Dal 26 al 29 marzo si è svolta, come di consueto, la Bologna Children’s Book Fair. Da oltre cinquant’anni l’evento è occasione di incontro tra editori, autori, illustratori, agenti letterari, docenti, distributori e traduttori che si occupano di editoria per l’infanzia. La fiera è aperta solo agli addetti ai lavori, i quali hanno la possibilità di costruire nuove reti di contatti. Ѐ inoltre un’opportunità per interrogarsi e riflettere sulle novità e le trasformazioni di un settore editoriale decisamente in crescita.
Come si legge sul sito dell’Associazione Italiana Editori: nel 2016 il 53,3% dei bambini dai 2 ai 5 anni ha letto, colorato, sfogliato libri o albi colorati al di fuori della scuola ogni giorno; il 44,2% dei bambini dai 6 ai 10 anni ha letto almeno un libro non scolastico . L’adesione alla manifestazione di quest’anno è stata sintomatica della costante innovazione che investe il lavoro di chi si occupa di contenuti per l’infanzia. Più di 1.300 espositori, più di 70 i paesi di provenienza e circa 25.000 i professionisti che hanno partecipato a questo laboratorio culturale. L’incontro è avvenuto presso la sede di BolognaFiere in piazza della Costituzione a Bologna.
Migliaia di stand hanno preso posto nei sei padiglioni allestiti per l’evento. Tre Café ricchi di eventi, presentazioni di libri e conferenze, diverse mostre di illustratori e numerosi workshop hanno costituito l’anima della fiera. Nuovi interrogativi hanno stimolato dibattiti sul mondo dei libri per i più piccoli. Paese ospite d’onore è stata la Cina, la cui vivace produzione editoriale per bambini e ragazzi ha invaso la già colorata atmosfera della fiera. Novità, idee e proposte da tutto il mondo hanno trovato terreno fertile in termini di scambio e condivisione.
Le novità del digitale applicate all’editoria per l’infanzia
Il Digital café ha ospitato una serie di eventi pensati per approfondire la tematica del digitale all’interno dell’editoria per l’infanzia. Martedì 27 marzo si è tenuto un incontro con Naomi Budde, un’illustratrice tedesca che l’anno scorso ha trasformato un libro per bambini, Eins, Zwei, Drei, Tier, in un’app. Il programma è appositamente immaginato per rendere interattivo il rapporto tra un giovane pubblico e un prodotto culturale che parte dall’idea del libro e si apre alle novità del digitale. La commistione tra l’elemento pedagogico e l’atmosfera ludica, secondo l’autrice, permette di veicolare alcuni contenuti al piccolo fruitore, che da passivo diventa attivo a tutti gli effetti.
Nella stessa giornata, si è poi riflettuto sul concetto di modern storytelling insieme ad alcuni editori inglesi. Si è svolto quindi un confronto sulle possibilità innovative che la tecnologia mette a disposizione per comunicare con un pubblico di bambini e ragazzi. Potrebbe esserci, infatti, l’opportunità di migliorare l’interazione con un destinatario da molti definito “nativo digitale”.
Il 28 marzo si è tenuto invece un incontro sulla “realtà aumentata”: Warren Buckleitner, ricercatore in materia di educazione, specializzato in progettazione di media interattivi, ha discusso i nuovi sviluppi del settore con esperti di tecnologia.
The illustrator survival corner: la fiera degli illustratori
Ampio spazio è stato dedicato agli illustratori, a partire dal “The illustrator survival corner”, l’angolo creato nel 2017 per lo scambio di informazioni tra professionisti. Esperti provenienti da tutto il mondo ravvivano questa importante officina culturale, che favorisce la nascita di nuovi rapporti di lavoro e apre al confronto.
Non di minore importanza il Premio internazionale di illustrazione “Bologna Children’s Book Fair – Fundación SM e all’Ars in Fabula – Grant Award”. All’assegnazione di questo riconoscimento vengono candidati i partecipanti under 35 alla Mostra Illustratori. Quest’ultima è un’occasione privilegiata per i giovani operatori del settore per farsi conoscere e mettersi alla prova. Anche quest’anno un illustratore scelto tra i partecipanti verrà selezionato per creare l’immagine che andrà a rappresentare la prossima edizione della Bologna Children’s Book Fair.
Ampie pareti sono state messe a disposizione dei partecipanti alla fiera per trasformarsi nei giorni successivi nel cosiddetto “Muro degli illustratori”. Chiunque ha potuto affiggere le proprie creazioni dando vita a uno spettacolo in work in progress.
Cina Paese Ospite
Un intero padiglione è stato dedicato alla Cina. Lì è stato possibile conoscere i numerosi aspetti della produzione editoriale di questo Paese, che offre una grande varietà di contenuti che possono, e devono, fondersi nelle menti del pubblico infantile del resto del mondo. Un’industria culturale, quella cinese, che negli ultimi anni ha subito un rapido sviluppo.
Il disegno del logo raffigura una bambina che legge insieme a un panda, appoggiati l’uno sulla spalla dell’altro. L’idea è quella di promuovere l’amicizia e la collaborazione a livello internazionale. Il concetto di “sogno”, evocato dalla parola dream all’interno del logo, rappresenta l’aspirazione della Cina: l’impegno, il desiderio e l’ambizione di costruire un futuro migliore per bambini e ragazzi negli anni a venire.
Mariateresa Antonaci
(direfarescrivere, anno XIV, n. 148, maggio 2018)
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