Anno XX, n. 225
novembre 2024
 
La recensione libraria
Il soprannaturale come grande sfondo
a un bel romanzo d’amore: due vite
che erano destinate a prescegliersi
Da Folci editore, una storia volta a esplorare
l’ambivalenza e la profondità dei sentimenti
di Rosina Madotta
Le storie d’amore che raccontano i sentimenti, le passioni, la magia degli incontri sono state sempre al centro della letteratura e in particolare della narrativa. Parlano anche del dolore, della rabbia, dell’odio, della solitudine che si provano a volte ad amare una persona. Due facce di una stessa medaglia, che è il fulcro dell’esistenza d’ogni essere umano. Sono racconti d’emozioni e di vicende nei quali il lettore si immedesima facilmente proiettandoli nella sua vita vissuta, nel suo quotidiano. Ed è una storia d’amore con la “A” maiuscola il nuovo romanzo della scrittrice Angela Barbieri, romana, mentanese d'adozione: Fuori di cuore (Enrico Folci editore, pp. 144, € 12,00).

Due destini che si uniscono
I protagonisti, Simone e Francesca, entrambi infermieri, vivono un amore intenso e passionale per due anni, ma proprio quando il sogno d’una vita insieme sembra realizzarsi con l'acquisto di una casa e il progetto di condividerla, la loro unione si complica e piuttosto che confrontarsi e chiarirsi, si allontanano prendendo due strade diverse. Per non soffrire scelgono di chiudere i loro cuori, di stare appunto “fuori di cuore”, come dice l’autrice. Per volere del destino si rincontrano dopo qualche tempo in un centro commerciale nel periodo natalizio. Simone, che da bambino è stato abbandonato e poi adottato, ha appena riallacciato i rapporti con la madre adottiva, malata e ricoverata in una struttura di lunga degenza. Francesca, invece, è impegnata con un nuovo compagno, Corrado, un chirurgo conosciuto in ospedale, che sta per divorziare dalla moglie per vivere la storia con lei alla luce del sole. I due comprendono che – nonostante sia passato del tempo – il loro amore in realtà non è mai finito. Contemporaneamente alla rinascita dei loro sentimenti riaffiora un tassello irrisolto e molto doloroso nella vita di Francesca: il rapporto con suo padre. E grazie al sostegno di una presenza soprannaturale Simone aiuterà Francesca a chiudere i conti con il passato doloroso e ad aprirsi a una nuova vita a due.

Un romanzo introspettivo
L’autrice pone l’accento sulla personalità e la psicologia dei due protagonisti: tutta la narrazione è sempre in prima persona e vede l’alternanza della voce narrante tramite i punti di vista di Simone e Francesca. In un crescendo di introspezione e analisi psicologica il lettore conosce la storia dei due ragazzi, il loro passato, i sentimenti che riaffiorano, le loro vite che si intrecciano nuovamente, i tasselli del loro futuro che si ricompongono a formare un mosaico unico. I personaggi sono molto dinamici e senz’altro positivi nei loro comportamenti coraggiosi; si migliorano, cambiano e crescono, per riprendere in mano la loro vita e ricostruire un futuro migliore. Simone vive il suo rapporto con i genitori adottivi – e in particolare con la madre – in maniera conflittuale e quasi disperata: «Su mia madre ho riversato il dolore dell’abbandono, su di lei ho voluto vendicarmi con una rabbia sorda e cieca che l’ha calpestata per tutti questi anni. Rabbia nata da un’esigenza primordiale: sentirsi amati. Non di essere ma di sentirsi. Forse il mio muro me lo ha impedito. Avrei voluto che il mio amore arrivasse loro e che come un boomerang mi tornasse ad avvolgere». In Francesca vede la realizzazione dei suoi sogni: una casa, una famiglia, l’essere accettato per quello che è senza fingere, e senza sentirsi costretto a raggiungere la perfezione.
Francesca, pur amando il suo nuovo compagno Corrado, è insoddisfatta e sofferente a causa di qualcosa che le manca: «Perché non riesco a vivere ciò che ho come la maggior parte delle persone, perché sono così infelice pur amando… ma cosa voglio realmente? Questa domanda mi martella nel cervello. Ho un grande amore ma la mia vita mi appare piatta». Il periodo delle festività natalizie è per lei sinonimo di sofferenza, di ricordi dolorosi: la sua vita e suo padre rubati da un’altra famiglia. Ritroverà un nuovo equilibrio solo grazie alla scoperta di avvenimenti a lei sconosciuti, anzi sepolti volontariamente da chi voleva proteggerla eccessivamente, e alla rielaborazione del passato tragico e doloroso.
Altre voci narranti, diverse da quelle dei protagonisti, arricchiscono la vicenda alternandosi in una narrazione che si svolge sempre in prima persona. Una di queste, molto “particolare”, si rivelerà importantissima nel ricongiungere i due ragazzi: «L'aria è fresca e pungente, mi arriva al viso e mi dà un vigore nuovo. Sono un angelo finalmente, anche se ancora a metà. Nella mia vita terrena ho lasciato qualcosa di irrisolto che ha causato chiusura e sofferenza in una persona per me molto importante. Se riuscirò ad aiutare qualcuno che in vita ha come me lasciato qualcosa in sospeso, potrò avere l'opportunità di chiedere perdono a chi ho fatto tanto soffrire. Sono nelle sue mani o meglio, mi sono affidato al suo cuore…spero mi aiuti».
L’autrice impreziosisce la prosa con delle perle: inserisce spesso nella narrazione – tra un capitolo e l’altro – dei versi a testimoniare le sue radici letterarie nella poesia. Angela Barbieri ha, infatti, pubblicato alcune sillogi di poesie molto apprezzate tra le quali Quello che non so di te edite dal Gruppo Albatros Il Filo. In precedenza aveva pubblicato, con analogo successo, un altro romanzo: Io vado scalza, edito da Montegrappa.

Rosina Madotta

(direfarescrivere, anno VI, n. 57, settembre 2010)
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