Sembra ormai trascorso molto tempo dalla data della Fiera internazionale del libro di Torino (8-12 maggio 2008) quando, durante quei cinque accaldati giorni, il team di Bottega editoriale, “rinforzato” dall’apporto collaborativo di alcune risorse selezionate e residenti nelle regioni settentrionali italiane, si dava da fare per allestire e gestire lo stand della Regione Calabria. Sono state giornate intense e laboriose, fitte, inoltre, di appuntamenti e di incontri interessanti e coinvolgenti. Autori ed editori – calabresi e non – si sono avvicendati nelle molteplici presentazioni dei libri più significativi dell’editoria calabrese presentati alla Fiera, nell’area conferenze dello stand blu e giallo della Regione.
Gli editori rappresentati nello stand erano ben diciannove: Apoikia, Bios-Memoria, Città del Sole, Coccole e Caccole, Csa, D’Ettoris, Iiriti, Istar, Jonia, Kaleidon, Klipper, Laruffa, Meligrana, La Mongolfiera, Pellegrini, Periferia, Qualecultura, Settecolori, Centro Editoriale e Librario Unical. Quanto basta per dimostrare la vivacità culturale di una terra il cui nome viene collegato troppo spesso e quasi esclusivamente al fenomeno della malavita organizzata.
Tra gli argomenti proposti dagli editori c’era veramente di tutto: dalla saggistica alla narrativa, ai testi sociologici e politici, anche incentrati sul fenomeno mafioso della ’Ndrangheta, insieme a volumi significativi, ricchi di foto e di storia, sulle città calabresi e siciliane, curati personalmente da Fulvio Mazza, direttore di Bottega editoriale; e ancora eleganti libri sull’arte greca e tardo-antica. E poi l’area dedicata ai bambini con i tipi delle Edizioni Coccole e Caccole, per non dimenticare i bei volumi di poesie, del passato e del presente.
Del resto, «Ci salverà la bellezza» è lo slogan che ha accompagnato questa XXI edizione della Fiera del libro di Torino, inaugurata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e, a parte qualche contestazione per la scelta, da parte degli organizzatori, di eleggere ad ospite d’onore lo stato di Israele – a ricordo dei sessant’anni dalla sua fondazione –, la Fiera del libro sembra proprio non aver deluso le aspettative, sia degli addetti ai lavori che dei lettori, che vi si sono recati in massa. Con 2.000 relatori; oltre 850 incontri; oltre 25 nuovi editori con meno di 24 mesi di presenza sul mercato, quasi 300.000 visitatori, alberghi strapieni; davvero un evento notevole. Anche la nota contestazione anti Israele è da valutare positivamente in quanto è stata civile.
Incontri in bellezza
Ma torniamo allo stand calabrese e alle tante iniziative che sono state promosse dall’organizzazione, affidata a Bottega editoriale, l’agenzia di servizi editoriali che ha gestito gli spazi espositivi per conto della Regione e del Sistema bibliotecario vibonese e che ha saputo incuriosire una considerevole porzione di pubblico, attratto dalle molteplici occasioni di riflessione, di scambio di idee e dai dibattiti tra i vari autori e coloro che ne presentavano il lavoro.
La giornata di apertura della Fiera, giovedì 8 maggio, ha visto la presentazione del libro Lo yoga quotidiano banalizzato, di Giuseppe Americo Ganapati, edito da La Mongolfiera, l’incontro è stato moderato da Sebastiano Cuscito.
Molto significativo è stato venerdì 9 maggio l’incontro che ha presentato il libro del giornalista Antonio Prestifilippo, Morte di un giudice solo. Il delitto Scopelliti, edito da Città del Sole di Reggio Calabria, incentrato sulla figura del giudice Antonino Scopelliti, ucciso dalla ’Ndrangheta il 9 agosto 1991, che ha visto gli interventi del procuratore della Repubblica di Torino, Giancarlo Caselli, di Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato ucciso, e del saggista Stefano Morabito. Un incontro di grande importanza affinché, come ha dichiarato lo stesso Caselli ai giornalisti di Bottega editoriale «si possano definitivamente dissipare quelle ombre che avevano ingiustamente offeso la memoria del giudice Scopelliti contribuendo a provocarne l’oblio mediatico».
