Nutrimenti: un marchio editoriale indipendente
che naviga tra saggistica, narrativa e… mare!
Intervista ad Andrea Palombi, direttore editoriale: progetti e novità
internazionali che si rivelano autentica fonte di nutrimento culturale
di Sara Meddi
Nutrimenti, punto fermo nel panorama dell’editoria indipendente romana, nasce nell’autunno del 2001. Il primo libro viene presentato a pochi giorni dall’attentato dell’11 settembre. Una presentazione che è stata a lungo in forse per il clima di grande incertezza di quel momento, ma che alla fine è stata realizzata perché, come specificato sul sito, «anche in anni difficili e duri i libri restano una guida preziosa, uno strumento per conoscere e capire». A distanza di anni si può dire che l’azzardo è stato ripagato da un percorso editoriale particolarmente ricco, sicuramente difficile come quello di tutte le piccole realtà editoriali, ma segnato dalla pubblicazione di testi sempre innovativi e creativi. Nutrimenti, proprio per l’alta qualità che ha sempre contraddistinto la linea editoriale e la cura materiale dei libri, è diventata un punto di riferimento per quei lettori che cercano l’affidabilità del marchio. Fin dall’inizio, la casa editrice si articola in tre settori: la narrativa, la saggistica, il mare e la vela.
La narrativa si divide nelle collane Greenwich, contenitore di voci emergenti e innovative della narrativa italiana e internazionale, e Tusitala, collana trasversale tra fiction e realtà, che raccoglie una letteratura caratterizzata da esplorazioni, misteri, resoconti di viaggi, biografie e gusto per l’avventura.
Anche la saggistica ha due collane: Igloo è si distingue per l’approfondimento dell’attualità, nelle forme della politica, dell’economia, della cronaca e del costume. A questa si affianca Documenti, volta appunto alla conservazione della memoria e delle pagine più nascoste della nostra storia.
Nutrimenti ha poi un ricco catalogo dedicato al mare, trattato sia nei suoi aspetti più tecnici sia come luogo di narrazione. A una ricca collana di manuali, Tecnica, se ne affianca una seconda, Grandi navigatori, grandi navigazioni, riservata ai diari di bordo e alle esperienze dei grandi velisti. Infine, è nata una collana di «letteratura di mare», Narrativa, che ha riproposto, per esempio, i diari originali di Ernest Shackleton in Sud. La spedizione dell’Endurance e Il mistero del mare di Bram Stoker.
Consigli di lettura
Tra i libri da segnalare ci sono sicuramente quelli di Percival Everett, scrittore americano con un bagaglio da chitarrista jazz, rancher e addestratore di cavalli, con all’attivo venticinque libri in venticinque anni, tra romanzi, raccolte di racconti, poesie e saggi. Tra le pubblicazioni di Everett che potrete trovare nel catalogo, noi ci sentiamo di consigliarvene almeno due. La prima è Deserto americano, ovvero la surreale e graffiante storia di Theodore Street. Street è un uomo sull’orlo del suicidio che ha fallito su tutti i fronti: la sua carriera universitaria si è inceppata, il suo matrimonio va a rotoli. Mentre a bordo della sua Lancia si sta recando al luogo prescelto per togliersi la vita, viene centrato da un camion. Risultato: un corpo senza testa e una testa. Decapitato. Durante il suo funerale, Street, a cui è stata malamente riattaccata la testa, si risveglia e, come se niente fosse, esce dalla bara. Qui, parla con ognuno dei presenti, ricordando ciò che di buono o di cattivo hanno detto su di lui. Da questo momento non ci sarà pace per questo morto ritornato a nuova vita. Ferito, invece, è un romanzo di frontiera e di frontiere. Nel Wyoming, il brutale assassinio di un giovane gay sconvolge le giornate tutte uguali di un villaggio del profondo West, e cambia la vita di un impenetrabile cowboy di mezza età. Un romanzo sull’intolleranza bruta che permea il doppio fondo dell’etica individuale, una reazione che ricorda da vicino i cartelli con le scritte «Dio odia i froci», «Cambiate o bruciate», imbracciati da migliaia di persone nelle contromanifestazioni «per ristabilire i princìpi etici» dopo il tragico omicidio del giovane Matthew Shepard nel 1998, sempre da quelle parti, dichiarato punto di partenza della riflessione di Everett.
