Una cronaca semiseria ha accompagnato il Premio “Tropea” dalle colonne de il Quotidiano della Calabria. E con grande sorpresa il pubblico si chiedeva chi mai fossero gli autori del diario di bordo che, con ironia e sagacia (?), giorno dopo giorno illustrava il cosiddetto “Lato B” dell’evento culturalmondano.
Riproponiamo quel diario in questa sede, con qualche necessario adattamento tecnico-editoriale, a risanare le normali impasse in cui si può incorrere in certi frangenti, quando si vive e si scrive allo stesso tempo… e soprattutto quando la scrittura deve rintanarsi nei tempi previsti dai giornali.
In questa seconda edizione del Premio “Tropea”, i consueti “bottegai”, ovvero i corrispondenti dal pianeta de la Bottega editoriale, sono “allunati” a Tropea con un giorno di anticipo sull’evento.
Tra lo spasso di trovarsi in una perla marina, sotto un sole cocente e con la vista di un mare azzurrissimo talvolta piatto e talvolta agitatissimo e i lavori forzati del caso, si giunge alla serata finale nera. Ma dopo il buio, i flash per il vincitore del Premio “Tropea”.
E così la manifestazione chiude i battenti dopo tre serate intense di dibattiti ma anche di sorprese.
“Allunaggio” a Tropea
Sembra impossibile. Eppure è passato un anno, e non si nota solo dai cerchi degli alberi o da qualche ruga in più.
Anche a partire dalla location: si respira un’aria diversa... quella calda di luglio – lamenta qualche “bottegaio”, meno in pace con se stesso che mai – e non più quell’artificiale… fresca, fredda dei condizionatori del Teatro “La Pace” di Drapia dell’anno scorso. Il Premio “Tropea” ha difatti lasciato il teatro e sulle ali dei suoi libri è planato nel bellissimo centro storico, in largo Galluppi, in uno scorcio su un panorama mozzafiato che di per sé già giustifica il viaggio a Tropea. Speriamo che il caldo conceda un po’ di tregua ai fruitori, mondani o intellettuali che siano, del premio.
Di certo offrirà un motivo in più alle belle donne – abbondano le indigene ma non scherzano neanche le forestiere – per azzardare “mise” più fresche e, magari anche, intriganti. Pensare ai tanti bagnanti che attraverseranno la piazza con solo il telo da mare. Che invidia!
Ma pur di far parte di questo evento siamo pronti a tutto, anche a liquefarci di fronte a Carmen Lasorella, ospite tra i più prestigiosi del premio.
Un “gazelibro” a Tropea mette la voglia di leggere
La novità di quest’anno è il “gazelibro”.
Se ogni occasione è buona per aumentare gli indici di lettura della nostra regione, noi “bottegai” ne approfittiamo per “vendere” anche un’altra immagine di Calabria. Così se sul palco del premio saliranno le menti e le penne, intrattenute magicamente dal patron Pasqualino Pandullo – un po’ come in A porta a porta di “vespiana” memoria – in piazza resteranno i libri per i comuni mortali. Dai tre finalisti – Ragionevoli dubbi di Gianrico Carofiglio, Prima esecuzione di Domenico Starnone e La mano che non mordi di Ornela Vorpsi – ai libri ospiti, passando per quelli del filone “turistico” e culturale calabrese.
Sì – penserete – ma insomma cos’è ’sto “gazelibro”? I “bottegai” risponderebbero –ovviamente solo sotto tortura –: un semplice gazebo, ma ricco di libri, dove è rappresentata una bella fetta del mondo editoriale, dalle grandi case editrici meridionali già ben posizionate nel campo nazionale (tra gli altri Donzelli, Sellerio e Rubbettino), a quelle ben stabilizzate sul territorio regionale in procinto, alcune, di sfidare l’agone italiano (Abramo, Apoikia, Città del Sole, Kaleidon, Iiriti, Meligrana, Memoria, Falco, Ferrari, Laruffa, Pellegrini, Progetto 2000, Qualecultura, Settecolori, ecc.).
