono ogni anno e si specializzano per cercare di rispondere alle domande dei lettori e garantire un’offerta valida. Alcune ottengono, inoltre, una nuova opportunità; quella a cui dedichiamo il numero di questo mese ha visto da poco una rinascita, la terza per essere precisi. Si tratta di Dbe – Barbaro editore.
La prima nascita è avvenuta al momento della fondazione, nel 1977, da parte di Domenico Barbaro, con il nome di Barbaro editore: la sua produzione si è specializzata in ambito territoriale, con la ristampa anastatica di libri storici calabresi e con la pubblicazione di ma non solo, pubblicando opere quali Archivio Storico della Calabria o Storia di Reggio Calabria nelle versioni di Domenico Spanò Bolani e di Carlo Guarna Logoteta. Tra gli autori di Barbaro ci sono state penne come Fortunato Seminara e Rocco Liberti; inoltre l’editore è stato tra i soci fondatori dell’Associazione “Editori Calabresi” diventando una realtà riconosciuta e apprezzata in tutto il territorio.
Nei primi anni del 2000 il fondatore si è ritirato e l’azienda è stata rilevata da Caterina Di Pietro che ha continuato il lavoro del suo predecessore con il nome di Nuove edizioni Barbaro: questa seconda era ha avuto una durata più breve poiché nel 2022 Di Pietro e il marito hanno deciso di chiudere. Ma è a questo punto che il figlio del fondatore, Remo Barbaro, decide di farsi avanti e di portare questa casa editrice alla sua terza nascita, con il nome di Dbe – Barbaro editore, con un progetto in mente che porterà nuove idee all’interno del catalogo. Abbiamo deciso, quindi, di chiedere proprio al nuovo editore di parlarci di più della sua impresa e delle sue aspettative per il futuro.

Perché ha voluto rilevare il progetto delle Nuove edizioni Barbaro?
Per prima cosa è un atto che sentivo di dovere a mio padre, Domenico, il fondatore. Lui l’ha creata nel 1977 e condotta per oltre venticinque anni. Da ragazzo lo seguivo nelle tipografie e librerie ma poi ho intrapreso una strada diversa, diventando economista, professione che svolgo da trent’anni in Sardegna dove mi sono trasferito. Così il progetto editoriale ha proseguito con le Nuove edizioni Barbaro grazie all’impegno di Caterina Di Pietro e del marito. Quando ho saputo che, a causa della pandemia, l’attività stava per cessare definitivamente ho pensato che era il momento opportuno per riprendere il cammino intrapreso da mio padre. Oggi posso utilizzare le mie competenze professionali e le nuove tecnologie disponibili per riprendere un progetto mai abbandonato del tutto.

Un’ammirevole iniziativa. Ci può spiegare le collane che avete all’interno del vostro catalogo?
Attualmente la collana principale è Anastatica Moderna, racchiude ristampe in chiave editoriale moderna dove i testi, rari o molto antichi, sono tutti ridigitati e resi leggibili e più fruibili rispetto agli originali, senza snaturarli. Un’altra denominata Quaderni d’impresa, che curerò personalmente, racchiuderà temi economici, mentre Storie sconosciute è una collana che mira a dare spazio agli autori emergenti e alle loro storie, prevalentemente autobiografiche. Ma l’impegno maggiore sarà rivolto al lancio di una nuova collana, prettamente calabrese, che sarà diretta dal dottor Antonio Roselli.

Abbiamo notato un certo interesse soprattutto per la saggistica storica. Avete intenzione di specializzarvi soprattutto in questo ambito?
L’interesse per la saggistica storica è sempre stato nelle caratteristiche della Barbaro Editore. Il catalogo creato da mio padre, infatti, racchiudeva circa il 70% di testi in questo ambito, tutti attinenti alla Calabria. Continueremo certamente a dare priorità a questo settore che vede tra l’altro un trend in forte espansione tra i lettori, allargando però il campo territoriale a livello nazionale e focalizzandoci sul periodo del Medioevo, che andrebbe per molti aspetti rivalutato. Non è stato un caso che la prima pubblicazione sotto la mia conduzione sia stata Eleonora d’Arborea (pp. 290, € 18,00), sul codice da lei promulgato e che racchiude leggi tutt’ora modernissime e all’avanguardia se pensiamo al periodo in cui fu redatto.

Rimaniamo un attimo su questo titolo, che è stato transcodificato in Braille, una bellissima iniziativa. Com’è nata questa idea? Continuerete con tutti i libri del vostro catalogo?
In occasione di un convegno, l’incontro con il presidente della sezione di Sassari dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti ha portato a questa collaborazione che auspico possa proseguire con la trascodifica di altri nostri libri e la loro donazione alle associazioni e istituzioni che li richiederanno e si impegneranno a renderli disponibili. A oggi il nostro commentario della Carta de Logu trascodificato in Braille è stato donato ad alcuni sindaci ed è disponibile nelle loro biblioteche comunali.

Ci può dire tre libri che più rappresentano la vostra casa editrice?
L’Archivio Storico della Calabria è sicuramente l’opera che ci ha regalato i maggiori apprezzamenti: si tratta di una ristampa anastatica in cinque volumi che raccoglie il periodico bimestrale diretto da Capialbi e Pititto. Poi mi piace ricordare Il sogno della Provinciale di Fortunato Seminara, un grande autore calabrese che ha pubblicato solo per noi questa sua opera.
Infine Eleonora d’Arborea che rappresenta il nuovo corso e che ha riscontrato un pregevole successo con vendite in Europa e Stati Uniti.

Ci ha detto che nel 2023 vi dedicherete alla promozione del brand “calabrese” con una sede distaccata a Oppido Mamertina. Ci può spiegare meglio in cosa consisterà questo progetto e se ci sarà un investimento futuro in scala nazionale?
Il legame con il territorio, la Calabria, è per noi indissolubile. Le nostre origini le rivendicheremo sempre, con orgoglio. La sede distaccata a Oppido Mamertina, il luogo dove mio padre ha iniziato, è il luogo naturale da dove ripartire per il rilancio del brand “calabrese”. Stiamo coinvolgendo molte persone e confido nella loro collaborazione. Ho già individuato e ottenuto la disponibilità di eccellenti studiosi che porterà alla creazione di un Centro studi e di un Osservatorio permanente sulla Calabria. L’idea è quella di riscoprire e far conoscere ovunque i luoghi e soprattutto la storia calabrese: gli strumenti tecnologici oggi permettono di raggiungere posti e persone lontanissime. Investiremo su questo.
Ci tengo a sottolineare un’ultima cosa. Quando è stato reso noto che il mio progetto editoriale si stava realizzando ho ricevuto moltissime telefonate di congratulazioni e di auguri: le prime ad arrivarmi sono state di “colleghi” editori calabresi, molti dei quali avevano conosciuto mio padre. Questo sostegno mi ha convinto della bontà del mio progetto. Mio padre Domenico rappresenta le fondamenta, il mio impegno rappresenta il presente mentre il futuro spero che potrà essere nelle mani di mia figlia Ioleandra che studia alla Cattolica a Milano nella Facoltà di Lettere moderne con indirizzo per l’editoria.

Maria Chiara Paone

(direfarescrivere, anno XIX, n. 206, marzo 2023)
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