Anno XX, n. 225
novembre 2024
 
Questioni di editoria
Dentro il Paratesto
stile e funzionalità
Riconoscere e usare al meglio
le parti “estetiche” di un testo
di Elisa Calabrò e Fulvio Mazza
Continuiamo ad occuparci del “vestito” del libro, presentando in questo articolo tutte le componenti che costituiscono il Peritesto – ovvero quella parte del Paratesto che presenta forma e caratteristiche fisse – e illustrando le loro principali peculiarità. Il Paratesto comprende anche un’altra serie di componenti, definite Epitesto che sono difficilmente categorizzabili perché più sottoposte al cambiamento a seconda del tipo di pubblicazione, della casa editrice e del target di lettori cui si fa riferimento.
Dell’Epistesto fa parte qualsiasi elemento paratestuale che si trovi all’“esterno” del testo: interviste all’autore, recensioni, comunicati stampa. È possibile che tali elementi entrino a far parte in un secondo momento del Peritesto, come ad esempio nel caso dello stralcio di un’intervista utilizzato, in seguito, nella quarta di copertina.
La differenza sostanziale tra Peritesto ed Epitesto sta nel rapporto di contingenza con il testo: il primo infatti viene creato intorno al testo stesso e “nasce” con esso nel momento in cui il dattiloscritto diventa un vero e proprio libro; il secondo invece può avere un percorso proprio, che spesso inizia prima della pubblicazione del libro, è materialmente slegato dal dattiloscritto e si inserisce in un contesto più ampio di promozione.
Per comodità di consultazione abbiamo diviso questo scritto in due sezioni, raggruppando insieme gli elementi peritestuali che letteralmente “circondano” il testo e distinguendoli da quelli che, invece, possiamo individuare all’interno dello stesso.

Il Peritesto: tutto quello che c'è intorno al testo, ma non solo…
Cominciamo ad elencare le caratteristiche delle diverse componenti peritestuali facendo un accenno al formato, elemento fortemente legato alla materialità del libro ma non per questo meno importante. Esistono diversi formati editoriali che vanno scelti in base alle linee grafiche della casa editrice, all’inserimento o meno di un libro all’interno di una collana ed alle caratteristiche che si vogliono attribuire alla pubblicazione in questione: il formato cambia, ovviamente, a seconda che si tratti di un’edizione economica o di un’edizione di lusso; così come diverso è il tipo di rilegatura e di carta che vanno scelti di pari passo con il formato nella definizione del progetto grafico.

- La grafica di copertina
Deve avere un impatto immediato. Anche uno straordinario romanzo o un capolavoro di saggistica verrebbero sviliti da copertine banali o fatte male. Ricordiamo sempre che il nostro obiettivo è colpire il lettore, farlo soffermare sul libro e, traguardo vincente, portarlo all’acquisto.
La grafica di copertina deve essere efficace, realizzata con colori che attirino l’attenzione, avere un titolo chiaro e leggibile ma soprattutto indirizzare il lettore sul vero contenuto del testo, senza fraintendimenti.
Sempre più spesso si utilizzano, soprattutto nella narrativa, copertine con grandi immagini o fotografie che sintetizzano icasticamente il contenuto o lo stile del libro.
La scelta dell’iconografia di copertina e l’armonizzazione della stessa con la grafica che l’accompagna devono essere accurate e adeguate alla tipologia di libro ed al target di riferimento per ottenere un buon effetto grafico.
Appare chiaro a tutti come, all’interno della copertina, la scelta del titolo rappresenti il fondamentale elemento di mediazione tra il contenuto del libro ed il potenziale lettore che ad esso va ad approcciarsi.
Per capire l’importanza del messaggio che un titolo deve comunicare è necessario scindere i due campi di analisi: la saggistica e la narrativa.

