Anno XX, n. 225
novembre 2024
 
Questioni di editoria
Il mestiere del libraio
al tempo dell’ebook
V appuntamento da Rubbettino
tra esperienza e innovazione
di Annalina Mesina
In questo numero della rivista, abbiamo deciso di dedicare la rubrica Questioni di editoria a un evento che si ripete puntualmente da diversi anni e che rappresenta un’ottima occasione per riflettere – appunto – sulle “questioni di editoria”. Si tratta della Scuola per librai organizzata annualmente dalla casa editrice Rubbettino.
Quest’anno l’appuntamento, arrivato alla sua V edizione, è stato centrato su un tema di grande attualità tecnologica ed editoriale, quello dell’ebook che, probabilmente, rappresenterà il futuro dell’industria libraria.
Se ne parla da diversi anni ma il mercato editoriale, almeno finora, non ha mostrato nei suoi confronti una forte apertura. Del resto – si sa – le rivoluzioni non possono essere ignorate, ma il loro processo di concretizzazione è spesso lento e “penetrante”.
Attraverso una sorta di resoconto dell’evento, che si è svolto a Soveria Mannelli, sede della casa editrice, lo scorso 13 marzo, vogliamo percorrere le tappe principali di questa riflessione sull’argomento, senza tralasciare altri spunti di valutazione che gli “addetti ai lavori” – di rilevanza nazionale, lo evidenziamo – hanno offerto al pubblico dei presenti.

La Redazione
«Come cambierà il mestiere di libraio? Quali rischi ma anche quali opportunità?». Con un particolare riferimento al progressivo avvento degli ebook così il direttore commerciale della casa editrice Rubbettino, Antonio Cavallaro, ha avviato la V edizione della Scuola per librai della Rubbettino stessa.
Nel suo intervento introduttivo Florindo Rubbettino, amministratore unico della stessa casa editrice, ha evidenziato il fatto che gli obiettivi principali sono: la sfida agli indici bassi di lettura del Mezzogiorno in confronto alla media europea e l’adeguamento dell’editoria ai mutamenti che toccano il lavoro dell’editore e del libraio. «Sono criticità sulle quali bisogna ragionare – ha concluso Rubbettino – un mutamento è in atto e l’editoria ha necessità di adeguarsi».
Durante la giornata sono state affrontate diverse tematiche: le lezioni hanno riguardato aspetti commerciali, tecnici e culturali legati alla professione di libraio. Un ricco programma si è snodato fra riflessioni e considerazioni pratiche, nonché commenti e domande da parte del pubblico, un pubblico numeroso costituito da soprattutto da addetti ai lavori.

La Lectio magistralis
Gli interventi sono stati molteplici, una compendiosa lezione di Fulco Lanchester, ordinario di Diritto costituzionale italiano all’Università “La Sapienza” di Roma, che dopo aver illustrato diversi articoli della Costituzione partendo dall’art. 21 – «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» – ha affrontato il tema centrale della giornata, specificando che l’editore e il suo mercato hanno necessità di regole che tutelino la divulgazione della cultura. Un discorso generale che è però spesso entrato anche nell’analisi della problematica specifica del libro elettronico.

