La Banca popolare del Mezzogiorno, in collaborazione con l’editore Rubbettino, anche quest’anno hanno confermato l’impegno, ormai ventennale, alla diffusione della cultura e della storia calabresi.
Il 2012 ha dato la luce al ventiduesimo volume dell’imponente progetto culturale dedicato a Le città della Calabria, una collana – che insieme alla sua “gemella” Le città della Sicilia (che ha prodotto sinora due analoghi volumi) – si caratterizza per il rigore scientifico e per il taglio divulgativo che coesistono in ogni singola pubblicazione.
Si tratta di Fabrizia, Serra San Bruno. Storia Cultura Economia (Rubbettino, pp. 416, € 46,00), libro dedicato quindi, come il titolo anticipa, alle due cittadine delle Serre calabresi: due realtà ricche di storia – come testimoniano la presenza di una della maggiori industrie del ferro dell’Italia preunitaria nel territorio di Fabrizia e quella dell’imponente certosa dei Santi Stefano e Bruno, voluta da Bruno di Colonia, a Serra – che oggi si presentano come dinamici centri del turismo montano regionale.
Lo sottolinea Francesco Antonio Lucifero, presidente della Banca popolare del Mezzogiorno, nella sua Presentazione del volume, nella quale augura «di contribuire alla crescita socio-economica di questi due centri delle Serre calabresi e di rendere un utile servizio alla nostra straordinaria terra».
Gli fa eco la Nota del curatore, Fulvio Mazza, ideatore e responsabile della collana dedicata alle città calabresi e siciliane (il quale è anche il direttore responsabile di questa rivista). Egli evidenzia «la soddisfazione delle due istituzioni [la Banca popolare del Mezzogiorno e la Rubbettino, Ndr] che da ventidue anni […] realizzano tali volumi». Soddisfazione che deriva indubbiamente, tra l’altro, dal prestigio dei contributi di cui questi volumi si pregiano e che il curatore illustra con sapiente dovizia nelle sue pagine introduttive.
La struttura del volume e i suoi contributi
L’opera, come di consueto, si divide in due parti: Il Passato e Il Presente. Ognuna è preceduta da altrettanti saggi introduttivi (Introduzione alla parte prima e Introduzione alla parte seconda), entrambi a firma di Fausto Cozzetto, il quale – tra l’altro – è il consulente scientifico dell’intera collana.
Le due cittadine del vibonese sono dunque raccontate nel dispiegarsi del loro vissuto storico nella prima parte – che accoglie i contributi riguardanti il periodo dalle origini al Risorgimento – e politico, culturale ed economico nella seconda – che accoglie i saggi dedicati alla Storia politica, culturale ed economica, appunto, del Novecento – senza tuttavia trascurare le caratteristiche precipue, in ciascuna epoca, del sentire artistico e civile delle due città.
Nel saggio iniziale, intitolato Dall’eremo della torre al casale di Serra, Tonino Ceravolo – studioso dell’ordine certosino e profondo conoscitore della storia serrese in particolare, ma non solo – ricostruisce i prodromi storici della nascita di Fabrizia e di Serra. Egli individua tre momenti essenziali del Medioevo serrese (Fabrizia nasce in Età moderna): l’arrivo di Bruno di Colonia; la sintonia che si stabilisce tra i nuovi venuti e i conquistatori normanni del Mezzogiorno; la nascita dell’insediamento religioso e della giurisdizione feudale ecclesiastica.
Fa seguito il contributo di Giuseppe Ferraro, collaboratore dell’Università della Calabria, autore del saggio dedicato al periodo Dai primi del Cinquecento agli esiti della Rivoluzione francese. Ferraro propone un’accurata analisi delle ragioni politiche e socioeconomiche che hanno reso questo periodo storico come una fase di rilievo per entrambe le comunità del comprensorio delle Serre. Chiude questo saggio una panoramica del contesto artistico delle cittadine di quel tempo, con un paragrafo di Domenico Pisani, storico dell’Arte che ha arricchito più di uno dei capitoli del volume con una disamina artistica, appunto, di rilievo. Pisani, tra l’altro, ha scritto il saggio dedicato alla Storia risorgimentale, intitolato Il Risorgimento debole e la scelta italiana dopo l’Unità. Un periodo sul quale hanno avuto peso alcune vicende: per Serra, il sisma che colpì l’intera regione nel 1783 e che distrusse l’insediamento certosino; per Fabrizia, il distaccamento del comune di Mongiana, sede della ferriera, per volontà regia. Entrambe le comunità furono alquanto estranee e “fredde” rispetto alle vicende risorgimentali. Pisani analizza questo momento storico, soffermandosi anche sulla vita artistico-culturale, che si espresse, tra le altre, nella figura del “poeta scalpellino” noto come mastro Bruno Pelaggi (di cui nel 2012 si è celebrato il centenario dalla morte).
