Anno XX, n. 225
novembre 2024
 
Questioni di editoria
Google Books: gran
progetto, ma il copy?
Coniugare le due esigenze.
La storia di uno strumento
di Mario Saccomanno
Google Books è uno degli strumenti più interessanti offerti dalla celebre azienda informatica statunitense. La nascita risale al 2004 e sin dagli esordi, essendo un motore di ricerca multilingua, ha presentato anche un’interfaccia italiana: Google Libri. Quest’ultima differisce da Google Books per l’estensione del dominio di primo livello (.it e non .com), ma il servizio offerto è di per sé identico, semplicemente nei risultati delle ricerche compiute si tende a dare maggior risalto ai testi italiani presenti. Un altro nome con cui popolarmente viene spesso indicato il motore di ricerca è “Google Ricerca Libri”. Questo aspetto scaturisce dal fatto che Google Books è stato conosciuto inizialmente come “Google Books Search”.

Il copyright da vivere come positività e non come ostacolo
Per chiarire gli aspetti caratteristici dello strumento è necessario sottolineare che avvalersi dei servizi offerti da Google Books significa arricchire a dismisura le possibilità dei propri campi di ricerca. Servendosene nel migliore dei modi è possibile infatti esaminare facilmente sia libri pubblicati da molto tempo e digitalizzati, sia testi che hanno visto la luce nell’ultimo periodo.
In Italia, attualmente, Google Books permette di consultare integralmente un testo quando il contenuto non è in alcun modo protetto da copyright. Ma non solo: il lettore ha a disposizione anche la possibilità di scaricare il libro, in modo da leggere offline le pagine che lo formano. Inoltre, non è raro imbattersi in casi in cui è possibile consultare parti anche consistenti di testi entrati in commercio da poco.
A ben vedere, proprio aspetti come quest’ultimo, intrecciandosi indissolubilmente alle leggi sul copyright, evidenziano numerosi limiti e zone d’ombra del progetto di Google Books. Nel tempo sono infatti sorte inevitabili controversie che continuano a lasciare strascichi e che ridimensionano sempre più quel sogno di una biblioteca universale, come si avrà modo di chiarire nel dettaglio. Di sicuro, molte realtà editoriali, nonché numerosi scrittori e scrittrici – indisposti a rendere gratuitamente consultabili i loro testi, in particolare quelli di ultima pubblicazione – continuano ancora oggi a mostrare risentimenti verso Google Books.
Inevitabilmente, il contesto italiano è stato strettamente connesso con quello americano, contrassegnato negli anni da numerose e articolate vicende giuridiche. Per questo motivo occorrerà passarle brevemente in rassegna così da comprendere nel migliore dei modi le numerose sfumature che occorre tenere in considerazione quando si analizzano temi inerenti a Google Books.

Una proposta per coniugare le esigenze
Per rendere più efficace la realtà di Google Books e coniugare il sogno di una biblioteca universale digitalizzata e i risentimenti delle realtà editoriali, potrebbe risultare opportuno utilizzare un sistema simile a quello in uso per le fotocopie – o più genericamente per tutto quanto è attinente alla reprografia – affinandolo e facendo in modo che ogni tassello funzioni nel migliore dei modi. Ricordiamo che la Legge 248/2000 indica il 15% come limite massimo per la riproduzione, per uso personale, di un volume o di un fascicolo di periodico. Tale limite potrebbe tranquillamente essere innalzato, a patto che agli autori e agli editori venga riconosciuto un diritto autoriale e che l’ente incaricato di incassare gli importi da Google Books per versarli ad autori ed editori non sia la Siae, che tanto sta mal gestendo la reprografia stessa (Cfr.: www.bottegaeditoriale.it/questionidieditoria.asp?id=208).
Per cercare di far fronte al problema del copyright che per Google Books sembra essere un ostacolo insormontabile, nel trovarsi dinanzi a un testo digitalizzato nella sua interezza, il lavoro degli editori e degli scrittori potrebbe essere maggiormente tutelato attraverso una percentuale spettante a chi ha effettivamente compiuto uno sforzo enorme per produrre l’opera e metterla in commercio. Si potrebbe, per esempio, cercare di porre fine alle continue rimostranze partendo con l’aggiunta di un conteggio relativo alle letture dell’opera in questione, e da lì stabilire un compenso agli autori dell’opera letta tramite l’utilizzo del servizio di Google.

