Anno XX, n. 223
settembre 2024
 
In primo piano
L’allarme terrorismo per occultare i voli
segreti dei nostri governi: le renditions
Un libro denuncia i soprusi e le tacite violenze nel mondo “civile”
dove è davvero fin troppo semplice perdere ogni diritto di cittadino
di Carmine De Fazio
Parafrasando una serie di titoli giornalistici o qualche nostalgico articolo sui terribili momenti successivi agli attacchi del fatidico 11 settembre 2001 a New York, torna in mente una domanda che ci siamo sentiti fare molte volte: «vi ricordate dove eravate o cosa stavate facendo quando avete saputo degli attentati alle Torri Gemelle?».
Tralasciando sentimentalismi (e “patriottismi”) legati a questo tragico evento sembra sorgere da quelle macerie un dato inopinabile: l’intero globo quel giorno si è sentito più debole, si è sentito possibile vittima di un sistema che ha fatto nascere la “paura islamica” in tutto il mondo che viene riconosciuto nell’aggettivo “occidentale”. Perciò questo mondo, in cui le “democrazie moderne” – che si usa far riconoscere con i suoi tre rappresentanti (o ex) di altrettanti paesi (le famose “tre B” ovvero Bush innanzitutto, Blair e Berlusconi) – hanno fatto della lotta al terrorismo il punto di forza della loro politica. Questo tipo di strategia, insieme a quella interventista rivolta ai territori da dove questi attacchi probabilmente sono arrivati, sono decisamente poco chiare e ledono, spesso, i diritti umani che una qualsiasi democrazia dovrebbe difendere prima di tutto.
Voli segreti. Il rapporto del Consiglio d’Europa sulle operazioni coperte della CIA negli stati europei (Ega Editore, pp. 224, € 14,00) ci mostra, più precisamente, un aspetto significativo di questa serie di fenomeni: un libro prezioso e interessante, arricchito dalla Prefazione di Armando Spataro, procuratore della Repubblica aggiunto di Milano nonché coordinatore del Dipartimento anti-terrorismo, che raccoglie i vari interventi del rapporto, come dice il titolo stesso del libro, del Consiglio d’Europa sul cosiddetto fenomeno delle rendition (l’espressione completa sarebbe extraordinary rendition “consegne straordinarie”), ovvero quei voli autorizzati dai governi (nel cui spazio aereo gli stessi aerei volano), che appaiono nei tabulati e nei radar delle torri di controllo ma dei quali nessuno sa o può sapere.
Fin qui niente di strano, si fa per dire… Il problema è che spesso questi aerei trasportano persone prelevate da agenti segreti che, senza accuse precise e (attenzione!) provate, li allontanano a scopo cautelativo, facendoli viaggiare per ore verso terre come, per esempio, Egitto e Siria. Qui vengono trattenuti in prigione, spesso torturati, e poi, senza che ricevano spiegazioni, rimpatriati.
Molti di queste renditions sono ampiamente documentati, proprio a discapito di chi sostiene che libri di forte denuncia, come questo, siano mero strumento di propaganda delle correnti “antimperialiste” e “antiamericane” che tanto vanno oggi di moda.

