24 novembre 2007: inizia una nuova giornata per il 3° week-end del “Corso per Redattore di casa editrice”. La mia, a dir la verità, comincia anche troppo presto… Arrivo al “Piccolo auditorium Lamberti-Castronuovo” alle ore 9:00, largamente in anticipo, circa un’ora prima per la precisione, dato che l’appuntamento era previsto per le 10:00. «Vabbè – dico tra me e me – qualcuno arriverà verso le 9:30, non dovrò aspettare molto da sola!». E invece non arriva nessuno, andrei a farmi una passeggiata al mercato, ma lo zaino che ho sulle spalle è troppo pesante per i miei gusti, tra computer, vestiario e quant’altro…
Non mi resta che attendere, osservando un andirivieni di persone: c’è chi torna dalla spesa, chi s’incontra e chiacchiera amabilmente con amici che non vede da tempo (lo so con certezza perché l’ho sentito) ma nessun viso familiare ancora si manifesta davanti ai miei occhi! Per ammazzare il tempo mando Sms, il primo è per Teresa Iannicelli, la cassanese del gruppo, dal primo giorno di corso siamo ormai inseparabili: «Vieni presto, sono qui da sola, ancora non si vede nessuno!». È questa la mia accorata richiesta.
Intorno alle 9:50, arrivano “le due Martina” a salvarmi dalla noia e dalla solitudine, prima la corsista di Reggio Calabria, Martina Placanica, poi la sicula tutor. «Che bello vedervi – esordisco io –speriamo solo che qualcuno venga presto ad aprirci, anche perché questo zaino addosso non lo sopporto più!». Queste parole illuminano Martina Chessari: «In effetti hai ragione, vado a chiedere, è già ora che vengano ad aprirci!».
Nel frattempo arriva Giusy Calluso, la nostra dolce scrittrice ed educatrice infantile, nonché componente, dal primo week-end di corso, di un simpatico quintetto composto inoltre da me, “la bovalinese”, Teresa “la cassanese”, e le “Selvaggi sisters”, da Crotone con furore…
Palla al centro: fischio d’inizio…
Finalmente si aprono le porte dell’auditorium, pian piano arrivano tutti i corsisti, insieme al grande capo Fulvio Mazza e alle tutor, Annalisa Pontieri e Clementina Gatto.
Intorno alle ore 10:00 si comincia a far sul serio, primo argomento del giorno: “la cianografica”, una sorta di anteprima di stampa del futuro libro.
Ci viene spiegato che, quando la casa editrice ha “in mano” un testo in Word, corretto, grazie all’intervento della propria redazione, sia dal punto di vista tecnico che contenutistico, lo affida al grafico impaginatore perché lo “impagini” e ne faccia il cosiddetto “Pdf” che, stampato, costituirà le classiche bozze. Queste dovranno essere corrette (solo negli eventuali errori tipografici) dall’autore e dalla redazione stessa.
Una volta acquisito il “Visto si stampi” dell’autore sull’ultima bozza cartacea, la “cianografica”, tocca alla redazione dare – dopo l’ultimissimo controllo – il suo “Visto si stampi”, apposto sulla cianografica stessa.
Quest’ultima, un tempo era essenzialmente monocromatica, di un colore bluastro, tendente all’azzurro; si trattava sempre di una stampa di prova in scala di grigi di tutto l’impaginato, ma su una carta azzurrina. La sua denominazione è, infatti, derivata dall’inglese cyan, termine col quale si definisce una gradazione particolare dell’azzurro.
Attualmente, nel mondo dell’editoria, essa è completamente a colori, ma ha comunque mantenuto l’antico nome.
Si prosegue con la visione di alcuni esempi di un primo libro; quello che viene mostrato a noi è definito “un sedicesimo”, poiché è costituito da otto pagine sul fronte e otto sul retro del foglio, ma ne esistono comunque altri formati; le tutor si improvvisano vallette per farci apprezzare ogni dettaglio, compresi gli impercettibili crocini di taglio. Si tratta di simboli di stampa rappresentati da due linee rette, posizionate in modo tale da originare un angolo di 90°; il loro inserimento è dovuto alla necessità di indicare con precisione il punto in cui tagliare la carta.
In previsione delle vacanze natalizie, arrivano i fatidici compiti per casa: correzione di un mega-testo di circa trenta pagine su Catania, un’esercitazione da vero redattore che si rispetti! Data di consegna: 6 gennaio! «Il giorno della befana» dice qualcuno, «il giorno di Annalisa» aggiunge ironicamente Mazza…
Si continua senza pausa fino alle 12:30; siccome non si vive di sola cultura, e lo stomaco comincia a ribellarsi, viene decretata la fine del primo tempo (perdonate la mia deformazione calcistica, ma per una tifosa come me, è più che usuale!). E così tutti diretti alle rosticcerie. Giusy, Teresa ed io, dopo un giro di shopping, prima al mercato e poi dai mitici cinesi, decidiamo di cambiare posto di ristoro e ci dirigiamo nei pressi del museo. Nel frattempo abbiamo perso un pezzo del quintetto: le sorelle Selvaggi! Si vocifera siano andate a conoscere due aitanti giovani “abbronzati”, originari di Riace… «Buon per loro!» diciamo noi.
Mangiando e chiacchierando allegramente, si fanno già le 14:00, è ora di rientrare: il dovere ci chiama. Inizia un nuovo pomeriggio di corso...
Beniamina Callipari
(direfarescrivere, anno IV, n, 28, aprile 2008)
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