Il sogno della creazione di una biblioteca universale
Google Books è una realtà ormai affermata. Del resto, per capire la portata e gli intenti del progetto è possibile ripercorrerne brevemente la storia. Nel farlo, si nota con facilità come, dopo il lancio avvenuto nel 2004, si sono stretti numerosi accordi in breve tempo con svariate biblioteche – sia pubbliche, sia universitarie – di fama riconosciuta. Così, ben 15 milioni di volumi sono stati digitalizzati con acribia in brevissimo tempo. Tutto questo ha portato da un lato una grande ammirazione nei riguardi del progetto Google Books, dall’altro ha dato il La a numerosi risentimenti che hanno avuto un’eco profonda in diversi contesti territoriali.
Di sicuro, a quasi vent’anni dalla nascita del progetto, le realtà che hanno deciso di mettere a disposizione i propri testi agli utenti che si affidano a questo strumento sono cresciute a perdita d’occhio, tanto che il catalogo è davvero sterminato. Anche numerose biblioteche sono coinvolte nel processo di digitalizzazione e hanno aderito con entusiasmo al progetto. Nel contesto italiano è da annoverare come, sin dalla fine del 2012, i primi volumi della Biblioteca nazionale centrale di Roma abbiano inaugurato la digitalizzazione del patrimonio libraio [1]. Nel giro di due anni, un milione di libri è diventato file digitale. L’intento è stato concretizzato in base alla collaborazione siglata nel marzo 2010 tra Google e il Ministero per i beni e le attività culturali (Mibac).
La cooperazione è stata definita da Nikesh Arora, allora Vicepresidente di Google, «un primo passo importante verso la realizzazione del sogno che ha guidato i fondatori di Google: la creazione di una biblioteca universale» [2]. A ben vedere, i libri resi fruibili digitalmente sono testi non protetti dal copyright e conservati nelle Biblioteche nazionali di Roma e Firenze. L’obiettivo è stato quello di digitalizzare i volumi «e di metterli in rete sia attraverso Google, sia attraverso la rete delle Biblioteche Pubbliche Italiane e da altri siti istituzionali della Pubblica Amministrazione», così che chiunque possa accedere ai contenuti dei testi in questione da ogni parte del mondo e sempre a titolo gratuito [3].
Le spese della digitalizzazione dei testi sono state interamente a carico di Google. Mario Resca, Direttore generale per la valorizzazione del patrimonio culturale dal 2009 al 2012, ha sottolineato l’importanza dell’accordo sia per la tutela e la conservazione di testi dal valore inestimabile, sia per la valorizzazione e la diffusione degli stessi nel mondo, rafforzando anche la divulgazione del patrimonio italiano non solo librario, ma culturale in senso ampio [4].

L’importanza della digitalizzazione del patrimonio culturale
Gli aspetti considerati fino a questo momento lasciano intuire come negli ultimi anni la digitalizzazione del patrimonio culturale sia diventata sempre più importante. Ovviamente, nell’analisi di questo tema, che presenta diverse sfumature, alcune delle quali davvero spinose, bisogna considerare il peso dell’evoluzione tecnologica che ha spinto sempre più verso la produzione e la conservazione dell’informazione su supporti digitali [5].
Soprattutto, bisogna considerare come la rivoluzione di Internet e del web abbia «ridotto drasticamente i costi di accesso e divulgazione dei contenuti» [6]. Di sicuro, è possibile affermare che sia la divulgazione, sia la conservazione di testi in formato elettronico rappresentino due delle sfide più significative dell’ultimo periodo. È in quest’ottica che bisogna intendere l’obiettivo di Google Books. Infatti, sin dai primi momenti, il compito dichiarato è stato quello di permettere a chiunque di consultare un numero enorme di libri in commercio, oltre che testi classici e antichi formando, almeno negli intenti, una sorta di biblioteca digitale universale. Eppure, proprio da questo proposito è nata tutta una serie di inconvenienti su cui occorre soffermarsi.

