Anno XX, n. 225
novembre 2024
 
Questioni di editoria
Passato e presente
dell’editoria italiana
Da goWare, il primo ebook
dell’Accademia della Crusca
di Federica Lento
In occasione della “XIV Settimana della lingua italiana nel mondo” (20-25 ottobre 2014), ideata dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale per celebrare il nostro idioma, e che quest’anno ha avuto come tema il “libro”, è stato presentato il primo ebook dell’Accademia della Crusca: un excursus nei secoli che parte dal libro di carta per arrivare al digitale. L’editoria italiana nell’era digitale. Tradizione e attualità (goWare, pp. 320, € 9,90): questo il titolo del saggio che è stato possibile scaricare gratuitamente su Amazon e su altre piattaforme fino al 24 ottobre, curato da Claudio Marazzini, che ha coordinato il lavoro di diversi studiosi.

I maggiori studiosi italiani celebrano l’editoria del nostro paese
Giancarlo Chiarle apre l’opera con un resoconto sulla storia del libro italiano, dalle origini della stampa ai giorni nostri, impreziosito dalla mappa realizzata da Francesco Sabatini che indica i luoghi delle prime tipografie nella penisola. Francesco Malaguzzi parla invece della nobilitazione del libro attraverso le rilegature d’arte. Maria Letizia Sebastiani affronta il tema delle iniziative per la catalogazione e la rivitalizzazione in Internet delle nostre biblioteche nazionali. Marco Biffi illustra la biblioteca digitale dell’Accademia della Crusca. Enrico Lanfranchi si sofferma, infine, sul ruolo storico e sulle prospettive future dei vocabolari. Il saggio si conclude con le interviste agli illustri lessicografi Vittorio Coletti, Tullio De Mauro, Lorenzo Enriques, Giuseppe Patota, Luca Serianni, Raffaele Simone. A chiudere il prezioso volume vi è il glossario curato da Andrea Musazzo, dal titolo Le parole del libro, in cui vengono spiegati i termini dell’editoria, della stampa, della tipografia e della rilegatura.

L’editoria italiana oltre confine
A far emergere l’importanza dell’editoria del nostro paese in Europa, in particolare in Svizzera, sono i saggi di Claudio Marazzini e di Lorenzo Tomasin. Scrive Marazzini: «La misura che si assume di solito per valutare la circolazione internazionale dei libri è la varietà e quantità delle loro traduzioni. Attraverso di esse, com’è evidente, si può giudicare la fortuna oltre confine dei nostri classici, la loro influenza su altre culture; allo stesso modo, ma in prospettiva rovesciata, le traduzioni di libri stranieri in italiano mostrano le preferenze dei nostri lettori». Gli studiosi hanno individuato una serie di opere italiane stampate tra il XVI e il XIX secolo e tradotte oltre confine, riservando particolare attenzione all’immagine che diamo all’estero della nostra editoria; alla storia materiale del libro, in riferimento ai caratteri di stampa; alle dedicatorie e ai frontespizi. La tradizione italiana si allarga «nello spazio geografico e si estende oltre la scelta di un singolo idioma, acquisendo un’indubbia dimensione europea, un quadro internazionale di tutto rispetto che coinvolge città come Parigi, Londra, Berlino, Bruxelles, Ginevra».

L’evoluzione dell’editoria: uno strumento per i giovani
«Resto convinto che il contatto materiale con il libro d’epoca insegni qualche cosa in più rispetto all’uso di una riedizione moderna o di un’immagine in Pdf o di una digitalizzazione sia pure ben fatta. Il libro d’epoca conserva tutto il profumo della storia di cui esso stesso è documento originale», commenta Marazzini in un’intervista comparsa sulla pagina web de la Repubblica di Firenze del 20 ottobre a firma di Laura Montanari. Eppure dalla lettura del volume emerge un profondo rispetto, un’audace curiosità per l’evoluzione del mezzo libro. Non parliamo quindi di conflittualità tra formati, piuttosto di rispetto del passato, di preservazione della sua sacralità, ma nello stesso tempo di apertura verso il futuro, sempre all’insegna del tema dell’insegnamento e della trasmissione di significato di cui parlava l’autore nell’intervista a proposito del libro cartaceo.
Il fatto che si discuta di editoria italiana in un testo pubblicato in formato ebook vuole sottolineare quanto sia importante tornare a parlare con i giovani attraverso gli strumenti a loro più vicini, quelli digitali, per poter trasmettere loro la cultura, attraverso il loro linguaggio. Il libro vuole dimostrare come non esista alcun conflitto tra la carta e il digitale, in una continuità di tradizione che parte dalla nascita del libro in Italia, una delle prime nazioni a stampare, per poi analizzare lo sviluppo della stampa fino a oggi, fino cioè all’avvento dell’ebook. Passare a questo nuovo formato permette una maggiore accessibilità e dunque fruibilità, maggiore distribuzione ed evoluzione. In particolare questo ebook offre la possibilità di accedere a un vocabolario tramite tecnologia touchscreen; in questo modo lo strumento solitario del dizionario diventa elemento contestuale. Passato e futuro si muovono, dunque, lungo il filo della conoscenza, fine ultimo dello strumento libro, a prescindere dal suo formato.

Federica Lento

(direfarescrivere, anno XI, n. 110, febbraio 2015)
 
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