Anno XX, n. 225
novembre 2024
 
Questioni di editoria
Le parole più comuni
del settore editoriale
Da Modern Publishing House,
un “glossario” del mestiere
di Selene Miriam Corapi
Chi è l’editore? Nel mondo del libro e della carta stampata è la figura di un imprenditore che si occupa della produzione, della pubblicazione e della diffusione di quotidiani, riviste, libri, riproduzioni d’arte, stampe e quant’altro realizzato da un autore. Si assume la responsabilità di ciò che pubblica dal punto di vista del profitto economico e della diffusione culturale. Quello editoriale è un settore in cui ci sono regole, ruoli e operazioni che hanno un comune denominatore: la pubblicazione della parola scritta, nelle sue molteplici vesti.
Per conoscere tutti gli aspetti legati a questo microcosmo è opportuno apprendere tutto ciò che vi ruota intorno; ideale per questo scopo è il testo Piccolo dizionario dell’editoria (Modern Publishing House, pp. 160, € 10,00), nato dalla collaborazione di maestri e allievi dell’Università Cattolica di Milano nel corso del Master in Editoria e gestione del prodotto editoriale del 2008, con il supporto del Centro “Padre Piamarta”; con profonda sinergia «i nostri giovani si sono cimentati (sotto la guida dei loro insegnanti) nella produzione di questo strumento».

Un piccolo… grande dizionario
Il volume è un glossario contenente tutti i lemmi legati al mondo editoriale. Per ogni voce sono riportate anche delle annotazioni di carattere storico; per esempio:
  • «Magazine: rivista tipica dei paesi anglosassoni composta da rubriche di argomenti diversi; oggi in Italia questo termine indica i supplementi illustrati allegati ai quotidiani nazionali. Storia. Il più antico esempio è il “Gentleman’s Journal” (edito a Londra tra il 1691 e il 1694) di P. Motteux, ma nell’integralità delle sue caratteristiche si presenta nel “Gentleman’s Magazine” edito tra il 1731 e il 1868, fondato dall’editore Cave. Il primo esempio italiano è invece “Il Magazzino Italiano” di F. Grisellini pubblicato a Venezia nel biennio 1767-68»;
  • «Newsgatherer: giornalista addetto alla ricerca di notizie, tipico del giornalismo americano»;
  • «Art director: chi sovrintende all’aspetto visivo e tecnico di una pubblicazione. È il responsabile artistico-creativo di un’agenzia pubblicitaria o di una casa editrice. In editoria, si occupa per lo più di libri d’arte e di giornali illustrati, ma può essere anche curatore della linea iconografica di testi diversi. In un periodico illustrato, è il responsabile dei servizi iconografici, soprattutto quelli dedicati alla copertina»;
  • «Copertina: rivestimento di cartone più o meno pesante di libri, riviste, opuscoli e simili, generalmente stampato con le indicazioni del titolo, dell’autore e dell’editore, talvolta colorato o illustrato. Nel libro antico la copertina non esisteva. Più tardi, come oggi nei libri di pregio, poteva essere fatta di vari materiali quali pergamena, cuoio, tela, carta ed era spesso decorata con impressioni a secco o dorature. Nel libro moderno la copertina è costituita da due piatti dello stesso formato del libro o di poco superiore (tale differenza si dice unghia […]) e da un dorso, per le cosiddette copertine rigide. Nata per proteggere l’insieme delle pagine, la copertina rivestì sempre più un compito estetico-rappresentativo fino ad acquisire nel XIX secolo una funzione prevalentemente promozionale».
Sono presenti, inoltre, accanto ai lemmi, alcune immagini che meglio chiariscono quanto descritto, come nel caso di quello sopracitato, copertina.
All’interno del manuale, alla voce editing si trova uno specchietto in cui sono riportate le principali norme correttive sull’uso dei termini; su come inserire le virgolette o le caporali in caso di citazioni; su come utilizzare correttamente la punteggiatura, e molto altro.
Il dizionario presenta una sezione finale in cui sono raccolte, a mo’ di compendiario, trentasei monografie sulle maggiori e note case editrici del Novecento; per citare qualche nome: Adelphi, Bompiani, De Agostini, De Vecchi, Einaudi, Electa, Giunti, Hoepli, il Saggiatore, Longanesi, Mursia, Rizzoli.
Sfogliando la storia delle case editrici è interessante apprenderne le origini, i personaggi che si sono avvicendati, gli scopi prefissati che esse hanno raggiunto e la loro evoluzione nel tempo.
Per esempio, la casa editrice De Agostini, originariamente Istituto geografico De Agostini, è stata fondata nel 1901 da Giovanni De Agostini con il proposito di colmare la lacuna italiana in materia di cartografia. Negli anni Settanta essa si distinse in casa editrice e officine grafiche e, inoltre, iniziò a interessarsi ad altri temi quali la letteratura, la saggistica e l’ecologia.
Dal 1997, le scelte imprenditoriali dei fratelli Boroli, coadiuvate dall’apporto del nipote, Marco Drago, si sono rivelate al passo con i tempi: con il nascere del digitale sono stati introdotti i prodotti multimediali, diffusi attraverso il canale di vendita rappresentato delle edicole.
Electa, casa editrice fondata a Firenze nel 1945, in un clima culturale influenzato dall’opera del grande storico dell’arte Bernard Berenson, ha avuto un ruolo di primo piano nell’editoria, appunto, dell’arte.
Ulrico Hoepli ha fondato l’omonima casa editrice nel 1871; dopo una serie di apprendistati svolti in diverse città europee, è giunto a Milano nel 1870 e, a soli quindici anni, ha rilevato, grazie all’eredità paterna, una delle principali librerie lombarde. Competente nel settore grazie alla sua notevole esperienza nel campo, è riuscito a emergere garantendo una vasta disponibilità di opere, anche straniere; a quest’attività ha poi affiancato quella editoriale, che ha posto le basi della sua fortuna sulla pubblicazione dei manuali: è stato lui a coniare il termine “manuale” sulla falsariga dell’inglese handbook.
Queste sono soltanto alcune delle curiosità presenti nel compendiario.

