I libri fanno parte di un mondo meraviglioso, un universo tutto da scoprire. Essi sono lo strumento privilegiato attraverso il quale possiamo accrescere le nostre conoscenze, alimentare la nostra immaginazione o, addirittura, aprirci a nuovi orizzonti. Non importa a quale genere appartengano o a quale tipologia di lettore siano rivolti: la lettura di un libro modifica sempre il pensiero. Se ci fermiamo un attimo a riflettere appare chiaro come la società sia “colonizzata” dai libri, o dagli ancor più moderni ebook: ci sono romanzi d’evasione, fantascientifici, saggi di attualità, manuali d’arte, storico-politici, insomma una serie di testi in cui il linguaggio viene usato come strumento per comunicare un messaggio; e poi ci sono tutti quei libri che, invece, usano le parole, la scrittura, per parlare della scrittura stessa, una sorta di metascrittura.
È questo il caso dell’originale e preziosissimo libro di Grazia Gironella, Per scrivere bisogna sporcarsi le mani (Eremon edizioni, pp. 148, € 14,00). Il titolo la dice lunga sul fine ultimo di questo testo, che non contiene né verità assolute né tanto meno divieti categorici; si tratta piuttosto di un completo e rigoroso ricettacolo di “valide istruzioni” che offrono ai lettori la possibilità di aprire le loro menti. Richiamando la classica frase fatta, anche un po’ retorica: scrittori si nasce o si diventa? Si può davvero diventare con il tempo audaci scrittori oppure è un talento innato che si manifesta inconsciamente?
Di certo, la questione è abbastanza controversa, ma è anche vero che la scrittura si alimenta di pratica: più si scrive, più si migliora, e il miglioramento non può che essere il risultato della lettura di un libro esaustivo come questo, che si propone essere una guida alla scrittura creativa, all’origine della quale vi è l’idea.
Alla base della scrittura
Un libro che insegni a diventare narratori? Spesso si tende a vedere con un certo scetticismo testi come quello di Grazia Gironella, talentuosa scrittrice bolognese, che offre agli aspiranti autori gli ingredienti base della narrativa di qualità. Scrivere, come si diceva, è un’arte che va affinata sempre di più, non si tratta di una semplice operazione meccanica come guidare oppure usare il telefonino… Non si finisce mai di imparare ad impiegare in maniera armoniosa le parole. All’origine di tutto vi è, naturalmente, l’idea.
Per scrivere bisogna sporcarsi le mani ci permette di riflettere sulla necessità di dare ordine alle proprie idee. Così come al pittore non basta la semplice fantasia ma ha bisogno di conoscere precise tecniche per trasmettere le proprie emozioni, così lo scrittore ha bisogno di dare un ordine alle proprie riflessioni, alle proprie osservazioni, a quella sorta di brainstorming che letteralmente significa “tempesta di idee”. Un buon narratore, insegna Gironella, non attende che l’idea piova dal cielo; è necessario piuttosto che si guardi attentamente intorno, il mondo è pieno di dettagli che noi costantemente e distrattamente ignoriamo, per coglierli è indispensabile una spiccata sensibilità che consenta di afferrarli. Di fronte ad un buon caffè, o magari osservando un bel tramonto, sulle note di un tango passionale o ancora in brevi stralci di vita quotidiana, in ogni momento può sorgere la tanto agognata ispirazione. Un dettaglio minimo, apparentemente insignificante, può trasformarsi improvvisamente nella scintilla in grado di dar vita ad un romanzo originale, sentito, “intimo”.
Una parte significativa del libro di Gironella è dedicata al legame scrittore-testo: il coinvolgimento del lettore è quasi sempre direttamente proporzionale al coinvolgimento dello stesso autore. Il lettore si accorge quasi subito, sin dalle prime righe, quanto l’autore senta i temi trattati, la sua vicinanza al testo. E, di conseguenza, maggiore è il distacco minore sarà la voglia e la curiosità per chi legge di volerne sapere sempre di più.
Una buona organizzazione: è questo il segreto
Lasciare libero spazio alle idee o programmare nel dettaglio la trama? Chiaramente una buona idea deve prender forma in maniera ordinata, logica ed esaustiva per evitare di confondere il lettore, che deve essere accompagnato passo dopo passo dalla mano competente dell’autore.
Quando si scrive un romanzo bisogna tenere in considerazione innumerevoli elementi: la trama, i personaggi, le tecniche da utilizzare nei dialoghi per dar loro “voce”, scegliere o meno di inserire monologhi interiori, il concetto di scena, il finale, il punto di vista e la gestione delle sottotrame. Grazia Gironella nel suo libro affronta queste problematiche, e molte altre, sapientemente senza imporre un’opzione piuttosto che un’altra, ma dando dei consigli utili a chiunque voglia approcciarsi al mondo della scrittura creativa in genere, o a chi voglia perfezionarsi. L’autrice crea una sorta di vademecum, una “guida della creazione” in cui tiene a precisare più volte la necessità di dare a personaggi vita propria, oltre che l’importanza di creare un finale che non deluda i lettori: non parliamo del forse irraggiungibile “finale perfetto” ma di una conclusione che abbia risonanza e che lasci una forte eco nell’animo di chi legge. «Il lettore ha bisogno di vedere la storia svolgersi sotto i suoi occhi», asserisce Gironella, che ha creato un’opera dagli innumerevoli pregi, esauriente e approfondita, che raccoglie tante briciole tutte insieme dando loro un senso.
Ovviamente, se da un lato si vuole sottolineare l’importanza di una vera e propria “organizzazione delle idee”, dall’altro è innegabile l’improvvisazione dalla quale sono nati grandi capolavori della letteratura nazionale ed internazionale. Nonostante ciò, Per scrivere bisogna sporcarsi le mani apre la mente su aspetti della scrittura spesso trascurati e non può che essere un utile strumento sia per gli esperti sia per i “dilettanti” del settore.
Come si dice: ai lettori l’ardua sentenza!
Rossella Michienzi
(direfarescrivere, anno IX, n. 89, maggio 2013)
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