Anno XX, n. 225
novembre 2024
 
Un editore al mese
La missione editoriale di Puntoacapo editrice:
una nuova luce per la poesia italiana e dialettale
Valorizzare la letteratura non mainstream: questo l’obiettivo
della casa editrice rivelato in un’intervista al direttore Mauro Ferrari
di Maristella Occhionero  
Per la nostra rubrica dedicata agli editori di qualità presenti in Italia, abbiamo intervistato Mauro Ferrari direttore di Puntoacapo editrice, nata nel 2008 a Pasturana, in provincia di Alessandria. Lo scopo dell’intervista è quello di conoscere a fondo la linea editoriale e il punto di vista di questa casa editrice che si occupa di poesia, prosa breve e saggistica letteraria. Come si evince dal sito web, lo scopo di questa realtà editoriale è quello di creare un catalogo capace di essere un vero e proprio punto di riferimento soprattutto per la poesia, non tralasciando, però, anche uno spazio dedicato a prosa e narrativa. L’intento è quello di scegliere autori di qualità, possibilmente con una verificabile carriera letteraria alle spalle; il direttore dichiara, infatti, di non essere alla ricerca di autori che scrivono per hobby o comunque senza avere nel proprio curriculum artistico importanti riscontri critici. Tutto ciò è sicuramente indice di grande serietà e di volontà di ricercare il meglio, in modo da creare un catalogo ricco di titoli di indiscusso spessore. Ammirevole è l’interesse per i poeti italiani che risulta evidente anche nella rivista letteraria Punto creata e ideata; un vero e proprio almanacco della poesia attivo dal 2011. Grazie alle parole del direttore Mauro Ferrari scopriremo il suo parere riguardo a varie tematiche come, ad esempio, gli e-book e l’editoria a pagamento e avremo l’opportunità di conoscere meglio le linee editoriali della Puntoacapo editrice, oltre ad avere qualche anticipazione sulle pubblicazioni in cantiere.

L’intervista
Qual è il progetto editoriale di Puntoacapo editrice? Quali gli obiettivi nel breve e nel lungo termine?
Puntoacapo è nata nel 2008, quindi è ancora molto giovane; potendo contare su uno staff già collaudato e particolarmente autorevole nel campo della poesia, abbiamo puntato ad occupare gli spazi lasciati quasi sguarniti dalla grande editoria e che nemmeno quella di media dimensione considera più interessanti, né culturalmente né tanto meno economicamente. Quindi, abbiamo da subito mirato a diventare il punto di riferimento per i settori della poesia, critica, narrativa non mainstream e aforistica.

Può parlarci delle varie collane?
Format è ormai diventata una collana antologica (con antologie complete o ragionate di nomi già molto noti); è il tipico esempio di progetto editoriale che nessun editore di poesia persegue con coerenza. AltreScritture è la collana di poesia, una delle più premiate nei maggiori concorsi letterari. AltreLingue, appena nata, punta con identica veste grafica a procurare visibilità alla miglior poesia dialettale senza ghettizzarla ma dandole uno spazio prima inesistente, puntando ad esempio – caso unico – sul testo a fronte, che valorizza la scelta dialettale del poeta.
Nel 2013 è nato poi il marchio CollezioneLetteraria, che segue un percorso in buona parte indipendente, anche se all’interno di un progetto editoriale molto articolato: i risultati ottenuti dalle collane di poesia e prosa ci dicono che è una scelta vincente.

Abbiamo notato nel vostro sito una sezione dedicata alla rivista Punto. Almanacco della poesia italiana. Ci vuole parlare di questo progetto?
Nell’epoca di Internet, che ha portato con sé una crisi irreversibile delle riviste – e considerando il breve respiro che hanno avuto e hanno altri annuari e almanacchi –, Punto è ormai l’unica pubblicazione del genere, con un progetto, però, molto ambizioso e originale: ogni anno selezioniamo i libri dell’anno (vagliandone centinaia, con uno staff che include alcuni dei migliori esperti) e li recensiamo con agili schede che diventano da subito uno strumento di consultazione; il sito permette, ad esempio, di scaricare le recensioni degli anni precedenti e gli editoriali. Poi vi sono rubriche tipiche come le interviste, le autoantologie, i testi autocommentati; ovviamente non mancano i saggi e una nutritissima sezione di poesia in traduzione. I riscontri internazionali ci dicono che, in cinque numeri, Punto è diventato un importante riferimento a livello internazionale.

Quali sono le problematiche che un editore affronta più spesso?
Direi la difficoltà tecnica di offrire un prodotto di altissima qualità (strategia editoriale, scelta dei titoli, veste grafica, attività di supporto) con mezzi molto inferiori alla grande editoria. Il che richiede sempre una attenta valutazione delle proprie risorse e dei percorsi più adeguati. Gli errori, come racconta la recente storia dell’editoria di settore, si pagano cari.