Un’interessante peculiarità
Nel glossario sono rintracciabili, come si è già potuto notare dagli esempi citati, diversi lemmi di origine inglese; termini tecnici del linguaggio giornalistico ed editoriale specializzato, di cui vi offriamo qualche ulteriore esempio:
  • «B. to b. (o b2b): abbreviazione di business to business indicante l’insieme delle attività promozionali, informative e di vendita di aziende produttrici di beni e servizi destinati al consumo o rivolti ad altre aziende. In ambito editoriale, il termine si riferisce a quelle riviste specializzate in informazioni e materiale pubblicitario di un singolo settore produttivo (moda, informatica, meccanica, cucina, ambiente ecc.) e indirizzate alle relative categorie di consumo»;
  • «Business writer: chi si occupa di business writing, ossia di una particolare branca dell’editoria rivolta al settore economico. Il business writer, in qualità di esperto di discipline economico-finanziarie, può offrire il proprio contributo alla stesura delle pagine economiche di un quotidiano, di una rivista o alla stesura delle voci di enciclopedie specialistiche»;
  • «Desktop publishing: letteralmente “editoria da scrivania”, sistema informatico di gestione testi introdotto a metà degli anni Ottanta. Con la diffusione di nuove tecnologie nei processi produttivi dell’industria editoriale, possono integrarsi sia la progettazione di un lavoro editoriale sia la sua realizzazione, fasi che rimasero sempre separate nel vecchio sistema tipografico. Messo a punto dalla Apple Computer, il nuovo sistema operativo, costituito da pc, programma specifico e stampante laser, permette di combinare insieme la scrittura, la composizione tipografica e l’impaginazione nella realizzazione di qualsiasi tipo di pubblicazione: perciò il Dtp ha enormemente velocizzato tutti i processi di prestampa».
Un interessante spunto, questo, che ci fa riflettere su quanto la lingua inglese sia ormai predominante – spesso anche quando non ce ne sarebbe bisogno – in molti settori professionali e, in particolar modo, nel mondo editoriale.

Uno strumento conoscitivo utile e appagante
Il manuale, nato come un esercizio degli allievi partecipanti al suddetto master della Cattolica, vuole essere un «prontuario, facile, veloce, di immediata consultazione dedicato a chi del mondo del libro e dell’editoria non vuole solo subire, ma anche comprendere». L’opera, tuttavia, va ben oltre questo semplice intento: come ha affermato il direttore del master stesso, Edoardo Barbieri, non si è trattato solo di una “esercitazione” didattica volta a mettere in pratica il percorso formativo delineato dal master, «ma di un vero libro: merito dell’editore è l’aver voluto accettare anche questa sfida».
Curiosità e approfondimento delle conoscenze trovano ampiamente soddisfazione in questo Piccolo dizionario dell’editoria.

Selene Miriam Corapi

(direfarescrivere, anno XI, n. 119, novembre 2015)
 
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