Le particolarità del contesto italiano
Analizzando in primo luogo il contesto italiano, si nota come molti editori si siano schierati sin da subito contro la prima versione dell’accordo tra Google Books e gli autori americani. È opportuno far notare che nel corso degli anni sono state apportate alcune modifiche anche molto importanti rispetto a quanto previsto dal primo accordo. Eppure, le revisioni mai hanno negato all’azienda statunitense la possibilità di digitalizzare un numero smisurato di testi in base al concetto di fair use, come si avrà modo di sottolineare in dettaglio. Anche per questo motivo, analoghe rimostranze sono state presentate alla Corte di New York da parte di associazioni tedesche, austriache e svizzere. Alcune obiezioni sono state accolte negli accordi intessuti successivamente, come ha avuto modo di sottolineare Marco Polillo, presidente dell’Associazione italiana editori (Aie) dal 2009 al 2015, che ha indirizzato le sue energie in particolare sulla richiesta di far valere per le opere europee «le normali regole del diritto d’autore e non quelle speciali introdotte dal Settlement» [7].

Violazione delle norme in tema di diritto d’autore
Da quanto affermato finora, risulta chiaro come Google Libri sia stato visto fin dall’inizio o come un enorme beneficio pubblico, o come una violazione dei diritti d’autore. Le ragioni dei numerosi no nei riguardi di Google Books si sono sempre basate sul consentire la digitalizzazione a Google di opere anche fuori commercio, oltre che su testi di recente pubblicazione. Questo aspetto è spesso stato visto come una violazione della Convenzione di Berna sul diritto d’autore. In Italia, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) ha dichiarato che «la scannerizzazione dei libri presenti su Google Books possa costituire violazione del diritto d’autore» [8].
In base all’art. 25 della Legge n. 633/1941, i diritti di utilizzazione economica durano per tutta la vita dell’autore e fino a 70 anni dopo la sua morte. Decorso il periodo, l’opera diventa di pubblico dominio e può essere liberamente utilizzabile senza autorizzazione o compensi dovuti al diritto d’autore. La Legge citata permette il riassunto, la citazione o la riproduzione di parti di un’opera al pubblico [9]. Questo contesto differisce enormemente rispetto a quello americano, quindi in Italia sussiste la violazione delle norme in tema di diritto d’autore. Di conseguenza, ci si trova a fare i conti con un illecito qualora l’opera venga digitalizzata per intero.

