Corroborando così la tesi che
non si tratta solo di inefficienza
di Alessandro Milito
Chissà se, ora che è divenuto sindaco di Roma – e, dunque, primario personaggio di pubblico livello – la Siae cesserà di sostenere di non sapere chi sia questo tale “Roberto Gualtieri”. Ebbene sì, nonostante avesse scritto diversi libri di Storia, la Siae sosteneva di non sapere chi questi fosse e, conseguentemente, si trovava “costretta” a trattenersi i soldi che gli doveva. Si tratta – come si sarà già compreso – dei diritti di reprografia (le cui caratteristiche ci soffermeremo fra poco a beneficio di dovesse averlo dimenticato).
Per avere i suoi recapiti la Siae avrebbe potuto chiedere agli editori dei suoli libri, oppure avrebbe potuto semplicemente consultare Google. Questa politica dei falsi paraocchi è perdurata anche quando Gualtieri era uno dei più importanti ministri (ministro dell’Economia) del governo italiano! Sarebbe stato facilissimo rintracciare Gualtieri, E invece no: lo ha inserito nell’elenco degli irreperibili e ha incominciato a contare i tempi della prescrizione…
Quello della Siae è un incarico gravoso, visto che richiede l’individuazione degli autori aventi diritto. Data la mole di lavoro e la sua elevata complessità, Direfarescrivere e l’Agenzia letteraria Bottega editoriale, da sempre attenti alle questioni legate all’editoria, si permettono di dare un contributo fattivo in questa ricerca. Attraverso i potentissimi mezzi a nostra disposizione, siamo riusciti a scoprire che tale “Roberto Gualtieri”, citato nell’elenco «degli autori che non sono stati reperiti, quelli su cui esistono dubbi di omonimia e quelli i cui eredi non sono stati individuati», pubblicato sul sito istituzionale Siae, altri non è, come accennavamo in apertura, che il neo-eletto sindaco di Roma. Ora che il mistero è stato svelato e l’autore individuato, siamo sicuri che le somme derivanti dal diritto di reprografia saranno prontamente corrisposte dalla Siae all’inquilino del Campidoglio.
Ovviamente il problema non riguarda solo Gualtieri: lo abbiamo preso ad esempio per ribadire che la Siae non cerca veramente coloro i quali devono ricevere dalla Siae stessa i loro diritti sulle fotocopie.
Un piccolo ma doveroso ripasso
Come ogni buon studente universitario avrà imparato nel corso della sua carriera, è possibile fotocopiare il libro scelto dal professore per l’esame invece che acquistarlo; tuttavia, quello stesso libro potrà essere fotocopiato, per uso personale, solo entro il limite del 15% delle sue pagine.
La legge per la tutela del diritto d’autore, la n. 633 del 1941, prevede che l’autore ottenga comunque un compenso per la riproduzione della propria opera. Perciò la successiva normativa tessa legge incarica la Siae a riscuotere e a corrispondere agli autori ed editori i diritti incassati per la fotocopiatura di libri, volumi e fascicoli effettuata presso le copisterie.
È vero: chi ci conosce e ci legge da tempo potrebbe accusarci di essere ripetitivi. Il fatto è che questa storia dei diritti di reprografia non corrisposti proprio non riesce ad andarci giù. Per questo ci riemettiamo alla pazienza dei nostri lettori se riproponiamo – rimandando alle puntate precedenti per una comprensione più completa – questa storia che raccontiamo, ormai, dal lontano 2006 (http://www.bottegaeditoriale.it/primopiano.asp?id=56).
Una storia che ebbe un seguito con i vertici della stessa Siae e l’allora presidente Filippo Sugar; un dibattito ospitato dall’agenzia di Stampa AdnKronos nel 2017 (), che transitò anche nelle stanze dell’ex ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, compagno/amico di partito del Gualtieri appena citato, su interrogazione del senatore Nicola Morra (http://www.bottegaeditoriale.it/questionidieditoria.asp?id=172).
Né la Siae né il ministro, attraverso il suo ufficio stampa, riuscirono a dare risposte degne di nota alla faccia degli autori e degli editori. (http://www.bottegaeditoriale.it/primopiano.asp?id=228 ; http://www.bottegaeditoriale.it/bottega/contenuti/News.html).
