Da Infinito edizioni, una guida
alle professioni del libro
di Angela Patrono
Da secoli il libro conserva un’aura inviolabile di fascino. Non si contano le volte in cui un fascio di pagine rilegate ha scatenato passioni intellettuali, sentimentali o politiche: dai manifesti del potere ai pamphlets sovversivi, dai testi sacri ai romanzi messi all’Indice, davanti a un libro non si può restare indifferenti. Strumento critico o piacevole evasione, è in grado di arricchirci interiormente e farci riflettere, diventando, con un gioco di parole, un’arma “di istruzione” di massa. Nonostante la nota arretratezza culturale di fondo esistente in Italia, numerosi sono coloro che sognano di lavorare sui libri, con i libri, per i libri, svolgendo una professione nel campo editoriale: settore che, come molti altri, ha risentito della crisi economica, ma non smette di attirare migliaia di aspiranti editori, distributori, librai e autori. Professioni esplorate nei minimi dettagli nel saggio di Luca Leone, Fare editoria. Viaggio tra i mestieri del libro (Infinito edizioni, pp. 160, € 12,00).
Vivere di editoria oggi: un atto di coraggio
L’autore, oltre ad essere il cofondatore di Infinito edizioni (www.infinitoedizioni.it), ha alle spalle una lunga esperienza di saggista e giornalista interessato alle tematiche sociali. Il suo manuale inaugura la collana Gutenberg#Lab, dal titolo emblematico, poiché richiama il nome dell’ideatore della stampa a caratteri mobili, prima grande rivoluzione avvenuta nel mondo del libro. La seconda, naturalmente, è la rivoluzione digitale che ha portato all’avvento degli ebook, libri immateriali da leggere su supporti tecnologici, oggetto di divisione tra entusiasti e detrattori.
Leone, in questo caso, dedica un intero capitolo al fenomeno del libro elettronico, affermandone l’ascesa nei paesi anglosassoni, ma il sostanziale insuccesso in Italia, che rimane per di più un paese in cui si legge sempre meno. Allora, in qualche modo, fondare una casa editrice diventa un’operazione coraggiosa che mette in gioco creatività e determinazione, consentendo di ritagliarsi una fetta di mercato senza però cedere alle sirene del successo facile. Leone, infatti, è profondamente convinto che l’operatore editoriale debba attenersi a un codice deontologico che non leda la dignità di chi legge. Dichiarazioni in linea con l’onestà intellettuale dell’autore, che nel saggio fa più volte riferimento alla correttezza professionale da usare, ad esempio, anche nella selezione dei manoscritti, in barba alle case editrici che fagocitano di tutto, anche i presunti capolavori di calciatori e veline, scritti da ghost writers senza troppe pretese.
Per emergere ci vogliono soldi e fatica
Leone passa in rassegna ogni fase della “vita” del libro: creazione, distribuzione, promozione, vendita, fruizione, soffermandosi su debolezze e punti di forza di ogni tappa editoriale, coinvolgendo l’attenzione con un linguaggio chiaro ma mai banale e venato da un’ironia che dà ancora più gusto alla lettura.
L’attenzione dell’autore è puntata soprattutto sulle piccole case editrici, vere e proprie miniere di tesori letterari, fondate su una piccola parola magica: poliedricità. Chiaramente, nell’editoria esistono ruoli definiti (direttore editoriale, editor, grafico, responsabile commerciale, addetto alla comunicazione, addetto alla spedizione ecc.), ma la tendenza generale è quella del multitasking. Il lavoro di un editor non si limita più alla correzione ortografica e stilistica di un testo; ora bisogna saper anche scrivere un comunicato stampa, svolgere mansioni di segreteria, gestire i rapporti con la distribuzione, organizzare le presentazioni, saper usare i più comuni software di grafica e di impaginazione. A questo proposito, Leone precisa che un buon direttore editoriale deve avere competenze manageriali. È necessario stilare un business plan e un piano editoriale, importantissimi per individuare gli obiettivi e il target della casa editrice, oltre che per fronteggiare i costi i quali, nel caso di un editore, non sono pochi. Leone non edulcora la realtà, ma mette l’aspirante editore davanti alle spese che una piccola impresa editoriale è costretta ad affrontare, fin dall’investimento iniziale, perché «serve sapere a quali costi, a quali rigidità e a quali abnormità si va incontro a causa del sistema economico, fiscale e politico in cui viviamo, prima d’impegnarsi in un’avventura che può provocare non poche amarezze. E cambiare la vita. Non sempre in meglio, se non si hanno le idee molto chiare, una minima competenza tecnica acquisita sul campo, la voglia e l’umiltà di rimboccarsi le maniche e un’idea che possa davvero presentarsi come diversa dalle altre». L’autore non trascura le difficoltà e gli inconvenienti del mestiere, frequenti anche in una professione in crisi come quella del libraio, sempre meno consigliere appassionato e sempre più commesso indifferente, inglobato da megastore fiammeggianti che vendono sempre meno libri.
L’editoria del futuro comincia dai lettori
Leone sa che i veri protagonisti dei libri, quelli che decretano il successo dell’intero sistema editoriale, sono i lettori. Tocca ad essi, con le loro scelte, portare una ventata di rinnovamento che implichi un rimodellamento delle attuali idee dominanti, le quali si riflettono nel degrado culturale italiano. «È dall’alleanza tra piccola editoria di qualità e lettori che può nascere una speranza nuova per l’editoria italiana e per il Paese».
Il manuale di Leone si pone così come un “metalibro”, un libro che parla di se stesso, del suo passato, presente e futuro, descrivendosi da una dimensione sia astratta sia materiale, come dimostrano gli utilissimi capitoli dedicati all’impaginazione e alle parti che compongono il libro. Nonostante le amare constatazioni sulla crisi della lettura, il saggio si apre e si conclude con una speranza, quella di salvare la carta stampata: «Nessuno di noi sa se il libro digitale sarà il futuro. In molti sperano di no, perché il libro fatto di carta ha una consistenza, una storia, una certezza di durata nel tempo, una fisicità che la versione digitale non conoscerà mai».
Angela Patrono
(www.direfarescrivere.it, anno IX, n. 92, agosto 2013)