Edizioni La Linea: punti di vista critici e inattesi
per una letteratura solida, edificante e d’impatto
Un giovane marchio bolognese dalla ricca offerta editoriale
che rivolge uno sguardo attento alla società contemporanea
di Emanuela Pugliese
A ridosso della storica via del Pratello, nel cuore di Bologna, tra negozi di artigianato, abbigliamento vintage, alimentari, diverse attività di design, arredo, grafica, cinema e varie compagnie teatrali (per la precisione in via San Rocco) sorge una piccola e giovane realtà editoriale che nasce, come si evince già dal nome, con lo scopo di mettersi “in linea di principio” con tematiche vicine al mondo contemporaneo, e non solo. Stiamo parlando di Edizioni La Linea, una casa editrice con uno sguardo particolarmente attento e, talvolta anche ironico sulla società in cui viviamo.
Per saperne di più sulla storia e le origini dell’azienda, abbiamo rivolto alcune domande a uno dei soci fondatori, Marco Nardini, ideatore, tra le altre cose, di un’agenzia letteraria e di promozione culturale, la Otago - Cultural Service & Agency.
Dott. Nardini, ci racconta un po’ chi siete e quando siete nati?
Edizioni La Linea è un marchio editoriale che debutta in libreria nel 2011. Siamo quattro soci fondatori: io e Alessandro Menon ci occupiamo da tempo di libri e di editoria. Alessandro, infatti, lavora da oltre vent’anni nell’ambito dell’editoria scolastica, invece io ho già lavorato con diverse case editrici, in alcune radio e varie librerie. Gli altri due soci, Isabella De Ponti e Andrea Ghezzi, provengono da un dottorato di Antropologia con un lungo periodo di ricerca sul campo all’estero.
Abbiamo iniziato ad incontrarci nel 2010 per dare vita all’idea e progettare la struttura della casa editrice e, in breve tempo, ci siamo costituiti società di persone. Nel 2011 abbiamo trasformato la società in Srl, cercato un distributore (nel nostro caso Pde) e programmato le prime uscite. A luglio siamo approdati in libreria, consapevoli di non andare incontro ad un’impresa facile, ma animati dallo stesso spirito e dallo stesso amore per i libri e la cultura.
Quali sono le collane della casa editrice e cosa trattano?
Il programma editoriale è suddiviso in quattro collane: Tam Tam, la collana di narrativa, con ampio spazio alla letteratura del mondo, (si ricordino, ad esempio, i romanzi Le effemeridi di Stéphanie Hochet e Belfondo di Jenn Díaz che ci stanno regalando grandi soddisfazioni), ma anche qualche romanzo italiano (tra gli ultimi: I giorni in fila di Andrea Garbarino, un noir ambientato negli anni della Resistenza, e A gran giornate di Claudio Morandini, un’allegoria della vita per leggere con ironia la quotidianità). Le Stringhe, invece, è una collana di saggistica breve e divulgativa che abbraccia gli argomenti più variegati e di ampio raggio, come ad esempio Ecologia del risparmio di Giulia Landini ‒ un libro contenente una serie di consigli pratici su come risparmiare in casa e vivere con stile ecologico, nel pieno rispetto dell’ambiente ‒ e, l’ultimo nato, Gentiluomo (di fortuna) si diventa di Ryan von Semasko, un compendio per diventare un vero e proprio gentleman.
La collana Il Secondo Libro si occupa di antropologia, e vanta la collaborazione di antropologi e studiosi di fama internazionale (ne sono un chiaro esempio i libri Mariti alla brace di Betty Mindlin e La soluzione del codice maya di Michael D. Coe).
Infine, la collana La Linea Edu è dedicata alla didattica per adulti, con particolare attenzione alla popolazione immigrata, pubblicata in coedizione con un’importante casa editrice, Loescher, e della quale andiamo particolarmente fieri.
Dott. Nardini, qual è il libro al quale è più “affezionato”?
I libri sono un po’ come dei figli, quindi è difficile dire al quale mi senta più legato. Sicuramente, per quanto mi riguarda, mi sento più vicino alla collana di narrativa e a quella di saggistica divulgativa, perché sono quelle che curo maggiormente.
Come vede il panorama del mondo editoriale oggi e, in particolare, quello bolognese?
A Bologna non ci sono molte realtà editoriali. A parte i due grandi colossi, Zanichelli e il Mulino, che si dedicano quasi esclusivamente alla scolastica e alla saggistica, nel campo della “varia” c’è poco: Pendragon, che si interessa molto dell’area bolognese, così come Minerva; Odoya, che fa solo saggistica e ha da poco acquisito Meridiano Zero, un marchio già noto per la narrativa straniera, specialmente americana; da poco si sono aggiunti Caracò, un bel marchio che fa libri di qualità e ha una bellissima veste grafica, e Italica, che ha avuto l’idea di pubblicare libri a tiratura limitata, firmati e timbrati. Giraldi viene, invece, da una precedente proprietà diciamo un po’ “confusa” nelle scelte, ora fa capo a una nuova società e… staremo a vedere.
Noi ci siamo inseriti in un’area poco esplorata, qui in città: la narrativa e la divulgazione di qualità, ma comunque per un pubblico ampio.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Sicuramente una collana che avrà un grande futuro è La Linea Edu perché si tratta di progetti di educazione per adulti legati ai Ctp (Centro territoriale permanente per l’istruzione e la formazione in età adulta) e alle scuole serali, un campo a cui finora si è dedicata poca attenzione. Tuttavia, spero che prenda piede anche la collana Tam Tam, perché pubblichiamo una narrativa selezionata e di grande qualità.
A questo punto non ci resta che ringraziare il dott. Nardini e i suoi soci per averci concesso questa intervista e, naturalmente, vi invitiamo al visitare il sito per saperne di più su www.edizionilalinea.it, augurando loro di rimanere sempre… “in linea” con i propri progetti.
Emanuela Pugliese
(direfarescrivere, anno IX, n. 93, settembre 2013)