Tra gli autori italiani segnaliamo caldamente Giovanni Greco con il suo Malacrianza, romanzo vincitore del Premio “Calvino” 2011. Si tratta di un viaggio nell’infanzia in varie parti del mondo, con i bambini che vivono in condizioni tremende, quelli di strada, delle favelas, il commercio e la prostituzione infantile. Un caleidoscopio di storie che dà vita a un’unica storia dell’innocenza tradita. L’esordio narrativo di Giovanni Greco è una spericolata, emozionante avventura linguistica che riesce a dar voce credibile a bambini perennemente costretti a difendere il proprio futuro.
Tra i saggi vi suggeriamo di mettere le mani (e gli occhi) su Il peccato nascosto a cura di Luigi Irdi, uno dei migliori libri inchiesta sullo scandalo dei preti pedofili che ha scosso profondamente le fondamenta della Chiesa cattolica. Questo libro ricostruisce la scottante vicenda e i silenzi che l’hanno circondata, tramite i documenti della commissione d’inchiesta sui casi irlandesi e le tante storie italiane dimenticate da giornali e tg. Altro testo degno di essere messo nei vostri scaffali è L’officina del diavolo di Adolf Burger. Un libro su una delle vicende più rappresentative della follia e delle contraddizioni del Terzo Reich. Dal 1943 al 1945 i nazisti obbligarono 142 internati ebrei a stampare sterline false nel lager di Sachsenhausen. La più grande operazione di falsificazione della storia nelle memorie di uno dei protagonisti. Da quest’opera è stato tratto il film di Stefan Ruzowitzky Il falsario. Operazione Bernhard, Premio Oscar 2008 come migliore film straniero.
Navigando sul mare di Nutrimenti
Come la casa editrice stessa, il sito della Nutrimenti (http://www.nutrimenti.net/) è ricco e articolato. Una vera miniera d’oro per i lettori in cerca di approfondimenti e curiosità. Il sito è sempre aggiornato con le novità, le anteprime delle prossime uscite e le news sugli eventi della casa editrice. Per ogni libro e ogni autore troverete delle schede complete ed esaurienti con una ricchissima rassegna stampa. Potrete acquistare comodamente dalla casa editrice senza neanche scomodarvi a mandare una mail, vi basterà mettere i libri in carrello (non molto diversamente da come si fa su una libreria on line) e su tutti gli acquisti avrete il 15% di sconto. Ricca anche la sezione dedicata all’editoria digitale, con un fornito catalogo di libri già convertiti in ebook. Anche questi si possono acquistare e scaricare direttamente dal sito. Sulla Home page è anche pubblicata la classifica dei libri più venduti, una finestra interessante per seguire in tempo reale gli umori dei lettori. Troverete anche i contatti per seguire Nutrimenti sui principali social networks. Gli aspiranti scrittori possono, infine, consultare la sezione “Contatti” dove sono indicate tutte le modalità per l’invio dei manoscritti.
L’intervista
Per conoscere meglio questa casa editrice, siamo andati a intervistare Andrea Palombi, direttore editoriale di Nutrimenti. Insieme a lui abbiamo parlato del progetto editoriale e di che cosa significa essere editori al giorno d’oggi.
Perché avete deciso di diventare editori?
Per spirito di avventura, per provare a nuotare controcorrente, per incoscienza. Scherzi a parte, all’inizio eravamo due giornalisti e una art director di pubblicità, Ada Carpi de Resmini, mossi dall’ambizione di aprire spazi di approfondimento e riflessione in un mondo che ci sembrava marciare compatto verso la miniaturizzazione dell’informazione, verso l’insostenibile leggerezza e fugacità di una cultura incapace di entrare in dialogo con il mondo reale.
Pensate di avere un’identità che vi distingua nell’affollato panorama editoriale?
Pensiamo in qualche modo di esserci già distinti. Innanzitutto nell’architettura di Nutrimenti, atipica per molti versi, a cominciare dalla sua articolazione in tre settori all’apparenza distanti fra loro: una narrativa “alta”, di qualità, una saggistica agile, molto legata all’attualità, e infine il mare e la vela. In secondo luogo per le nostre scelte, spesso coraggiose, se non spericolate, che rifuggono dalle scorciatoie commerciali. Infine per la cura grafica e tipografica dei nostri libri, anche questa in controtendenza rispetto a un mercato editoriale “fast food”.
