Quanti bambini, al sol pensiero di dover affrontare l’ora d’italiano tra le materie curriculari di una quotidiana giornata scolastica, saranno colti dal famosissimo “mal di pancia” o dall’improvvisa “febbre”? Due ottime scuse per rimanere a casa. Molti saranno anche i temerari che invece affronteranno a testa alta la giornata, andranno incontro al loro “destino” magari scandendo l’ora di lezione tra sbadigli e continui flashback, con lo sguardo rivolto verso la finestra più vicina.
Eh sì, non ci si può di certo aspettare che tutti i nostri pargoletti, soprattutto nella scuola primaria, abbiano una particolare inclinazione verso le materie letterarie: altro che matematica!
Eppure i bambini fin da piccoli sviluppano una particolare curiosità verso le parole scritte: imitano segni grafici e si sforzano di comprendere i significati nascosti che si celano dietro a consecuzioni di lettere che ai loro occhi sembrano avere un qualcosa di magico. Giocano molto con la fantasia, e le fiabe e i racconti che i grandi leggono loro sono un’ottima base per appropriarsi di uno strumento in continuo divenire, la lingua, che non si finirà mai di apprendere completamente.
La scrittura poi è un processo che si evolve nella sua spontaneità, segnato da una forte curiosità verso un mondo tutto da scoprire. I libri sono visti, nell’immaginario infantile, come delle scatole magiche contenenti sogni, sogni in cui personaggi, contesti e immagini (castelli, boschi, laghi, casette costruite nei posti più impensati) diventano luoghi della memoria e gettano quelle basi d’amore verso i fogli di carta.
Un percorso semplice e divertente, quello che presenta Anna Liporace, con Facile manuale di scrittura creativa. Fiabe inverse e in versi (Falco editore, pp. 120, € 15,00). L’autrice ci propone una serie di percorsi didattici giocosi che sembrano non avere controindicazioni ma solo vantaggi.
Con la scuola, infatti, la natura dello scrivere e del leggere si modifica: non si legge e non si scrive più per semplice piacere, ma i due processi si trasformano in qualcosa di imposto, necessario, richiesto. Il coinvolgimento da parte dei bambini non dovrebbe scemare ma accrescersi. Un modo perché questo accada potrebbe essere quello di accostarsi alle diverse forme di comunicazione (ascolto, lettura e scrittura), non “scolasticamente” ma in maniera spassosa, magari proprio attraverso il gioco. Un interesse che non dovrebbe così esaurirsi, ma assumere nuovi connotati.
Quando la scrittura diventa un gioco
Scrivere non è un’attività semplice. E le cose si complicano notevolmente quando non ci sono particolari motivazioni a farlo, quando si è obbligati, vincolati di fronte a una pagina bianca a svolgere il famoso “tema”, seguendone la traccia. Ecco allora che non sempre l’approccio allo scrivere è quello giusto: il timore di sbagliare, la pigrizia mentale determinata dall’affrontare spesso un argomento in cui non si è particolarmente ferrati, il giudizio personale nei confronti del proprio prodotto (ciò che in prima battuta non piace allo scrivente condurrà alla convinzione che non piaccia nemmeno a colui che giudica) potrebbero far precipitare il bambino in un blocco, quello del non saper cosa scrivere, passivo nel vedere lo scorrere del tempo e non riuscire a trovare la chiave giusta per portare a compimento l’esercizio assegnatogli.
Come scrive la Liporace, «la scuola deve evitare che questo meccanismo si inneschi; deve iniziare prestissimo a promuovere attività che gradualmente guidino lo studente ad accostarsi alla lettura e alla scrittura, passando dal facile al difficile, dal piacevole al necessario, dallo spontaneo al compito dato». Perché bisogna far superare la convinzione, appartenente a molti bambini, che scrivere non fa per loro e che sia appannaggio di una fascia di “privilegiati” in quanto dotati di uno spiccato senso di creatività e di fantasia, due ingredienti che consentono di avvicinarsi con profitto alla scrittura.
Al contrario, sono altri gli elementi che supportano e creano l’ambiente adatto per lo sviluppo di questa abilità: una stimolazione adeguata, una consona spinta iniziale, delle sane motivazioni e, perché no, un’atmosfera ludica e vivace che mantengano vivo l’entusiasmo costituiscono delle solide basi affinché il bambino possa esprimere in tutta tranquillità e senza timore o vergogna il proprio sé.
Per scrivere bene necessitano dei fattori quali la freschezza, l’originalità, la libertà e la responsabilità. Sono queste le caratteristiche giuste per produrre uno scritto dal quale il bambino possa ricavare piacere. Il fatto stesso di aver generato un suo prodotto, comunicando agli altri le proprie idee e dando libero sfogo all’inventiva, è un traguardo raggiunto.
Un laboratorio per scrivere in libertà allontanandosi dalla noiosità
Il manuale di scrittura creativa che qui stiamo presentando è un’agevole guida, contenente decine di giochi da mettere in pratica per invogliare i bambini delle classi elementari, secondo la fascia d’età, ad avvicinarsi alla scrittura in maniera piacevole e divertente. Si tratta di una raccolta di esperimenti e di attività trascritte sulla carta, esempi di una metodologia didattico-formativa che, attraverso dei laboratori di scrittura creativa portati avanti nel corso di anni (dal 2004 al 2009), ha dato i suoi buoni frutti. Una semplice frase, un racconto o un disegno diventano dei “raccoglitori” di pensieri, sensazioni ed emozioni profonde che meritano di essere portate alla luce. Una dimostrazione di come la scrittura possa diventare un “gioco” gratificante e gradevole anche per coloro che si sentono meno all’altezza.
Il testo si divide in otto sezioni: Giochi con le lettere, Giochi con le parole, Giochi con le frasi, Giochi con i testi, Giochi con i personaggi e Giochi di ruolo. Due sezioni a parte sono dedicate alle Fiabe inverse e alle Fiabe in versi (un simpatico gioco linguistico).
Tra scarti di lettere, cambi, sciarade, acrostici, trasformazione, combinazione e composizione di parole, comprensione, sintesi, rielaborazione e manipolazione dei testi, i bambini possono assaporare tutte le fasi che passano dalla composizione di una semplice frase alla creazione di un vero e proprio testo. E non finisce qui. Indossando i panni di un personaggio fantastico, con un po’ di immaginazione si può diventare attori protagonisti della propria storia, attingere dal proprio status personale e inventare un racconto. Un piacevole modo per mettersi a nudo di fronte a coetanei ed educatori.
Con il gioco si impara a scrivere, a lavorare individualmente e in gruppo, si sviluppano le competenze linguistiche e grammaticali, si stimola la fantasia, si arricchisce e definisce il lessico. Ma si aiuta anche il bambino a rimanere concentrato, ad appassionarsi al proprio lavoro portandolo a termine, sperimentando ed esplorando le varie possibilità che si presentano ai suoi occhi.
Un percorso pedagogico attivo e operativo, approfondito attraverso un approccio di tipo laboratoriale, in uno stile d’insegnamento interazionale, aperto alla collaborazione e basato su regole su cui si reggono gli stessi giochi. Ogni contesto ha le sue regole da rispettare ma offre opportunità irripetibili per perlustrare, sperimentare, scandagliare il potere della lingua.
Ilenia Marrapodi
(direfarescrivere, anno VIII, n. 82, ottobre 2012) |