La posizione propositiva dell’Associazione librai italiani
Paolo Pisanti, presidente dell’Associazione librai italiani, ha iniziato la sua lezione sottolineando l’importanza della formazione gestionale dei librai poiché il mestiere del libraio sta cambiando e la crisi e i continui mutamenti della fruizione del libro vanno fronteggiati da alta professionalità. L’intervento è proseguito quindi con l’illustrazione della Scuola per librai “Mauri” di Milano, nella quale l’Ali fa parte del comitato organizzatore e didattico, e della Sli, Scuola librai italiani, di Orvieto, una scuola di alta formazione che l’Ali ha fondato con l’Università “Ca’ Foscari” di Venezia e il Centro studi “Città di Orvieto” e che quest’anno con notevole successo di iscrizioni è giunta al V Corso. Pisanti ha spiegato quanto sia necessaria una iniziativa simile anche al Sud (per quanto ovvio evidenziamo che la “Scuola” della Rubbettino, per il fatto stesso di durare una sola giornata, più che di “insegnamento professionalizzante” ha caratteristiche di dibattito e aggiornamento professionale). Pisanti si è così espresso: «Riteniamo che la formazione permanente costituisca un momento imprescindibile di crescita e aggiornamento per gli addetti ai lavori, soprattutto in un comparto, come quello editoriale-librario, difficile e in continua evoluzione – afferma con decisione Pisanti – perché anche se è vero che negli ultimi anni si è registrato un lieve allargamento della lettura, la disomogeneità territoriale determina una differenza anche di venti punti percentuali tra zone del Nord e del Sud». Tutto questo condiziona l’economicità gestionale delle librerie rendendole deboli e inadeguate nei confronti di un mercato sempre più competitivo e aggressivo. Il presidente dell’Ali ha rimarcato che in Italia esistono circa 3.000 librerie. Escludendo quelle specializzate quasi solo in testi scolastici e/o universitari, che sono valutabili in meno di mille, sono più di 2.000 quelle che trattano la “varia”, delle quali 710 di catene editoriali (dirette e/o in franchising) e il rimanente indipendenti (anche se, spesso, organizzate in gruppi associativi variamente coordinati fra di loro). I dati comprendono ovviamente anche le librerie che vendono anche materiale di cartoleria (ma solo se con una valenza inferiore a quello librario). Ma se le librerie di catena, nell’arco dell’ultimo anno, sono aumentate di 140 unità, le indipendenti sono calate in misura maggiore, senza sapere con certezza quante siano passate al franchising e quante invece abbiamo chiuso o si siano fuse con altre realtà consimili o abbiano deciso di far prevalere il settore merceologico della cartoleria su quello dei libri.

L’ebook: da temuto “nemico” ad auspicato “amico”
Ma Pisanti si è soffermato soprattutto su quello che al momento sembra essere il segmento più accreditato per il futuro del mercato editoriale: l’ebook. Con convinzione ha affermato che le librerie sono un presidio della conoscenza e della diffusione del libro, qualunque sia il supporto, e che è un grave errore quello che gli editori hanno fatto finora, cioè escludere i librai dalla vendita degli ebook.
Pisanti è in primis un libraio e come tale sottolinea che il lavoro svolto dal libraio quotidianamente non può prescindere dalla ricerca di sinergie costanti con gli altri attori della filiera: autori, editori, distributori e grossisti che hanno ben compreso l’importanza di una rete capillare di librerie sul territorio. Perciò ha rilevato l’importanza di cambiare regole ormai obsolete: «Pensiamo alle rese che devono essere autorizzate e che non sempre vengono lavorate in tempi reali, alla percentuale di porto e imballo che sull’iperproduzione editoriale crea un lucro non indifferente al distributore, queste tanto per citarne qualcuna – e ha proseguito – forse si potrebbe creare un po’ più di spazio fra una messa in vendita e l’altra per far vivere di più le “novità”». In tal senso l’Ali – ha proseguito Pisanti – da tempo sta lavorando con i distributori e diverse case editrici, per ridurre i disagi a carico delle librerie programmando gli invii, i termini di pagamento e le rese.
Pisanti ha inoltre spiegato come i librai soffrano la mancanza di una legge a tutela del prezzo fisso del libro e della regolamentazione dell’offerta di sconto al pubblico: il disegno di legge promosso da Ricardo Franco Levi, sul prezzo fisso appunto. Il provvedimento, che ha superato il vaglio del Senato, ma che ha però subito un rallentamento a causa delle posizioni ostative di un gruppo di grandi editori e che è oggi alla Camera dei Deputati.
Pisanti ha concluso ricordando orgogliosamente il proprio ruolo di membro del Comitato scientifico del Centro per il libro e la lettura, importante organismo promosso dall’Ali presso il Ministero dei Beni culturali. «Stiamo lavorando su questo progetto che vedrà investire quasi tutto il modesto budget assegnato sul tentativo di far crescere la lettura, un progetto ambizioso che verrà sperimentato in 6 province e una regione. A presto si conosceranno i particolari».
Pisanti ha anticipato che probabilmente la regione scelta sarà la Calabria. Si tratta di un progetto che avrà come principale finalità la promozione della lettura per i bambini, sia nel contesto familiare, sia in quello scolastico fin dai primi anni di vita. Fra gli obiettivi cardine del progetto c’è quello di avviare i bambini fin da piccoli ad un uso corretto del libro anche al di fuori dell’ambito scolastico. Il tutto in un’auspicata collaborazione con le amministrazioni centrali, gli enti locali, gli operatori dell’editoria, delle librerie e della distribuzione che sostengono le iniziative di promozione alla lettura a livello locale ad opera di scuole, istituti e associazioni.

