L’interrogazione parlamentare
da parte del senatore Morra
di Bottega editoriale
La Siae, efficientissima a scovare i ragazzetti che strimpellano qualche nota musicale senza averle pagato i diritti, batte invece la fiacca quando tali diritti deve pagarli.
Relativamente ai diritti sulle fotocopie dei libri, in particolare, non li paga a personaggi arcinoti quali Gian Antonio Stella, Roberto Saviano, Eugenio Scalfari, Gad Lerner, Gianni Vattimo, Fabio Volo eccetera, eccetera ecceterissima. Già il mese scorso siamo intervenuti sull’argomento (www.bottegaeditoriale.it/questionidieditoria.asp?id=171) spiegando che ciò avviene perché la Siae dice che sono persone a lei sconosciute. Incredibile ma vero! E non sono i soli nomi arcinoti ad essere sconosciuti alla Siae: nel lunghissimo elenco di migliaia di autori di tutti i tipi e di tutti i generi riscontriamo anche gli ex presidenti del Consiglio Enrico Letta e Matteo Renzi!!!
Con questo simpatico marchingegno di far finta di non sapere chi siano tali persone, la Siae trattiene i loro soldi e, dopo 5 anni, se li incamera.
Su questo scandaloso stato di cose il Movimento 5 stelle ha presentato, primo firmatario il senatore Nicola Morra, un’interrogazione parlamentare al ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini.
L’interrogazione parte dalla pubblica denuncia effettuata dal direttore Fulvio Mazza. La riportiamo integralmente.
Bottega editoriale
Interrogazione a risposta scritta
MORRA - Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo
Premesso che:
notizie di stampa riportano, in seguito a una denuncia dell’Agenzia letteraria Bottega editoriale, che la Siae (Società italiana degli autori ed editori) incassa i soldi dei diritti per la fotocopiatura dei libri, com'è suo dovere, ma in molti casi sembra che non trasferisca il dovuto agli autori (4 ottobre 2017, Adnkronos);
in particolare la Siae, nella misura massima del 15%, percepisce i diritti sulle fotocopie dei libri (la cosiddetta reprografia) che i cittadini interessati effettuano presso le normali copisterie italiane. Si tratta dell’applicazione della legge n. 633 del 1941, così come modificata dalla legge n. 248 del 2000;
tali diritti andrebbero suddivisi fra la Siae stessa (come compenso per il lavoro svolto), gli editori e gli autori. Al contrario, mentre la parte di spettanza della Siae viene subito incamerata dalla medesima, quella per gli editori viene erogata con maggior lentezza e complicazioni. Gli unici a incassare subito sono gli editori iscritti alla Siae stessa e all’Aie (Associazione italiana editori);
il problema sorge per gli autori in quanto quelli che liberamente hanno scelto di iscriversi alla Siae percepiscono i diritti con una certa sollecitudine, mentre quelli che hanno deciso di non aderire alla Società li riscuotono con grandi complicazioni o, spesso, non li ricevono affatto. Stando a quando dichiarato dalla Società, il motivo della mancata percezione sarebbe dovuto al fatto che la Siae non riesce a reperire gli autori, anche quando si tratta di persone arcinote come il fondatore de "la Repubblica" Eugenio Scalfari, gli scrittori Roberto Saviano e Fabio Volo, i giornalisti Gian Antonio Stella e Gad Lerner, i filosofi Dario Antiseri e Gianni Vattimo, il rettore dell’Università "La Sapienza" Eugenio Gaudio, i due ex presidenti del Consiglio Enrico Letta e Matteo Renzi. E così per altre centinaia e centinaia di autori, certamente meno noti mediaticamente, ma non irreperibili;
"In molti casi - afferma all'AdnKronos - il direttore dell’agenzia letteraria Bottega Editoriale, Fulvio Mazza - la Siae non prova neanche trovarli. Per cercarli si rivolge a varie strutture, una volta si è rivolta anche a noi. Ma l'impressione che ho avuto è che speri che le aziende cui si affida non trovino tante persone". Prosegue il direttore: "Se ne trovassero tante [...] la Siae sarebbe costretta a pagare". Al contrario, "se non le trova trattiene i soldi" e li incamera dopo 5 anni di vane ricerche (Adnkronos, 4 ottobre 2017);
nella pratica la Siae si limita a pubblicare, in una complicatissima e irrintracciabile pagina del suo sito, un elenco di quelli che denomina "Autori non reperiti". Nella declaratoria specifica che si tratta di nomi degli "Autori che non sono stati reperiti, quelli su cui esistono dubbi di omonimia e quelli i cui eredi non sono stati individuati";
il Presidente della Siae, Filippo Sugar, e il Presidente dell'Aie, Ricardo Franco Levi, hanno scritto al Direttore di Adnkronos in replica alle suddette dichiarazioni di Fulvio Mazza, pubblicate il 4 ottobre scorso, specificando che: "Tutta la procedura inoltre ha la preventiva approvazione della Direzione generale dei beni librari del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali" (sito Siae, 6 ottobre 2017);
considerato che, risulta agli interroganti:
tali indagini nella pratica non vengono effettuate affatto o vengono eseguite, nel migliore dei casi, in modo inefficiente e inefficace nonostante la Siae sia attivissima nello scovare coloro che suonano canzoni nel concertino di quartiere senza aver pagato i relativi diritti, o quel filmatino che inserisce qualche nota senza aver prima esibito la ricevuta di pagamento dell’importo Siae;
sul sito della Bottega editoriale è stata pubblicata la contro replica del direttore Mazza formulata nei confronti della Siae e dell'Aie: "Ma, se davvero Siae e Aie non riuscissero a trovare gli autori, non potrebbero adoperarsi per mandare una comunicazione all’editore, il cui nominativo è chiaro e incontrovertibile? La realtà che emerge è, in verità, ben lontana da questa ipotesi. Illuminante a tal proposito è una sorta di lapsus freudiano scappato alla Siae nella sua replica alla pubblica denuncia di Bottega editoriale quando ha utilizzato la definizione di “diritti non rivendicati”. In tal modo la Siae ha fatto intendere chiaramente che il suo atteggiamento è quello di lavarsi la coscienza pubblicando il già citato elenco – ben sapendo che non ci sarà quasi alcuno che lo leggerà – per il mero scopo di rispondere a chi si attiva, per l’appunto, a “rivendicare” legittimamente i propri soldi.Che la Siae abbia tutto l’interesse a che gli autori non vengano trovati appare dunque evidente; che faccia il minimo sindacale – se non di meno ancora – per rintracciarli, è purtroppo ben più che un fondato sospetto." (direfarescrivere, anno XIII, n. 141, ottobre 2017);
considerato infine che, a parere degli interroganti:
il citato comportamento della Siae, così ligia ed efficiente quando c’è da incassare e così confusionaria e inefficiente quando c’è da erogare, desta molteplici perplessità;
si chiede di sapere:
se corrisponda al vero che la procedura descritta applicata dalla Siae abbia avuto l'approvazione della Direzione generale dei beni librari e, in caso affermativo, quali urgenti iniziative intenda intraprendere il Ministro in indirizzo affinché tutti gli autori, e soprattutto quelli che non godono della notorietà mediatica, possano avvalersi dei loro diritti, a parere degli interroganti, oggi calpestati dall’arroganza della Siae.
(direfarescrivere, anno XIII, n.143, dicembre 2017)