Anno XX, n. 225
novembre 2024
 
Questioni di editoria
A bordo! Stagisti
nei “mari editoriali”
Consigli semiseri per viaggiare
sulla strana nave de la Bottega
di Tiziana Selvaggi
Stai attento, futuro stagista! Questo ti scrivo per monito. La nave che ha nome la Bottega editoriale, sulla quale vorresti salpare, è una strana nave. Non si è mai fermata in porto, il suo è un perenne navigare, ha vele sempre spiegate che per mistero la muovono anche durante la bonaccia, è fatta di legni duri e non possiede un’ancora.
Ha assaltato tante navi quanti sono i denti in bocca al leviatano. Nel golfo di Napoli, con ferocia, ha abbordato e depredato il vascello nominato Galassia, dell’ammiraglio Johann Gutenberg, rubando l’immenso tesoro custodito nelle stive: si trattava di trecento casse di libri purissimi.
Sul mare si narra una strana leggenda legata all’ammiraglio Gutenberg, si dice che abbia inventato un modo per scrivere sui libri senza usare la penna; i vecchi marinai però non credono a questa storia e la raccontano soltanto nelle notti senza luna, dopo aver scolato almeno tre bottiglie del pessimo rum dell’isola di san Cristoforo.
Se deciderai di intraprendere questo lungo e tortuoso viaggio, se davvero vorrai fregiarti del titolo di stagista, ci sono alcune cose che devi sapere: è a tuo rischio che ti allontani dalla terraferma, e dopo potresti non tornare più indietro.
Io so cosa ti spinge a volere andar per mare giovane stagista, non hai niente che ti trattenga a terra, vuoi vedere la parte del mondo coperta dalle acque e, come tutti gli uomini di mare, sai che questo è il solo modo per scacciare la tristezza e tenere sotto controllo la circolazione.
Avrò pietà di te e ti racconterò della maledetta ciurma che porta quel vascello attraverso gli oceani.
Sono esseri che gli inferi hanno risputato, scampati più volte alla forca. Sono marinai capaci di navigare per mille anni dentro un guscio di noce, sopra gli oceani, attraverso le tempeste, nel centro del maelström.
Quando si lanciano all’assalto di una nave, urlanti e armati fino ai denti, diventano più mostruosi di Scilla e Cariddi, persino i demoni ne hanno timore.

Arriva il capitano, lo stagista lo affronta
E ancora non ti ho detto del suo condottiero, il capitano Fulvio Mazza; ha occhi torvi che sono sempre a caccia, alla ricerca di una nave da abbordare, di un mostro marino con cui intraprendere un’epica lotta o di un mozzo/stagista che possa, attraverso i suoi insegnamenti, divenire un eccellente marinaio o... perire nell’impresa!
É un uomo così crudele che al confronto il capitano Achab è solo un povero disturbato mentale e capitan Uncino un maestro d’asilo con problemi di isteria.
TEMILO!
Perché come tutti i capitani, consapevoli che la loro vita è legata a un’entità volubile come il mare, non tollera l’errore. Prova a spedire una sola email senza oggetto e penzolerai dal pennone più alto. Sono una moltitudine quelli che ha condannato a ballare l’ultima giga col demonio per non avergli spedito prima, in bozza, una qualsiasi email, come per esempio gli auguri di Natale per la nonna che era andata a Portorico.
(Percorso consigliato di ogni email che viene spedita: prima tappa in bozza per il capitano Fulvio Mazza, e solo e soltanto dopo un suo ok, alla nonnina intraprendente). Ad un mozzo/stagista che aveva scritto pò invece di po’ ha fatto fare il giro della chiglia per ben ottocentoventisette volte.
Però è il miglior marinaio che abbia lasciato una scia per mare, conosce la rotta anche senza la bussola e non teme le insidie degli oceani.
Ha incontrato per ben diciassette volte il grande leviatano bianco, e ora, stranamente, la cambusa della sua nave è piena di una riserva di tonno sott’olio, che non somiglia affatto al tonno e sembra non debba mai finire. Ha rubato al kraken tutte le sue ventose e le ha poste sotto i palazzi di Reggio Calabria spacciandole per un nuovo sistema antisismico, ricevendo in pagamento dalla città, per questo servizio, tesori indescrivibili e due grandi statue di bronzo raffiguranti guerrieri nudi, che ora fanno da polena al suo vascello.
Non si può sapere se tale sistema funzioni, perché il capitano è un eccellente marinaio ma come ingegnere è “atroce”, soltanto che non si è trovato uno con tanto coraggio da mettere in dubbio le sue parole.