- Le Titolazioni saggistiche: dire tutto, subito (e chiaramente!)
Nella saggistica bisogna assolutamente privilegiare il contenuto tralasciando le tentazioni letterarie. O meglio, queste sono accettabili se arricchiscono le titolazioni ma non devono renderne incomprensibile la mission: spiegare al potenziale lettore il contenuto del libro. Un libro sulla storia della penicillina, dunque, non va titolato Storia di una grande scoperta farmaceutica, ma La penicillina: storia di una scoperta che ha cambiato il mondo.
Una particolarità: talvolta le tentazioni letterarie coinvolgono il titolo e la chiarezza si concentra, invece, nel sottotitolo. Tornando all’esempio di prima si potrebbe trovare: L’antidoto per tutto e tutti (titolo) Storia della penicillina (sottotitolo). Anche questa formulazione non va bene in quanto quello che verrà impresso a grandi lettere sarà, ovviamente, il titolo e non il sottotitolo. Ben pochi saranno, dunque, i potenziali lettori (potenziali acquirenti...) che si accorgeranno che è stato pubblicato un libro sull’argomento!
Anche se solo in parte attinente alla questione che stiamo trattando, ci sia consentito effettuare una breve digressione critica sul malvezzo di diversi autori, redattori e case editrici (che, ogni qual volta chiamati in causa, si scaricano vicendevolmente le responsabilità) riguardo alla pubblicazione di copertine di libri con titoli ambigui. Ci riferiamo a quei casi in cui vengono scritti titoli assai ampli che solo in parte corrispondono poi al testo e dove solo nel frontespizio interno, come sottotitolo, emerge la vera natura della trattazione.
Sempre a mo’ di esempio: nell’ipotetica copertina troviamo scritto Il Risorgimento in Emilia Romagna e solo sul frontespizio interno anche il sottotitolo Il caso di Budrio, con la conseguenza che più di un fruitore penserà che il libro tratta di tutto il Risorgimento emiliano e non invece (come in effetti è) del solo Risorgimento del ridente paese alle porte di Bologna.

- Le Titolazioni letterarie: affascinare l’immaginazione del potenziale lettore
Altro discorso è quello per la letteratura. In questo caso la regola è “far sognare il lettore” e la parola d’ordine “astrazione”. Il titolo deve ovviamente richiamare il contenuto del testo ma, più che altro, deve renderne l’atmosfera. La differenza risulta chiara se pensiamo ai due diversi target di lettori: la saggistica si rivolge soprattutto agli addetti ai lavori, ad un pubblico che potremmo definire “razionale”; la letteratura ha tra i suoi adepti sognatori, romantici, amanti delle allusioni/illusioni. Campo libero quindi alla fantasia ed alla creatività cercando comunque di evitare titoli altisonanti, troppo poetici o che riprendano frasi e citazioni celebri senza una relazione logica.

- Controcopertina e Alette
La controcopertina o quarta di copertina deve essere breve e compendiosa. Deve contenere la sintesi del testo (una decina di righe al massimo) e la biografia dell’autore (anche qui una decina di righe). L’obiettivo è quello di fornire al lettore una sinossi del testo e alcune informazioni sull’autore dello stesso che possano fargli conoscere – seppur sommariamente – il contenuto del libro e invogliarlo dunque all’acquisto. Spesso accade invece che il testo della controcopertina presenti una citazione poco significativa e criptica che non permette al lettore di avere notizie utili.
La contropertina può contenere o meno la foto dell’autore: anche in questo caso riscontriamo una differenza tra un testo di saggistica, in cui non è prevista, ed uno di letteratura in cui potrebbe si potrebbe decidere di inserirla. La scelta può variare anche in base alla notorietà dell’autore stesso. Naturalmente il criterio principale che deve animare questa scelta è quello della coerenza con le decisioni prese a monte nello stabilire il progetto grafico di una collana – in cui eventualmente il volume potrebbe essere inserito – o, più in generale, della casa editrice.
Alcune edizioni possono presentare anche le alette o bandelle, porzioni laterali della copertina e della controcopertina che contengono altre informazioni sul libro o sull’autore, oppure, nel caso di collane editoriali, possono indicare i riferimenti alla collana, ai titoli in pubblicazione, al progetto editoriale.
Nel caso in cui siano presenti le alette, le notizie informative cui abbiamo fatto riferimento in precedenza verranno distribuite in maniera leggermente diversa, essendo maggiore lo spazio a disposizione, e potrebbe essere possibile inserire alcuni blurb, citazioni da articoli di giornale di firme rilevanti che parlino della pubblicazione in oggetto o dell’autore, oppure brevi testi scritti ad hoc da altri autori importanti per promuovere il libro in questione.
Altri elementi presenti nella controcopertina o nell’aletta di destra sono il prezzo del libro, il codice Isbn e l’eventuale indicazione di copia saggio/omaggio.

