Proseguendo con le nostre interviste a chi, per motivi e con percorsi diversi, ha avuto esperienze di formazione e/o collaborazione con Bottega editoriale, ci apprestiamo stavolta a fare due chiacchiere con un’altra ex corsista, Erminia Madeo. La sua storia dimostra chiaramente quanto sia importante l’esperienza sul campo, ma soprattutto quanto ognuno debba metterci un po’ del proprio estro per rendere la ricetta del futuro più saporita. E deve farlo anche il redattore, che non è un mero correttore ben istruito sulla grammatica, bensì un artista paziente con gli autori e flessibile nel gestire più lavori contemporaneamente, accomodante ma con una forte personalità. Non deve avere solo un occhio attento e preciso, ma anche un’anima creativa. Su questo e molto altro, troverete di seguito le considerazioni di Erminia Madeo.
Questo mese inizia la nuova edizione della Scuola di Redattore di Bottega editoriale. Da ex corsista raccontaci perché hai deciso di iscriverti e come hai saputo del corso.
Frequentai il corso di redattore editoriale di Bottega editoriale alcuni anni fa. Allora stavo per laurearmi alla triennale in Informazione e comunicazione e sentivo l’esigenza di mettermi alla prova per capire davvero quali fossero le mie attitudini e se combaciassero con le mie aspirazioni. A suo tempo, trovai la locandina che pubblicizzava il corso nella hall della biblioteca dell’università e decisi immediatamente di iscrivermi. Quella fu la mia primissima esperienza nell’ambito redazionale.
L’attività proposta da Bottega quanto ha inciso sulla tua formazione e sulle tue scelte professionali successive all’esperienza fatta?
Il corso, offrendomi buone conoscenze in materia e mettendomi alla prova in tutti i ruoli del mondo dell’editoria, mi permise di capire cosa volessi fare davvero. Così, di lì a poco, mi trasferii a Roma dove frequentai la laurea specialistica in Editoria e giornalismo, con un piano di studi specifico in redazione testi. In tutte le esperienze successive, mi portai dietro il bagaglio di nozioni appreso durante i mesi di corso intensivo di Bottega editoriale.
Hai lavorato per Falco editore: qual è stato il tuo ruolo?
Arrivai nella Falco Editore dopo un tirocinio nelle sede romana della Rubbettino e una collaborazione con l’Aie. Ricoprii il ruolo di redattrice sin da subito e, negli anni, oltre a fare editing e correzione di bozze, curai anche i rapporti con gli autori, le librerie, le presentazioni... insomma, presi parte a tutte le attività che riguardano la nascita di un libro, perché in una piccola/media casa editrice è facile che i ruoli non siano definiti nettamente e che ci sia la necessità di occuparsi di più cose contemporaneamente.
Raccontaci quali sono stati i motivi della scelta che ad oggi ti hanno portato a essere una redattrice indipendente e qual è stato l’iter per arrivare a questo traguardo.
La mia scelta è stata dettata dalla necessità di riavvicinarmi a casa, poiché la lontananza dalla sede lavorativa cominciava a pesarmi. L’esperienza maturata negli anni mi ha dato la sicurezza di potercela fare da sola e la convinzione di creare qualcosa di importante anche nel mio territorio di appartenenza. Per il momento, sono alle prese con la progettazione di una piccola impresa editoriale. Chissà, presto ne sentirete parlare.
Il tuo potrebbe essere un esempio incoraggiante per molti giovani che si avvicinano a questo settore. Quali sono, secondo te, le qualità che bisogna avere per lavorare nell’editoria?
Per il lavoro da redattore una caratteristica per me imprescindibile è la pazienza. Bisogna averne tanta non solo per effettuare l’Editing in sé (che prevede letture e riletture lente e minuziose) ma anche per rapportarsi con l’autore. Solo con un atteggiamento disponibile e con il giusto spirito di condivisione si può instaurare infatti un rapporto di fiducia che renderà il lavoro più efficace.
Adesso che guardi il mondo editoriale dall’altra parte della “scrivania”, sapresti darci qualche dato sull’andamento del mercato editoriale italiano e/o estero?
La mia esperienza ha riguardato perlopiù il mercato nazionale e devo dire che la crisi del libro nell’ultimo decennio si è sentita molto. Per le piccole realtà editoriali, la situazione non è stata florida neppure in passato, per questo forse sono riuscite ad affrontare meglio di altre il periodo economico mondiale non favorevole. In ogni caso, sono convinta che se si possiedono forza di volontà e professionalità, anche con pochi mezzi a disposizione, ci si può far spazio nel vasto mondo editoriale e diventare un punto di riferimento per un certo tipo di lettori.
Per quanto riguarda l’aspetto dell’occupazione giovanile, in particolare, credi ci siano reali possibilità per un giovane di trovare posto nell’editoria qui in Italia?
La situazione è quella che è in tutti i campi lavorativi. In compenso lavorare da freelance ha i suoi vantaggi e può essere una strada redditizia sebbene non garantisca continuità.
C’è qualche consiglio che vorresti dare ai giovani che si avvicinano a questo mondo? Qualche suggerimento per i futuri corsisti?
A tutti i nuovi corsisti, dico di non scoraggiarvi. Puntate tutto sulla formazione, non smettete mai di imparare, i più talentuosi ‒ ne sono certa! ‒ troveranno la propria strada. Seppur poche, le opportunità di poter svolgere questo lavoro seriamente ci sono, basta saperle cercare.
Gabriella Zullo
(direfarescrivere, anno XIII, n. 134, marzo 2017)
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