Casa editrice, quante mirabili visioni evocano queste due semplici parole in chi ha una predilezione per i libri, che ami leggerli, o ancor più che aspiri a scriverli. Ogni libro è l'inizio di un viaggio e il luogo dove esso si materializza suggerisce qualcosa di magico, ha la dimensione del sogno. È venerdì 9 novembre, i giovani aspiranti redattori del corso organizzato da Bottega editoriale, nella città calabrese dello Stretto, sono in fervente attesa della loro prima discesa sul campo, con la visita alla casa editrice Falzea. I loro cuori s'infiammano di recondite e carezzevoli speranze, la loro mente s'affolla di domande che ognuno per il momento conserva per sé, ma che ampiamente rivolgerà successivamente all'editore.
Il luogo prefissato per l’appuntamento del gruppo è come sempre la stazione centrale di Reggio, dove, nonostante la preannunciata giornata di possibili scioperi, gli intrepidi corsisti arrivano senza particolari intoppi, via terra da Calabria e Puglia (anche questa ha la sua rappresentante) e pure via mare dalla vicina Sicilia. Ebbene sì, le adesioni al corso di Bottega editoriale hanno ispirazione interregionale!
Al capannello iniziale, alla spicciolata si aggiungono altri entusiasti colleghi che si salutano in un allegro e amichevole chiacchiericcio, mentre in sottofondo, ops non tanto in sottofondo in realtà, scorrono le note di tradizione popolare diffuse da una vecchia radio, che non passa inosservata per dimensione e foggia, trascinata su e giù per il piazzale da un anziano signore. Il quadretto inconsueto che apre uno spiraglio sul passato diverte nel suo contrasto con la dinamicità della vita cittadina. Il sole pomeridiano, nell'azzurro cielo reggino, è ancora alto e forte. Arrivano il dottor Fulvio Mazza, Annalisa Pontieri e le tutor Clementina Gatto e Martina Chessari. A noi “nuove reclute” si uniscono anche i collaboratori delle riviste di Bottega editoriale: Giuseppe Licandro, Elena Tosi (che già abbiamo avuto modo di conoscere nelle precedenti giornate di corso), ancora Angela Potente e Bonaventura Scalercio, peraltro anche ex corsisti, che si “manifestano” per la prima volta. È il momento di volgere verso viale Calabria 60, sede della casa editrice Falzea.
L'arrivo alla Falzea e l'incontro con l'editore
Un'insegna bianca a caratteri blu fa intendere che bisogna scendere di un livello sotto la strada. È un andirivieni di macchine e mezzi tra gli esercizi commerciali che si affacciano in questa sorta di vasto sottopassaggio. La curiosità è tanta! Un signore, coi capelli quasi completamente canuti, apre la porta e cordialmente invita ad accomodarci, ma: «no ringraziamo è il caso di aspettare che arrivino tutti». Ricompattata la “truppa” entriamo nella grande libreria della Falzea. Impressiona la mole di volumi, sistemati negli scaffali, che contengono quelli pubblicati col marchio della casa editrice che ci ospita e da diverse realtà editoriali più grandi. Sembra di essere al centro di una girandola, o di osservare la realtà attraverso un caleidoscopio, rapiti come siamo dalle molteplici sfumature dei colori di copertine e immagini.
Saliamo di un piano e siamo accolti in una saletta, dove ci attende il dottor Paolo Falzea. La sua azienda esordisce è attiva dal 1961, è stato suo padre Giuseppe a fondarla. Era un rappresentante di libri in un'epoca, durante la quale rivestire tale incarico significava veicolare novità intellettuali, stimolare il confronto. L'attività di pubblicazione era nata solo come hobby, ma ben presto si tramutò in lavoro. La rappresentanza, comunque, rimase e prosegue. Il giovane manager, oggi al timone dell'azienda, parla in modo pacato, ma con quel tono caloroso e gioviale che contraddistingue chi ha sentimenti di amore e di passione per la propria professione e ha voglia di trasmetterli.
Illustra la produzione della sua azienda che spazia dalla narrativa italiana e straniera alla saggistica, alle pubblicazioni afferenti ai settori architettonico-urbanistico, storico-filosofico, giuridico-economico, la numismatica e ci sono volumi riguardanti il territorio calabrese con le sue tradizioni, i beni culturali e ambientali. La produzione riflette la vicinanza ai poli universitari, quali gli atenei di Reggio e Messina. Non solo, dal 2000 l'attività della Falzea si è estesa all'infanzia, con proposte editoriali per bambini. Sono volumi corredati da grafica e illustrazioni che affascinano i più piccini, colpiscono la loro fantasia, ma che si propongono di trasmettere dei contenuti, affrontando tematiche anche attuali, attraverso fiabe e storie. I bambini saranno i lettori di domani e del resto "un mondo che legge è senza confini", questo lo slogan scelto dall’azienda, che ha come simbolo un mappamondo con in mano un libro. La platea è completamente assorta ad ascoltare, conquistata sia dalla verve con la quale comunica Paolo Falzea, sia da ciò che racconta.
