La vita di un tranquillo condominio di città viene sconvolta dalla partecipazione ad un reality show, Condomino reale appunto, che diviene la sede di un programma seguito da milioni di persone. Le telecamere piazzate ovunque riprendono ogni istante della vita dei condomini, ben contenti, comunque, di apparire in televisione e presto la febbre del programma travolgerà tutti, trasformando i vicini della porta accanto in concorrenti disposti a tutto e pronti a dare il peggio di sé pur di vincere. Gli unici a non lasciarsi coinvolgere dal gioco e a rimanere ancorati alla vita reale sono Alessandro, il protagonista del romanzo, e Amanda, una bella ragazza con cui, proprio quando la vita degli altri condomini diventa una scioccante finzione, nascerà una autentica, tenera storia d’amore.
E, ad accentuare il contrasto fra realtà e apparenza, fra il vero e l’assurdo, contribuirà la vicenda grottesca di un altro condomino, il signor Denti, che da un paio d’anni tiene nascosta, cadavere compreso, la morte della moglie.
Una grottesca parodia della società attuale: «homo homini tv colors»
Il libro Condominio reale (Edizioni di latta, pp. 108, € 12,00) è una divertente parodia del successo attuale dei reality show, e di tutto il circo che vi ruota attorno: concorrenti che diventano star, pubblico urlante, prove ai limiti del possibile, trasmissioni e riviste collegate, presentatori e veline. Ma soprattutto è un libro che propone una interessante riflessione sulla società di oggi, sui media, su tutto ciò a cui i reality come altri programmi televisivi possono portare. Non è difficile riconoscere l’ansia collettiva del voler apparire a tutti i costi in televisione, le scene volgari e truculente a cui assistiamo ogni giorno sui nostri schermi. La storpiatura del celebre motto di Hobbes «homo homini tv colors» diventa una denuncia del negativo che deriva da questo nuovo e pervasivo modo di fare televisione, come la distruzione di qualsiasi rapporto sociale e di solidarietà fra gli uomini, il voyeurismo che coinvolge ormai tutti noi, l’assuefazione a questo spettacolo e l’incapacità di indignarsi e di riflettere su quanto sta avvenendo sotto i nostri occhi.
Lo spunto da cui parte il libro è quindi decisamente attuale e originale, anche se a nostro parere, alcuni temi avrebbero potuto essere maggiormente approfonditi, ma forse l’accennare più che l’approfondire, non inserendo alcun commento o giudizio, è una scelta specifica dell’autore per il quale spetta al lettore il compito di saper leggere fra le righe, riflettere su quanto il libro rispecchi la situazione reale, formarsi un’opinione riguardo l’assurdità della società contemporanea, seguendo la divertente frase finale: «I fatti e i personaggi di questo libro non sono necessariamente frutto di fantasia».
I personaggi: un divertente spaccato dei nostri giorni
I personaggi sono tutti ben delineati, anche quelli minori ma che compongono la variopinta umanità del condominio: dalla famiglia del nord leghista e xenofoba, alla zitella inacidita, fino alla famiglia tutta palestra e chirurgia plastica. Tra tutti spicca la figura del protagonista, Ale, timido e insicuro, ma capace di ragionare ancora con la propria testa e di ribellarsi allo schiacciante meccanismo del reality, un piccolo eroe del quotidiano, difensore della propria libertà. Emerge inoltre la figura tragicomica del signor Denti, un dolce vecchietto che in realtà tiene nascosto il cadavere della moglie, morta da due anni, il quale darà vita, insieme con i due protagonisti, a una delle situazioni più divertenti e significative del libro: decide infatti di seppellire la moglie, tanto amata al punto da tenerne nascosto il corpo per due anni, proprio contemporaneamente ad uno dei momenti più raccapriccianti dello show televisivo.
Lo stile: mimesi del linguaggio televisivo e pubblicitario
Particolare è la tecnica narrativa: l’autore infatti inserisce nel racconto alcuni piccoli brani in cui assume il punto di vista della telecamera che riprende anche gli aspetti più crudi della vita privata dei condomini, permettendo anche di far conoscere al lettore i personaggi del libro, ognuno dei quali è la raffigurazione, a volte decisamente deformante (basti pensare alla famiglia Picci, nella quale l’autore personifica tutti le caratteristiche peggiori, ed anche i pregiudizi, sui meridionali), di alcune categorie di persona e modelli di famiglia molto comuni nella società attuale.
Originale è poi lo stile dell’autore, molto colloquiale, giovanile, che spesso fa a meno della punteggiatura e adopera il discorso indiretto libero per riportare i resoconti a volte farneticanti dei personaggi. Vito Ferro mima spesso in maniera dissacrante il linguaggio tipico dei reality e delle varie trasmissioni satellite, le dichiarazioni costruite ad arte, le esagerazioni, la volgarità. Inoltre l’autore inserisce delle locuzioni che fanno il verso al linguaggio della televisione e delle pubblicità attuali.
Insomma un libro che, pur nella brevità e nella girandola di divertenti situazioni, esprime una denuncia delle degenerazioni a cui può portare la televisione di oggi, nell’ansia di catturare e sorprendere sempre più lo spettatore, ed anche una riflessione sulla società odierna, in cui si è perso il senso del vivere con gli altri e dell’aiutarsi reciprocamente. Un invito a spegnere la televisione, a non lasciarsi manovrare da chi fa leva sugli istinti peggiori dell’uomo per fare ascolti, a ragionare con la propria testa e saper dire basta quando qualcosa non ci piace.
Vincenza Cattafi
(direfarescrivere, anno IV, n. 31, luglio 2008) |