Il tema spinoso dei diritti
Risulta ormai evidente come il progetto di una biblioteca universale abbia dovuto fare i conti sin dai primi momenti con numerose controversie. Il filo rosso delle discordie che ancora oggi accompagnano questa realtà è il fatto di vedere nell’utilizzo massiccio dello strumento una sorta di garanzia da parte di Google sui diritti di un numero enorme di libri. Di conseguenza, l’accusa è spesso quella di avere un vantaggio smisurato nei riguardi della concorrenza. In questa direzione sono da leggere le prime proposte di accordo tra Google e alcuni editori statunitensi – in precedenza solo accennate – che sono state rigettate dal giudice Denny Chin che, così facendo, ha rivoluzionato «completamente il quadro relativo alla digitalizzazione di pubblicazioni cartacee della quale Google si è fatta da tempo promotrice» [10].
Per caratterizzare ancora di più le parti in causa, è opportuno riportare quanto ha riferito Hilary Ware, manager di Google: «Come molti altri, riteniamo che l'accordo abbia il potenziale di aprire l'accesso a milioni di testi che sono realmente difficili da trovare, oggi, nelle librerie degli Stati Uniti. Indipendentemente da quanto appena emerso, continueremo a lavorare per rendere consultabili online un sempre maggior numero di libri attraverso Google Books e Google eBooks» [11].
Sono state ben 27 le parti che hanno avanzato una richiesta di udienza. Cinque di esse, tra cui Sony e la Federazione nazionale pro ciechi, sono state propense all’accordo tra Google e gli editori statunitensi. Al contrario, realtà quali Amazon, Microsoft o Open Book Alliance hanno manifestato l’intenzione di schierarsi contro ogni forma di patteggiamento. Risulta indispensabile far riferimento a quanto stabilito: «L’intesa accorda a Google [la possibilità] di effettuare liberamente una scansione di quei testi che sono sì coperti da copyright ma che non vengono più stampati. Il colosso di Mountain View avrebbe poi l’obbligo di istituire uno speciale registro recante l'elenco dei libri oggetto di digitalizzazione e notificare agli autori dei vari testi il riutilizzo delle loro opere. Mettendo a disposizione dei lettori, online, una versione elettronica di quegli stessi testi, Google si è impegnata a versare agli autori una parte dei profitti pur restando degli aventi titolo il diritto di rifiutare ulteriori diffusioni online dei propri lavori» [12].

Il concetto di fair use
Contro Google Books si è schierata anche l’American society of media photographers (Asmp) che ha contestato la scansione e la pubblicazione online di opere protette dal diritto d’autore, pubblicate senza il consenso degli aventi titolo. La denuncia ricalca quanto espresso nel 2005 dalle associazioni degli autori e degli editori statunitensi, ma in questo caso l’attenzione è stata posta sul materiale fotografico pubblicato da Google Books [13]. In definitiva, la sentenza d’appello del 2015 ha affermato che Google Books non è affatto un servizio illegale e che «la scansione dei testi altrui posta in essere dalla società di Mountain View è assolutamente legittima» [14]. Il servizio Google Books, secondo quanto sentenziato dai giudici, aderisce perfettamente al concetto di fair use, una disposizione legislativa che regolamenta l’utilizzo del materiale protetto da copyright per scopi divulgativi, senza che si debba chiedere alcuna autorizzazione scritta nei riguardi di chi possiede i diritti. La vittoria di Google Books è stata a tutti gli effetti schiacciante.