Come giudicate lo “stato di salute” della piccola-media editoria?
Da malato cronico in peggioramento. Non è un mistero che fare questo mestiere in Italia, mercato da sempre asfittico per i libri e dominato da 4-5 grandi gruppi che fanno da editori, distributori e librai (in sostanza: il bello e il cattivo tempo), è impresa ardua. Ma ora le cose stanno peggiorando, i margini già minimi si riducono nel mercato tradizionale e si spalanca un mondo, quello dell’editoria digitale, ancora di fatto sconosciuto a tutti e all’apparenza assai rischioso. Con un’unica nota positiva: come in ogni grande fase di passaggio, quella attuale offre anche delle opportunità per chi saprà interpretarla nel modo giusto.
In che modo un libro, o un autore, arriva a far parte del vostro catalogo?
In modi molto diversi. Attraverso i curatori di collana (ne abbiamo avuti e ne abbiamo di molto bravi e autorevoli, da Simone Barillari e Leonardo Luccone a Filippo Tuena e Benedetta Centovalli), attraverso le segnalazioni di agenti, case editrici estere, amici della casa editrice. Poi, e forse soprattutto, attraverso le nostre ricerche di quanto c’è di significativo in giro per il mondo. Un solo esempio a questo proposito: I sogni di mio padre, l’autobiografia di Barack Obama, di cui abbiamo acquistato i diritti quando in Italia in pochi sapevano anche solo chi fosse questo politico americano di colore. O ancora attraverso la richiesta di libri su commissione, specie nella saggistica. Un esempio anche in questo caso: L’armadio della vergogna di Franco Giustolisi.
Quale dei vostri libri consigliereste a chi non vi conosce?
Domanda come sempre imbarazzante e difficile. Ne citerei a decine, ma provo l’esercizio zen di limitarmi a pochi titoli. Per la narrativa, Ferito di Percival Everett, I pugni nella testa di Andre Dubus III, Questa creatura delle tenebre di Harry Thompson. Per la saggistica, I sogni di mio padre di Barack Obama, Il complotto a cura di Stefania Limiti.
Com’è il vostro rapporto con la distribuzione e con le librerie?
Come per tutti, schizofrenico. Il viaggio di un libro verso gli scaffali assomiglia a quello in un imbuto che si restringe sempre più. Ci lamentiamo, ci arrabbiamo, ma non facciamo l’errore di sottovalutare le difficoltà che in questo momento incontrano tutti, a cominciare dalle librerie e compresa la distribuzione. Al momento siamo distribuiti da Pde.
Fino ad ora come giudicate la risposta dei lettori al vostro progetto?
Buona, a volte ottima. Alla fine è la vera, unica ragione per cui da dieci anni portiamo avanti questo progetto pur fra difficoltà e costi, anche a livello personale, all’apparenza insormontabili. La benzina nel nostro motore sono i lettori che incontrandoci alle fiere, o scrivendoci via email, ci ringraziano per questo o quel libro, ci incoraggiano e ci sostengono.
Come vi rapportate all’editoria digitale? Quali rischi e potenzialità intravedete?
Ancora oggi è difficile dirlo. Noi siamo in prima linea, con un gruppo di altri editori piccoli e medi abbiamo dato vita alla prima piattaforma digitale (Bookrepublic), e credo fra i primissimi a vendere ormai i nostri ebook direttamente dal nostro sito. Ma siamo solo agli inizi, all’alba di un mondo che, già lo si intuisce, cambierà in profondità non solo il mercato, ma probabilmente la natura stessa del libro così come lo abbiamo conosciuto fino ad ora.
Quali sono i vostri prossimi progetti?
Uno degli ultimi è stata l’adesione a Beat, collana di tascabili creata insieme ad alcuni editori grandi e piccoli, ma tutti di qualità: La nuova frontiera, Minimum fax, Neri Pozza, Nottetempo. Una collana che si sta rivelando come una delle maggiori novità editoriali in libreria. E poi lavoriamo, e studiamo, per offrire prodotti davvero nuovi in formato digitale. Ma di questo ne parleremo la prossima volta.