Da Apogeo, opinioni di autori
e lettori sul nuovo fenomeno
di Selene Miriam Corapi
«Il libro così come lo conosciamo oggi è il frutto di secoli di sperimentazioni, studi, lavori, abitudini e idee geniali. Il libro elettronico può avvalersi solo di una parte di tutte queste conquiste».
L’ebook, ossia libro digitale, si sta diffondendo notevolmente negli ultimi anni; di qui è nato un vero è proprio dibattito sull’utilità o meno di questo nuovo formato librario, a proposito del quale sono emersi i seguenti quesiti: se l’ebook soppianterà definitivamente il testo cartaceo, se la figura dell’editore e i compiti dell’editoria digitale debbano mutare ed evolversi, quali siano le trasformazioni, le nuove idee e gli spunti da adottare per catturare l’attenzione dei lettori, che molto spesso sono riluttanti e titubanti nell’accogliere il nuovo formato.
In Quale futuro per l’e-book?, realizzato da Apogeo editore in collaborazione con il sito Dol’s (pp. 57), disponibile on line, in formato pdf, all’indirizzo www.apogeonline.com, viene inquadrato questo dibattito coinvolgendo i diretti interessati, ossia i lettori e gli autori. Attraverso le interviste a Paolo Balboni, Carmen Covito, Beppe Severgnini e Giuseppe Turani si è cercato, raccogliendo le diverse opinioni, di comprendere quale funzione abbiano l’ebook e l’editoria digitale nel nostro futuro.
Gli albori del libro
Come già evidenziato, il libro è frutto di un processo evolutivo lento che ha interessato diversi secoli; i primi supporti scrittori erano: le pietre, le ossa, gli ostraka (frammenti di ceramica), i supporti vegetali, il lino, i materiali metallici (per lo più piombo e rame), il papiro e la pergamena.
Probabilmente l’antenato del libro è il codice pergamenaceo, affermatosi nel IV d.C., e ufficializzato da Costantino che richiese la realizzazione di cinquanta codici contenenti il testo della Bibbia per le chiese bizantine. La pergamena, più del papiro, è connaturata e conforme a questo formato librario, infatti, può essere piegata e rilegata in diversi fascicoli contenenti molti bifogli. Nel I secolo d.C. avremo la carta, realizzata da un generale cinese, Ts’ai Lun, ed esportata in Europa dagli arabi a partire dall’VIII secolo d.C. fino al XII secolo d.C., e che, nel Quattrocento, con l’invenzione della stampa, prevarrà su tutti i supporti precedentemente indicati e nascerà il libro così come noi lo conosciamo.
Differenze tra formato cartaceo e digitale
La differenza iniziale tra testo cartaceo ed elettronico consiste nel modo in cui esso è scritto e nella sua impaginazione. Per assolvere alla sua funzione divulgativa, il libro deve raggiungere il suo pubblico, e, mentre il testo cartaceo sarà visibile nelle librerie, quello digitale lo sarà su Internet e dovrà essere facile da scaricare.
Un punto negativo per il formato digitale durante i primi anni del suo diffondersi è stato la non facilità con cui scaricare un ebook in assenza dei supporti adeguati per farlo; ma oggi grazie alle nuove tecnologie e alla creazione di supporti di lettura come gli ereaders, il problema si è risolto in maniera ottimale e il procedimento risulta davvero molto semplice, sebbene restino in piedi altri “ostacoli”. Per esempio, alcuni testi sono protetti da Drm (Digital rights management), ossia un sistema per controllare la diffusione di contenuti digitali impedendo copie non autorizzate, per tutelare il diritto d’autore. Fin qui nulla di “illegittimo”, naturalmente. Questa funzione però non permette di leggere un medesimo ebook su diversi dispositivi, limitando molto il fruitore, non solo nella lettura ma anche in attività più banali, possibili invece con il libro tradizionale, come il poterlo prestare: «In genere l’utente è abituato ad acquistare un bene e poi disporne come meglio crede. In questo caso quello che viene acquistato è un diritto di accesso ad alcune informazioni. Un diritto non esclusivo e non illimitato, sia nello spazio sia nel tempo».
Inoltre, la lettura di un ebook potrebbe comportare la stanchezza degli occhi; oggi la nuova tecnologia sta cercando di porre rimedio a questo inconveniente per renderla più agevole e invogliare in questo modo gli utenti nell’acquisto; da alcuni anni, infatti, sono nati gli ereaders, lettori di testi digitali che permettono di ovviare al problema e che vengono perfezionati sempre più.
Il costo dell’ebook
Spesso si ritiene che un testo digitale debba necessariamente costare di meno rispetto a un libro cartaceo, in quanto la sua diffusione non prevede spese di stampa né – si crede – di distribuzione. Il prezzo finale di un libro è determinato dal 4% di iva, dal 50% della distribuzione, dal 10-15% dei costi di produzione e da 8-10% dei diritti d’autore. L’ebook, invece, è soggetto all’aliquota iva del 20%, come la musica e i software: differenza notevole che non può non influire sul suo prezzo finale. Inoltre non è affatto vero che i costi di distribuzione siano pari a zero, poiché bisogna tener conto della creazione e manutenzione dei siti web e dei sistemi di Drm, che comportano spese elevate. Non vi è il costo della stampa e rilegatura, ma rimane quello relativo alla produzione (impaginazione, progetto grafico, ecc.).
Una rivoluzione?
Gli ebook sono una vera e propria rivoluzione; sia nella lettura, poiché offrono strumenti inediti e più stimolanti rispetto alla carta, sia perché sono molto più pratici ed ergonomici, infatti, ci danno la possibilità di portare con noi moltissimi titoli senza subirne il peso.
