Alzare la propria voce insieme
contro la grande editoria
di Luigi Innocente
L’immagine dell’esile, e apparentemente indifeso, Davide, che riesce a sconfiggere il gigante Golia, ha da sempre affascinato, nell’antichità come nella modernità. L’idea che tutto sia possibile, che la forza fisica di per sé non si riveli sempre decisiva, che il coraggio e la determinazione rappresentino le vere armi dell’uomo sono solo alcuni degli insegnamenti della sopracitata leggenda.
Una cosa è certa, c’è sempre un “Golia” di cui sbarazzarsi, o quantomeno da affrontare se si vuole avere successo o far valere i propri diritti. È così da sempre, il mondo è storicamente suddiviso tra chi ha in mano il gioco e tra chi lo subisce.
Il mondo dell’editoria non è un’eccezione, purtroppo, a riguardo. È stimato che i maggiori gruppi editoriali (parliamo di tre o quattro grosse aziende) da soli riescono a occupare più del sessanta per cento di tutto il mercato editoriale, monopolizzando lo stesso, a discapito di chi con abnegazione, passione e tanto, anche troppo, impegno si impegna quotidianamente a “dare voce” a chi desidera pubblicare un libro.
Una situazione paradossale che rischia di “tagliare le gambe” alla stragrande maggioranza delle case editrici italiane, che tutte insieme incidono poco più del 30 per cento sul mercato.
Cosa fare? Bisogna arrendersi di fronte alla forza di Golia o tirare fuori la spada e combattere? La casa editrice romana Nepha optato per la seconda scelta, avviando una campagna di crowdfunding, attiva da poco più di un mese e che si prolungheràancora per quasi un anno. Un progetto che può essere sostenuto da chiunque, con un piccolo contributo economico, direttamente dal portale dedicato: www.produzionidalbasso.com/project/nep-vs-golia/.
La speranza è che possa dare vita a un circolo virtuoso e che la Nep non venga lasciata sola nella sua battaglia.
Senza paura
Milioni di persone, italiane e straniere, ogni anno decidono di passare qualche giornata in mezzo ai libri, partecipando alle fiere, in primis quelle di Torino e Roma, entrando a contatto anche con autori e case editrici. Non tutto, però, risulta essere “rose e fiori”. Ciò che ha spinto la Nep ha lanciare l’allarme è stato proprio lo status di “trascuratezza” in cui sono trovate le medie e piccole case editrici all’ultima fiera di Torino di maggio 2018. Costi aumentati del 10 per cento, enormi spazi concessi ai grandi gruppi editoriali, con conseguente oscuramento di tutti gli altri, hanno inevitabilmente irritato chi non ha potuto godere dei medesimiprivilegi.
Scopo essenziale della campagna lanciata dalla casa editrice romana è proprio quello di avere maggiori opportunità, e meno vincoli, al fine di presenziare al maggior numero di eventi senza limiti di scelta, e possibilmente con spazi dignitosi, utili a presentare al pubblico le proprie offerte editoriali e i propri autori.
Unica, e solita, barriera è rappresentata dalle capacità economiche, necessarie per realizzare i suddetti obiettivi. La tenacia e la voglia di provarci fino in fondo è il motivo che ha spinto la Nep a ovviare anche a questa situazione, dando vita a questa campagna di finanziamento collettivo, appellandosi alle altre case editrici medio-piccole, agli aspiranti autori o ai semplici lettori. Per dirla con le parole della stessa Nep «ogni piccolo gesto permette di avvicinarci un passo in più verso Golia».
E tu da che parte stai?
Il mondo è pieno di aspiranti scrittori. Chiunque, al netto di smentite di facciata, desidererebbe veder pubblicate le proprie idee, i propri pensieri e le proprie esperienze, e possibilmente con le maggiori case editrici. Non tutti sanno,però, che quest’ultime non hanno lo stesso interesse, dal momento che, a torto o a ragione, si affidano sempre e solo ad autori affermati.
Allora come fare? Come cercare di convincere i “colossi” a prendere in considerazione opere dei “signor nessuno”? La risposta è semplice: non c’è (quasi) nessuna speranza di riuscire in tale intento, per lo meno per gli scrittori esordienti.
Un interrogativo del genere implica indirettamente una seconda risposta: ecco a cosa servono le medie o piccole case editrici. Sono loro che abbracciano i giovani autori, rappresentando un punto di riferimento fisso, offrendo sogni e opportunità; sono loro che concedono quel punto di partenza che magari, chissà, porterà lontano.
Meno soldi ma stesso, anzi molto più, sudore rispetto ai giganti dell’editoria.
Nel momento in cui pubblichiamo questo articolo, la campagna di crowdfunding può definirsi appena cominciata, ma ha già ricevuto un po’ di sostegno (e si spera possa aumentare nei prossimi mesi) soprattutto da parte degli autori stessi, come racconta anche il direttore editoriale della casa editrice Milena Palumbo: «una sfida nata proprio dopo una chiacchierata con i nostri autori, compagni di viaggio con in quali cerchiamo di crescere ed espanderci sempre più, nonostante le mille difficoltà, dovute soprattutto all’assenza di risorse. Ecco il perché della nostra campagna».
La sfida lanciata da Nep non è solo quella delle piccole aziende editoriali, chiunque nutra dei sogni ha il dovere di sposare questa causa, poiché “Davide” non può soccombere di fronte a “Golia” senza nemmeno aver provato a ostacolarlo.