Anno XX, n. 225
novembre 2024
 
Questioni di editoria
Il redattore di editing:
correggere le bozze
I più comuni segni grafici usati
per evidenziare gli errori rilevati
di A. Morelli e A. Pontieri
Lo scorso mese abbiamo iniziato ad illustrare la fase della correzione dell’opera, arrivando fino al momento delle correzioni in Word, caratterizzate da un serrato dialogo tra autore e redattore. Quando l’autore avrà approvato tutte le correzioni effettuate, il redattore manderà il testo in tipografia. Qui lo si stampa e si manda al redattore la bozza cartacea e spesso anche la versione in Pdf. Questa prima bozza, corretta, viene inviata nuovamente in tipografia, dove si applicano le nuove correzioni segnalate dal redattore. A questo punto il tipografo manda una nuova bozza – questa seconda, se il lavoro di editing è stato fatto bene, potrebbe essere la definitiva – o, già, la cianografica. Verificata la corretta applicazione delle correzioni, il redattore può dare il “Visto si stampi”.
Occorre dire che se il testo viene mandato in formato Pdf, possono verificarsi dei problemi qualora vengano utilizzati sistemi operativi differenti tra i vari redattori e correttori o qualora le stampanti utilizzate non fossero di alta qualità; è pur vero che, grazie alle più recenti versioni dei programmi e dei sistemi operativi, questo problema sta scomparendo.
Circa le bozze sottolineiamo inoltre che anche se la bozza cartacea si ricava dall’impaginazione di un file Word, nella maggior parte dei casi già riveduto e corretto, ciò non esclude che occorrano, per la prima bozza cartacea e per le successive, nuove riletture per apportare delle migliorie o scoprire errori che potevano essere sfuggiti durante le letture sul documento Word; difatti la bozza cartacea serve per avere un riscontro grafico delle correzioni precedentemente apportate.
Bisogna precisare che tutte le correzioni maggiori si fanno in Word ma è importante anche operare sulla bozza cartacea perché spesso la conversione può riportare delle imprecisioni; in questa fase si presterà grande attenzione ad errori di tipo tecnico (vedove, refusi, simboli grafici tipo @ , €, parole in greco o in cirillico, accenti stranieri, trattini lunghi e corti, ecc.).
Per svolgere adeguatamente il proprio compito il redattore utilizzerà determinati strumenti che lo aiuteranno nella sua minuziosa ricerca. Avrà bisogno di: una penna di colore rosso – più visibile e, rispetto al blu e al nero, poco confondibile con il nero dell’inchiostro tipografico – e a punta molto fine affinché il tratto non copra più lettere del necessario; un righello che aiuti a non saltare nessuna riga così da non lasciare parti di testo non corrette; una lente d’ingrandimento per risolvere dubbi su accenti, spaziature ecc., in particolar modo quando il corpo usato è molto piccolo; il testo di riferimento originale, preferibilmente in Word e Pdf, indispensabile per un confronto (potrebbe essere utile la stessa bozza che si sta correggendo, ma in formato Pdf, così che con lo strumento Trova si possa fare una ricerca mirata nel testo di una stessa tipologia di errore).

Cacciatore di errori
Una volta munitosi dei suoi “attrezzi da lavoro” il redattore è pronto per “andare a caccia” di errori, la ricerca dei quali muterà a seconda del tipo di bozza che si andrà a correggere: prima, seconda, terza (o copia cianografica). In prima bozza l’attenzione si focalizzerà sulla ricerca di difformità dal testo originale (corretto in “fase Word”), quindi refusi, salti, righini, divisione delle sillabe in fin di riga, accenti, apostrofi, simboli particolari, chiusura delle virgolette, delle parentesi e delle lineette; si controlleranno i margini e gli a capo, i rientri errati o non eseguiti, ma anche errori di battitura quali l’eccessiva spaziatura tra le lettere o tra le parole.
In seconda bozza, ma a volte si ha già la cianografica, si cercherà conferma delle correzioni precedenti, si effettuerà una rilettura completa e attenta del testo (poiché in prima lettura potrebbe essere sfuggito qualcosa), si riesamineranno margini, a capo, maiuscole, righini, vedove e orfani, righini volanti; ci si accerterà che sia giusta la sequenzialità dei numeri di pagina, capitolo e paragrafo, ma anche che i numeri delle foto (o tabelle) corrispondano con le foto (o tabelle) stesse; si verificherà o meno la presenza dell’indice generale e, in caso negativo, lo si segnalerà con il numero di pagina destinatogli; si controlleranno anche le didascalie.
Sulla copia cianografica si farà un controllo finale: riscontro delle correzioni effettuate sulla seconda bozza; se ci sono stati interventi rilevanti sulle bozze già impaginate ci si assicurerà che non si siano creati righini ed eventuali slittamenti di testo; si verificherà nuovamente che i numeri delle pagine siano giusti; ci si accerterà dello scorrimento del testo da un sedicesimo all’altro ovvero se l’ultima riga di un sedicesimo è collegata alla prima del sedicesimo successivo; si leggeranno gli indici analitici e l’indice generale e si verificherà che vi sia un riscontro delle indicazioni di pagina al loro interno; si controllerà il frontespizio e la pagina seguente assicurandosi che quest’ultima riporti tutte le indicazioni che formano il colophon (obbligatorie per legge), quindi copyright, indirizzo dell’editore, anno di edizione, numero di edizione, ecc.; infine si effettuerà un controllo sul cosiddetto “Finito di stampare”, posto all’ultima pagina e contenente le indicazioni di legge riguardanti lo stampatore, come nome e indirizzo della tipografia, mese e anno di stampa.