- La Sovraccoperta
È un elemento che arricchisce la pubblicazione; può essere dotata delle stesse caratteristiche della copertina ma essere stampata su un tipo di carta più pregiata, oppure presentare una grafica più appariscente e particolare ed essere apposta solamente su un numero limitato di copie. La sovraccoperta ha sempre le alette laterali e può essere l’elemento distintivo di una collana editoriale.
È una caratteristica costante dei libri cosiddetti “cartonati”, quelli, cioè, con copertina rigida. Solitamente essa è realizzata in monocromo e riporta solamente il frontespizio, mentre nella sovraccoperta viene riprodotta un’immagine o una fotografia che “veste” il volume.

- Dorso
Com’è noto si tratta della porzione di copertina che copre la rilegatura. Contiene solitamente tre informazioni base: nome dell’autore, titolo del libro, casa editrice. Nel caso di volume facente parte di una collana, si riporta nel dorso anche il numero attribuito a tale libro all’interno della stessa. Un elemento di discussione interessante relativo alle indicazioni inserite nel dorso è quello del verso in cui vengono stampate. Alcuni editori preferiscono inserirle dall’alto in basso, altri viceversa. Su un campione di venti libri, ad esempio, quattordici libri di case editrici diverse presentano le indicazioni del dorso dall’alto in basso. Tale scelta, dunque, è appannaggio dell’editore e non può essere sottoposta a rigida regolamentazione. Resta certo, però, che un libro senza dorso è quasi un libro che non esiste, perché andrebbe “perso” nelle scaffalature di una libreria.

- Frontespizio
È la prima pagina dopo la copertina. Riporta il titolo e il sottotitolo del libro, il nome dell’autore e dell’editore, l’eventuale indicazione di collana e tutti gli elementi necessari all’individuazione di quella precisa pubblicazione. È una sorta di “carta d’identità” del volume: le informazioni in esso contenute fanno fede per la registrazione del libro nei cataloghi delle biblioteche, dunque devono essere riportate in modo chiaro e preciso, onde evitare casi di ripetizione e permettere l’individuazione immediata del libro. Il frontespizio, inoltre, è necessario per reperire le indicazioni bibliografiche per l’inserimento in nota di un determinato volume.

- Retrofrontespizio
È il verso della prima pagina del libro. Contiene le informazioni sulla casa editrice e sull’eventuale gerenza: redazione che ha lavorato a quel volume specifico, eventuale comitato tecnico-scientifico, realizzatore del progetto grafico. Riporta anche le indicazioni relative alle immagini o fotografie eventualmente utilizzate nella copertina e le indicazioni sul copyright.
Sempre nel retrofrontespizio vanno indicate le eventuali precedenti edizioni del volume, l’edizione corrente e i dati relativi al copyright del testo originale se si tratta di una traduzione.
- Pagina della collana
Nel caso in cui la pubblicazione in oggetto faccia parte di una collana può essere inserita, dopo il frontespizio, una pagina non numerata in cui indicare il nome della della stessa e il numero attribuito al libro al suo interno.
- Dedica
Pagina non numerata in cui va inserita l’eventuale dedica o i ringraziamenti dell’autore. Può comprendere informazioni relative alla pubblicazione qualora sia stata realizzata nell’ambito di un progetto particolare o come conclusione di un determinato percorso di studi.

