Città del sole edizioni: un piccolo/grande editore
che ama la letteratura ma che punta sui saggi
Dalla politica internazionale alla storia, dai romanzi alla poesia
ecco l’ampia e ricca offerta di una casa editrice in vera ascesa
di Francesca Ielpo
Negli ultimi anni la produzione culturale e editoriale è in crisi: vuoi perché gli italiani, in realtà, non sono mai stati grandi lettori, vuoi perché i finanziamenti a progetti che offrono conoscenze e intrattenimento intellettivo e intellettuale tendono a non esistere più. Ci si ritrova così catapultati in una generale ignoranza. La stessa che genera indifferenza nei confronti del mondo o semplicemente di ciò che si ritiene lontano o diverso. Poi, come approdo di salvezza compare la realtà delle medie e piccole case editrici, che colmano lacune e rimediano ai vecchi e tradizionali difetti del nostro paese. Un esempio? L’attività di Città del sole, casa editrice con sede a Reggio Calabria. Nata nel 1997, continua a ideare e a rinnovarsi. Noi di Direfarescrivere ce ne eravamo già occupati nell’aprile del 2008, con una recensione a firma di Maria Grazia Franzè: http://www.bottegaeditoriale.it/uneditorealmese.asp?id=73.
Ma accorgendoci dei continui lavori e degli aggiornamenti letterari, è stato inevitabile non ritornare al sito www.cdse.it per scorgere news interessanti e curiose perle sull’attività dell’editoria nazionale.
Progetti editoriali a gogò
«Non dite a mia madre che faccio l’editore. Lei mi crede pianista in un bordello!»: questo, riprendendolo da Mark Twain, cita il direttore editoriale, Franco Arcidiaco, all’inizio della sua avventura. Segue In chi siamo il tono colloquiale dello staff. Si usano massime, si citano esempi, si esprime il pensabile in termini semplici e diretti: «Lavoriamo tanto, con enti, associazioni, università, compagnie teatrali. Ma ci vantiamo di una cosa soprattutto: mettiamo insieme persone, idee, sentimenti e parole, e cerchiamo di andare avanti, un po’ disordinatamente con tanta energia e vitalità. Perché quello che facciamo – per dirlo con le parole di un altro nostro autore (il geniale Domenico Loddo) – “è una modesta bussola di carta, che non serve per ritrovarsi nel caos dell'esistere, ma solo per perdersi dentro definitivamente”». Come viene ricordato nella precedente recensione, il simbolo stesso di Città del sole edizioni, è l’emblema di un’azione che ha finalità valide e precise: esso raffigura il filosofo calabrese Tommaso Campanella e il suo motto: «Io nacqui a debellar tre mali estremi: tirannide, sofismi, ipocrisia».
I progetti editoriali della casa reggina assolvono questo compito: collane varie, testi dai generi diversi e più attuali. Senza troppe ipocrisie, ci si impegna politicamente o si gusta semplicemente il piacere della lettura o dell’approfondimento non solo puramente letterario ma anche a sfondo: antropologico-narrativo, si ricorda a tal proposito il racconto esistenzialista La settimana del dottore Morgante di Tonino Perna o, Concerto a Berlino, storia di amori e amicizie tra le contraddizioni di Berlino e delle città calabresi, di Francesca Viscone, o ancora In viaggio con la Zia. Con due bambine alla scoperta del mito in Magna Grecia, un viaggio intrapreso da una zia e due nipotine tra Calabria e Sicilia , di Adele Cambria; economico, rappresentato dal saggio L’azienda a spinta. Analisi e proposte per un modo che si muove a fatica, di Paolo Ghelfi; di formazione, tra i cui scaffali leggiamo di Angela Barbieri con Il lupo è veramente cattivo, un insieme di intrecci di vita di ragazzi e ragazze; d’inchiesta, ben rappresentato da Morte di un giudice solo. Il delitto Scopelliti, di Antonio Prestifilippo, o Il caso Fallara. Storia del “modello Reggio” e del suo tragico epilogo, testimonianza della politica di Giuseppe Scopelliti, scritta da Giuseppe Baldessarro e Gianluca Ursini; o ancora, sempre di Baldessarro e Manuela Iatì, Avvelenati, analisi dei sospetti irrisolti sulle coste calabresi; fantascientifico, come l’incalzante romanzo Dodici ore soltanto di Sara De Bartolo; filosofico di cui ne è un esempio Alberto Donati con La fisica della relatività dal punto di vista di