L’ostacolo del copyright
Sarà ormai ben chiaro che quando si parla di Google Books ci si riferisce a una enorme biblioteca elettronica che offre svariate possibilità per chi si trova a compiere ricerche su un determinato argomento. Eppure, come emerge dalle rimostranze di editori e associazioni finora passate brevemente in rassegna, si ha a che fare con un grande controllo di informazioni che viene affidato alle mani di un’unica azienda. Tuttavia, tracciando le caratteristiche peculiari offerte da Google Books, è opportuno segnalare come sia stato prontamente notato che «molti dei libri resi disponibili da Google sono saggi e fuori catalogo» [15]. Inoltre, lo strumento non mostra alcun annuncio pubblicitario e presenta sempre i link di rimando ai maggiori rivenditori online, dai quali è possibile acquistare i libri che si stanno consultando. In merito, è opportuno considerare che Google non riceve alcuna percentuale nel momento in cui l’utente in questione dovesse acquistare la copia dei libri a cui è stato indirizzato tramite Google Books.
Nonostante queste premesse, Google Libri è stato sovente considerato una sorta di fallimento. In primo luogo, è stato osservato che il web spesso non è ancora considerato dalla maggior parte degli utenti un ambiente ideale per lo sviluppo della cultura [16]. Eppure, ci sono aspetti ancora più importanti da considerare, come il fatto che la qualità di Google Books è stata molte volte messa in discussione, al punto da domandarsi se valesse veramente la pena affrontare le controversie, alcune delle quali soltanto accennate in questo contesto. Infatti, l’idea originaria che vedeva il progetto finalizzato alla realizzazione di una biblioteca universale «è di fatto venuta meno dal momento che la maggior parte dei libri rimane inaccessibile nel suo contenuto» [17]. Per i problemi legati al copyright, molte volte si hanno dinanzi brevissimi estratti di poche righe che non aiutano più di tanto la ricerca. Inoltre, non è raro riscontrare come il testo che si sta consultando non risulti disponibile per l’acquisto in alcun modo, sia in forma cartacea, sia elettronica.
Da qui, l’attenzione si è spesso spostata su quale miglior conduzione avrebbe potuto avere il progetto. I dubbi possono riassumersi con questo interrogativo: «Era veramente Google il soggetto giusto per questo progetto vitale per lo sviluppo umano?» [18]. Ovviamente, le mancanze di Google sono dovute, come già avuto modo di far notare, al copyright. Di sicuro, il progetto è stato sin dall’inizio molto ambizioso. I ritmi di aggiunta di nuovi volumi alla biblioteca sono stati più lenti negli ultimi anni [19]. Infatti, dopo il picco del 2010-2011 «sono oggi molti meno i “Googler” che lavorano alla scansione di libri» [20].

Aggiornamenti costanti e fitto catalogo
Dato il catalogo già enorme di cui dispone Google Books, l’occupazione ricorrente è diventata sempre più quella di eliminare i doppioni. Inoltre, sono tante le istituzioni che hanno creato autonomamente un proprio archivio digitale e che non hanno sentito la necessità di condividerlo con Google [21].
Queste riserve nei riguardi del progetto Google Books cercano di essere risolte tramite aggiornamenti costanti che rendono lo strumento ancora più fruibile e facilmente esplorabile. Fra questi ha particolare importanza l’aggiornamento per la celebrazione dei primi 15 anni online. Da quel momento è stato possibile accedere alle descrizioni, alle biografie degli autori e anche alle bibliografie con molta più facilità. In questo modo, chi compie una ricerca su Google Libri oggi può citare in modo corretto e con più facilità i testi che vengono impiegati per lo studio personale e per le ricerche che si stanno compiendo. Con le nuove modifiche, come il motore di ricerca che si trova all’interno di Google Books riporta in modo rapido al passaggio di testo in questione, precisando sia la pagina, sia il paragrafo [22].
Al di là delle difficoltà che si incontrano per realizzare concretamente il progetto di una biblioteca universale, è opportuno far notare comunque che al momento della celebrazione dei suoi primi 15 anni online, Google Books vantava un catalogo di ben oltre 40 milioni di libri in 400 lingue. In base a quanto affermato fino a questo momento e al di là dei testi gratuiti a cui è possibile accedere nella loro totalità, è bene considerare Google Books come un ottimo strumento che offre «informazioni sui libri disponibili nel catalogo e consente di cercare frasi chiave o estratti all’interno di essi mostrando da dove provengono, precisando fino al numero di pagina e al paragrafo in cui la frase o estratto si trova» [23].

La necessità di compiere ulteriori passi
Google Books si è rivolta sempre più alle biblioteche, e ha formato un catalogo enorme. Ciò che ha reso il progetto di Google Books meno appetibile negli ultimi anni è l’inaccessibilità di un numero consistente di titoli, se non per piccoli stralci di essi. Di conseguenza, «Google Libri sembra intrappolato in un limbo» [24] da cui diventa davvero difficile uscire.
In merito alle Biblioteche nazionali digitalizzate risulta opportuno citare il caso della Francia. Come già accennato, Google ha offerto un servizio in grado di cercare parole chiave in miliardi di pagine. Per questo motivo Gallica, la versione online della Biblioteca nazionale di Francia, ha avviato autonomamente nel corso degli anni una digitalizzazione massiccia di milioni di pagine. Come ha affermato il professore Jean-Noël Jeanneney, la contromossa francese si basa sul «rischio di una dominazione schiacciante dell’America nella formazione dell’idea che le prossime generazioni si faranno del mondo. L’Europa deve contrattaccare» [25]. Il caso francese può essere preso come esempio di svariati contesti che hanno deciso di agire autonomamente nella digitalizzazione dei testi.