- Pagina di rispetto
Tra la pagina della dedica ed il testo vero e proprio bisogna lasciare una pagina bianca non numerata per staccare il testo da tutti gli apparati precedentemente illustrati.

- Abstract
Sintetizza, in cinque-dieci righe poste all’inizio del testo, il contenuto del saggio. In alcune pubblicazioni scientifiche è buona norma inserire un abstract in inglese che sarà utile per immettere il libro sul mercato internazionale.

- Sommario
Presente soprattutto nella saggistica, contiene informazioni dettagliate sulla struttura del testo ed i suoi contenuti, per esempio tutte le indicazioni dei paragrafi e sottoparagrafi. Vista la quantità e la precisione delle informazioni, il sommario dovrebbe essere graficamente “arioso” per consentire una consultazione agile e veloce.
- Indici
È necessario, nel parlare dell’indice, distinguere le pubblicazioni letterarie da quelle di carattere tecnico-scientifico. Nei romanzi, infatti, l’indice deve presentare i titoli dei vari capitoli come semplice guida e ulteriore elemento di attrattiva, per questo la titolazione dei capitoli deve essere efficace ed accurata.
Per quanto riguarda invece la saggistica, la scansione dei capitoli verrà solitamente affidata al sommario, mentre verranno utilizzati altri tipi di indici per arricchire la pubblicazione. Esistono diversi tipi di indici la cui presenza o meno all’interno del libro rende la stessa scientificamente più attendibile. L’Indice dei nomi, l’Indice dei luoghi, l’Indice delle illustrazioni, ecc. hanno un ruolo fondamentale in un saggio mentre potrebbero anche essere tralasciati in altri tipi di pubblicazione.

- Note
Riportano informazioni bibliografiche, citazioni, approfondimenti relativi ad argomenti trattati nel corpo del testo.
Possono essere disposte all’interno del libro in due modi diversi: a piè di pagina (è la posizione migliore per la leggibilità da parte del lettore ma più complicata dal punto di vista dell’impaginazione) oppure alla fine del capitolo o del libro nel qual caso sono dette di chiusura (meno leggibili ma tecnicamente più semplici da impaginare). Quest’ultima è la soluzione preferita dagli editori.
Per quanto riguarda l’inserimento in nota dei riferimenti bibliografici, esistono diverse modalità. Si può utilizzare il “metodo Harvard” che consiste nel citare solamente il nome dell’autore e l’anno della pubblicazione, oppure implementare tale citazione con altre informazioni: editore, luogo di edizione, ecc.
Se si inseriscono le note per fornire al lettore uno strumento di consultazione facile ed immediato, tuttavia, la scelta della tipologia di riferimento da utilizzare appare ovvia: è necessario infatti segnalare tutti gli elementi utili per l’individuazione del libro citato. Dunque andranno in nota: nome dell’autore, titolo completo della pubblicazione, luogo di edizione, casa editrice, anno di pubblicazione, indicazione dell’edizione e del tomo, ed eventualmente, pagina contenente il passo citato.

- Bibliografia
La compilazione della bibliografia permette di raccogliere in un unico elenco tutti i testi citati nel libro per una più semplice ed immediata consultazione. Un testo citato in nota verrà sicuramente inserito nella bibliografia che potrà però contenere anche altre opere di riferimento che non sono state direttamente citate nel corpo del testo ma che sono ad esso complementari.
Si possono realizzare bibliografie di tipo diverso: generali, che contengono titoli attinenti al macroargomento trattato nel libro, o specifiche per i vari argomenti affrontati nei diversi capitoli.
La bibliografia è uno strumento necessario per le pubblicazioni di carattere divulgativo e scientifico perché permette al lettore di avere a disposizione una serie di informazioni utili per approfondire la tematica d’interesse. Nella narrativa, solitamente, non va inserita alcuna bibliografia.
- Colophon
L’ultima pagina del libro deve obbligatoriamente presentare l’indicazione dello stampatore, della data in cui il libro stesso è stato stampato e dell’editore per conto del quale è stato stampato. Solitamente si utilizza una formula standard: «Finito di stampare il... nello stabilimento grafico... per conto di...». Si noti bene: questa semplice indicazione è l’unica componente obbligatoria per legge che va inserita nel libro.

