Anno XXI, n. 230
aprile 2025
 
La recensione libraria
Storie di droga, d’amore e di disagio:
persone chiuse in una società asfittica
e cristallizzate nelle loro inquietudini
Da Teomedia, uno sguardo disincantato
sui problemi delle nuove generazioni
di Maristella Occhionero
«Fare un bel sogno è come guardare un ottimo film. Mette di buon umore. Fa dimenticare, per il tempo di riattivare i ricettori di coscienza al risveglio, chi e cosa si è veramente. Accovacciato nel mezzo di piazza del Pantheon, tento di riacciuffare le sequenze oniriche del mattino. Arduo. Ho la memoria che lascia l’arrosto nel forno, esce di casa e trova al ritorno un cumulo di macerie fumanti, domandandosi perché».
Queste parole sono tratte da uno dei dodici racconti amari presenti nell’ebook di Emilio Nigro Provincia cronica (Teomedia, pp. 40, € 4,99) e, in particolare, in Meglio trovarsi un lavoro.
L’autore è anche critico teatrale e giornalista e in questa raccolta ha usato un linguaggio schietto e a volte crudo per descrivere alcune realtà presenti in provincia, ma in realtà un po’ ovunque. Molta importanza è data all’introspezione dei personaggi che si raccontano e si aprono al lettore in prima persona, scavando nelle loro motivazioni e problematiche più profonde.

L’amore e le sue declinazioni
Ogni storia narrata è pregna di tematiche attualissime. A partire dal primo racconto intitolato Faceboom, che tratta dell’involuzione dei rapporti sociali che l’uso smodato dei social network può causare. Parla di un amore nato virtualmente e di un protagonista che si cela dietro ad uno schermo e che, così facendo, pensa di riuscire a nascondersi anche da tutti i problemi di droga e da quelli familiari che lo riguardano.
«Non ti chiamo, no. Non riuscirei a stare zitto, non so tenere i segreti e non posso sfigurare. Anche qui c’è feisbuk e, siamo fidanzati. Anche se non so di che colore hai gli occhi. Non so che accento hai. Non so se ti chiami realmente Alessia».
D’amore e di rimpianti, invece, si parla nel secondo racconto, Quel bar non esiste, dove i ricordi dolceamari di un amore finito si fondono con la realtà.
«Non voglio sentire nemmeno il nome, di quel bar. Uscendo ti dissi: “ti rivedrò fra… un anno?”, e tu ridesti, ridesti forte. Non ti rividi più. Sognai l’odore, l’odore forte di noi appena amati e vidi nel sogno il rossore della nostra pelle».
Sempre di amore, ma di un amore malato, si narra in Il bullo e la pupa dove fanno da protagonisti il sesso, i tradimenti e la sofferenza che ne consegue. Tutti argomenti che non sono mai trattati da Nigro in maniera romanzata, ma sempre con una forte percentuale di realismo e disincanto.
«Quella volta, dopo una giornata sotto le coperte, si rivide con lui. Veniva prima di me. M’aveva detto che andavano a bere un cocktail. Al jazz probabilmente. Non tornò a casa prima dell’alba e, se c’aveva scopato, la colpa era mia che l’avevo lasciata sola».

La droga e altri problemi
Un’altra tematica molto presente è quella della tossicodipendenza, fenomeno forse più diffuso nelle province che nelle grandi città; probabilmente per noia o per qualche altro fattore ambientale, fatto sta che sono spesso le piccole cittadine, o addirittura i piccoli paesi, ad avere il primato per il maggior numero di tossicodipendenti in relazione alla densità di popolazione.
Nel racconto Rifarmi. Soluzioni al precariato prende vita un vero proprio monologo interiore del protagonista, che fa le sue considerazioni sul mondo attuale e in particolare sull’Italia. Partendo dalle droghe di cui fa uso e dalla disoccupazione per arrivare alla malavita, egli ci regala un punto di vista crudo su come stanno le cose; una visuale amara, ma allo stesso tempo realistica di alcune realtà.
«[…] a casa rubavo i contanti dalla giacca di mio padre, adagiata stanca sul portabiti dell’entrata. Per comprarmi l’hashish scadente che rifilavano nelle sale giochi di quartiere ai figli di papà come me. Per dimenticare di me, per scordarmi di essere un borghese sconfitto dal male borghese. Per scacciare quell’aria servile tramandata da generazioni. Ma non riesco a sbucciarmela di dosso. Eppure ci combatto quotidianamente…».

Storie di provincia e non solo
In Provincia cronica vari sono i profili dei protagonisti a cui l’autore ha dato voce; varie sono le loro esperienze di vita, le loro considerazioni sul mondo e le loro proiezioni sul futuro.
Sicuramente questo non è un testo da leggere a cuor leggero, ma serve a farci riflettere sulle parti malate della nostra società e sui lati oscuri di uomini e donne che, in determinati contesti e in determinati momenti della loro vita, possono prendere decisioni o strade che probabilmente non li porteranno ad essere felici, ma che in quei momenti possono sembrare le uniche possibili.
Racconti di vita reale, fotografie di persone e sentimenti, tutto questo è racchiuso nella raccolta di Emilio Nigro.

Maristella Occhionero

(direfarescrivere, anno XII, n. 129, ottobre 2016)
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