L’Aie: dalla carta al digitale il passo è breve
«Il passaggio dal pdf per la stampa all’ebook ha segnato un significativo mutamento del sistema di relazioni fra produttori, venditori e fruitori del libro. Così anche intorno al 1450, quando si ebbe il passaggio dal libro manoscritto al libro stampato, si ebbe un significativo mutamento del sistema fra produttori, venditori e utilizzatori del libro». Queste sono alcune frasi ispirate al Libro manoscritto al libro stampato. Sistemi di mercato a Bologna e a Firenze agli albori del capitalismo di Giovanni Bonifati (Rosenberg & Sellier, 2008), con le quali ha aperto il suo intervento Cristina Mussinelli. Si tratta di una vera e propria “guru” dell’editoria digitale. Consulente per tale settore dell’Associazione italiana Editori (Aie), nel 2009 è stata eletta, unica europea, nel board dell’International digital publishing forum (Idpf), il più importante osservatorio internazionale su ebook ed editoria digitale.
La Mussinelli ha spiegato come le tecnologie stanno cambiando il modo di accesso ai contenuti editoriali. «Siamo di fronte alla digitalizzazione che ci permette di leggere il file di un libro su un particolare device o supporto come pc, book reader, ipad, iphone», ha notato Mussinelli, sottolineando alcuni dati rilevati dall’Ufficio studi Aie: in Italia sono disponibili circa ottomila titoli contro il milione degli Usa (numero rispetto al quale è bene tenere in opportuna considerazione il fatto che il mercato statunitense sia “partito” più di tre anni fa), circa 130 case editrici dichiarano di avere un catalogo ebook in italiano, il costo medio per un ebook è di 7,95 euro. «Il mercato europeo dell’ebook presenta oggi dati non ufficiali, frammentari e poco omogenei nella loro confrontabilità. La Nielsen-Netratings attesta la crescita dell’utilizzo della telefonia mobile e degli smartphone mentre la Distimo ci informa che i libri per iphone sono secondi solo ai giochi che guidano la classifica con 28.457 applicazioni», ha specificato Mussinelli. A dimostrazione di come al libro si arrivi sempre più dal web, l’intervento si è concluso con l’illustrazione di un grafico, stilato dal Centro studi Aie fra il 2007 e il 2010, in cui si evidenzia come nel 2010 si sia avuto un aumento del 23% nell’uso del web per il reperimento di informazioni sui libri tramite Internet (attraverso segnalazioni e recensioni, forum e blog, siti della case editrici, social network, ecc.).
Ma il libraio – ha concluso la relatrice – avrà sempre un ruolo fondamentale, e questa è apparsa l’estrema sintesi della sua relazione. Insomma: i librai, a parere della Mussinelli, possono e devono gestire questo nuovo fenomeno editoriale e non invece spaventarsi e rifuggire le innovazioni in atto.