…il Paratesto è anche all’interno del testo

- Gabbia
Rappresenta la struttura dentro la quale viene collocato il testo (ovvero lo spazio delimitato dai margini della pagina) con le relative scelte di impaginazione: corpo, font, interlinea, divisione capitoli, note, ecc.

- Richiami
Si tratta di quelle due-cinque righe di sintesi da inserire al lato (o all’interno, in questo caso sono spesso definiti Titoletti interni) del testo e per tutte le pagine dello stesso. Dovranno seguire strettamente il testo, evidenziando, non qualche concetto a caso (come spesso purtroppo avviene), ma sempre i passaggi più importanti del testo in questione. Tali richiami dovranno ovviamente rispettare criteri estetici e grafici. Ad esempio, nel caso ne vengano inseriti due in una pagina, in un’altra se ne potranno mettere da un minimo di uno ad un massimo di tre (ma non certo cinque). Sbagliato sarebbe anche (se intercalati nel testo) porli all’inizio o alla fine della pagina.

- Riquadri
Servono a “staccare” dal testo un argomento di approfondimento specifico per evidenziarlo a parte, ottenendo così un doppio risultato. Da un lato, si alleggerisce la lettura; dall’altro si sottopone agli occhi del lettore la rilevanza di un argomento particolare che, nel mare magnum del testo, si sarebbe invece potuto smarrire. Non vi sfuggirà che, per realizzare un prodotto siffatto, è necessaria – al di là della qualità intrinseca dei testi – la presenza di buone professionalità specifiche (di progettazione grafica, di fotografia, di scrittura e di coordinamento) ma soprattutto di un buon “feeling” fra le stesse professionalità.

- Fotografie
Non devono essere generiche ma strettamente attinenti ai testi e vanno inserite laddove nel libro si parla di ciò che esse ritraggono (possibilmente intercalandole fra testo e testo). Devono dunque essere il corredo visivo pertinente e coerente con il contenuto del testo.
Un’indicazione importante riguarda la scelta della posizione di eventuali foto a colori: realizzare infatti anche un’unica immagine a colori significa stampare tutto il sedicesimo – ovvero la rilegatura di sedici pagine che vengono realizzate da un’unica lastra tipografica – a colori. Dunque nel posizionare le immagini andrà tenuta in considerazione anche la successiva fase di stampa per scegliere la soluzione graficamente e tipograficamente più conveniente.
Da un punto di vista legale bisogna fare attenzione alle indicazioni di copyright delle fotografie utilizzate che devono essere libere da vincoli di autorialità; in caso contrario è necessario richiedere una liberatoria a chi ne detiene i diritti o pattuire un compenso per lo sfruttamento delle stesse.

- Didascalie
Tanto necessarie e sempre incensate sono – nella pratica – bistrattate. Se riescono ad esplicare la foto e, nel contempo, a legarsi strettamente con il testo, sintetizzandolo, possono realizzare un piccolo/grande “miracolo”: indurre il lettore disattento o distratto a leggere il testo stesso o trasmettere l’essenza di questo (seppur talvolta inconsapevolmente) anche a quel lettore che non aveva alcuna intenzione di leggerlo. Sarebbe il caso di dividere le didascalie in due parti: la prima (una riga) strettamente descrittiva della foto e la seconda (due-cinque righe) che sintetizzi il testo.

- Capitoli, paragrafi, sottoparagrafi
La suddivisione del testo in capitoli, paragrafi e sottoparagrafi è a discrezione del curatore del libro. È evidente che il loro utilizzo può favorire la leggibilità del testo.

Si ringrazia Antonio Cavallaro, direttore commerciale di Rubbettino editore, per la documentazione fornita sull’argomento.

Elisa Calabrò e Fulvio Mazza

(direfarescrivere, anno V, n. 45, settembre 2009)
 
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