Le norme e i segni grafici
Nella fase di correzione su carta gli errori da correggere sono segnati utilizzando una serie di segni e artifici grafici che si basano su un codice consolidato di modo che, quando il testo passerà nelle mani del grafico impaginatore, che materialmente trasformerà le correzioni a penna in nuovo testo digitale e poi cartaceo, non vi saranno difficoltà nella comprensione delle modifiche precedentemente apportate dal redattore. A tal proposito infatti vengono seguite alcune norme: l’intervento effettuato sul testo deve essere indicato in modo chiaro e preciso poiché, chi inserisce le correzioni, deve eseguire pedissequamente quanto segnato sulle bozze senza doverlo interpretare; le singole correzioni devono essere riportate ai margini della pagine mentre all’interno del testo e fra le righe di testo compariranno solo piccoli segni che poi rimandano alle correzioni vere e proprie ai margini; il segno usato come richiamo deve essere identico per forma e colore sia al margine che all’interno del testo; segni o correzioni devono essere fatti a penna e chiaramente leggibili; i dubbi o le richieste di variazione o comunque il dialogo del correttore vanno sempre cerchiati, e in ogni caso resi riconoscibili dagli interventi veri e propri.
È bene però precisare che non è detto che debbano necessariamente essere utilizzate le norme convenzionali: importante è che si utilizzi un linguaggio comprensibile sia per il grafico (colui che apporta le modifiche) che per il redattore.


Glossario di alcune parole chiave dell’argomento
Quello che segue non è, ovviamente, un elenco esaustivo. Fra le tante possibili abbiamo estrapolate alcune fra le più significative a soli scopi esemplificativi.

Bozza impaginata. Bozza di un testo stampato secondo le indicazioni di corpo, carattere, altezza e giustezza richieste dal grafico o dal redattore. Ha i numeri consecutivi di pagina. È inoltre dotata anche dei cosiddetti “crocini di registro” e “crocini di taglio” (vedi alle relative voci).
Capoverso. Gli spazi bianchi iniziali in una linea di testo o nella prima riga di un paragrafo. Nel dattiloscritto, per indicarlo, si rientra generalmente di tre battute.
Cianografica. Stampa su carta speciale sensibilizzata ottenuta da una pellicola sottoposta a processo di cianografia. Il processo consiste nell’esporre l’originale in macchine stampatrici provviste di lampade speciali e nel sottoporre a sviluppo la carta trattata con sali di ferro (da qui il colore simile all’azzurro della stampa) in presenza di vapori di ammoniaca.
Collazione. Il riporto su una copia di bozze corrette (generalmente dal correttore) delle correzioni effettuate su un’altra copia da un correttore diverso (o anche dall’autore stesso del testo).
Colophon. L’insieme delle indicazioni tecniche riguardanti lo stampatore, l’editore (nome e indirizzo), la data di stampa e l’eventuale copyright.
Crocino di registro [ ]. Simbolo di stampa, generalmente a forma di croce sovrapposta e centrata in un cerchio. Viene inserito nelle pellicole di stampa allo scopo di permetterne il corretto allineamento, in quanto la stampa a colori richiede la perfetta sovrapposizione delle quattro pellicole (una per ciascun colore di stampa) che, sovrapposte appunto, compongono l’immagine. Secondo una convenzione standard, il crocino viene posizionato al centro dei quattro lati del documento. Software di impaginazione come Adobe Indesign e QuarkXPress li possono inserire automaticamente.
Crocino di taglio [ ]. Simbolo di stampa, generalmente rappresentato da due linee rette in posizione a formare un angolo di 90°. Viene inserito nelle pellicole di stampa allo scopo di indicare il punto esatto in cui eseguire il taglio della carta.
Convenzionalmente, il crocino viene posizionato ai quattro angoli del documento, in modo da definire i quattro lati da tagliare, e ad una distanza di circa 2-3 millimetri. I software di impaginazione possono inserire questi crocini automaticamente.
Filetto. Linea continua molto sottile usata per dividere o incorniciare testi a stampa.
Orfano (o riga orfana). Unica riga iniziale di un capitoletto o di un paragrafo che si viene a trovare al piede di una pagina. Assolutamente da evitare.
Pesce. Refuso, parola o parte di testo sfuggiti alla correzione delle prime o delle seconde bozze.
Refuso. Errore di battuta di una o più lettere insieme.
Righino (o codino). Riga di fine capoverso o paragrafo composta da meno di quattro battute. Assolutamente da evitare.
Righino volante. Righino, che per ulteriore disdetta, si trova a inizio o a fine pagina. Da evitare assolutamente, anche quando occupa metà dell’intera riga o anche più.
Vedova (o riga vedova). Riga di testo finale di un capitolo o di un paragrafo che si trova isolata alla testa di una pagina. Assolutamente da evitare.
Vive. Indicazione fatta dal correttore di bozze a fianco di una correzione errata o non necessaria.

Alessandra Morelli e Annalisa Pontieri

Pur in uno stretto ambito di collaborazione, la stesura del primo e del terzo paragrafo è da attribuirsi direttamente ad Alessandra Morelli, quella del secondo e del quarto direttamente ad Annalisa Pontieri

(direfarescrivere, anno III, n. 20, agosto 2007)
 
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