Vuole parlarci di qualche titolo fresco di stampa o in lavorazione?
Stiamo lavorando a un progetto temerario: Il Fiore della poesia italiana, che raccoglie nel primo tomo, curato da Vincenzo Guarracino, la storia della poesia italiana da Dante a oggi, proponendo un testo per ciascun autore. Poi pubblicheremo una serie di antologie ragionate che diano conto – attraverso una scelta più ampia di testi – della grande ricchezza della produzione nazionale. Massimo Verdicchio, studioso che opera all’Università di Alberta, in Canada, sta per pubblicare il suo secondo saggio su Dante (La Poetica del Paradiso di Dante); l’opera precedente ha suscitato molta attenzione a livello internazionale e ci attendiamo risultati almeno analoghi. Infine, per non fare torti (è difficile fare una scelta fra titoli di tale valore), cito solo la raccolta dialettale Sesti di Fabio Franzin, Metà di niente di Mauro Macario, freschissimo vincitore del Premio “Lerici-Pea”, e Pregiudizi della libertà di Roberto Morpurgo, che ha vinto la sezione aforistica del Premio “Città di Como”. In preparazione per Format abbiamo l’opera completa di Giuseppe Piersigilli e l’opera selezionata in edizione bilingue di Paolo Valesio.

Il fenomeno degli ebook sta prendendo sempre più piede tra i lettori. Lei cosa ne pensa?
Al momento non ci siamo ancora dedicati agli ebook. Anche i nostri autori e collaboratori, che rappresentano un riferimento importante, nutrono numerose perplessità, soprattutto per la poesia, perché la forma cartacea, specie se curata, esercita ancora il suo fascino e propone vantaggi decisivi.

Per quanto riguarda il controverso argomento dell’editoria a pagamento la sua casa editrice come si pone?
È un punto spinoso, perché all’estero il problema virtualmente non esiste: o si è un poeta valido che vende da mille copie in su o si finisce nel vanity publishing, marchiato a fuoco come dilettante (e lo stesso capita alla casa editrice che chieda un “aiuto” e/o non paghi diritti). Diciamo francamente che un libro di poesia di autore contemporaneo in Italia difficilmente si sostenta con le sole vendite – per quanto Puntoacapo abbia un efficiente sistema di vendita che dà risultati persino inattesi. Ma anche riuscendo a fare a meno della grande distribuzione come facciamo noi (e lo dico non come un limite, ma come un punto di orgoglio), il pareggio con le spese è intorno alle duecento copie: cioè quanto vende un autore molto noto che pubblichi per le majors e sia presente in mille punti vendita.
Non ci interessano né quelli che millantano vendite straordinarie né quegli editori (anche fra i maggiori) che una volta ogni tanto pubblicano un poeta “gratis”, in genere un collaboratore ricompensato con una pubblicazione: noi vogliamo avere collane vive, che presentino venti ottimi o grandi poeti all’anno, con una attività che superi i cento eventi annuali gestiti direttamente, attraverso fiere, convegni, letture e incontri con l’autore, ed organizzati spesso in collaborazione con premi letterari, festival e centri di poesia. Non crediamo in una supposta questione morale, ma vogliamo tenere in vita la poesia, e credo che pochi stiano lavorando con il nostro impegno; vorrei comunque spezzare una lancia in favore di quelle sigle, anche molto più piccole di Puntoacapo, che fanno con serietà un lavoro intellettuale complesso e spesso ingrato.
Tutto questo vuol dire che quando possiamo (ad esempio per la collana Format, che oltretutto ha costi molto alti) non chiediamo nulla; in alternativa, proponiamo agli autori di acquistare un numero limitato di copie (che saranno poi indispensabili, ad esempio, per partecipare direttamente ad alcuni premi letterari) proprio perché facciamo leva sulle ragionevoli certezze che abbiamo (e non siamo in molti) e offrendo comunque diverse opzioni. Puntoacapo, sottolineo, non pubblica esordienti; i “pochi” appaiono scelti con grande attenzione in CollezioneLetteraria; ci consideriamo una casa editrice “di arrivo” per nomi noti e non “di partenza” per amatori, come attestano i titoli pubblicati, i collaboratori, i riscontri e gli oltre trenta prestigiosi premi letterari vinti in questi pochi anni.

Quanti dattiloscritti vi arrivano ogni mese?
Pur indicando chiaramente nel sito che non ci interessa la letteratura amatoriale, riceviamo diverse decine di lavori alla settimana, in buona parte scartati dopo una primissima lettura; quello che resta viene sempre letto almeno in due distinte fasi. È una parte molto consistente del lavoro, ma è qui che uno staff qualificato sa operare le scelte migliori.

Cosa può dirci del mondo dell’editoria oggi?
Credo di avere già detto molto, almeno per quanto riguarda i nostri settori. Ricordo che il 9 ottobre, a Novi Ligure (Al), organizzeremo il “VI Puntoacapo Day”: in genere è “una due giorni” con i nostri autori e ospiti illustri; quest’anno abbiamo puntato su un grande convegno che tratterà proprio i temi (strettamente connessi) della crisi della critica – almeno quella intesa in senso tradizionale e accademico – e del presente della poesia, ormai portata avanti da un gruppo limitato ma qualificatissimo di sigle. Credo sarà un evento epocale, con pubblicazione degli atti e con l’avvio di un dibattito costruttivo.

Maristella Occhionero

(direfarescrivere, anno XI, n. 118, ottobre 2015)
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