Anno XX, n. 225
novembre 2024
 
La recensione libraria
Volgarità e trash colmano i programmi.
Naufraghi e tronisti alla ricerca di fama
sono un cattivo esempio per i giovani
Da edizioni Magi, una guida all’offerta televisiva.
Critiche tante (non tutte chiare) per piccoli “dèi”
di Bruno Cairo
Lo zapping è la cosiddetta abitudine di guardare la televisione cambiando freneticamente canale, alla ricerca di un programma che sia di proprio gradimento. In alcuni casi può essere considerata una vera e propria mania, dato anche il crescente aumento di canali: da quelli trasmessi “in chiaro”, come Rai e Mediaset, all’innovativa pay-tv di reti satellitari come Sky o il recente digitale terrestre. Ed è così che per i più appassionati il salotto di casa si trasforma in un vero e proprio “centro d’ascolto” fatto di decoder, schede prepagate e telecomandi interattivi che, a seconda del tasto premuto, fanno partecipare il telespettatore a sondaggi, commenti e votazioni. Ma la domanda è: a questa ampia quantità di offerta televisiva corrisponde altrettanta qualità? La risposta è lampante: no!
Da un lato le emittenti, soprattutto private, devono seguire la “linea” degli editori che è anche quella di incrementare il proprio fatturato cercando di collocare nel palinsesto trasmissioni che possano far audience e primeggiare nella classifica dei dati raccolti dall’Auditel, ossia negli ascolti. Aumentando, in tal senso, la possibilità di vendere spazi pubblicitari.
Anche la Rai “tv di stato”, nonostante sia pubblica e richieda un abbonamento annuale, non disdegna sponsor per le sue tre reti.
Dall’altro lato, venendo meno i contenuti coloro che sono “in pericolo” sono i più giovani che spesso recepiscono passivamente dalla tv “babysitter” messaggi e modelli sbagliati. Così l’osservatorio media del Moige (Movimento italiano genitori) si batte contro quest’influenza negativa pubblicando Un anno di zapping, guida critica all’offerta televisiva italiana 2007-2008 (edizioni Magi, pp. 298, € 22,00).
Si tratta di un’opera “corale” realizzata da un team di professionisti del settore, sotto la guida di Armando Fumagalli, docente di Semiotica e direttore del Master in Scrittura e produzione per la fiction e il cinema presso l’Università cattolica del “Sacro Cuore” di Milano, e di Chiara Toffoletto, story-analyst e coordinatrice didattica del suddetto Master.

I programmi dall’A alla Z
Il volume contiene delle schede di analisi critica su 140 programmi, in rigoroso ordine alfabetico, in cui la valutazione qualitativa delle trasmissioni è stata effettuata sia dal punto di vista tecnico che da quello delle idee e dei valori veicolati da queste ultime. Un giudizio espresso anche attraverso l’uso dei simboli, di cui è allegata una legenda esplicativa.
Si va dal negativo trash (spazzatura), rappresentato da un bidoncino, all’ottimo, raffigurato da una conchiglia, simbolo del Moige.
Tra gli altri simboli: la stella per i programmi consigliati, la mano che indica “stop” per i programmi problematici e il bambino per quelli adatti ai minori.
Molto interessante è anche il Glossario dei termini tecnici in cui si trova la spiegazione di parole che ad alcuni possono essere sconosciute, ad esempio anime (cartoni animati giapponesi), detection (processo investigativo che porta alla soluzione di un giallo) o serie melò (una “rivisitazione” del melodramma in chiave televisiva).

