Anno XX, n. 225
novembre 2024
 
Questioni di editoria
Suggerimenti efficaci
per pubblicare i libri
Da Eremon, un vademecum
destinato agli aspiranti scrittori
di Cecilia Rutigliano
«L’ultima cosa che si scopre scrivendo un libro è come cominciare». Qualsiasi scrittore condividerebbe pienamente questa citazione di Blaise Pascal che sembra racchiudere, in poche e semplici parole, tutte le difficoltà insite nel complicato mestiere di scrivere. Per molti la scrittura è un hobby: si scrive per se stessi, per divertirsi, per lasciare una traccia dei giorni che si susseguono («Nulla dies sine linea»).
Molti altri, invece, sognano di trasformare la propria passione per la scrittura in un lavoro e desiderano poter vedere la propria “creatura” – con la quale probabilmente hanno trascorso diversi anni! – tra gli scaffali delle librerie. Pubblicare un libro, infatti, è una parte (importante) del processo di scrittura: non la meta, quindi, ma la tappa di un percorso lungo e avvincente.
Andrea Mucciolo – scrittore, editor e web designer romano – affronta queste e altre tematiche nel suo ultimo lavoro, Come pubblicare un libro. Come scrivere un libro, cercare un editore e promuovere la propria opera (Eremon edizioni, pp. 150, € 14,00). Sin dal titolo emerge la vastità degli argomenti trattati nell’opera, la quale si presenta come un pratico vademecum: con un linguaggio semplice, fresco, “giovane” e accessibile a tutti, è un prontuario di utili consigli per gli autori esordienti, a favore dei quali l’autore si è sempre schierato. Lo sottolinea il giornalista Luca Lorenzetti nella Prefazione al volume e lo confermano la prima pubblicazione dell’autore, Come diventare scrittori oggi. Vademecum per aspiranti scrittori (Eremon edizioni, pp. 144, € 13,00), nonché la sua intensa attività sul web: basterà “curiosare” il sito http://www.andreamucciolo.com.
Il volume si articola in tre parti. Nella prima l’autore illustra come si scrive un libro, affrontando l’argomento da più punti di vista; nella seconda, invece, egli propone una serie di consigli e “avvertenze” su come cercare un editore. La terza, infine, è dedicata al tema, delicato ma fondamentale, della promozione di una pubblicazione.

Avere qualcosa da raccontare
Scrivere non è una passione come un’altra. Non è possibile prendere carta e penna (o, per non suonare anacronistici, mettersi davanti al pc!) e decidere, improvvisamente, di scrivere, per esempio, un manuale sul giardinaggio. Per farlo sarà necessario conoscere a fondo la materia. «Non si può semplicemente inventare tutto quanto, nemmeno un romanzo»: è questo il primo consiglio che Mucciolo offre al suo lettore.
Uno scrittore, quindi, non può chiedersi “cosa scrivo?” se è davvero tale, perché non può decidere a priori cosa deve scrivere. Allo stesso tempo, la scrittura non può essere un flusso ininterrotto di idee buttate giù senza un criterio preciso.
Il punto di partenza per essere dei bravi scrittori è avere qualcosa da raccontare.
L’ispirazione proviene dalle esperienze di vita che, però, devono essere filtrate da un vigoroso spirito critico e di osservazione, dalla capacità di gestione della lingua, dalla profonda conoscenza del lessico più adatto per coinvolgere il potenziale lettore all’argomento trattato. Con le 21 lettere del nostro alfabeto si possono creare “infiniti mondi”, ma esse non sono sufficienti da sole a fare in modo che tali mondi risultino – per non uscir di metafora – “vivibili”.
Il nostro autore, proprio a partire da questa consapevolezza, offre agli aspiranti scrittori diversi spunti di riflessione in tal senso: dall’importanza della correttezza grammaticale del proprio scritto alla giusta impostazione dei dialoghi; dalla costruzione dei personaggi di una storia alle problematiche dello stile e della ricchezza del linguaggio; dalla necessità di fuggire stereotipi e luoghi comuni all’esigenza di sottoporre il proprio elaborato ad un’attenta revisione di editing (con – annessa – l’influenza che ha una buona dose di umiltà per il successo di uno scrittore...).