Non si scherza mica, dopo tutto stiamo parlando della presenza ad un premio al quale non si può mancare. Conto alla rovescia!
Buona la prima! E danza l’eleganza…
Ah, Tropea! Sbucando tra i vicoli, ci guarda il mare, sogniamo un lunghissimo bagno – in acqua salata, non ci accontentiamo di una doccia: metteteci i pomodori a bagno in acqua dolce, mica i “bottegai” – e ci avviamo al Municipio, attendiamo un carico di libri – e cos’altro potremmo aspettare, direte voi! – provenienti da tutta la Calabria ma anche extra.
Si attende però anche il carico umano, quello che il patron Pandullo ha interpellato per il suo palco d’eccezione. Un proscenio che vediamo nascere dalle attente istruzioni di Maria Faragò.
Si sono abbassate le luci, quelle naturali, e pian piano si sono fatte largo le luci del palco. Ecco, ha inizio lo show. Emozioni sul palco e in platea: in un certo senso si sta segnando un passo nella storia. Rendiamoci conto – vi esortiamo a riflettere un attimo – l’eleganza è d’obbligo, un giorno – neanche troppo lontano – resterà nell’albo del premio una “mise” non adeguata, o un capello fuoriposto.
Sul palco si avvicenda il multiforme, sotto lo sguardo orgoglioso del sindaco Antonio Euticchio e dell’amministrazione.
Gli ospiti: fra autori e libri
Dal vescovo/scrittore Luigi Renzo che descrive la religiosità calabrese alla scrittrice Assunta Scorpiniti (gran donna davvero) che racconta La Calabria di Escrivà (dall’omonimo libro edito Progetto 2000); dal super comunicatore Mario Caligiuri che ha parlato di nuove classi dirigenti, al ricordo dello scrittore Enzo Siciliano, nato da sangue calabro, offerto da Mauro F. Minervino e da Mario Desiati (in un libro edito da Abramo), al ricordo della mitica 500 raccontato da Mauro Tedeschini, direttore di Quattroruote.
La serata è andata avanti sino a tardi e molti sono stati i protagonisti che andrebbero citati ancora. Ci limitiamo a segnalare il nostro giovane “bottegaio”, Marco Gatto, critico letterario che nonostante la pesante macchia della bottega sta spiccando il volo, un po’ come Giotto con Cimabue (’ssagerati, che confronto!). Ma non possiamo fare a meno di ricordare il Premio “Federica Monteleone”, sezione narrativa, che dalle mani di Vittoria Saccà è stato consegnato alla giovanissima Ilaria Quaranta.
Possiamo invece fare a meno di raccontarvi quello che hanno detto i due finalisti (la Vorpsi e Carofiglio): di questo se ne occupano le cronache serie!
E mentre scriviamo, the show must go on! Non possiamo attendere ancora, rischiamo che il giornale “chiuda” la pagina!
Seconda serata: va “in onda” il giornalismo
Tropea: caput mundi del giornalismo. Quasi quasi a noi “bottegai” viene il dubbio che, più che di un premio di Letteratura, si tratti di una convention di giornalismo.
Soprattutto quando sul proscenio, oltre ai conduttori Pandullo e Livia Blasi, vediamo un infittirsi di penne e di voci, in libera uscita in veste di scrittori: da Pierfranco Bruni ad Antonio Prestifilippo e Pino Nano, da Fulvio Mazza a Francesca Viscone, da Annachiara Valle a Carmensissi Malferà fino al mito di Carmen Lasorella, ancor più bella (ma non meno professionale), che si presenta al pubblico in verde e zafferano: i colori che richiamano il suo libro, in cui racconta come in Birmania vengano calpestati i più elementari diritti umani. Un testo densissimo e bellissimo che però Bompiani ha realizzato con testi di copertina veramente “da serie B”.