Da ultimo, a febbraio di quest’anno, sempre da queste stesse pagine virtuali avevamo suggerito alla Siae alcune semplici mosse per rendere più efficace ed efficiente il recupero degli autori “dispersi” e la conseguente corresponsione dei loro diritti di reprografia (http://www.bottegaeditoriale.it/questionidieditoria.asp?id=208)
Illustri “irreperibili”
Suggerimenti che non sono stati accolti. Ecco perché, ancora una volta, ci siamo addentrati in quella che, purtroppo, è diventata un’attività a noi ben nota: ricercare nominativi “eccellenti” nell’elenco pubblicato dalla Siae. Autori ben noti che risulta davvero difficile immaginare come del tutto “irreperibili”, se non altro per la fama di cui giustamente godono. Davvero Siae non riesce a contattare scrittori come Sandro Veronesi, Simonetta Agnello Horby e Paolo Giordano, informandoli che hanno diritto a ricevere quanto gli spetta per i diritti di reprografia?
Possibile che Giancarlo De Cataldo non possa ottenere il proprio corrispettivo per la riproduzione del suo «Romanzo Criminale»? E il professor Guido Alpa, giurista, accademico e maestro dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, è così difficile da raggiungere? Lo stesso vale per i suoi colleghi, la professoressa Nadia Urbinati e Angelo Panebianco. Due menti di valore, prestate al giornalismo, proprio come Riccardo Iacona: anche il presentatore «Presa diretta» rientra tra gli autori noti ma misteriosamente irraggiungibili. Di una cosa siamo certi: non appena il sindaco Gualtieri avrà ricevuto quanto dovuto si premurerà di avvertire la sua compagna di partito, e vicesegretaria, Irene Tinagli. Infatti, anche la numero 2 del Nazareno è nella lista degli autori sconosciuti o irreperibili, la stessa che nel corso degli anni ha ospitato a più riprese autori di grande fama e con migliaia di copie vendute. Accademici, giornalisti, politici, divulgatori: in tanti hanno provato l’ebrezza di essere classificati come “non individuabili” e venire esclusi dalla redistribuzione di quanto loro garantito dalla legge sul diritto d’autore.
Mantenere alta la guardia per il diritto d’autore
A onor del vero, oggi quello stesso elenco sembra non includere più i nomi di importanti autori che nei nostri precedenti articoli, al pari di Gualtieri, avevamo indicato come scandalosamente indicati dalla Siae come sconosciuti:
Franco Abruzzo, Giuliano Amato, Lucia Annunziata, Concita De Gregorio, Augusto Fantozzi, Eugenio Gaudio, Miguel Gotor, Gad Lerner, Enrico Letta, Michela Murgia, Antonella Polimeni, Federico Rampini, Matteo Renzi, Jonathan Safran Foer, Roberto Saviano, Eugenio Scalfari, Antonio Scurati, Gian Antonio Stella, Tiziano Terzani, Giuliano Urbani, Gianni Vattimo, Bruno Vespa, Fabio Volo, Mario Tozzi.
Segno che gli appelli di Bottega Editoriale hanno ottenuto qualche effetto nell’incentivare la solerzia di Siae? Non siamo così arroganti da arrivare a pensare ciò ma di certo rimane, in tutta la sua gravità, l’esigenza di presidiare un tema poco noto ma di sicuro rilievo per tutti gli autori ed editori. Siae è un ente pubblico economico e, in ragione di questa veste, è tenuta per legge a svolgere compiti di grande rilievo sociale. Chiunque è interessato a una reale tutela del diritto d’autore deve esigere che l’operato della Siae risponda ai criteri di efficienza, efficacia ed economicità che devono caratterizzare ogni pubblica amministrazione.
La battaglia per una gestione dei diritti di reprografia più giusta e trasparente merita di essere affrontata: anche per la credibilità della stessa Siae e della legge sul diritto d’autore.
Alessandro Milito
(direfarescrivere, anno XVII, n. 190, novembre 2021)