Sempre venerdì è stato presentato, Albert Camus e Jean Grenier. La fortuna di trovare un maestro, pubblicato da Abramo editore. All’incontro erano presenti il direttore editoriale della casa editrice, Mauro Francesco Minervino, Sergio Zoppi e Consuelo Barilari.
Sabato 10 maggio alle ore 10:00 Città del Sole presentava nelle figure dell’editore Franco Arcidiaco e del saggista Stefano Morabito, il libro di Pasquale Ippolito, presidente della Corte d’appello di Reggio Calabria, La libertà rubata. Subito dopo, a cura dell’Assessorato alla Cultura della Regione, una riflessione collettiva su quattro scrittori calabresi: Lorenzo Calogero, Sharo Gambino, Mario La Cava e Saverio Strati. L’incontro, moderato da Fulvio Mazza, ha visto la partecipazione di Nino Cannatà, Gilberto Floriani, Giacinto Gaetano, Silvia Gambino, Marco Gatto, Annarosa Macrì e Vito Teti.
È stato poi presentato il Premio “Città dello Stretto”, promosso dall’associazione Rhegium Julii, con il suo presidente Giuseppe Casile e molti altri interventi tra cui quello dell’assessore alla Cultura del Comune di Torino, Fiorenzo Alfieri.
Alle ore 16:00, sempre a cura dell’Assessorato alla Cultura della Regione Calabria, il dibattito, coordinato da Annarosa Macrì, dal titolo, “Raccontare la Calabria”, ha ospitato gli interventi di Carmine Abate, Carmine Donzelli, Bruno Giurato e Vito Teti.
Subito dopo, l’autore Guglielmo Colombero ha presentato il suo romanzo d’esordio, edito da Falzea, Himilce. La sposa di Annibale, e successivamente alle 18:30 è stato presentato, in prima nazionale, il libro di Stenio Solinas Vagamondo. Tra i relatori, oltre all’autore e al suo editore Manuel Grillo (Edizioni Settecolori) anche Simone Paliaga e il filosofo Stefano Zecchi.
È seguita la presentazione a cura del Sistema Bibliotecario Ionico di Mari di carta di Giuseppe Fausto Macrì (Rubbettino editore); oltre all’autore e all’editore, sono intervenuti Simonetta Conti e Vincenzo Aversano.
La giornata di sabato si è infine conclusa alle 21:30 con la piacevole conversazione tra Paolo Bonesso e Marco Gatto, autore di Misura del tempo, silloge poetica edita da Pellegrini, a commento dell’opera.
Domenica 11 maggio, alle ore 10:00, Domenico Notarangelo ha aperto la giornata allo stand, presentando il suo libro Il Vangelo secondo Matera assieme all’editore Franco Arcidiaco (Città del Sole) e a Vincenzo Malfa.
Alle ore 11:00, la presentazione della seconda edizione del Premio letterario nazionale “Città di Tropea” ha ospitato un dibattito vivace. L’incontro è stato moderato da Fulvio Mazza e ha visto la presenza di Isabella Bossi Fedrigotti, Maria Faragò, Gilberto Floriani, Giacinto Gaetano, Pasqualino Pandullo e Giuliano Vigini.
Si sono succedute poi due iniziative proprio in omaggio al paese ospite di questa edizione della Fiera del libro: Israele.
La prima iniziativa, a cura dell’Amministrazione comunale di Santa Maria del Cedro, ha presentato il progetto “Comunità ebraiche alla ricerca del cedro perduto - il ‘Pomo’ della Concordia”. Gli interventi di Maria Grazia Cianciulli, Francesco Maria Fazio, Franco Galiano, Mosè Lazar e Alessandro Meluzzi hanno spiegato i rapporti tra il piccolo comune cosentino e le comunità ebraiche – non solo italiane – nati proprio grazie al ricercato agrume calabrese.
Un omaggio alla presenza ebraica in Calabria, la seconda iniziativa, a cura del Centro di Antropologia e Letterature del Mediterraneo dell’Università della Calabria e del Sistema bibliotecario vibonese: “Presenze archeologiche e culturali ebraiche in Calabria”, con la relazione dell’archeologo Francesco Cuteri.
