Avete mai provato ad immaginare un mondo senza libri? Ray Bradbury, poliedrico scrittore statunitense cui dobbiamo molte opere straordinarie, lo fece in un romanzo in cui raccontava la fine dei libri, in cui ogni opera stampata rappresentava il pericoloso nemico da bruciare. E ciò che descriveva purtroppo non era solo il frutto della sua fantasia: ricordate le pire durante la dittatura nazista? Ebbene, provate a pensare a come potrebbe essere il mondo oggi se non ci fossero stati i libri. Cosa saremmo se non avessimo avuto la possibilità, attraverso le pagine intrise d’inchiostro, di tramandarci di generazione in generazione il sapere acquisito nei secoli? Forse saremmo ancora con la clava in mano – anche se per certi versi, libri o non libri, ancora l’umanità è con la clava in mano – ed è certo che non ci sarebbe stato alcun «progresso verso il meglio» come direbbe il filosofo prussiano Immanuel Kant.
Una riflessione sul valore dei libri
I libri sono il bene più prezioso proprio perché attraverso le pagine stampate ci viene resa testimonianza del pensiero di altre persone: in un continuo fluire di immagini, di sogni, di visioni, uomini parlano ad altri uomini. I libri, travalicando i limiti del tempo e dello spazio, rappresentano il legame del genere umano. Ogni libro rappresenta un mondo, è una finestra su universi lontani. Chi di noi non ha un libro nel cuore da cui attingere suggestioni ed emozioni? La magia che possiedono i libri non è paragonabile a nessun’altra cosa, se si pensa ai moderni mezzi di comunicazione, alla Tv per esempio, che certo attraverso le immagini ci fa conoscere posti che magari non vedremmo mai, ma se attraverso la descrizione che ne fa uno scrittore o un poeta quello stesso posto lo immaginiamo, noi siamo gli agenti attivi, gli attori, mentre con la fruizione della Tv siamo agenti passivi, semplici spettatori e null’altro. Questo è ciò che fanno i libri, ci rendono attori e protagonisti di gesta, di storie, di poesie, ci portano in luoghi sconosciuti, ci dischiudono universi paralleli, ci fanno camminare tra le stelle e ci fanno scendere in boschi incantati. Con i libri viviamo mille vite, perché diventiamo protagonisti di mille storie, siamo eroi e “poveri cristi”, re e giullari, siamo artisti e soldati in trincea, viviamo nei personaggi e i personaggi vivono in noi. Quale altro strumento può regalarci questa possibilità?
E allora quale migliore occasione esiste, per rendere omaggio a questi fedeli compagni di viaggio della nostra vita, se non una festa a loro dedicata?
Parole tra l'inchiostro e la carta
La fiera del libro di Napoli ci ha dato una grande opportunità: essere tra i libri a parlare di libri.
Il tema scelto quest’anno per la manifestazione, Navigare, rende perfettamente l’idea, e si presta a molteplici interpretazioni.
Navigare tra le parole, tra i pensieri, tra le pagine di autori classici, e tra le pagine di chi inizia ora – pensiamo ai tanti scrittori emergenti – e spera e sogna di passare alla storia con le proprie storie.
Vedere tante persone sfogliare pagine, chiedere di questo o quell’autore, incuriosirsi per un’idea espressa da un titolo – al giorno d’oggi mentre siamo “dopati” dalla televisione che ci riempie e subissa di pubblicità dai messaggi istantanei, che non richiedono alcuno sforzo di comprensione, che non ci fanno porre domande – è ciò che ha reso la fiera del libro emozionante. In una quotidianità fatta di velocità, di immagini e parole che scivolano senza lasciare tracce nel nostro animo e che non lasciano spazio a nessuna riflessione, poter parlare con calma di un libro, poter conversare e scambiare le proprie opinioni è stata un’esperienza incredibile.
La possibilità di avere uno stand, inoltre, ha amplificato di certo la percezione di quanto possa essere emozionante una fiera del libro.
Lo stand, allestito dall’agenzia letteraria Bottega Editoriale, ospitava le due case editrici calabresi, Rubbettino e Pellegrini, testimoniando così la capacità della nostra regione di esportare cultura e contrastando in tal modo l’immagine che a volte viene data della Calabria.
Osservando i visitatori che si avvicinavano allo stand si è potuto constatare oltremodo l’interesse che i libri esposti suscitavano. In particolare fra i libri della Rubbettino hanno attratto molto l’attenzione i testi sul nostro eminente autore Corrado Alvaro, che con i suoi scritti ha saputo descrivere l’amore per la Calabria, tanto bella quanto piena di contraddizioni, sottolineandone le zone d’ombra e le luminosità.
Stesso dicasi per la collana della Rubbettino sugli Scrittori di Calabria.
Così come molta curiosità e altrettanto interesse, specie tra i più giovani, hanno suscitato i due volumi della scrittrice Sonia Serazzi (editi da Iride-Gruppo Rubbettino), le cui coloratissime copertine hanno aggiunto un tocco di particolarità molto apprezzata, ma anche i volumi di politica ed economia sono stati polo d’attrazione dello stand.
La varietà dei titoli in mostra ha consentito dunque di avere un’ottima risposta da parte del pubblico e ciò ci ha resi consapevoli dell’importanza di far parte di una simile manifestazione. <
Un augurio per un prossimo “Navigare”
L’importanza di eventi come Galassia Gutenberg consiste anche in questo: fornire una vetrina a tutte quelle case editrici, come le succitate per esempio, che tentano di diffondere l’amore per i libri. In una realtà come la nostra è un compito difficile e quindi da encomiare. L’imprenditoria editoriale non è un settore facile, a ben vedere l’Italia rispetto alla media europea è il paese in cui si legge meno, eppure dall’affluenza di cui siamo stati testimoni al nostro stand, non si è avuta questa impressione. Forse, in ultima analisi, ciò che manca nel nostro paese, non è tanto la volontà di leggere quanto l’educazione alla lettura. Abbiamo visto molti giovani e giovanissimi alla fiera, e questo è un dato che dovrebbe rincuorarci, ma a quanti di loro è stata inculcata la sacralità del leggere? Leggere non solo per acquisire il sapere, ma leggere per il piacere di farlo, per essere partecipi del pensiero di altri.
Pensiamo alle opere dei filosofi per esempio, alle eredità di saggezza che hanno lasciato, alle opere di poesia da cui trarre insegnamenti ed ispirazione. Questo andrebbe insegnato alle nuove generazioni: la capacità di vedere in un libro un amico da rispettare e da cui apprendere. Certo il fatto stesso che in tanti fossero lì, anche solo per guardare le copertine dei libri o per leggere un titolo, è positivo, e ci auguriamo che abbiano portato a casa con loro anche solo un po’ del profumo emanato dalla carta stampata.
L’atmosfera che si respirava nelle sale della Stazione marittima dove si svolgeva la fiera, si può, senza tema di cadere nella retorica, definire magica. Porgere i libri che avevamo allo stand, descriverne il contenuto, cercare di incuriosire chi si avvicinava, discutere dei titoli, tutto questo ha reso indimenticabile l’esperienza a Napoli.
Un solo augurio dobbiamo farci: che occasioni come queste si moltiplichino, perché i libri sono uno dei patrimoni più importanti dell’umanità, e proprio per questo vanno amati e difesi e soprattutto ne va diffuso il valore.
Angela Potente
(direfarescrivere, anno III, n. 18, 10 luglio 2007) |