Solitamente, siamo abituati a curiosare tra gli scaffali delle librerie in cerca del testo che sia in grado di catturarci. Scegliamo perché attirati dal titolo o da una copertina efficace, dal commento della controcopertina o, più semplicemente, ci indirizziamo verso il nostro scrittore preferito o il nostro argomento d’interesse. In ogni caso, prendiamo in mano un libro “bell’e fatto”. Ma ci siamo mai chiesti come nasce?
I passaggi sono molteplici e prevedono il lavoro di un numero non indifferente di persone e dei relativi uffici.
Ma andiamo con ordine…
Per una esposizione più chiara, ci riferiremo all’iter lavorativo di una casa editrice media, laddove le varie fasi sono svolte, in modo professionale ma non spersonalizzato, da differenti figure con competenze vaste ma non vastissime. Non un piccolo editore, ove l’organizzazione è pressoché familiare (e un solo redattore fa tutto o quasi); non una casa editrice di grandi dimensioni, ove la lavorazione è per lo più spersonalizzata, quasi automatizzata (e la specializzazione settoriale di ciascun redattore è dunque massima).
Quando il file col testo dattiloscritto, l’equivalente cioè del vecchio manoscritto, perviene in casa editrice, se fortunato (e a far la fortuna dei testi spesso sono le agenzie editoriali) viene aperto dal direttore editoriale. Si tratta, come è noto, di colui al quale è stato affidato il compito di dirigere effettivamente la casa editrice, godendo della fiducia sia dell’editore che del proprietario (che di frequente sono la stessa persona).
Il direttore editoriale si consulta con il referee e con l’ufficio marketing. Il primo è un consulente, solitamente non interno alla casa editrice. Se il libro parla ad esempio di Storia, il referee sarà uno storico che, in virtù delle sue conoscenze, valuterà se il testo è attendibile da un punto di vista contenutistico. Il secondo, l’ufficio marketing, fornisce un giudizio iniziale in termini di vendibilità: se, cioè, l’ipotetico libro può collocarsi o meno all’interno del mercato editoriale e se è rispondente o meno alla domanda dei lettori in quel particolare momento.
Sentito il doppio parere, il direttore editoriale possiede ulteriori elementi per decidere se accettare o meno il testo. In caso positivo contatta l’autore, al quale suggerisce, probabilmente, alcune “dritte” per eventuali modifiche del testo, seguendo verosimilmente i consigli ricevuti dal referee e dall’ufficio marketing. In tale fase ci si accorda sul numero di battute, sul titolo, sulle reciproche date da rispettare, ecc.
Il contratto e la redazione
Il direttore editoriale si rivolge quindi all’ufficio contratti, fornendo le relative disposizioni. Il contrattualista, in base a queste, tratta con l’autore: stila cioè il contratto eseguendo, per quanto riuscirà, ciò che il direttore editoriale gli ha indicato. Dal punto di vista economico, ad esempio, specificherà se l’autore dovrà versare un importo o se, al contrario, dovrà ricevere un determinato anticipo. Il contratto, ponendo in essere i relativi punti da rispettare, garantisce e tutela entrambe le parti contraenti.
Conclusasi la fase contrattuale, il testo – una volta tornato al direttore editoriale che controlla se le eventuali migliorie da lui richieste sono state effettuate – va in redazione. Qui si realizza la correzione, sia contenutistica, sia grammaticale che formale. In altre parole: si tratta del lavoro di editing, che presuppone sempre il rispetto dello stile dell’autore.
L’ufficio grafico, ricevute le indicazioni dalla redazione, si occuperà del lettering, della composizione e dell’impaginazione dei testi e, per altro verso, della grafica della copertina e della controcopertina.
Una volta ritornato alla redazione, il testo impaginato e “copertinato” viene da questa trasmesso all’ufficio commerciale e all’ufficio relazioni esterne. Il primo crea una scheda tecnico-editoriale per la distribuzione e le librerie che, presentandone le principali caratteristiche in maniera breve ed immediata, dovrà “catturare” l’attenzione del distributore prima e del libraio poi. Il distributore, infatti, proponendo sulla base della scheda la futura pubblicazione ai librai stessi, deve attirarne l’interesse così da ottenere più prenotazioni possibili.
L’ufficio relazioni esterne provvede, invece, alla pubblicizzazione del futuro libro servendosi dell’azione svolta dall’ufficio stampa e dall’ufficio web. Il primo, grazie ad un “auspicato” rapporto personale e di fiducia con i giornalisti, invia loro il testo, così da provocare delle recensioni che dovrebbero attirare l’attenzione dei lettori e dei librai. Per ottenere tale effetto, le recensioni devono essere pubblicate, possibilmente, precedentemente o in concomitanza con l’uscita del libro. L’ufficio web, da parte sua, si occupa di lanciare la futura pubblicazione sulla rete: i dati del libro saranno quindi inseriti nel sito della casa editrice nella sezione che annuncia le novità.
Dalla bozza cartacea al “visto si stampi”
Ma torniamo al testo impaginato. Il passaggio successivo è la creazione della prima bozza. Questa, che può essere cartacea (inviata per posta) e/o in formato Pdf (inviata per email), è destinata all’autore, che ne prende visione apportando (anche se si spera di no...) le necessarie correzioni. La bozza ritorna alla redazione che prende atto delle eventuali osservazioni dell’autore: queste poi possono essere approvate o meno dai redattori e, se necessario, verranno corrette dai grafici. Tale passaggio, bozza-autore-redazione-correzione grafica, può compiersi più volte finché non si giunge ad un comune accordo tra autore e redazione.
Raggiunta l’intesa, la redazione chiede il “visto si stampi” dell’autore stesso, invitandolo cioè a firmare l’ultima bozza per dare il proprio assenso perché il libro venga dato alle stampe.
Una volta ottenutolo, si realizza la cosiddetta “cianografia”, ossia una vera e propria prova di stampa per verificare che non ci siano errori nell’impaginazione. Quali? Ecco un paio di esempi: foto capovolte, pagine mancanti o invertite nella progressione numerica, ecc.; si tratta pertanto di una stampa a tutti gli effetti ma in una sola copia: visivamente è del tutto uguale al libro poi pubblicato, su una carta, però, del tutto provvisoria.
A questo punto, anche la redazione pone il suo “visto si stampi”. Solo dopo il visto finale del direttore editoriale, che – anche sulla base delle prenotazioni comunicategli dal distributore – ne stabilisce la tiratura, il testo va effettivamente sotto il “torchio” dei macchinari di stampa.
Evviva: il libro è nato!
Adesso entrano in gioco l’ufficio commerciale e l’ufficio relazioni esterne. Il primo provvede non solo ad applicare il contratto con l’autore, ma anche alla gestione della vendita: la distribuzione, quasi sempre, oltre che mediata dal distributore esterno, è, infatti, anche diretta. Il secondo si occupa della promozione del libro attraverso svariati mezzi di comunicazione: pubblicità e recensioni su giornali, organizzazione di eventi (presentazioni, conferenze stampa, ecc.), invio di comunicati stampa e di schede, cedole, mailing list, creazione di finestre sul web che indichino l’imminente uscita (con l’uso di parole-chiave che possano essere prese frequentemente dai motori di ricerca in modo da dare al libro la più ampia visibilità possibile).
Giunti alla fine dell’iter costitutivo del libro, non ci resta che augurarvi buona lettura…
Fulvio Mazza e Alessandra Morelli
(direfarescrivere, anno III, n. 16, giugno 2007) |