Provate a immaginare formazioni rocciose di tipo sedimentario che richiamano alla memoria le più famose Dolomiti del Nord Italia. Lì tra queste montagne, immaginate anche due cavi d’acciaio stesi tra due vette oltre i mille metri di quota, lontane milletrecentosettantotto e millecinquecentocinquanta metri l’una dall’altra, con un dislivello tra il punto di partenza e quello di arrivo di centosessantuno e centotrentuno metri, un vuoto di oltre quattrocento metri nel punto più profondo della valle che divide Pietrapertosa da Castelmezzano, nel cuore della Basilicata.
È questa la prima immagine che ci figuriamo iniziando questo romanzo, Il segno della vendetta (Nep edizioni, pp. 136, €14,00). Giacomo, il figlio dell’ispettore Gregòri, fa un’insolita richiesta ai genitori: vuole che si lancino con lui in una folle e iperadrenalinica esperienza chiamata “Il Volo dell’Angelo”.
Una grande scarica di energia pura, un volo nel vuoto che richiede tantissimo coraggio, audacia e sangue freddo. Non adatta ai deboli di cuore. È in questo modo bizzarro e goliardico che iniziano le vacanze della famiglia Gregòri, decisi a trascorrere del tempo insieme, esplorando i fantastici paesaggi della Lucania.
Insoliti e curiosi incidenti
L’idillio della dolce vacanza viene improvvisamente scosso da un tragico incidente: un grande masso si è staccato dalla parete rocciosa sopra un tunnel della superstrada e ha travolto l’auto di una giovane donna, ferendola mortalmente. Come è possibile che nessuno avesse pensato di mettere in sicurezza quella grande roccia? Possibile che l’uomo si ostini a essere tanto negligente? Che si tratti solo di incuria?
L’ispettore Gregòri recatosi sul luogo dell’incidente, solleticato dal suo intuito, è assalito immediatamente da strani dubbi. Egli sostiene che, troppo spesso, troviamo giustificazioni nella parola fatalità. La sua vacanza procede, ma l’avvento di altri due incidenti non lasciano dubbi sulla stranezza di ciò che sta avvenendo tra quelle montagne. Durante il famoso “Volo dell’Angelo” si è rotto il cavo d’acciaio che reggeva una giovane ragazza, tratta in salvo per miracolo dal fidanzato.
Poco dopo, i freni dell’auto di un medico sono stati manomessi e, anch’egli, è sopravvissuto per miracolo alla disgraziata discesa. C’è un elemento che accomuna questi tre singolari incidenti: le tre vittime lavorano insieme nel reparto di Urologia dell’ospedale della zona. Non può trattarsi di una semplice coincidenza. Come sospettava l’ispettore, niente di tutto ciò ha a che vedere con la fatalità.
Le indagini
L’ispettore Gregòri ora ha abbastanza elementi per essere certo che non si tratti di banali sciagure. E soprattutto, è convinto che i tre incidenti siano collegati, poiché oltre al collegamento professionale tra le tre vittime, ha rinvenuto, in ogni luogo del crimine, un simbolo ricorrente, uno strano disegno che ancora non riesce bene a identificare. Si insinua, così, in lui l’ipotesi della vendetta. Ma chi può architettare una vendetta ai danni di operatori del personale sanitario? Un collega rancoroso? Un paziente scontento? Un amante rifiutato? Uno squilibrato mentale?
Cosa possono avere queste tre sfortunate persone in comune, oltre al luogo di lavoro. È solo l’inizio della sua meticolosa indagine. È pronto a vagliare ogni elemento plausibile, ascoltare ogni testimonianza che possa essere attendibile. La sua mente continua a rimuginare su ogni fattore utile, su ogni dettaglio che scopre. Niente va lasciato al caso.
Ogni piccola informazione è di rilievo. Accerchiato da validi collaboratori, si destreggia tra quei paesini a lui finora sconosciuti, individuando passo dopo passo tutte le tessere del tragico puzzle. Si susseguono i sospettati, fino a individuare la vera storia che si cela dietro questi gesti criminali. Una tipica truffa, ricca di avidità, spregiudicatezza, inganno e perfidia. Una serie di gesti criminali e omicidi architettati solo per impossessarsi di più denaro.
Una leggera e interessante lettura
Il carisma e l’intuito dell’ispettore Giorgio Gregòri donano un ritmo incalzante e avvincente alla storia, alla sua attenta e meticolosa indagine che sembra basata su pochi e insignificanti elementi, ma che in realtà arriva brillantemente a una soluzione e alla cattura dei pericolosi e spregiudicati colpevoli.
Le descrizioni dei meravigliosi paesaggi lucani e dei suoi paesini accompagnano il lettore in questa avventurosa investigazione.
In conclusione, un’interessante appendice redatta da Renato Andreoletti, in cui si impersona nostro cicerone, guidandoci nella scoperta di alcuni interessanti aspetti di questi paesini delle Piccole Dolomiti Lucane. Storie e caratteristiche tipiche della zona. E chissà, magari leggendo questo intrigante romanzo al lettore verrà il desiderio di visitare questi luoghi mozzafiato.
Giulia Condorelli
(direfarescrivere, anno XX, n. 217, febbraio 2024)
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