L’utilizzo di Google Books
Non resta che offrire alcune informazioni necessarie all’utilizzo di Google Books, servizio che ogni utente può utilizzare sia su computer, sia su smartphone o tablet. Riassumendo: è possibile consultare il contenuto completo dei libri che non sono protetti da copyright; inoltre, si possono scaricare i testi in vari formati (come Pdf ed Epub) in modo da visualizzarli con qualsiasi eBook reader, anche quando si è offline. Attraverso la creazione di un proprio account, è possibile creare una libreria personale in cui aggiungere, di volta in volta, tutti i libri utili alle proprie ricerche. I testi possono essere cercati sia per titolo, sia per autore. Google Books permette di agire su un menù a tendina attraverso cui filtrare ogni ricerca e verificare i prezzi del libro in questione sui maggiori store. Inoltre, selezionando la voce gratis sarà possibile ottenere l’elenco dei testi che presentano le parole chiave digitate che si possono scaricare gratuitamente. Quando si consultano testi esenti da copyright è possibile sfogliarli, evidenziarli e copiarne i contenuti, oltre che aggiungere note personali. Al contrario, per i libri soggetti a diritto d’autore non è consentita l’opzione copia-incolla del testo [26].

Mario Saccomanno

[1] www.bncrm.beniculturali.it/it/325/archivio-ne]]ws/775/progetto-google-books.

[2] Giulia Belardelli, Accordo Google-MiBAC. Un milione di libri online, www.repubblica.it/tecnologia/2010/03/10/news/google_books_accordo_ministero-2583000/.

[3] Osvaldo Avallone, Il Progetto Google books: la prima grande esperienza di accesso diretto al patrimonio bibliografico nazionale, digitalia.sbn.it/article/view/716.

[4] Michela Stentella, Un milione di libri dalle biblioteche al web: siglato accordo tra MIBAC e Google, www.forumpa.it/temi-verticali/cultura-turismo/un-milione-di-libri-dalle-biblioteche-al-web-siglato-accordo-tra-mibac-e-google/.

[5] In merito Cfr. Fabio Ciotti e Gino Roncaglia,Il mondo digitale, Introduzione ai nuovi media (Laterza, Roma-Bari, passim) in cui è possibile leggere temi riguardanti, per esempio, l’utilizzo dei computer, degli ipertesti, della realtà virtuale, delle nuove tecnologie inerenti la didattica.

[6] Enrico Bertacchini, La digitalizzazione del Patrimonio Librario Italiano. L'accordo Google-MiBAC, www.tafterjournal.it/2010/10/01/la-digitalizzazione-del-patrimonio-librario-italiano-l%E2%80%99accordo-google-mibac/.

[7] Redazione, Gli editori italiani contro l'accordo tra Google Books e autori americani, www.corriere.it/cultura/10_gennaio_29/editori_accordo_google_books_29a3e58e-0cc2-11df-a99f-00144f02aabe.shtml.

[8] Fulvio Sarzana, Google Libri, un beneficio pubblico o una violazione del diritto d'autore?, www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/26/google-libri-un-beneficio-pubblico-o-una-violazione-del-diritto-dautore/2161669/. Sulle sentenze e sulle vicende legate ai diritti si veda anche: http://eprints.rclis.org/13046/.