Fra interventi e dibattiti
Anche Renato Salvetti, direttore generale di Egidita, società partecipata da Rcs Libri, Messaggerie italiane e Gruppo Feltrinelli per agevolare la nascita e lo sviluppo del mercato dei libri in formato digitale, ha osservato il fatto che ci troviamo di fronte a una nuova rivoluzione e come tutte le rivoluzioni, è inutile far finta che non ci sia. Ha poi proseguito evidenziando come siano nati nuovi supporti in grado di sostituire la carta e diverse modalità di fruizione del libro.
Vista la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia, Romano Bracalini, autore di servizi e documentari storici per la Rai, ha tenuto una interessante lezione sullo spirito patriottico all’indomani dell’Unità d’Italia. Non per nulla, con la Rubbettino ha recentemente pubblicato un accurato saggio storico-politico Brandelli d’Italia.
Una stimolante lezione di gestione della libreria, l’ha tenuta Maurizio Dalla Gassa, libraio di Bassano del Grappa, presentando un particolare sistema gestionale, Winvaria, in grado di semplificare il lavoro in libreria, il quale ha già predisposto, per il libraio che lo richiedesse, l’opzione per l’acquisto del file del libro. I gestionali sono ormai il “braccio destro” del libraio, sono pressoché simili fra di loro, si differenziano per schermata, la cosiddetta “maschera” che cambia di colore in base alle funzioni, ma con opzioni simili. Decalibro, Mac book, Danea sono solo una parte dei gestionali adottabili dalle librerie, per gestire le vendite, le spunte, le rese, le giacenze e i clienti, nonché una serie di operazioni atte ad agevolare il libraio.
L’assessore calabrese alla Cultura, Mario Caligiuri, ha illustrato l’importanza della Rubbettino nel territorio facendo presente quanto la casa editrice sia un assist strategico in questa regione. Un intervento che non si è limitato al mero saluto ma che è entrato anche nel merito delle problematiche specifiche, agevolato, in tal senso, anche dalle sue consolidate esperienze di autore di numerosi saggi e di esperto di Comunicazione e nuovi media.
I lavori si sono conclusi con l’incontro di alcuni autori della Rubbettino, un esempio per tutti: Francesca Chirico ha presentato il suo primo romanzo Arrovescio appena pubblicato. Un testo ispirato ai fatti e ai protagonisti dello “sciopero a rovescio” svoltosi a Badolato, in Calabria, fra il 1950 e il 1951.

La soddisfazione di Antonio Cavallaro, direttore commerciale della Rubbettino
Il direttore commerciale della casa editrice che ha promosso la “Scuola”, Cavallaro, ha illustrato poi il nuovo piano editoriale della Rubbettino, passando in rassegna alcune nuove uscite del 2011.
Fra le altre, ha illustrato la prossima pubblicazione di due importanti carteggi: uno letterario, un carteggio fra Leonardo Sciascia e Mario La Cava, e uno storico, fra Benito Mussolini e Claretta Petacci. A cavallo fra presente e futuro evidenziando l’uscita, proprio in quegli stessi giorni, di un importante libro (una sorta di programma politico) di Gianfranco Fini.
Purtroppo non ha potuto presenziare, come previsto, a causa di un problema di salute, Marco Pannella, il quale dalla sede di Radio Radicale ha però telefonicamente illustrato, con il suo solito piglio deciso e controcorrente, l’editoria e l’informazione e i suoi mutamenti in questi ultimi decenni. Evidenziandone i pochi pregi (fra cui quelli delle case editrici coraggiose e innovative, quali la Rubbettino) e i tanti difetti (fra cui quello delle concentrazioni editoriali).
Buona parte degli interventi è possibile riascoltarli andando sul sito www.radioradicale.it alla scheda numero 323144.
Concludiamo questa sommaria sintesi raccogliendo una dichiarazione che il direttore commerciale della Rubbettino ci ha voluto gentilmente consegnare: «Se è vero – afferma Cavallaro – che in Italia si legge poco, è altrettanto vero che i vari interventi a sostegno della lettura finiscono spesso per trascurare il ruolo fondamentale giocato dalle librerie nel creare occasioni di incontro tra possibili aspiranti lettori e libri. Una libreria non è solo un negozio ma è anche e soprattutto un luogo di promozione della cultura. Certo il fine ultimo della libreria deve essere anzitutto economico (un libraio è prima di tutto un imprenditore) ma questo fine finisce per incrociarsi con quello che le amministrazioni pubbliche e gli enti deputati alla promozione delle cultura in fondo si pongono (o per lo meno si dovrebbero porre): l’incremento della base dei lettori. Ciò vuol dire che in Italia vi è una forte necessità di interventi che favoriscano la nascita di nuove librerie e sostengano lo sviluppo (e talvolta la sopravvivenza) di quelle esistenti. Sono consapevole di come questo discorso possa risultare in un certo qual senso “pericoloso” e non sono certo qui a invocare la “cassa delle librerie” con l’invio di contributi a pioggia. Tuttavia – ha concluso Cavallaro – credo vi possano essere delle misure che premiano le librerie che lavorano e che incentivino la nascita di nuove librerie. Penso per esempio a operazioni di defiscalizzazione o di crediti agevolati».
E non si può certamente non convenire.

Annalina Mesina

(direfarescrivere, anno VII, n.64, aprile 2011)
 
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