In contemporanea negli spazi della cosiddetta Piazza Italia di Federazione italiana editori indipendenti, si teneva la presentazione di A te manca te stesso di Agnese Baesso, pubblicato dall’editore Csa. All’incontro con l’autrice e l’editore Alessandro Labonia ha partecipato Carola Scanavino.
Torniamo allo stand della Regione Calabria: alle 16:00 l’autore di favole per bambini, Georg Maag, ha presentato la sua ultima fatica, per le Edizioni Coccole e Caccole: La principessa sul cocomero, spiegando agli adulti intervenuti la sua rivisitazione, in chiave antropologico-sociale, della più conosciuta fiaba La principessa sul pisello.
Alle ore 17:00 è stata la volta dei messaggi d’amore attraverso Sms. Con gli autori, l’editore Pasquale Falco e Maria Fontana Ardito, sono stati letti i versi più struggenti e significativi tratti dal volume Dell’amore senza tempo. Dall’Sms al dialogo d’amore, di Patrizia Fulciniti e Gianni Paone (Edizioni Periferia).
Infine la Regione Calabria e il Sistema bibliotecario vibonese hanno voluto rendere omaggio ad un grande scrittore italiano (e piemontese) nel centenario della sua nascita, Cesare Pavese. È stato dedicato a lui l’ultimo incontro-dibattito dello stand calabrese, in particolare alla sua presenza da esiliato a Brancaleone (piccolo comune in provincia di Reggio Calabria). Al dibattito, coordinato da Gilberto Floriani, sono intervenuti Giovanni Carteri e Mariarosa Masoero.
La soddisfazione “regionale”, nelle parole degli organizzatori
A conclusione della Fiera, il direttore del Sistema bibliotecario vibonese, Gilberto Floriani, ha rilasciato una dichiarazione che a nostro avviso, può essere letta come epitome delle giornate torinesi: «Ritengo che la Calabria, con questa partecipazione, abbia fornito un segnale nuovo di politica culturale. La Fiera, oltre che essere una grande vetrina di qualificata immagine nazionale, è anche e soprattutto l’occasione di un concreto confronto, con e nei luoghi ove si dibatte e si crea cultura. Il tutto anche grazie all’indirizzo di politica culturale che ha saputo imprimere il Dipartimento Cultura della Regione stessa, in particolare il dirigente Giacinto Gaetano. I numerosi intellettuali – tra gli altri Carmine Abate, Isabella Bossi Fedrigotti, Giancarlo Caselli, Carmine Donzelli, Annarosa Macrì, Mariarosa Masoero, Stenio Solinas, Vito Teti, Giuliano Vigini, Stefano Zecchi, Sergio Zoppi, che hanno animato le molteplici iniziative che si sono susseguite nello stand della Regione – hanno fornito un’importante conferma della giustezza di questa linea di politica culturale».
Ci salverà la parola?
Occasioni di confronto, di dibattito, di incontro – dunque – ed effettivamente, mai come in questo difficile momento per il nostro Paese e per il mondo intero è estremamente importante dare un segnale di coesione, pur nella diversità di ciascuna cultura e religione.
Crediamo che l’esempio trasmesso dalla Regione Calabria alla Fiera internazionale del libro di Torino sia stato proprio quello del dialogo, della capacità di confrontarsi con realtà eterogenee, anche distanti dalla propria, ma tuttavia necessarie a creare storia, convinzioni e cultura. La bellezza, tanto invocata, assurta a simbolo della manifestazione torinese, infatti, passa sempre attraverso l’accettazione e infine la condivisione con l’altro, non “malgrado” la sua diversità, ma proprio “grazie” ad essa, percepita come un valore aggiunto di ricchezza. Gli editori calabresi, dal canto loro, hanno dimostrato che sconfiggere gli elementi distruttivi e le resistenze del passato codificate dal fenomeno mafioso è possibile, perché la parola vale più della spada e parlare significa portare alla luce ciò che alla luce non può che perire, l’ombra!
Luca Peirano
(direfarescrivere, anno IV, n. 31, luglio 2008)
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