Il rapporto fra autore e editore
Andrea Mucciolo mostra di possedere una visione concreta e realistica del mondo editoriale. Il suo obiettivo – vale a dire, mettere a disposizione degli altri la propria esperienza in questo settore – probabilmente tocca l’apice nella seconda parte dell’opera, Cercare un editore: un tentativo di permettere agli scrittori di districarsi nel complicato panorama dell’editoria con totale consapevolezza.
Molte delle sue affermazioni – lo riconosce l’autore medesimo – possono non essere condivisibili. Ma certamente oggettiva è la sua determinazione a mettere in guardia gli scrittori da possibili delusioni e, soprattutto, dalle probabili truffe a cui essi, inevitabilmente, sono esposti a causa della duplice natura dell’“oggetto libro”: opera di ingegno da una parte, “semplice” merce dall’altra.
A garantire questa oggettività contribuisce, e non poco, la pluralità di voci a cui l’autore dà spazio nel libro. Diverse, infatti, sono le interviste inserite nella trattazione, volte a offrire un quadro completo dello sfaccettato (e spesso insidioso) universo dell’industria libraria. “Parlano” dunque editori, scrittori esordienti e non, agenti letterari, distributori. Ogni anello della catena, cioè, trova la sua adeguata rappresentazione. Questo per dare al lettore la possibilità di crearsi una propria idea, libera dal rischio di essere stata in qualche modo influenzata da principi di parte.
E così, avvalendosi delle conoscenze di chi ha votato la propria vita professionale (e non) a questo settore, l’autore si profonde in preziosi suggerimenti per invitare gli scrittori a instaurare un rapporto tanto costruttivo quanto disilluso con le case editrici.
Innanzitutto: a chi inviare la propria opera?
Di certo non a tutti gli editori possibili e immaginabili – perché «pubblicare un libro non significa giocare alla lotteria» – ma solo a una selezione di essi; selezione che lo scrittore medesimo dovrà operare, esaminandone attentamente i cataloghi e assicurandosi di avere “nel cassetto” un testo adatto alla “linea” di questa o quella casa editrice.
E ancora: come presentarsi a un editore e in che modo fargli pervenire una proposta editoriale?
Semplice: bisognerà informarsi su tutto quello che ogni casa editrice preferisce. È bene ricordarsi, come sostiene l’autore, che «Non potrà mai essere l’editore ad adattarsi alla vostra opera [...] In fin dei conti, siete voi che avete cercato quest’ultimo, che avete chiesto qualcosa a lui, non è stato l’editore a cercarvi».
Si comprende, allora, l’importanza di dover investire una buona dose di tempo a cercare tutte le notizie necessarie per fare le mosse giuste. Per esempio, inviare il dattiloscritto via email o per posta ordinaria, a seconda che l’editore prediliga l’una o l’altra modalità; accompagnare l’opera con una sinossi ben costruita e capace di metter in risalto le peculiarità del testo; evitare di farsi prendere da spasmi compulsivi (telefonare continuamente alle redazioni o controllare la casella email un centinaio di volte al giorno!) durante l’attesa delle (eventuali) risposte da parte degli editori contattati.
Infine: come valutare le probabili risposte ricevute?
Qui si inserisce uno degli argomenti più “caldi” del libro, che sta molto a cuore all’autore: l’editoria a pagamento.
Al riguardo, Mucciolo non esprime alcun giudizio di natura morale («in questo caso non si tratta di una questione morale, né tantomeno di una questione che può essere liquidata semplicemente con un “giusto” o “sbagliato”») se non nei confronti di quelli che egli definisce “editori subdoli”, cioè che si dichiarano “non a pagamento”, ma che al momento della stipula del contratto d’edizione richiedono il versamento di un certo importo per coprire la spese di diversi presunti servizi imprescindibili.
Pur non nascondendo le proprie perplessità sulla pubblicazione dietro contributo, l’autore ritiene comprensibile la scelta di pubblicare un libro a proprie spese, soprattutto dopo l’ennesimo rifiuto da parte delle case editrici. Per tale ragione – e sapendo che ogni autore ha pensato almeno una volta di ricorrere a questa opportunità pur di realizzare un sogno – Mucciolo raccomanda di esaminare con cura ogni aspetto legato a tale prassi: entità dell’importo da versare, servizi garantiti in termini di promozione e distribuzione, eventuali altre spese a proprio carico (per esempio, per l’editing o per la correzione di bozze o per l’apposizione del bollino Siae). Come dire: non lasciar nulla al caso, ma fare scelte ponderate e consapevoli.
Anche per questa ragione l’autore dedica qualche pagina del suo libro a un piccolo, ma significativo, excursus sul contratto di edizione e sul diritto d’autore: materie con cui, con molta probabilità, un autore non ha dimestichezza e che, invece, rappresentano il “nodo” cruciale del percorso che conduce alla realizzazione del proprio sogno.