Si sofferma: sulla narrativa, sugli scambi, i rapporti con l'estero e a questo proposito sul volume tradotto e pubblicato, che ha come autore l'argentino Raul Brasca; sull'importanza, per l’immagine e i rapporti relazionali, della partecipazione di una media azienda editoriale alle fiere, nonostante a volte lo sforzo economico, e il paradosso in taluni di questi eventi di visitatori che si accalcano presso gli stand dei grandi marchi e non sfruttano a pieno l'opportunità di conoscere la variegata produzione di più modeste, ma combattive e vivaci aziende. E ancora oggetto di attenzione: le incombenze di un editore che segue l'attività della sua azienda tendenzialmente a trecentosessanta gradi. Si è compreso così quanto siano importanti in questo lavoro doti quali la lungimiranza e un certo fiuto per le novità letterarie e la capacità di proporsi all'esterno. Il discorso non poteva quindi esulare dalla realtà dei circoli culturali del Nord, del Sud e dalla distribuzione.
La Falzea è una realtà che negli anni ha saputo "muoversi", vanta ora di una diffusione estesa all’intero Stivale avvalendosi del canale Rcs, ha un sito internet e utilizza l’e-commerce, è presente di volta in volta alla Fiera internazionale del libro di Torino, alla rassegna fieristica dedicata alla piccola e media impresa “Più libri più liberi” di Roma, alla “Bologna children's book fair” e inoltre è approdata alla “Frankfurt book fair”.
La curiosità è tanta e pure le domande!
Gli argomenti affrontati sono veramente tanti, ma la voglia di sapere e di conoscere ancora di più. Così ultimata la presentazione della sua azienda, per Paolo Falzea le domande giungono eterogenee e copiose. Forse non se lo aspettava. Quanti dei manoscritti che vengono inviati arrivano alla pubblicazione? Chi si occupa della loro lettura? Quali i criteri di scelta che vengono adottati riguardo al fatto se pubblicare o meno il lavoro di un autore? Quanto all’iter di realizzazione del libro, più precisamente con riferimento alla fase di editing, il lavoro viene svolto prettamente all'interno? E delle traduzioni chi se ne occupa?
E dell'ufficio stampa?
Quanto alla legislazione regionale e all’editoria: che cosa si chiede?
Si è mai pentito di non aver proceduto a pubblicare un determinato libro? Falzea prende di volta in volta la parola e motiva diffusamente. Due o tre su dieci manoscritti queste per sommi capi alcune delle sue risposte recapitati alla Falzea vengono pubblicati. Tutti gli scritti inviati, ottengono attenzione e dopo una lettura iniziale “d’assaggio” si stabilisce quali proseguiranno per l’agognato cammino e quali non lo faranno. Gioca un suo ruolo in tutto ciò anche il modo in cui l’autore si propone. Non si poteva ancora che fare un dovuto distinguo tra “esordienti” ed “Esordienti”, in base al fatto che abbiano già pubblicato con una casa editrice sconosciuta o che diversamente ha già un suo spazio di visibilità, che siano personaggi noti o che abbiano in una determinata materia una specifica competenza e riconoscimento. Il lavoro di editing, ci è stato spiegato, viene svolto all’interno della struttura, quello di traduzione, compito peraltro delicatissimo nel rendere la forza e l’efficacia di un testo, viene eseguito facendo ricorso a collaborazioni esterne. L’ufficio stampa viene gestito prevalentemente, nel caso specifico, dallo stesso editore. Quanto alla normativa regionale, ci illustra Falzea, sarebbero auspicabili, in luogo degli attuali, interventi mirati come il sostegno alle imprese editoriali, in occasione di fiere, i quali ad esempio si potrebbero concretizzare in un contributo per il pagamento della sala nella quale presentare un libro. Inoltre sarebbe utile portare i volumi pubblicati nella nostra terra in manifestazioni dove si promuove il “made in Calabria”. Riguardo all’eventuale rimpianto di non aver dato il placet per il passaggio alle stampe di un manoscritto che poi, pubblicato da un’altra casa editrice, si è rivelato di successo, Falzea risponde evidenziando che è più concreta la difficoltà di stabilire la tiratura di un libro in rapporto alla previsione della risposta del mercato e dei potenziali lettori. In questo rientra anche la distinzione, di cui sopra, tra esordienti strettamente tali ed Esordienti che hanno una certa conoscibilità. Le variabili sono tante e anche quella appena riportata può essere solo orientativa. Come dire: la realtà è fantasiosa e imprevedibile, come sue coincidenze.
Un momento di pausa, è necessario, e l'editore coglie l’occasione per offrire dei dolci. Le domande che si vorrebbero rivolgere sono ancora molte e neanche la pausa finisce per essere propriamente tale…
Si riparte. L'incontro si protrae per oltre tre ore, in un avvincente e interessante confronto e alla fine i giovani corsisti escono dalla casa editrice, con la stessa sensazione di quando da bambini si ritornava a casa con in braccio, custodito ancora nella sua confezione per non sgualcirlo, un bellissimo regalo.
Maria Patrizia Sanzo
(direfarescrivere, anno IV, n. 27, marzo 2008)
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