Una raccolta di racconti, o meglio di persone, avvenimenti, luoghi e tradizioni: è questo il lavoro di due docenti del Liceo delle Scienze umane “Paolina Secco Suardo” di Bergamo, Olimpio Talarico e Angelo Maurizio Mapelli.
Entrambi hanno già delle pubblicazioni alle spalle, entrambi vivono e lavorano a Bergamo, pur avendo origini diverse: Talarico, nato a Crotone, è vissuto e cresciuto a Caccuri, piccolo paesino della provincia, mentre Mapelli nasce a Paderno Dugnano, nel milanese. Proprio il diverso retroterra culturale, insieme alla passione per scrittura, ha unito i due autori in un intento comune: raccogliere in un libro storie ambientate nel Nord e nel Sud della nostra penisola. Una sorta di incontro mentale tra queste parti d’Italia così diverse, che con le loro bellezze e tradizioni rendono il nostro paese unico e variegato.
Racconti tra Nord e Sud (Rubbettino, pp. 116, € 13,00) è aperto da due diverse prefazioni: una sul Sud, scritta da Pino Aprile, e una dedicata ai racconti del Nord, di Giorgio Gori.
Nella sua Prefazione Pino Aprile parla così di Talarico: «La sua scrittura semplice (una conquista), i suoi temi semplici ed eterni della vicenda umana […] ci riportano alle misure e alle ragioni della vita che parevano perse, perché antiche, perché uno se le vuole scordare, perché la vita è altro, adesso, e si nutre di fiati planetari, altre distanze, strumenti ormai enormi».
Giorgio Gori, invece, a proposito delle storie di Mapelli afferma: «I racconti, quand’anche si concentrano su fatti e persone, sono sempre anche racconti di luoghi. […] E i luoghi trasudano, tra una riga e l’altra, si nascondono e riappaiono».
I luoghi, quindi, come protagonisti e non solo come sfondi; luoghi che danno un senso alle persone e ai loro comportamenti, alle tradizioni e alle scelte di vita.
Racconti del Sud
I racconti di Olimpio Talarico hanno un fil rouge che li unisce: Caccuri, il paese dove l’autore ha trascorso l’infanzia e al quale è ancora legato intensamente. Questo legame emerge dalle storie, vero e proprio tributo al paese d’origine dal sapore antico, quello dei contadini e degli uomini semplici, delle donne e delle loro giornate dure.
Il primo racconto sul Sud si intitola Diario e la narrazione viene affidata alla penna di un contadino che annota gli avvenimenti della sua vita. Dalle poche righe che il protagonista compone ogni giorno, emerge una grande varietà di sentimenti espressi sinteticamente per la difficoltà di trovare i termini giusti o le spiegazioni adatte a ciò che sta provando, ma che non per questo risultano meno intensi e profondi di quelli di un uomo più acculturato.
In altri racconti, come L’amore combacia, il punto di vista è quello femminile, nello specifico quello di una ragazza che si dona come promessa sposa ad un uomo senza sapere cosa sia l’amore e che, quando poi lo scopre, fa di tutto per far valere il suo sentimento e ribellarsi alla promessa fatta.
Dalle pagine scritte da Talarico emerge in tutto il suo splendore Caccuri, testimone e protagonista degli eventi che coinvolgono e sconvolgono le vite degli abitanti. Le sue campagne e le sue case emergono dalle pagine dando al lettore l’impressione di conoscere i luoghi descritti. Non mancano neanche gli aspetti mistici tipici delle tradizioni popolari, come ad esempio nel racconto Don Fusi, dove un nuovo sacerdote, appena arrivato in paese, deve fare i conti con una donna ritenuta una santa e alla quale sono tutti devoti. Un’altra consuetudine tipica del Sud è racchiusa nella storia La fuitina in cui due giovani innamorati devono fuggire lontano dalle famiglie per coronare il loro sogno d’amore, e si avverte chiara l’amarezza scaturita dal rifiuto dei genitori di comprendere i sentimenti e i desideri dei figli.
Racconti del Nord
Le storie narrate da Angelo Maurizio Mapelli hanno un diverso sapore e altrettanto fascino. L’autore, infatti, ricorre spesso a riferimenti letterari per dar vita alle proprie storie. È questo il caso di Donizetti, racconto nel quale Mapelli narra gli ultimi momenti di vita del famoso compositore, trascorsi a Bergamo; di Manzoni, sulla vicenda di un uomo che, rispolverando i vecchi testi scolastici, ritrova una copia de I promessi sposi e ne comprende per la prima volta la bellezza e il valore; o ancora di Un soffio nella notte, in cui l’autore racconta dei meravigliosi incontri del pittore Benedetto Coda con artisti del calibro di Raffaello Sanzio e Leonardo da Vinci.
Quasi magico è il racconto Il palloncino arancione, dove un palloncino, protagonista indiscusso della storia, compie un viaggio lunghissimo partendo dalle mani di una bambina di Bergamo e giungendo in quelle di un’altra ragazzina della valle svizzera dell’Engadina.
Acuto e interessante Sguardi a casaccio sulla città, nel quale l’autore, mettendosi nei panni di un osservatore esterno, descrive consuetudini e stranezze di Bergamo, città che lui ama pur notandone pregi e difetti: «Bergamo è un grande paese più che una città. Concentrata su se stessa, autoreferenziale, borghese, in lotta perenne con un tema della contemporaneità: il mantenimento di un’identità caratteriale e culturale e la necessità di un nuovo respiro che emigrazione, globalizzazione e turismo comportano».
Variegate e capaci di far conoscere la realtà del Nord, la mentalità e le abitudini sono, quindi, le storie di Mapelli che, unite a quelli di Talarico, ci regalano un’immagine variopinta del nostro paese.
Un filo unico percorre la narrazione dei due autori: la passione per la scrittura e l’amore per la propria terra, amore che emerge da ogni riga e da ogni fatto raccontato, ma che non offusca il giudizio critico di chi narra.
Maristella Occhionero
(direfarescrivere, anno XI, n. 110, febbraio 2015) |