Un focus sulle agenzie letterarie
Non ce ne voglia il lettore se ci soffermiamo in maniera particolare sul capitolo dedicato alle agenzie letterarie: il “conflitto di interessi” nasce dal fatto che l’editore di questa rivista è, anche, un’agenzia letteraria... Ma la ragione di tale focus dipende pure da altro: l’agente letterario – come abbiamo evidenziato in un articolo apparso su questa stessa rubrica (Le agenzie letterarie: istruzioni per l’uso!, www.bottegaeditoriale.it/questionedistile.asp?id=75) – rappresenta l’anello di congiunzione tra l’autore e l’editore, al cui rapporto è dedicata la parte portante del libro del nostro autore.
Il giudizio di Mucciolo sulle agenzie letterarie è piuttosto negativo: egli crede che esse non dedichino seriamente del tempo alla scoperta di nuovi talenti e che spesso non siano in grado di garantire realmente all’autore la pubblicazione dell’opera, nonostante il pagamento da parte di quest’ultimo di somme considerevoli.
Al contempo, però, egli – con la trasparenza e l’oggettività che attraversa l’intero testo – lascia spazio al beneficio del dubbio: esistono agenzie serie e agenzie non serie. Il che equivale a dire che la strada dell’agenzia letteraria non deve necessariamente essere esclusa a priori dall’autore esordiente. Come in tutte le tappe del percorso che porta alla pubblicazione della propria opera, l’importante è ponderare adeguatamente ogni scelta e rimanere in guardia rispetto a possibili truffe o a investimenti di denaro che poi, concretamente, non portano alla meta agognata.
Del resto è ciò che noi stessi sosteniamo e che Fulvio Mazza, direttore responsabile di questa rivista, nonché dell’agenzia letteraria la Bottega editoriale, sostiene con forza nell’intervista rilasciata allo stesso Mucciolo e pubblicata all’interno del volume: «In tutti i settori ci sono onesti e disonesti. Ce ne sono anche, purtroppo, fra i “nostri” colleghi. Attenzione, dunque. Cari autori, fate molta attenzione!».

Finalmente l’opera è pubblicata. E adesso?
Centinaia di francobolli incollati, centinaia di email inviate, centinaia di stampe dell’opera e notti insonni a interrogare l’“oracolo Internet”, per trovare un editore interessato al testo: se tutto questo è servito, lo scrittore ha finalmente realizzato un sogno...
Ne siamo certi? «Il difficile arriva adesso: promuovere il vostro libro. Il vostro potrebbe essere il più bel romanzo che sia mai stato scritto, ma se il pubblico di lettori non ne viene a conoscenza, come pensate di poter raggiungere delle vendite decenti?».
Con queste parole, Mucciolo non vuole certamente scoraggiare il lettore-aspirante autore-scrittore esordiente. Riporta, semplicemente, un’assoluta verità al fine di fornire al suo destinatario importanti strumenti per superare l’ostacolo maggiore del percorso intrapreso.
Ferma restando l’importanza della competenza professionale dell’editore per garantire all’opera appena pubblicata un’adeguata distribuzione e presenza nelle librerie, Mucciolo fa un punto della situazione sugli strumenti a cui poter ricorrere in vista del raggiungimento dell’obiettivo – imprescindibile – di garantire al proprio libro una visibilità in grado di superare la cerchia di amici e parenti.
Dalle recensioni – on line e off line – agli annunci pubblicitari, dai social network ai forum, dai blog ai siti web, dai book trailer ai concorsi letterari, dalle presentazioni nelle librerie o nei caffè letterari alle televisioni e alle fiere. A Mucciolo non sfugge proprio nulla. Che si tratti di mezzi tradizionali o “hi-tech”, chi ha ormai in mano un volume che riporta impresso il proprio nome sulla copertina non deve farsi sfuggire nessuna occasione... ma, anche in questo caso, con criterio!
Non è necessario, infatti, prendere d’assalto le redazioni giornalistiche, iscriversi a tutti i concorsi letterari suggeriti dal web o cliccare sul tasto “aggiungi agli amici” di qualsiasi utente Facebook che capita di “incrociare” attraverso il proprio profilo personale. Meglio partire da pretese basilari, ma ben consolidate, per esempio: puntare alle recensioni su piccoli giornali locali, specie se la casa editrice del testo non rappresenta, nell’immaginario comune, un marchio blasonato...

Ancora altri consigli...
Quelle che abbiamo argomentato sono solo alcune delle tematiche che Mucciolo affronta in Come pubblicare un libro. L’editoria digitale (ebook), gli audiolibri, il book on demand e molti altri ancora sono i territori che l’autore esplora in questo pratico manuale quasi “tascabile” nel quale gli aspiranti autori possono trovare un fedele compagno di avventura.
A chi vuole diventare uno scrittore, allora, non possiamo che augurare buona scrittura, ma prima: buona lettura!

Cecilia Rutigliano

(direfarescrivere, anno VI, n. 57, settembre 2010)
 
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