un filosofo, in cui si argomenta una forte critica allo scetticismo; metaletterario, tra cui si ritrova un saggio sui luoghi e i simboli del Decamerone, dal titolo Itinerari mediterranei di Enrico Costa; politico con Estate romana di Renato Nicolini che si appresta a descrivere il grande sviluppo culturale di Roma negli anni in cui ricopriva la carica di assessore alla Cultura della città; sociale di cui fa parte L’Elenco di Martina Bertola, Ilaria Fusé, Mariacarla Marini Misterioso che, utilizzando la fantasia e trovando ispirazione in un manga, incentrano la loro scrittura sulla violenza trasmessa nei reality; socio-politica in cui salta agli occhi Novantanove. Idealisti e sognatori nel ricordo della “Repubblica napoletana” di Pino Fabiano, un’intervista che tre studenti porteranno avanti sulle università del sud, con annessa analisi di cause e conseguenze dell’attuale situazione politica e sociale meridionale; storico, come il libro che ci riporta alle origini dell’era cristiana Ombre a Betlemme, di Guglielmo Colombero o, Uccialì, il re d’Algeri di Santino Oliverio che scrive delle vicende del calabrese Giovanni Galeni nel Mediterraneo del Cinquecento; socio-storico, di cui fa parte la ristampa del Giovanni Fràncica, pubblicato per la prima volta nel 1910, di Luigi Siciliani e a cura di Carlo Perri.
È evidente, pertanto, come la casa editrice non nasconda un certo privilegio nell’editare opere che appartengano al genere saggistico, su più versanti. Naturalmente tutto ciò collima con la narrativa, in modo tale che la trattazione di temi attuali e caldi, sennonché delicati, si nasconda sotto il diletto di una storia inventata. Insomma, si offre una panoramica conoscitiva che non solo non delude i lettori, ma soprattutto, cerca di non trascurare alcun dettaglio: tutti vi ritrovano testi che rappresentano, in parte, i propri interessi. Si tratta, dunque, di possedere professionalità e competenza nel proprio lavoro, il cui scopo è proprio quello di soddisfare lettori che non si conoscono uno per uno ma che, teoricamente, sono il modello a cui si rifà l’ideazione e la pianificazione di un mestiere impiantato sui loro desideri e sulla loro conseguente possibilità d’acquisto.
Insomma, Città del sole comprende chi legge e proprio a questi si rivolge così da dar vita a più collane e a nuovi testi. Due tra le tante novità sono le collane Intelligence, scienze strategiche e sicurezza, e Letteratura Trentadue; all’interno delle quali troviamo rispettivamente le opere Storia dei servizi segreti italiani. Dall’Unità d’Italia alle sfide del XXI secolo della presidente del Centro studi dell’intelligence (Uni), Antonella Colonna Vilasi; Manuale d’Intelligence della stessa autrice e Toghe rosso sangue del giornalista Paride Leporace.
Città del sole edizioni pubblica, inoltre, anche due periodici: Cinemasessanta, fondata negli stessi anni dal critico e storico del cinema Mino Argentieri e la rivista culturale Lettere Meridiane. A proposito di quest’ultima, si legge nel sito una piacevole spiegazione al nome che le è stato dato: «Pensiamo spesso al motto che abbiamo scelto per quest'ultima – perché ci sentiamo molto mediterranei – “Una radice di pietra e di mare più forte della diversità delle rive”, mutuato da una frase di Franco Cassano, lo studioso che ha teorizzato il cosiddetto “pensiero meridiano”, cui idealmente la rivista s’ispira».
Interattività a portata di tutti
La casa editrice reggina ama seguire e farsi seguire. Oltre alla vendita on line (disponibile sul sito) e alla tradizionale presenza a più fiere editoriali nazionali, ora si rende presente anche su Facebook e Twitter. Gli aggiornamenti non mancano mai, l’interazione la unisce a chi desidera entrarvi dentro per esplorare realtà nuove, ancora poco scovate, o semplicemente dilettarsi in letture che non mancano mai di sorprendere. Senza dimenticare gli appuntamenti mensili e settimanali, presentazioni di libri e incontri con svariati autori e rilevanti personalità. Tutto questo è «la Città del sole» ideale che, puntando su qualità e ragione, permette a quel briciolo di cultura ancora intatto in Italia di “illuminare” ancora.