Fra impegno civile e “made in Calabria”
Il giornalismo, se per quantità è celeste, per qualità (perdonateci il pensiero di parte) è donna, e gioiamo di questo noi “bottegai” che le quote rosa le superiamo ampiamente. Ecco un esempio, parafrasando il titolo della citata Viscone, di “globalizzazione delle buone idee”. Ci riferiamo ovviamente al quotato testo di cui è autrice (La globalizzazione delle cattive idee, edito da Rubbettino) sulla becera commercializzazione delle canzoni inneggianti alla mafia.
La saggistica si interseca con l’impegno civile anche nel caso del testo di Prestifilippo relativamente all’omicidio Scopelliti nel libro Morte di un giudice solo (Città del Sole) ma anche di quello di Stenio Solinas che per il suo Vagamondo ha scelto il vibonese Settecolori.
Un giornalismo che – come ha evidenziato il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria, Giuseppe Soluri, nel consegnare il Premio giornalistico “Monteleone” a due giovani calabresi – conterà certamente nuove e valide energie.
Una serata dedicata anche al ricordo del recentemente scomparso Sharo Gambino, affidato oltre che alla figlia Marinella, a Vito Teti, il cui nome non ha bisogno di apposizioni di sorta.
Dalla Letteratura all’imprenditoria, il passo non è breve, ma il patron Pandullo (ci si lasci dire “vero animale da palcoscenico”) guida bene la traversata: sale sul palco Nicodemo Librandi, il cui nome è garanzia di quei nettari degli dei che si chiamano Critone, Duca San Felice (e tanti altri!!!). Un imprenditore da “bicchiere e gola”, per una serata da capogiro!
Terza serata: la Bossi Fedrigotti è proprio una signora!
A Tropea i libri vanno a ruba. Questa volta nel senso vero del termine, ma con finale positivo: il magazzino allestito per l’occasione da noi “bottegai” presso il Comune di Tropea è stato oggetto di un feroce taccheggio da parte dei “Soliti ignoti”.
Meno male che il “gazelibro” funziona e questo un po’ ripianerà le perdite: letteralmente assaltato a inizio serata e al tripudio finale.
Particolarmente interessato alla “mostra” di libri in vendita vediamo giungere dal polveroso mondo delle biblioteche, che tanto polveroso non è quando ad occuparsene è lui, Gilberto Floriani, il direttore del Sistema Bibliotecario Vibonese.
Riceviamo poi la visita nella sala stampa, appositamente messa su per noi “bottegai”, dell’incantevole Ornela (la Vorpsi cioè). Volto dolcissimo e voce soave: sarà la maternità, colma di dignità, che incomincia a rendersi evidente (?!). Altro che Monica Bellucci!
Non riusciamo a renderci liberi da un certo senso “femminino” di condivisione, quando sentiamo – con le nostre proprie orecchie – l’eterea Isabella Bossi Fedrigotti, presidente (si noti la mancata declinazione femminile!) della giuria tecnico-scientifica, bloccare amorevolmente il patron Pandullo nel parlare del suo ultimo libro Il primo figlio (Rizzoli) in quanto non voleva cadere in un conflitto d’interessi (per Silvio: prendi esempio!).
La nostra mente – abbruttita dal caldo e dal lavoro – si risveglia a una nuova coscienza: che gran signora, di questi tempi sono così rare!
Perché Ragionevoli dubbi stravince?
I nostri colleghi della cronaca non se la prenderanno se qualche riga sull’esito del premio la formuleremo pure noi. E lo facciamo domandandoci se si può forse spiegare il baratro tra il vincitore e gli altri due finalisti, Vorpsi e Starnone?
E quanti sindaci rosa ci sono in Calabria? Troppo pochi, forse perché le donne non eleggono le donne. Non è così in “quell’altra” metà del cielo e infatti a vincere il Premio “Tropea” (con voti dei sindaci di tutta la regione e della giuria popolare) è stato Gianrico Carofiglio, con il suo Ragionevoli dubbi. Al centro un uomo, l’avvocato Guido Guerrieri (guardacaso nome da “stallone”!) che momentaneamente solo, si ritrova innamorato (parola grossa, meglio “invaghito” come capita sovente agli uomini!) della moglie del suo assistito.