La Parte seconda del volume si apre con il capitolo dal titolo Dalla conservazione alla modernità, a firma del curatore. Si tratta del contributo dedicato alla Politica contemporanea, dalla Prima guerra mondiale fino ai nostri giorni. Fulvio Mazza ricostruisce puntualmente, nonostante la scarsezza delle fonti, le fasi di maggior rilievo della contemporaneità tanto di Fabrizia quanto di Serra San Bruno che, durante il secolo scorso, hanno vissuto periodi altalenanti. A momenti di sviluppo si sono alternati, difatti, momenti difficili di retrocessione, a causa, per esempio, dei frequenti fenomeni alluvionali che hanno colpito il territorio e che hanno messo a dura prova la popolazione, le infrastrutture e le attività economico-produttive, con conseguenze anche nella vita politico-amministrativa che, peraltro, deve tuttora fare i conti con il persistere della delinquenza organizzata.
Una fase che ha vissuto anche episodi di vasta portata storica, come le visite alla certosa di Serra dei due papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, nonché del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I: personalità che hanno suggellato il notevole ruolo delle Serre medesime.
Il quinto saggio è dedicato alla Storia culturale del Novecento, scritto da Antonio Cavallaro, direttore della Digital division della Rubbettino. Egli ha percorso il tracciato della vitalità artistica e intellettuale delle due cittadine, soffermandosi sulle poliedriche figure di Serafino Maiolo – romanziere e saggista di adozione fabriziese – e di Sharo Gambino, il giornalista, scrittore e studioso scomparso da alcuni anni. Cavallaro ha inoltre effettuato l’analisi del rapporto della certosa con la vita della città e del suo hinterland, passando al vaglio le conseguenze che tale rapporto ha avuto sul dinamismo culturale cittadino, per esempio attraverso l’apertura di istituzioni museali e incarnandosi in figure di intellettuali certosini di spessore, come François de Sales Pollien e dom Basilio Caminada. Non manca un excursus sugli storici, gli studiosi, i saggisti e le nuove attività culturali (legate al web ma non solo) del territorio.
Ultimo capitolo dell’opera è quello intitolato Dallʼeconomia rurale allo sviluppo dipendente. Le trasformazioni economiche nel Novecento, scritto da tre autori tutti afferenti all’Università “Magna Grecia” di Catanzaro: il giovane studioso Andrea Ansani, il noto economista Vittorio Daniele e il «grande vecchio della storiografia regionale» (come viene definito dal curatore nella sua Nota iniziale) Antonio Carvello.
Questi costruiscono una trattazione dedicata alle attività produttive nei diversi settori economici presenti nelle Serre, soffermandosi sia sulle iniziative imprenditoriali moderne nei settori dell’industria di trasformazione del patrimonio forestale (in primo luogo della cellulosa per la produzione della carta) sia sulle attività artigianali, sia ancora sulle attività legate al terziario e, in questo ambito, si evidenzia in particolare la nascita del turismo legato alle buone condizioni climatiche estive e il conseguente costituirsi di tradizioni di accoglienza collegate ai flussi di visitatori della certosa, ma non solo (Serra in particolare attira turisti e visitatori anche perché custodisce un patrimonio artistico di grande rilievo).
Il contributo dedicato alla prospettiva economica è suggellato dall’Appendice statistica, curata da Ansani, che illustra l’entità e l’evoluzione delle dinamiche socioeconomiche dei due centri avvalendosi di utili grafici.
Il contributo “generale” della redazione
I saggi appena illustrati rappresentano senz’altro il cuore del volume. Tuttavia, “dietro le quinte” va anche registrato il lavoro “corale” di una redazione, attenta e preparata, che ha contribuito alla valorizzazione dei contenuti proposti dai singoli studiosi.
Il coordinamento redazionale di Luciana Rossi e di Cecilia Rutigliano [autrice di questa stessa recensione, Ndr] ha garantito la genesi di una pubblicazione accurata dal punto di vista sostanziale e formale, anche nell’aspetto più puramente grafico.
Omogeneità e precisione sono stati i “cavalli di battaglia” dello staff redazionale, composto dai giovani redattori Francesca Folino, Maria Grazia Franzè, Sonia Miceli, Rossella Michienzi e Giuseppina Pascuzzo. Menzione a parte merita il contributo di Ilenia Marrapodi, che ha curato il complicato e fondamentale apparato dedicato agli Indici (delle illustrazioni e, soprattutto, dei nomi), utili e imprescindibili strumenti scientifici di approfondimento.
Il lavoro redazionale ha permesso la nascita di un libro valido tanto nei contenuti quanto nell’aspetto: Fabrizia, Serra San Bruno si presenta ai lettori come un “bel libro”, adatto a specialisti e non. Questo anche grazie anche al suo ricco apparato fotografico-didascalico che si compone di immagini storiche e d’archivio (a titolo di esempio, si menzionano le prestigiose immagini provenienti dalla certosa, dalla Biblioteca Casanatense, dalla Raccolta Calabra di Domenico Zerbi, dalle collezioni private di cittadini fabriziesi e serresi, ecc.) e, soprattutto, degli scatti del bravissimo fotografo Bruno Tripodi.
Il “viaggio” attraverso le bellezze regionali proseguirà il prossimo anno con La Calabria Albanese, ventitreesimo dell’iniziativa culturale.
Cecilia Rutigliano
(direfarescrivere, anno IX, n. 85, gennaio 2013) |