La narrazione è una necessità primordiale dell’uomo che fin dalle origini si radunava intorno ai falò per raccontare storie basate sul proprio vissuto. Primo atto di condivisione sociale, ha permesso ai membri delle antiche tribù di formare la propria identità di gruppo, trasmettendo i valori necessari per la sopravvivenza. Ancora oggi le fiabe restano uno strumento indispensabile nell’educazione dei bambini, perché permettono di stimolare la loro creatività, contribuendo al tempo stesso allo sviluppo di un’identità collettiva. Da queste premesse nasce l’ebook di Ennio Vitalini Una fiaba salverà il mondo (il Segnalibro, pp. 124, € 3,99), un racconto moderno in cui si legge una dura critica alla progressiva scomparsa di valori. Ma non tutto è perduto, ancora esiste una speranza: l’amore salverà il mondo.
Due universi paralleli, un’unica missione
La fiaba di Vitalini è suddivisa in due parti, così come due sono gli universi coinvolti. Da una parte abbiamo i regni magici di Natilandia e Befilandia, acerrimi rivali, governati rispettivamente dal re Natale e la regina Befania; dall’altra la terra, in cui a governare è solo la violenza. Le due realtà, apparentemente distanti, sono invece intimamente connesse tra loro, e la narrazione spazia da una all’altra senza che il lettore se ne accorga. Lo stile dell’autore, accurato e scorrevole, rende la lettura un piacevole passatempo, così come dovrebbe essere per tutte le fiabe. Il libro ha inoltre il pregio di portare all’attenzione temi caldi e attuali con una visione leggera e genuina come se a osservarli fosse lo sguardo di un bambino. Proprio per questo, il messaggio che l’autore trasmette appare chiaro anche a una lettura superficiale. È possibile non farsi trascinare nel vortice di violenza derivante dalla manipolazione della coscienza collettiva: finché esisterà anche solo una minuscola traccia di vita sulla terra ci sarà qualcosa per cui vale la pena lottare. I due regni magici non sono altro che una rappresentazione allegorica della realtà che stiamo vivendo: Natilandia è un mondo bello, con un castello ricco e solido, ma che per sopravvivere ha bisogno delle provviste che gli abitanti di Befilandia coltivano. Questi ultimi, nonostante svolgano un lavoro fondamentale, vivono in estrema povertà. Essere e avere, materialismo e spiritualità, consumismo e sfruttamento: queste sono le dicotomie principali affrontate nella fiaba. Temi molto attuali in un’epoca in cui è il marketing a dettare le regole di un consumismo sfrenato e in cui l’apparire è l’unico scopo da perseguire.
L’amore come motore del mondo
Una fiaba salverà il mondo non riproduce la struttura delle fiabe classiche: gli elementi principali ci sono tutti, ma rielaborati in chiave moderna. L’archetipo dell’eroe è stato declinato sia al maschile che al femminile. Babbo Natale e la Befana, due figure emblematiche per la mitologia moderna, abbandonano i loro ruoli abituali di dispensatori di doni per diventare veri e propri supereroi, con tanto di armi potentissime. Tra i due a predominare è sicuramente Befania, regina compassionevole ma allo stesso tempo astuta e risoluta. I sudditi la venerano e la rispettano, temendone le reazioni; il suo ruolo non è semplicemente quello di regina, ma quasi di madre per il suo popolo. L’interessante scelta di un’eroina che assurge a funzione di madre rivela tutta la sua importanza nel momento in cui la capacità di mettere al mondo i figli viene elevata a potenza creatrice in grado di generare vita: è solo grazie a essa se l’umanità può continuare a rinnovarsi, poiché, senza il suo intervento, regnerebbero solo caos e distruzione. Riportare la pace significa lasciare che questo potere primordiale continui a operare. Ma non è sufficiente far nascere nuove vite per raggiungere la salvezza, perché ciò che lega in maniera indissolubile la potenza creatrice alla figura della donna, elevandola a madre, è l’amore: grande, vero protagonista di questa fiaba. In entrambe le realtà è l’amore l’unico elemento in grado di donare salvezza. È lui il motore che riesce a muovere l’umanità verso il futuro. Anche in un mondo pieno di violenza e avvolto dalle tenebre, basta una coppia che si ama a generare una tenue speranza di miglioramento. L’amore non ha bisogno di ingenti risorse o ricchezza per crescere; una sola scintilla potrebbe essere più forte di qualsiasi altra arma, anche se purtroppo in pochi ormai se ne ricordano. L’umanità sta lentamente dimenticando qual è la sua potenza. La nostra stessa salvezza dipende dalla capacità di tornare ad amare.
Dal libro al progetto formativo
Il potere racchiuso nel messaggio di questa fiaba è talmente forte da aver suggerito la creazione di un progetto, curato dall’agenzia il Segnalibro, finalizzato all’espressione della creatività e alla scrittura di genere. Obiettivo finale è quello di fornire gli strumenti per scrivere una fiaba, che non è semplice come potrebbe sembrare. Gli adulti potranno mettersi in gioco per ritrovare il lato più genuino e infantile del proprio animo. La speranza per un mondo migliore parte proprio da qui. Per i bambini è naturale credere nelle fiabe, la vera sfida è ricordare agli adulti come si fa.
Letizia Rossi
(direfarescrivere, anno X, n. 106, ottobre 2014)
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