Anno XXI, n. 230
aprile 2025
 
In primo piano
Indagare le trasformazioni
che danno forma a ogni vita
Edito Rubbettino, nel romanzo d’esordio di Fedeli
i sentimenti, le domande e i dubbi del protagonista
Rosa Chiara De Simone

Se biologicamente ci si accontenta di una sola nascita, in realtà, la vita dell’uomo ne ammette molte altre. Se ci si ferma a pensare a un’esistenza, ci si accorge di come un essere umano si trasformi, faccia la muta, diventando sempre qualcosa di nuovo che prima non era nemmeno lontanamente.
Queste trasformazioni sono ancora più manifeste quando non sono certi meccanismi fisiologici a condurle, bensì alcune esperienze, traumi, accadimenti talmente tanto significativi da operare uno stravolgimento nella vita di un uomo, facendolo nascere nuovo per una seconda, terza, quarta, infinite volte. Non infinite, ma tre volte nasce e rinasce Michele, il protagonista di Nato tre volte (Rubbettino, pp. 150, € 14,00), romanzo di Luca Fedeli.
Come in un classico testo di formazione, i nostri occhi da lettore seguono gli avvenimenti nella vita di Michele, e le nostre percezioni accompagnano i suoi sentimenti, le sue paure, le sue preoccupazioni e soprattutto le sue domande. È un personaggio inquieto e irrequieto, sempre senza pace e con la testa zeppa di interrogativi ed elucubrazioni portate all’esasperazione e che conducono alla sua disperazione pure per la mancanza di figure di riferimento che possano far un minimo di luce in questo confondente buio.

Storie nella Storia
Insieme con lui, siamo testimoni di azioni e reazioni non solo concernenti la sua vita privata, ma soprattutto in relazione alla società e alle vicissitudini politiche dell’Italia dagli anni Settanta agli anni Novanta. Si può affermare che i veri protagonisti del romanzo siano due: Michele e l’Italia degli anni sopracitati perché, come muta il ragazzo diventando uomo, anche il nostro paese non è esente da trasformazioni politiche e sociali.
Fedeli, dunque, propone una doppia storia, un doppio binario dove due treni diversi corrono e attraversano numerose fasi. Le fasi sono scandite da elementi particolari come la musica, il cinema, la letteratura e gli eventi sociali e politici generando una serie di intrecci fra i due protagonisti le cui sfumature dell’una influenzano le metamorfosi dell’altro.
«Un ragazzo un po’ più grande di loro si era portato una scorta infinita di 45 e 33 giri, che usava spesso in una neonata radio libera della zona. Novità assoluta. Con forte determinazione e senza nessun pregiudizio, aveva iniziato con i gruppi melodici italiani, molto popolari e sempre in classifica (evidentemente molti gauchiste se li compravano di nascosto). Così senza colpo ferire era riuscito a infilare in sequenza i Santo California, gli Albatros, i Collage, i Panda, i Romans e in un momento di esaltazione anche i Nuovi Angeli e i Cugini di Campagna. Poi, con un colpo di genio e perché ormai impegnato anche lui in altre faccende, aveva buttato là due storiche cover assassine dei Camaleonti e dei Dik Dik dai Procol Harum, che spezzarono ‒ o meglio rianimarono ‒ le reni di tutti».
Gli eventi del Sessantotto cambiano Michele, ma perché? Perché sceglie il comunismo. Questa è solo una delle tante domande che Michele pone a se stesso e sono proprio quelle stesse domande a farlo avanzare nel cammino della vita: «“Ma come era diventato comunista?” “Già, perché sei diventato comunista?”, glielo ripetevano ogni cinque minuti, o così almeno gli sembrava, soprattutto in casa. E poi tecnicamente poteva essere definito comunista? O non piuttosto politicamente impegnato, ovviamente a sinistra? Definizione che lo gratificava di più e in quel momento lo deresponsabilizzava un po’. O al limite gauchiste, parola però che con certi compagni non poteva pronunciare neanche alla presenza di un avvocato».

Morte e rinascita
Tornando al titolo, le tre nascite di Michele sono da ricercarsi, in primo luogo, in quella biologica, in seguito nel giugno del 1974 e l’ultima al risveglio dal coma, successivo a un evento politico di importante peso politico e sociale. L’esperienza politica sarà cruciale nella sua vita: attraverso questa Michele inizierà un processo di analisi su se stesso e sul mondo perché il partito stesso è un micromondo.
Tale micromondo, se simile a quello originale, è inevitabilmente affetto da incoerenze, elementi di sola apparenza e illusioni che danno vita a un infido cambiamento degli scopi finali: il partito prende una piega neoliberista che manda in crisi il nostro protagonista: «Dopo quasi un anno, una notte Michele si svegliò all’improvviso e disse ad alta voce, quasi urlando: “Ma allora ho perso la coscienza di classe. Ma come è stato possibile? Forse è un segno dei tempi. Anzi è sicuramente un segno dei tempi. Quasi me lo sentivo. Vediamo come va a finire. Dovrò rifletterci, anche perché non è la prima volta che succede una cosa come questa. Vorrà pure dire qualcosa. Anzi sicuramente vuol dire qualcosa”. Si girò dall’altra parte e ricominciò a dormire di nuovo, quasi subito».
La crisi scaturita dalla disillusione politica fa entrare Michele in un processo di alienazione, di estraniamento dal mondo, incentivata ancora di più dalla difficoltà di fidarsi di ideali nuovi e da un lacerante senso di colpa. Tuttavia, la percezione che si ha non è di completa catastrofe, ma di una piccola speranza facilmente rintracciabile nel concentrarsi di Michele sulle piccole cose del mondo, cruciali per il suo essere un posto finanche piacevole: «Cosa poteva fare adesso? Non gli piaceva affatto ciò che vedeva intorno a sé, ma non gli piaceva neanche quello che aveva visto prima (anche se ne stava rivalutando alcuni aspetti non trascurabili). No, non poteva mollare proprio ora. Non sarebbe stato giusto. Si sarebbe negato, in modo scellerato, una bella parte di mondo nuovo che voleva conoscere, sperimentare, sezionare, analizzare, senza però essere sempre costretto a emettere referti diagnostici inutili e quasi sempre sbagliati. Doveva essere libero da ogni costrizione».

Rosa Chiara De Simone

(direfarescrivere, anno XX, n. 223, settembre 2024)
 
Invia commenti Leggi commenti  
Segnala questo link ad un amico!
Inserisci l'indirizzo e-mail:
 

 

Direzione
Fulvio Mazza (Responsabile) e Mario Saccomanno

Collaboratori di redazione
Ilenia Marrapodi ed Elisa Guglielmi

Direfarescrivere è on line nei primi giorni di ogni mese.

Iscrizione al Roc n. 21969
Registrazione presso il Tribunale di Cosenza n. 771 del 9/1/2006.
Codice Cnr-Ispri: Issn 1827-8124.

Privacy Policy - Cookie Policy