Se non si è ancora capito, facevamo il tifo per la Vorpsi. Accettiamo il verdetto e guardiamo avanti, mentre l’ormai celebre “black man” di tutta la Calabria, Domenico Cersosimo, parla della necessità di un grande piano culturale per la regione, in cui poter incastonare il Premio “Tropea”.
Dulcis in fundo – ultimo ospite prima della proclamazione – il nostro “mastro bottegaio”, il Mazza, che ha raccontato vita e segreti (ma solo quelli dicibili…) del nostro infaticabile team!
Che giornata strana. Iniziata con un furto si è conclusa con un black out che quasi quasi metteva a rischio la manifestazione (ma lo staff del patron Pandullo ha dimostrato di sapersela cavare assai bene anche nei momenti di crisi...).
Comunque – fra un guaio e l’altro, cari lettori – è stata veramente una gran serata, anche se a corto di watt!
Chiusura: riflessioni serie (?) dinanzi al mare
Con le “penne”, fucili ed occhiali… le energie perse in intellettualità le recupereremo in relax acquifero.
Maria Faragò, anima organizzativa del premio, l’abbiamo già intravista fasciata da un intrigante pareo.
Difatti stiamo scrivendo da sotto gli ombrelloni del bel villaggio “Le Sciabache” alternandoci fra computer e onde spumeggianti. Prima cosa da dire è che, grazie al Premio “Tropea”, l’immagine che la Calabria si è conquistata sulle testate nazionali (oltre a quelle regionali) è stata quella di una regione normale che normalmente produce cultura e non solo delinquenza organizzata e malaffare pubblico.
Fatto il bilancio mediatico passiamo a quello popolare: anche in questo caso la soddisfazione è d’obbligo. Largo Galluppi è stato – e non solo durante l’ultima serata – zeppo di un pubblico attento e partecipe. E che dire dell’adesione dei sindaci? Su 409 primi cittadini, a rispondere sono stati ben 302.
Qui necessita che mettiamo in campo qualche critica, prima che il patron per antonomasia (chi? Pandullo, naturally) ci tacci di inatteso buonismo. Mumble mumble… Diciamo che dovrebbe far allargare le strade onde evitare che i nostri “bottegai” sfrisino le proprie “spider” sui celeberrimi palazzi storici del centro cittadino (i carrozzieri si leccano già i baffi!).
Gazelibro news: indici di successo e di occasioni perse
Anche le vendite hanno decretato la vittoria del libro di Carofiglio. Il suo Ragionevoli dubbi (Sellerio) è stato di gran lunga il più venduto (una cinquantina di copie). Nel settore nazionale molto bene sono andati anche i testi di Carmen Lasorella (Bompiani), di Isabella Bossi Fedrigotti (Rizzoli), di Mario Desiati e Mauro Minervino (Abramo), di Antonio Prestifilippo (Città del Sole) e diversi volumi di Vito Teti editi da Donzelli.
Per il regionale, l’apprezzamento del pubblico è andato soprattutto alle guide edite da Laruffa Viaggio sul Poro e Incontro con la Calabria curate rispettivamente da Francesco Pugliese e da Domenico Laruffa e al volume sulla città di Tropea (edito da Rubbettino) curato dal nostro “mastro bottegaio” Mazza. Buoni i consensi anche per i vari libri di Sharo Gambino e, tra gli editori, per Falco, Ferrari, Iiriti, Meligrana, Pellegrini, Progetto 2000 e Qualecultura. Occasione persa, invece, per due operatori editoriali locali, Monteleone e Romano.
Un altro grande successo, poi… ma nel ristorante “La Boheme” del Critone di Librandi.
Un successo tale che una bottiglia ghiacciata (perdonaci Nicodemo ma fa un caldo boia!) è qui sotto l’ombrellone a farci amata compagnia…
Annalisa Pontieri
(direfarescrivere, anno IV, n. 32, agosto 2008) |