Puntuale come ogni anno si è svolta, dal 5 al 9 dicembre, Più Libri Più Liberi, la fiera nazionale dedicata alla piccola e media editoria. La manifestazione, arrivata alla diciassettesima edizione, è l’appuntamento dell’inverno al quale nessuno dovrebbe mancare: come potevamo farlo noi, da sempre fedeli alla kermesse romana?
Cercheremo così di redigere una breve testimonianza della nostra esperienza in fiera, con la speranza e il proposito – per iniziare al meglio il nuovo anno – di rendere fisso questo appuntamento cartaceo… con lo scopo di creare una tradizione da qualche parte si dovrà pur iniziare!
Lo spazio espositivo
Anche quest’anno ci siamo ritrovati al Roma Convention Center, per i più La Nuvola, che si è trasformata nella nostra seconda casa in quei giorni di attivissimo fervore culturale (oltre che di fila!): una location che si rivela ancora una volta uno spazio vincente, sia per l’ambiente più ampio sia per il richiamo quasi mistico della particolare struttura di Fuksas che dà il nome alla struttura, che certamente incuriosisce e attrae, «valendo bene» un ingresso.
Inoltre, l’inaugurazione e il rodaggio dell’anno passato hanno permesso agli organizzatori di presentare per questa edizione una bella novità: un polo business e professionale – sede di incontri tra editori (anche stranieri) aziende e professionisti del settore – cresciuto nelle dimensioni e per questo riallocato sul Piano Forum del centro congressi, dando così una valorizzazione necessaria al dialogo e allo scambio.
Non ha avuto la stessa fortuna la Sala Aldus, dedicata ad ospitare gli incontri del programma professionale. La materia degli eventi di per sé, aperta ai temi fondamentali della distribuzione e della visibilità, era senza alcun dubbio interessante e attuale ma a penalizzarla è stata la grandezza della sala stessa che, con soli quaranta posti, non era in grado di contenere le molte persone interessate a parteciparvi. Si spera che, per l’anno a venire, sia possibile una nuova collocazione anche per quest’area, importante al pari delle presentazioni.
Alcuni incontri
Il tema su cui la fiera ha deciso di concentrarsi in questa edizione è «Per un nuovo umanesimo», che dimostra forza e attenzione per ciò che sta accadendo nel mondo in questi ultimi mesi, tra conflitti irrisolvibili, diseguaglianza economica e sociali e tanta instabilità generale.
Per scongiurare il rischio di essere travolti dall’ineluttabilità degli eventi senza possibilità di riemersione, si è sentita la necessità di mettere al centro l’essere umano in quanto tale, con i suoi diritti e la sua dignità: si riafferma quindi il concetto latino di humanitas che dovrebbe implicare soprattutto un profondo senso di solidarietà tra le persone, consapevoli di un principio inalienabile ridicolmente ovvio da rimarcare ma che, con i tempi che corrono, non è poi così scontato: siamo tutti uguali, appartenenti al genere umano.
Un filo rosso che, in tutte le sue accezioni, unisce i vari eventi: tra i molti, moltissimi ospiti ritroviamo innanzi tutto Mimmo Lucano, sindaco di Riace che, in un incontro dedicato al tema dell’accoglienza, accompagnato dai giornalisti Alessia Candito e Francesco Merlo, ha raccontato la sua recentissima vicenda personale: un dialogo che è diventato anche occasione per una presentazione sui generis del libro Mimì Capatosta. Mimmo Lucano e il modello Riace scritto da Tiziana Barillà ed edito da Fandango. Ma evidenziamo anche Ilaria Cucchi in occasione della presentazione del graphic novel dedicato alla tragica vicenda del fratello (di cui ha curato la Prefazione) scritto da Emanuele Bissattini e Floriana Bulfon, illustrato da Domenico Esposito e Claudia Giuliani per l’editore Round Robin.
Con un tema del genere, molti sono stati gli incontri nell’ambito della storia, della filosofia e della letteratura: esempio principe quello su Dante Alighieri e la sua Divina Commedia, qui onorata nell’edizione curata dal celebre Enrico Malato, in un dialogo tra il filosofo Massimo Cacciari e il professor Andrea Mazzucchi, esperto del “sommo poeta”, accompagnati dalle letture a tema dell’attore e doppiatore Massimo Popolizio.
Passando da un caposaldo a un altro sono stati assolutamente interessanti (e molto divertenti) i discorsi di Gabriele Sabatini con Maurizio Ceccato, Marco Filoni e Giovanni Nucci scaturiti dalla doppia presentazione di Visto si stampi – scritto dallo stesso Sabatini – e di Editori vicini e lontani di Cesare De Michelis; un’occasione per rendere omaggio alla memoria dello stesso De Michelis, scomparso lo scorso agosto, e per riflettere, con un occhio più smaliziato ma sempre rispettoso, su quegli editori del passato che, nonostante sembrino passare in secondo piano, nascosti tra le righe del colophon, sono risultati fondamentali per la pubblicazione di un libro e per il conseguente successo.
I Bottegai in fiera
Con una cronaca del genere potrebbe sembrare che, noi di Bottega editoriale, abbiamo vissuto questa manifestazione solo da turisti: tranquillizzatevi, cari lettori, siamo stati ligi al nostro dovere anche quest’anno.
Infatti ci siamo dedicati ad una cospicua opera di Rappresentanza per conto di alcuni nostri autori, vecchi e nuovi, per i loro dattiloscritti inediti: chissà che non si parli di uno (o più) di questi nell’Anno Domini 2019!
Maria Chiara Paone
(direfarescrivere, anno XV, n. 156, gennaio 2019)
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