«Quando ho iniziato a strutturare questa raccolta e ho quindi riletto quello che avevo nel cassetto o che avevo pubblicato in riviste o all’interno di vari libri, ho scartato molti testi e ho mantenuto solo quelli che mi sembravano conservare intatto il loro e mio senso in ordine a una questione di fondo che reputo fondamentale: l’autenticità». Queste le parole che Antonio Bertoli utilizza nell’Introduzione del suo libro Il vestito del poeta (Spazio Interiore, pp. 200, € 15,00) per presentarlo a chi si appresta a leggerlo.
L’autore ha una lunga esperienza nel mondo del teatro, della poesia e dell’arte in generale e ha collaborato, tra i tanti, con lo scrittore e poeta cileno Alejandro Jodorowsky, con lo scrittore Antonio Tabucchi e con il simbolo della beat generation Lawrence Ferlinghetti; nel 1996, ha inoltre fondato la City Lights Italia, libreria e casa editrice.
Dalle sue molteplici collaborazioni ed esperienze è nato questo libro, una vera e propria raccolta di saggi su svariati argomenti, espressioni di pensiero e interpretazioni di arte, cultura e teologia. Una raccolta che può lasciare disorientati per la sua eterogeneità, ma che regala commenti e spiegazioni approfondite su temi, sì diversi tra loro, ma che in qualche modo parlano tutti di un unico argomento: la vita.
«Cos’è il vestito del poeta? È semplicemente il momento in cui si lascia la piazza dove sfila il mondo, quando bisogna ritrovarsi senza i viali e i palazzi e gli alberi della giornata rosicchiante, senza le mille scatole da riempire del giorno, quando bisogna lasciare il grande vuoto dove comunemente si alloggia».
Tra arte e letteratura
Dopo aver spiegato, con parole che sfiorano spesso la poesia, cosa si intende per “vestito del poeta”, Bertoli ci regala un primo e affascinante capitolo dedicato alle streghe e alle fate, alla magia e ai tarocchi, di cui lui è esperto e appassionato; da questo inizio, fiabesco e mistico allo stesso tempo, si passa a un secondo capitolo dedicato al Surrealismo e al pittore René Magritte. Grazie anche ad alcune immagini rappresentanti i dipinti di quest’ultimo, Bertoli ci spiega in maniera approfondita i retroscena e i significati del Surrealismo e dell’arte fondata sul paradosso, di questo grande artista.
Da Magritte si passa alla figura dell’artista maudit; in questo capitolo Bertoli spiega l’essenza stessa del maudit e ne cita vari esempi passando per tutte le forme d’arte, dai poeti come Arthur Rimbaud e Dino Campana, ai cantanti e musicisti come Jim Morrison e Janis Joplin, fino ai pittori come Caravaggio. La dimensione spazio-temporale si perde in questo discorso per lasciar spazio alla figura stessa del maudit, al grande fascino e mistero che vi si nascondono dietro e anche alla sofferenza di questi personaggi che hanno lasciato il segno, ma che spesso hanno pagato le conseguenze delle loro vite fuori dal comune.
Altro capitolo particolarmente interessante è quello su Miguel de Cervantes e sul suo Don Quijote, nel quale Bertoli ci regala una brillante interpretazione del percorso tramite il quale l’autore è arrivato a comporre il libro che lo ha reso immortale.
Una parentesi sulla donna nella Genesi
Un lungo e importante capitolo è dedicato a Eva, la prima donna in assoluto, secondo la concezione cristiana. La storia della donna è analizzata attraverso il confronto tra le traduzioni ufficiali dei brani della Genesi e quelle letterali di André Chouraqui, dalle quali emergono significati spesso differenti e probabilmente volontariamente offuscati nella traduzione ecumenica. Il capitolo è ricco di spunti e regala una visione del tutto differente del più che famoso episodio della mela. Secondo Bertoli, infatti: «Il Serpente del giardino dell’Eden non può dunque essere assimilato al Diavolo come fanno le religioni. Esso è piuttosto un demone nel senso inteso da Socrate: vedervi il Maligno significa fargli indossare la pelle di un personaggio che non esisteva affatto ai tempi della redazione del testo biblico, ma soprattutto spossessarlo della funzione di mediatore e intermediario che lo caratterizza all’interno della Bibbia».
Un’altra analisi arguta è quella sulla scoperta della nudità di Adamo ed Eva e sul significato, in relazione alla sessualità, del loro ricoprirsi con le foglie di fico.
Lawrence Ferlinghetti e Alejandro Jodorowsky
Bertoli non poteva non dedicare due dei capitoli della sua raccolta proprio ai due personaggi citati.
Di Ferlinghetti non si limita a nominare gli scritti, ma si focalizza sulla sua pittura e sul suo contribuito all’interno della casa editrice City Lights Italia.
Il capitolo dedicato a Jodorowsky si concentra sulla poesia d’amore, citando anche Neruda, Dante e molti altri per poi arrivare agli splendidi versi amorosi del poeta cileno riportati e commentati in tutta la loro profondità e bellezza. Una tra tutte, il prologo alle poesie d’amore di Jodorowsky che dice: «Dall’impossibile incontro / all’impossibile addio / con salite e cadute / un vero amore»; con queste poche parole una storia d’amore è descritta nel suo inizio e nel suo svolgimento, con semplicità e realismo.
Vari altri sono gli argomenti trattati da Bertoli nella raccolta, nella quale i lettori possono spaziare da un mondo a un altro, da un’area di studio a un’altra differente, seguendo la voce dell’autore che guida e districa il variegato e, a volte, complicato mondo dell’arte e della cultura.
Maristella Occhionero
(direfarescrivere, anno XI, n. 116, agosto 2015)
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