[9] Su questa differenza si veda Enrica Maio, Perché la vittoria di Google Books sul copyright sarebbe impossibile in Italia, www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/perche-la-vittoria-di-google-books-sul-copyright-sarebbe-impossibile-in-italia/.

[10] Michele Nasi, GOogle Books: l'accordo con gli editori non s'ha da fare, www.ilsoftware.it/articoli.asp?tag=Google-Books-l-accordo-con-gli-editori-non-s-ha-da-fare_7181.

[11] Ibidem.

[12] Michele Nasi, Patteggiamento Google-editori: il giudice rinvia la sentenza, www.ilsoftware.it/articoli.asp?tag=Patteggiamento-Google-editori-il-giudice-rinvia-la-sentenza_5963.

[13] Michele Nasi, I fotografi statunitensi contestano Google Books, www.ilsoftware.it/articoli.asp?tag=I-fotografi-statunitensi-contestano-Google-Books_6117.

[14] Michele Nasi, Google Books è legale, nuova vittoria per il colosso USA, www.ilsoftware.it/articoli.asp?tag=Google-Books-e-legale-nuova-vittoria-per-il-colosso-USA_12902. In merito si veda pure Michele Nasi, Google trionfa: Books non è un servizio "fuorilegge", www.ilsoftware.it/articoli.asp?tag=Google-trionfa-Books-non-e-un-servizio-fuorilegge_10430.

[15] La Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato ragione a Google Libri, www.ilpost.it/2016/04/19/corte-suprema-google-libri-authors-guild/.

[16] goWare, Google Libri è un fallimento? Tutta colpa del copyright, www.firstonline.info/google-libri-e-un-fallimento-tutta-colpa-del-copyright/.

[17] Ibidem.

[18] Ibidem.

[19] Scott Rosenberg, How Google Book Search Got Lost, www.wired.com/2017/04/how-google-book-search-got-lost/?mbid=social_cp_fb_tny.

[20] Valentina Pudano, Google Libri, a 15 anni dal lancio un programma destinato al fallimento, www.cultora.it/google-libri-15-anni-dal-lancio-un-programma-destinato-al-fallimento/.

[21] Anche su Google Books è possibile leggere la storia del servizio. Si nota come negli ultimi anni gli eventi riportati siano sicuramente in numero inferiore rispetto a quelli che hanno contraddistinto i primi anni: books.google.it/intl/it/googlebooks/history.html.

[22] Cristiano Ghidotti, Google Libri compie 15 anni e si rinnova, www.punto-informatico.it/nuovo-google-libri/.

[23] Redazione, Google Libri compie 15 anni e si rinnova, www.pianetacellulare.it/Articoli/Google/49842_Google-Libri-compie-15-anni-e-si-rinnova.php.

[24] Valentina Pudano, Google Libri, a 15 anni dal lancio un programma destinato al fallimento, www.cultora.it/google-libri-15-anni-dal-lancio-un-programma-destinato-al-fallimento/.

[25] Parigi vs Google: Sapere on line? Imperialismo, www.corriere.it/Primo_Piano/Scienze_e_Tecnologie/2005/02_Febbraio/19/google.shtml.

[26] Su questo indirizzo sono segnati dettagliatamente tutti i passaggi da compiere affinché si possa leggere comodamente, anche offline, i testi classici che risultano disponibili gratuitamente su Google Books: Massimiliano Monti,Ebook gratis, Google Books è un'ottima risorsa, newsmondo.it/ebook-gratis-google-books/tech/. Altri articoli che spiegano i modi per consultare i testi e scaricare quelli privi di copyright sono Come scaricare i libri da Google Libri, www.tecnobabele.com/come-scaricare-libri-da-google-libri/2019-10-16/ e Salvatore Aranzulla, Come scaricare libri da Google Books gratis, www.aranzulla.it/come-scaricare-libri-da-google-books-gratis-1046195.html .

(direfarescrivere, anno XVII, n. 185, giugno 2021)
 
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