Come afferma Umberto Eco in La bustina di Minerva: «È vero che la tecnologia ci promette delle macchine con cui potremmo esplorare via computer le biblioteche di tutto il mondo, sceglierci i testi che ci interessano, averli stampati in casa in pochi secondi, nei caratteri che desideriamo – a seconda del nostro grado di presbiopia e delle nostre preferenze estetiche […] ma avremmo tra le mani, ancora e sempre, un libro».
Cosa ne pensa(va)no davvero i lettori?
Una delle particolarità e degli aspetti più interessanti di Quale futuro per l’e-book? è il fatto che il testo riporta i risultati di un sondaggio, fatto nel 2002 (ed è importante tener presente quanto possono essere cambiate le cose da allora ad oggi), che ha interessato proprio gli utenti e i potenziali tali; un sondaggio che ha permesso di raccogliere numerose informazioni circa i gusti e le preferenze dei lettori in merito a questo dibattito.
Il campione intervistato è stato il pubblico del sito Dol’s (www.dols.it), quindi tecnologicamente avanzato, che possiede un computer e sa navigare su Internet. Alla domanda: «Hai mai letto un e-book?» ha risposto affermativamente il 58% degli intervistati.
Gli utenti sono stati suddivisi in “conoscitori”, coloro che sono in grado di trovare, acquistare, scaricare e leggere un ebook; e “interessati”, coloro che ancora non hanno letto un libro digitale ma che hanno dimostrato comunque un certo interesse.
Prendendo in esame il primo gruppo, si è riscontrato che il 53% degli utenti legge libri di carattere tecnico, mentre il 47% si dedica alla letteratura; in merito alla tecnologia, secondo il sondaggio, prevale l’uso di Adobe al 53%, di contro al 31% di Microsoft e al 16% di “altro” non specificato; inoltre il 58% degli utenti ha dichiarato di preferire leggere sul computer, il 20% su palmari, il 13% su Windows Ce e il 9% su altri supporti (per esempio, gli ereaders). Ma occorre evidenziare la bassa diffusione dei dispositivi palmari, rispetto ai normali computer, ai tempi del sondaggio.
Alla domanda: «Che cosa apprezzi dell’e-book?» è risultato che il 29% apprezza il rapporto contenuto-dimensioni, il 22% che è interattivo e ipertestuale, il 16% che è aggiornabile, il 9% che è economico, il 7% che è facile da usare, il 2% che si può autoprodurre. Il restante 16% ha scelto “altro”, non specificato.
Alla domanda: «Che cosa non ami dell’e-book?», al primo posto è risultata la scomodità di lettura (schermo, luce, maneggevolezza); al secondo l’assenza del piacere sensoriale tipico della carta (odore, tatto, ecc.); al terzo le “brutture” dell’impaginazione; a seguire le seguenti risposte: scarsa disponibilità dei titoli; impossibilità di consultazione immediata; il formato proprietario, e infine, la quasi totale assenza di distribuzione gratuita.
Prendendo in esame il secondo gruppo, ossia il 42% degli intervistati che ancora non hanno letto un libro digitale, costoro, alla domanda: «Che cosa ti piacerebbe scaricare in formato elettronico?» hanno risposto come segue: il 33% preferirebbe poter scaricare enciclopedie, il 24% guide e manuali, il 15% didattica, il 12% letteratura, il 6% qualsiasi cosa, il 3% saggistica, un altro 3% non ha saputo rispondere e il restante 3% non vorrebbe scaricare nulla.
Alla domanda «Che cosa apprezzi dell’e-book?», il 55% degli interessati non ha saputo rispondere o si è astenuto, il 12% ha dichiarato di apprezzare il rapporto dimensioni-contenuto, un altro 12% la praticità, il 9% l’aggiornabilità, un altro 9% ha dichiarato di non apprezzare niente e, infine, il 3% il fatto che si può autoprodurre.
Alla domanda: «Che cosa non ami dell’e-book?» sono risultati tre svantaggi: i primi due sono gli stessi evidenziati dai “conoscitori”, il terzo il fatto che per studiare i testi pubblicati come ebook è necessario stamparli, per cui si perde il vantaggio del minimo ingombro.
In definitiva, dal sondaggio si evince che nel 2002 era ancora molto forte lo scetticismo nei riguardi di questo nuovo formato librario e che era un fenomeno più attraente per i giovani e gli utenti più avanzati tecnologicamente. Tuttavia, le conclusioni del sondaggio sono state le seguenti: «L’evoluzione dei supporti visivi sui quali potrà girare l’e-book e che ne semplificheranno l’utilizzo daranno un impulso decisivo allo sviluppo di questa tecnologia».
Una profezia?
Non c’è rischio per il libro cartaceo
Uno dei punti chiave del dibattito “libro cartaceo versus ebook” è la convinzione che l’uno debba soppiantare l’altro, ma in realtà non dovremmo scegliere l’uno a discapito dell’altro, perché il formato digitale non è che un vantaggio e una comodità per l’utente che ama leggere; prediligendo questo nuovo formato librario, il lettore rinuncerà semplicemente alla carta, al profumo dei libri, alla fisicità del testo.
Come scrive Salvatore Romagnolo: «Un supporto si impone solo se è innovativo rispetto a quelli esistenti. Ciò che conta è che i prodotti innovativi e tradizionali possano coesistere senza problemi. Ed è probabilmente quello che succederà». Due differenti modi di leggere che possono coesistere, come afferma l’autore Alberto Manguel in La biblioteca di notte: «Il testo elettronico che non ha bisogno di pagine può tranquillamente accompagnarsi alla pagina che non ha bisogno di elettricità; l’uno non deve necessariamente escludere l’altra per servirci al meglio. L’immaginazione umana non è monogama né deve esserlo».