Anno XX, n. 226
dicembre 2024
 
La recensione libraria
Dalla crisi post universitaria
al contatto con una realtà sospesa
in cui tutto sembra rovesciato
Un romanzo di Stelio Mattioni
per la giovane Acquario libri
di Emiliano Peguiron
Un giovane neolaureato che non sa cosa fare della sua vita, una situazione famigliare piatta, pochi interessi e uno sguardo pessimista verso la società in cui vive. Fino a qui tutto nella “norma”, ma nel momento in cui il personaggio principale di Chicchessia (Acquario, pp. 120, €12,00) decide di partire alla volta della città di S., tutto cambia. Non solo la percezione del giovane ma anche quella del lettore.
Ecco, quindi, che pagina dopo pagina prendono vita numerose riflessioni circa l’esistenza, come quella tra lavoro intellettuale e lavoro manuale, o quella sulla distanza tra l’io e l’altro che assume le forme della distanza tra il dentro e il fuori.
L’autore di questo romanzo breve è Stelio Mattioni, scrittore triestino che, dopo l’esordio narrativo con Einaudi (Il sosia), pubblica le sue opere con la casa editrice Adelphi (Il re ne comanda una, Palla avvelenata, Vita col mare, La stanza dei rifiuti, Il richiamo di Alma).
Di seguito, l’analisi di quest’agile e stimolante storia oltre a un accenno particolare riguardo Acquario libri, casa editrice che ha scoperto e pubblicato l’inedito di Mattioni.

La contemporaneità dei disagi esistenziali
Chicchessia si apre con la narrazione in prima persona del protagonista, scelta stilistica che caratterizza tutta la storia, circa la sua seduta di laurea di cui offre un quadro pessimista e particolarmente critico. Il narratore è privo di un nome e, apparentemente, di interessi: è svogliato e non ha idea (ma soprattutto non vuole avercela) di cosa farà dopo aver conseguito la laurea ed essere entrato nel “mondo degli adulti” a tutti gli effetti. Una situazione analoga a quella che molti giovani vivono nella società contemporanea.
Nel momento in cui il protagonista approda nel borgo di S. le sue riflessioni a mano a mano si spostano di grado; da un’estrema indifferenza provata verso la società che lo circonda, si passa a un interesse crescente verso la natura e i suoi significati, i rapporti umani e il raggiungimento di uno scopo che non è immediatamente visibile. Riguardo quest’ultimo punto è emblematica la tipografia che il protagonista scopre nella parte totalmente disabitata della città di S. e che diviene per lui un luogo di “spirituale” passione: la sua personale terra delle lettere.

Contrapposizioni
La contrapposizione principale che ci viene proposta è quella di individuo inserito nella società e di individuo escluso, ai margini del tessuto sociale. Quindi dentro e fuori. Quello tra cultura alta “borghese” e bassa “popolare” è un altro rapporto che emerge dalle pagine di Chicchessia. Infatti, il protagonista appena laureato stringe un particolare legame con una ragazza dall’età indefinita, Ebe, da lui ribattezzata per l’appunto Chicchessia. Di particolare rilievo è il ruolo della ragazza, una figura femminile poco colta ma che esprime in pieno il rapporto tra lavoro mentale e lavoro manuale e che nel secondo trova la piena espressione di una grande intelligenza, superiore probabilmente a quella più astratta incarnata dagli studi universitari. Alto e basso, dentro e fuori, dunque, in questa breve ma intensa storia che l’autore triestino ci ha donato e che Acquario ha prontamente portato alla luce.

Un omaggio da parte di Acquario a un “mostro sacro” di una casa editrice ben più nota
Il romanzo qui recensito è stato pubblicato dalla casa editrice Acquario. Questa realtà editoriale è giovane e porta una ventata di freschezza nel panorama del mondo del libro italiano, senza dimenticare quelli che sono i modelli a cui ispirarsi. Acquario, nello specifico, ne ha più di uno: indirettamente la casa editrice Adelphi e, direttamente uno dei suoi principali fautori “fantasma”, Roberto Bazlen. Non a caso una delle pubblicazioni della casa editrice che «nasce tra Torino, Milano e un cloud nel marzo 2019» [1] porta il titolo di Bazleniana ed è un diario dell’analisi dello stesso celebre talent scout con la presenza di altri scritti importanti per una “riflessione editoriale”.
Inoltre, nel caso dell’ispirazione adelphiana il riferimento è doppio: da un lato le copertine e dall’altro quello di un’altra figura fondamentale, Luciano Foà. Riferimento che si fonde sotto un’unica persona la figlia di Luciano, Anna Foà. Infatti, le copertine dei libri di Acquario sono sobrie e accattivanti allo stesso tempo e ricordano i libri della Piccola biblioteca di Adelphi. Gli editori di Acquario sono la stessa Anna Foà e Marco Sodano, giornalista per La Stampa, che propongono una fusione di due importanti conoscenze editoriali: quella della letteratura e quella del giornalismo.
“Tradizione” quindi e ricerca della qualità propria di Adelphi, tanto che Mattioni è considerabile un autore adelphiano e Acquario ne pubblica un inedito di grande valore. Ma anche, e soprattutto, innovazione. All’inizio di Chicchessia, infatti, è presente prima un disegno di Bazlen e poi, nella pagina seguente, un Qr code attraverso il quale il lettore può accedere al web side e fruire dei contenuti multimediali inerenti il volume appena letto o da leggere.
Ecco, per concludere, la miglior presentazione possibile che riportiamo fedelmente dal sito di Acquario: «Un progetto editoriale indipendente e aperto. Un acquario di carta con pesciolini digitali che spuntano tra le pagine. Dove le persone fanno editoria liberamente, ognuno con la propria inclinazione: narrativa, letteratura, cinema, musica, illustrazione, perché tutto ciò che può diventare racconto è il nostro lavoro». [2]

Emiliano Peguiron

(direfarescrivere, anno XVIII, n. 201, ottobre 2022)

[1] https://acquariolibri.it/.

[2] Dal sito di Acquario: https://acquariolibri.it/chi-siamo.

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