Dal caso italiano a quello cubano di Guantánamo Bay
In Italia, per guardare un po’ nel nostro orticello, abbiamo avuto un caso che ha destato molto scalpore, soprattutto per le modalità poco chiare in cui si è sviluppato. Il cosiddetto “caso Abu Omar” (il vero nome è Osama Mustafa Hassan Nasr), l’imam egiziano rapito a Milano dalla Cia e portato in Egitto e qui, secondo alcune fonti, torturato più volte. In effetti egli era sotto indagine da parte della magistratura italiana in un’operazione di antiterrorismo, ma l’intervento repentino della Cia, lascia ancora qualche spiraglio di dubbio sulla legittimità di tale azione. Dubbi che sono diventati pian piano certezze: il caso, infatti, ha segnato, ultimamente, una rilevante frattura nei rapporti tra Usa e Italia, per l’ormai, appunto, “dichiarato” rapimento della guida spirituale musulmana da parte della Cia. Una prigionia durata quattro anni, finita alcune settimane addietro e che ha coinvolto (presumibilmente) anche il Sismi ed in particolare è costato il rinvio a giudizio per Niccolò Pollari, Marco Mancini e 26 agenti Cia accusati di sequestro di persona. Evento, questo molto importante perché rappresenta il primo procedimento giudiziario in assoluto contro le extraordinary rendition Perciò la nostra stessa Italia non è affatto esente da un simile genere di voli. Si contano una decina di questo tipo di “viaggi” con scali negli aeroporti di Pisa e Roma Ciampino.
Il libro, analizza, soprattutto nella prima parte, una serie di conseguenze a livello di sicurezza, che le nazioni più potenti hanno cercato di attuare per frenare la paura del terrorismo internazionale.
L’esempio più triste, in questo caso, ci sembra quello relativo alla baia di Guantánamo nell’isola di Cuba. Forse perché le immagini – sfuocate e sempre con la rete di protezione in primo piano – di detenuti incappucciati e ammanettati, chiusi nelle loro tute color arancione sono così sconvolgenti e toccanti. Ma leggendo il testo, si scopre che questi uomini sono rinchiusi senza essere tutelati in alcun modo e quindi senza che lì dentro siano garantite le “Convenzioni di Ginevra sul diritto bellico”. Sono stati prelevati in circostanze misteriose, trasportati nel carcere e imprigionati senza accuse provate e senza la possibilità di difesa. Un vero e proprio sopruso che una grande democrazia come gli USa compie ogni giorno.
A tal proposito l’Assemblea permanente del Consiglio d’Europa, costituita nel 1949 per vigilare sul rispetto dei diritti dell’uomo, ha preso una posizione dura e seria grazie alla famosa Risoluzione 1.433 (anno 2005) e la Raccomandazione 1.699 (dello stesso anno) con cui si «richiede al governo degli Stati Uniti di porre fine a questa situazione e di assicurare il rispetto dei principi dettati dallo stato di diritto e delle norme sui diritti umani».
L’excursus preciso e dettagliato del libro ci porta a conoscere diverse situazioni che riguardano le renditions ma che vanno a toccare anche contesti in cui i diritti umani, in generale, vengono ampiamente lesi. Un esempio a riguardo può essere quello relativo alle presunte carceri in “stile Guantánamo” della Cia presenti in Europa e più precisamente in Polonia e Romania. La notizia risale al novembre del 2005 quando fu fatta circolare dall’organizzazione non governativa americana “Human Rights Watch” (Hrw), dal Washington Post e dal canale Tv Abc. Inutile ricordare qui l’eco che essa ebbe nel Consiglio d’Europa, che ha disposto subito di indagare sulla questione.

La democrazia e i crimini in suo nome
Sembrerebbe, pubblicando questa recensione, di attaccarci addosso l’etichetta di “antiamericani”, e la cosa non ci piace. Soprattutto perché crediamo nei valori di democrazia e di libertà che gli Usa ci hanno insegnato nel corso della loro storia. Una società libera e democratica, frutto di lotte sociali e lotte intellettuali, che restano un vero patrimonio universale.
Questi valori, allo stesso tempo, non vanno confusi con i soprusi che gli Usa hanno fatto, e magari, chi lo sa, stanno continuando a fare, con l’appoggio dei paesi europei, all’umanità intera. Perché le renditions non sono altro che questo: se un paese democratico viola i diritti fondamentali di un uomo è, forse, come se violasse quelli di tutti gli uomini. Proprio perché questi vili atti vengono fatti nel nome di un popolo (in questo caso quello americano) che è parte integrante di quella stessa umanità.
Un libro scomodo, che, come spesso capita fortunatamente ad Amnesty International, riesce a dare una visione “diversa” della realtà che molte volte riusciamo a cogliere dai mass media più diffusi. Un libro che sembra esemplificarsi nelle chiare parole di Terry Davis – segretario generale del Consiglio d’Europa – che aprono l’Introduzione: «Scovare e fermare i terroristi prima che compaiano altri attentati è interesse e responsabilità comune, ma affinché le nostre azioni siano efficaci, dobbiamo dimostrarci giusti più che duri. Nel momento in cui i terroristi ammazzano persone innocenti, essi sperano di provocare una reazione sproporzionata, indiscriminata e ingiusta. Non hanno paura né della morte, né della tortura, ma temono la giustizia, poiché essa impedisce loro di continuare ad ammazzare e rappresenta un colpo mortale alla loro causa».

Carmine De Fazio

(direfarescrivere, anno III, n. 21, settembre 2007)
 
Invia commenti Leggi commenti  
Segnala questo link ad un amico!
Inserisci l'indirizzo e-mail:
 

 

Direzione
Fulvio Mazza (Responsabile) e Mario Saccomanno

Collaboratori di redazione
Ilenia Marrapodi ed Elisa Guglielmi

Direfarescrivere è on line nei primi giorni di ogni mese.

Iscrizione al Roc n. 21969
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza n. 771 del 9/1/2006.
Codice Cnr-Ispri: Issn 1827-8124.

Privacy Policy - Cookie Policy