Scrivere e parlare in maniera agevole e lineare è di grande aiuto nella vita quotidiana e nei rapporti interpersonali in genere; comunicare in modo efficace ed efficiente in contesti lavorativi è una variabile d’importanza fondamentale per una corretta gestione delle informazioni e per il sereno mantenimento delle relazioni di lavoro.
A quest’ultima tipologia di comunicazione fa riferimento il Manuale di scrittura. Metodi e strumenti per una comunicazione efficace ed efficiente (Franco Angeli, pp. 208, € 24,00) di Stefano Ballerio, docente di Metodologie e tecniche di comunicazione linguistica presso il corso di laurea in Ingegneria gestionale del Politecnico di Milano. Si tratta di una lettura utile e piacevole, rivolta a chi opera in contesti scientifici e professionali e necessita di alcune linee guida per esprimersi in maniera concisa, completa e coerente, senza perdere di vista i propri obiettivi comunicativi.
Manuale pratico per una comunicazione professionale
Il saggio si articola in tre parti: la prima introduce alla comunicazione, sia a livello di scambio informativo che di relazione sociale; la seconda espone i criteri regolativi e le indicazioni operative del processo di scrittura; la terza, infine, fornisce modelli, norme ed esempi testuali concreti da consultare secondo le proprie esigenze. Alla fine di ogni capitolo, a completare ed arricchire l’esposizione, troviamo una sintesi delle teorie presentate ed una scheda esplicativa con funzione riassuntiva o di approfondimento.
La lettura di questo saggio è di per sé un esempio calzante di come un testo debba essere organizzato e sviluppato per attrarre e stimolare continuamente il lettore. Il volume, infatti, mette perfettamente in pratica tutti i consigli che fornisce: l’uso di termini tecnici e dettagliati non intacca il rendimento scorrevole di una forma espositiva semplice e chiara. L’autore fornisce consigli concreti, aiutandosi spesso con esempi: riporta lettere e stralci di testi o anche discorsi, come quello di Barack Obama dopo la vittoria presidenziale del 2008.
Nella Prefazione all’opera, Giovanni Acerboni, docente di Lingua italiana al corso di laurea in Comunicazione digitale dell’Università degli Studi di Milano e autore di diverse pubblicazioni dedicate alla Comunicazione, evidenzia proprio l’accento posto da Ballerio sulla concretezza, ed apprezza la sua scelta di ridurre la parte teorica riguardante i modelli della comunicazione concentrandosi sulla pragmalinguistica (che studia l’azione ed il contesto comunicativo del linguaggio) e la neurolinguistica (che focalizza l’attenzione sui suoi aspetti psicologici e cognitivi). Egli sottolinea, inoltre, come nel saggio si eviti ogni riferimento alla grammatica italiana, dando spazio esclusivamente alle regole di punteggiatura. Il motivo è che si tratta di poche norme facilmente schematizzabili che, se si ricordano e si sanno applicare, rappresentano di per sé una buona base per una corretta costruzione sintattica di un testo.
Ne risulta un manuale consultabile in maniera agevole e personalizzata da ogni lettore. È l’autore stesso a consigliare, all’interno del testo, di procedere con una lettura “selezionata” a seconda delle informazioni di cui ognuno necessita. Nell’Introduzione egli fornisce addirittura il proprio indirizzo email, incoraggiando i lettori a voler segnalare eventuali limiti del testo e discutere con lui le scelte fatte.
Le tre parti del saggio: teoria, pratica ed esempi concreti
La prima sezione del volume introduce alla comunicazione come Informazione e relazione. Si parte esaminando gli aspetti del processo comunicativo che riguardano lo scambio di informazioni – con riferimento ai modelli e le teorie di Claude Elwood Shannon, Roman Jackobson, Paul Grice, ecc. – per passare poi a quelli concernenti le relazioni con gli altri e la società.
Nella seconda parte invece si affrontano i vari aspetti e parametri della costruzione di un testo.
È importante, anzitutto, analizzare la situazione comunicativa determinando obiettivi e ruolo dell’autore, identificare destinatari e contesto e tenere da subito ben presenti le fasi del processo di scrittura. Nelle sue riflessioni Ballerio non dimentica di valutare le possibili varianti, quale ad esempio il caso di scrittura cooperativa, né l’eventualità di impedimenti o disturbi del processo comunicativo. Seguono alcuni consigli su come cercare e selezionare le informazioni: differenziando i diversi casi di scrittura professionale e scientifica, l’autore fornisce criteri per discernere e definire le fonti informative attraverso una metodologia utile per una corretta delimitazione, lettura e catalogazione dei dati.
All’interno del testo, le informazioni vanno poi ordinate a seconda del pubblico, gli obiettivi e le priorità da perseguire. Mai dimenticare, infatti, il criterio della “convenienza”: «dovete sempre adeguare il vostro stile al pubblico, alla materia e al contesto della comunicazione». È inevitabile e giusto, cioè, seguire un proprio stile di scrittura (da esso traspaiono l’identità e le emozioni di chi scrive) ma scegliendo una struttura, una sintassi e dei termini che non si distacchino dai principi fondamentali di chiarezza, rigore e sintesi. In tal senso, l’autore elargisce suggerimenti su come strutturare il corpo del testo e svilupparne le singole parti, secondo uno schema ad approfondimenti.
Una volta redatto il corpo del testo, è il momento della cura redazionale: entrando nel merito di tale ambito, Ballerio specifica quali sono le principali accortezze da rispettare, fermo restando che la cura dei dettagli visivi ed organizzativi non salva un testo scritto male!
Da ultimo, non resta che revisionare il tutto. Uno schema preciso e sintetico ci aiuta allora a ricordare i singoli aspetti del testo che bisogna controllare.
L’ultimo capitolo di questa seconda parte è dedicato infine al discorso in pubblico. Anche in questo caso è importante una buona selezione, preparazione ed organizzazione delle informazioni. Al momento di esplicitarle, però, entrano in gioco altre importanti varianti da tenere presenti e far agire a nostro favore: la comunicazione paraverbale, quella non verbale ed il confronto diretto col pubblico.
Utilissime le Appendici che completano il volume, costituendo la terza ed ultima parte del manuale. Nella prima appendice si riportano diversi modelli di testi a mo’ di esempio, nella seconda alcuni consigli pratici sull’uso e l’importanza della punteggiatura nella comunicazione in generale ed in quella professionale e scientifica in particolare, nella terza vi sono indicazioni per perfezionare i testi dal punto di vista redazionale, l’ultima riporta i vari metodi utilizzabili per inserire i riferimenti bibliografici. In tutti i casi l’autore premette che non si tratta di verità assolute con pretesa di rappresentare norme esclusive e valide per tutti i casi, bensì di indicazioni che vanno applicate a seconda del caso specifico, e comunque sempre con coerenza.
Agata Garofalo
(direfarescrivere, anno VI, n. 58, ottobre 2010)
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