Anno XXI, n. 230
aprile 2025
 
In primo piano
Misteri, tranelli e profonde meditazioni:
se il pensiero filosofico si veste di giallo
Da Città del sole, un intrigante poliziesco di Antonio Maria Gosetti.
Uno spunto per riflettere in stile Musil sul senso di giustizia e verità
di Celeste Fortunato
Può un poliziesco raccontare l’intricata trama di un mistero e, nel contempo, sollecitare un’intima riflessione? Evidentemente, nella nuova pubblicazione di Antonio Maria Gosetti la risposta è affermativa, poiché l’autore suggerisce il proprio punto di vista circa la complessa, quanto contraddittoria, natura umana.
Conosciuto già da tempo nel panorama letterario internazionale, egli consegue gli studi di Filosofia e di Cinematografia presso la Civica scuola del cinema diretta da Renato Spezzo, dove insegna per dieci anni Sceneggiatura e Regia cinematografica. Nel 1986 decide di trasferirsi negli Usa e da poco vive stabilmente in Messico. All’estero apre le porte ad un percorso letterario e nel 2012 pubblica Good God, Bad God, edito da Aracne. Ben presto, grazie alla sua esperienza professionale ed artistica, nonché di vita tra le due Americhe, Antonio Maria Gosetti elabora un poliziesco la cui trama, tra orchestrati avvicendamenti e meditati personaggi, come in un palcoscenico attanaglia l’attenzione, vestendosi di attualità. Ambientato in Texas, A right to Justice. Una questione di coscienza (Città del sole, pp. 184, € 13,00) ripercorre l’attività investigativa condotta dal detective privato Philip Morris, con l’incarico affidatogli da un padre, Jaff Hardage, che non riceve da tempo notizie della figlia Kerry, partita un mese prima in compagnia dell’amica Debra.
L’investigatore inseguirà le scarse tracce a sua disposizione, destreggiandosi tra i renitenti personaggi poco propensi a collaborare per risolvere il mistero, ma nonostante gli esigui indizi riuscirà a scoprire la verità (merito dell’esperienza maturata in anni di professione).
L’autore analizza le diverse identità dei personaggi presenti nel suo avvincente romanzo per indurci ad una riflessione senza la pretesa di approdi definitivi, la cui apertura alle infinite possibilità di risoluzione ci restituisce un’ampia libertà.

La giustizia nella sola verità
Se la giustizia, come tale, rappresenta un diritto inalienabile dell’uomo, c’è da domandarsi su quale paradigma determinarla. Secondo Antonio Maria Gosetti, in ogni caso, tramite la verità. È la verità ciò che conta, unica a rendere giustizia, salvaguardandone il diritto. La verità a qualsiasi condizione, anche se connotata di amarezza, laddove la realtà delle circostanze, a volte, si determina attraverso il sacrificio di qualcuno.
Ma in che modo conquistare l’ambita verità con la quale raggiungere la giustizia? Come Aristotele asseriva nella sua Metafisica II, «La ricerca della verità non sta nelle cose, ma in noi». Dunque, la ricerca della verità risiede nella coscienza dell’uomo, come afferma l’autore stesso nell’Introduzione del romanzo”, ricordandoci il mito greco secondo il quale Zeus interviene per porre ordine nell’animo umano attraverso la concessione di due doni, la vergogna e la giustizia, distribuite ad ogni uomo in egual modo. Durante lo svolgimento della trama si susseguono, come nel mito citato, numerosi personaggi, riferendo ciascuno della natura umana secondo la propria identità.
L’autore, dunque, sembra sostenere come spesso nella coscienza dell’uomo risieda la capacità di condizionare il rivelarsi della verità e, soprattutto, nonostante le (irrimediabili?) debolezze in lui insite, non di rado in sé conserva quegli aspetti umani (solidarietà, sacrificio, coraggio) che contribuiscono favorevolmente ad affermare la giustizia, attraverso la testimonianza dell’acclamata verità: altrimenti, quale utilità attribuita ai doni di Zeus nell’animo disordinato dell’uomo?

«L’uomo senza qualità»?
La ricerca della verità viene affannosamente inseguita dal detective privato Philip Morris tra proprietari di ranch e poliziotti di frontiera restii a collaborare, perché coinvolti nel traffico di droga al confine tra Stati Uniti e Messico.
Come nel romanzo L’uomo senza qualità di Robert Musil, Antonio Maria Gosetti scandaglia la natura umana con sapiente abilità descrittiva, restituendo al lettore l’immagine realistica ed oggettiva dei personaggi, tracciati ognuno secondo un’identità specifica.
Analogamente all’opera citata, l’autore suggerisce (inconsapevolmente?) una riflessione sulle debolezze dell’uomo piegato dall’egoismo e dalla disonestà, fino alla corruzione, capace di condizionare e determinare lo svolgersi degli eventi, se non anche il destino altrui.
Eppure, tra le infinite possibilità – “musiliane” – una sembra risiedere nell’epilogo del poliziesco di Antonio Maria Gosetti, ovvero la speranza che giustizia sia resa per merito dell’appello alla coscienza dell’uomo. Sarà, infatti, un informatore, Cipriano Zesus Zapata, a fornire «un’informazione di importanza capitale per la soluzione del caso», a costo della propria vita e lasciando moglie e due figli.
Dunque, seppure l’uomo talvolta racconti di sé con le sue debolezze, altre volte concorre al rivelarsi della verità attraverso la propria coscienza: Cipriano Zesus Zapata fornirà l’indizio decisivo, anche a costo della propria vita, mentre il detective Morris restituirà parte della ricompensa alla famiglia dell’informatore, andando oltre l’egoismo di trattenere per sé la totalità della somma dovuta.
Ma come il romanzo di Musil prospetta il mondo delle infinite possibilità quale realizzazione cosciente dell’evento, così nell’opera di Gosetti le possibilità sono aperte e disponibili alle eventualità inattese, conferendo all’epilogo la condizione di dubbio con la sua serie di domande, le cui risposte, forse, troveranno dimora nella coscienza demandata al lettore.
«E poi dicono che il delitto non paga.
Quello degli altri, talvolta, sì».
Le parole finali di Antonio Maria Gosetti rievocano l’immagine di Umberto Eco circa il tema dell’opera aperta.

Attualità d’Autore
Il palcoscenico dell’ordito poliziesco si veste di attualità, ponendo attenzione su una tematica sociale che impegna gli Stati Uniti di oggi: il crimine ed il traffico di stupefacenti.
Nelle polverose strade del Texas, tra Dallas e le città Eagle Pass, Del Rio e Piedras Negras al confine con il Messico, la giovane Kerry potrebbe essere stata rapita per interessi economici (nonostante il padre non abbia ricevuto nessuna proposta di riscatto), o assassinata, magari perché a conoscenza di questioni inopportune.
Antonio Maria Gosetti ci offre, dunque, un poliziesco disponibile al reale, ispirato ad una delle innumerevoli casualità rintracciabili nella cronaca odierna: la scomparsa di due giovani ragazze, ignare ed estranee a questioni oscure che macchiano la coscienza di alcuni uomini.
Se ogni problema dell’avventura umana trova soluzione nella coscienza, la risoluzione dei polizieschi si alimenta di quella conflittualità in essa insita laddove, nel dispiegarsi di ogni incognita, risiede l’alto valore umano della verità, a dispetto delle finzioni che, spesso, mascherano i comportamenti dell’uomo. In tal modo, l’equazione giustizia-verità troverà lo svelamento nell’incognita: x come soluzione o come paradigma?

Celeste Fortunato

(direfarescrivere, anno IX, n. 86, febbraio 2013)
 
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