Il “Grande bocciato”
Nel leggere il libro vien subito la curiosità di sapere quali siano le trasmissioni con i giudizi più negativi. Non superano l’esame, tra gli altri, il Grande Fratello e Uomini e Donne.
Queste trasmissioni, entrambe in onda da alcuni anni su Canale 5, sono decisamente vietate ai bambini. Il loro messaggio non è educativo, «supremo esempio di vita sprecata». I contenuti sono pressoché inesistenti e, in particolare, alcune immagini riferite ai corteggiamenti del programma pomeridiano condotto da Maria De Filippi sono considerate «senza alcun ritegno per la fascia oraria nella quale è collocato il programma: nel primo pomeriggio i più giovani appena tornati da scuola, magari aspettando la finestra pomeridiana di Amici, i ragazzi sono sottoposti a spettacoli poco graditi a qualsiasi età, ma tanto meno a loro».
“Bidoncini” come voto anche per L’isola dei famosi che «ha contribuito a promuovere una visione degradante dell’uomo e ha lanciato un messaggio molto in voga di questi tempi: “Quello in cui credi non ha un valore in sé, ma ha valore in quanto tu lo credi e le tue ragioni acquistano spessore unicamente in base al criterio della spontaneità”».
Ma non sono solo i reality ad essere nel mirino del Moige, anche La vita in diretta che è un rotocalco di attualità (cronaca nera, sociale, internazionale e rosa) in onda su Raiuno è soggetto a critiche: «la qualità […] non è certamente alta, i temi trattati non così ben sviluppati né così interessanti […] forse buono per tenere come compagnia o come sottofondo “simil-radiofonico” per le attività domestiche».

Heidi, documentari e musical
Tuttavia non ci sono solo rimproveri per la tv italiana, la guida sull’offerta televisiva indica, anche quali programmi sono adatti ad un pubblico di giovani.
Sul podio spicca lei, Heidi, il primo cartoon giapponese ad arrivare in Italia negli anni ’80, pastorella svizzera, rimasta orfana, si ritrova a vivere con un nonno un po’ burbero sulle Alpi. Cominciano, così, le sue avventure con l’amico Peter e le famigerate caprette che «fanno “ciao”». La serie animata è premiata perché punta il dito contro «l’artificiosità dell’uomo moderno che porta gli adulti a chiudersi nei loro pregiudizi e a giudicare in modo temerario le scelte degli altri». In Heidi trovano spazio i buoni sentimenti, la giovinetta con il suo atteggiamento affettuoso e vivace è la prova che «le apparenze ingannano» e che la fiducia in se stessi aiuta a riconciliarsi con il mondo. Due stelle come voto per Geo & Geo su Raitre «che si caratterizza per essere un programma interessante e piacevole». Le tematiche spaziano dalla natura alla scienza, dagli animali ai popoli della Terra. Molto spesso sono presenti in studio allievi di qualche scuola media inferiore o superiore. E si ha anche un “contatto” telefonico con i telespettatori chiamati a rispondere a dei quiz proposti alla fine di ogni filmato andato in onda. In sostanza è una trasmissione «senza rischi di eccessi volgari, ma con un intento pedagogico e di intrattenimento che è lodevole».
Un plauso, anche, per Gt ragazzi e Screensaver sempre sulla terza rete Rai. Il primo «contribuisce a una corretta comprensione del mondo dell’informazione»; il secondo, basato sul materiale autoprodotto da classi della scuola media e realizzato con l’aiuto di uno sceneggiatore noto al pubblico (attori, scrittori, ecc.), propone tematiche giovanili come anoressia, bullismo, emarginazione sociale ed «è un segnale importante di come la tv possa essere usata in modo intelligente».
Tra le fiction per ragazzi spicca High School Musical andato in onda su Disney Channel e, poi, su Raidue e Italia 1. A ritmo di canti e balli si racconta una storia di speranza e di amicizia «dove non c’è un eroe che si erge contro tutto e tutti», semmai a vincere «è il reciproco confronto».
L’impressione però è che sia facile porre il “pollice alto” per i programmi di cui sopra, Heidi, Geo & Geo e quant’altro. Ma spogliandoci di buonismo e ovvietà, riveliamo che l’appeal di tali programmi ci sembra piuttosto scarso. Pensate ai bambini intenti a giocare alla playstation, ma ve li immaginate a guardare le caprette di Heidi?

Bruno Cairo

(direfarescrivere, anno V, n. 43, luglio 2009)
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