Ascolta!
Devi sapere cosa ti attende, prima di stabilire se quello che vuoi è navigare su questa nave, saranno mesi duri, ti faranno dare l’assalto alle fiere librarie armato di uno stuzzicadenti, ti daranno ben tre minuti per leggere/correggere un testo di oltre settecento pagine, dovrai imparare in tre secondi il funzionamento di una casa editrice, tu che hai pianto leggendo le istruzioni sulla scatola del purè liofilizzato. Ma quando avrai finito, sarai un marinaio/correttore/redattore ecc... feroce, duro, intraprendente; potresti navigare con il Titanic attraverso i mari artici, e riportarlo a casa questa volta, potresti correggere un testo, anche pesantemente, senza farti picchiare dall’autore, ma una volta tornato a terra, allora sentirai che quello non è più il tuo posto e vorrai, e dovrai ripartire avrai bisogno di libri, di email, di fiere del libro, sentirai la mancanza persino dell’occhio torvo del capitano.
Chi ti scrive è ormai perduta, ma per te c’è ancora una possibilità. Fuggi! Oppure se decidi di salire a bordo portati il costume da bagno.

Ps dell’autrice
Caro stagista, o meglio, caro futuro stagista, mi era stato chiesto dal direttore de la Bottega editoriale, il prof. Fulvio Mazza, di scrivere un articoletto semiserio per metterti in guardia sul modus operandi di questa piccola e vivace agenzia, così che tu possa scegliere serenamente e con cognizione di causa se metterti nei guai, decidendo appunto di intraprendere uno stage con essa. Purtroppo mi sono fatta prendere la mano, e mentre tu starai leggendo queste righe io starò penzolando dal pennone più alto... Scusa, è successo ancora, ricomincio.
Se decidi di far parte di questa strana combriccola, sarai letteralmente buttato in prima linea: fiere del libro, eventi di vario genere, correzioni, stesura di recensioni; arriverà un momento in cui ti chiederai: ma sono davvero così folli da fidarsi di me? Tranquillo, lo psichiatra dice che sono normali (!!!???). Quanto al direttore, vorrei rasserenarti, è vero che alcune cose vanno effettuate esclusivamente a modo suo (e non sempre si riesce a comprendere il perché), però non ha mai ucciso nessuno (oppure è un mago nell’occultare i cadaveri!!!).
All’inizio potresti sentirti smarrito, lanciato in mezzo al gorgo delle cose da fare, ma poi capirai che per imparare a nuotare l’unico modo è bagnarsi; allora comincerai a divertirti e penserai «Ah! Se tutti i lavori fossero così». Perdonami, devo chiudere perché è evidente che è ricominciato il delirio, però qualora tu scegliessi di entrare a far parte della ciurma, voglio solo dirti un’ultima cosa. «BENVENUTO A BORDO, PENDAGLIO DA FORCA!»

Pps dell’autrice
I termini marinari e pirateschi all’interno della prima parte di questo articolo, che solo la presunzione dell’autrice definisce tale, non sono in alcun modo spiegati. Le ragioni sono:
1- tu sarai, eventualmente, stagista per la Bottega editoriale, un’agenzia per i servizi all’editoria, e non su una nave pirata (indipendentemente da ciò che dice l’autrice).
2- Herman Melville, Robert Louis Stevenson, Daniel Defoe, Emilio Salgari ecc... spiegano meglio.
3- È stato scientificamente provato che senza sapere cos’è «una giga col demonio» si può vivere a lungo e serenamente.
4- Dio benedica Bill Gates, l’invenzione del web e wikipedia , dove potrai soddisfare ogni tua curiosità.
5- L’autrice è carogna.
6- L’autrice è pigra.
7- L’autrice l’ha fatto per non spaventarti.

Tiziana Selvaggi

(direfarescrivere, anno IV, n. 34, ottobre 2008)
 
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