Anno XXI, n. 230
aprile 2025
 
La cultura, probabilmente
Due anime si uniscono e si confrontano
per narrare la contingenza dell’amore
ma anche la sua eternità e universalità
Due romanzi a quattro mani delineano i rapporti uomo-donna
e le differenze di approccio ai sentimenti, da Edizioni sabinæ
di Francesca Rinaldi
Da una parte la sensibilità di un uomo, manager affermato e adesso scrittore, Vittorio Salvati, e di una donna, Paola Cerana, studiosa di Psicologia, scrittrice e giornalista, dall’altra le rispettive personali esperienze e conoscenze, usate per scrivere due romanzi che parlano d’amore e passione in modo inusuale, riuscendo a cogliere anche le più sottili sfumature di differenza nel vivere e sentire il sesso e l’amore. Quattro mani, dunque, meglio di due, anche per spiegare, capire e affrontare in modo più consono ogni frammento di un discorso amoroso.
L’amore ha molte facce, sembrano infatti dirci i due autori in Schegge d’amore rosso dieci (Edizioni sabinæ, pp. 412, € 18,00), un giallo psicologico dai risvolti inaspettati. Ma quale maschera indossa se a innamorarsi è una persona abituata per mestiere ad analizzare e razionalizzare i sentimenti, buoni o cattivi che siano? Se a innamorarsi è appunto uno psicanalista.
Vincent Weismann è un noto e apprezzato “professionista dell’anima” a New York, ha raggiunto popolarità e successo e sul lettino del suo studio sulla «Quinta Avenue» si sdraiano molti pazienti. Le parole attraverso cui Weismann cura sono “socratiche” : è infatti grazie a una terapia pressoché filosofica che il dottore riesce a curare le nevrosi dei suoi ricchi pazienti. Le giornate dello psicanalista sono scandite dai racconti di esibizionisti, narcisisti, gelosi, tutti comunque accomunati da problematiche nella sfera sessuale. Il 16 aprile la solerte e attenta segretaria del suo studio, Josephine, annuncia la visita di una nuova paziente, Vera Damore. Fin da subito l’analista newyorkese capisce che non si tratta di una paziente qualsiasi: Vera è una paziente «rosso dieci», una quarantenne dotata non solo di bellezza fuori dal comune, ma anche di un fascino irresistibile e selvatico, «una creatura impossibile da domare». Vera non è davvero una come le altre e Vincent se ne rende conto quando, il 28 aprile, il dottor Walter Smithson, uno psicoterapeuta esperto in ipnosi che aveva avuto in cura la stessa Vera viene trovato barbaramente ucciso assieme al suo amante. Da quel giorno gli avvenimenti precipitano e le indagini sempre più serrate della polizia si intrecciano con i ricordi sempre più angoscianti del passato che emergono, durante le sedute analitiche, dall’inconscio di Vera. Il rimosso torna a galla per sciogliere i nodi della vita quotidiana, che porteranno a un finale dove la verità veste la maschera di un uomo barbuto che ha saputo carpire la fiducia e l’ingenuità di una bambina.
Un intreccio pieno disuspense e incalzante, che i due autori hanno sapientemente mixato con dialoghi filosofici. Il carattere di ogni personaggio è poliedricamente elaborato e viene fuori lentamente nel corso del plot. La storia è narrata in prima persona, dalla voce narrante del protagonista, sotto forma di diario, un diario terapeutico, scritto proprio per riuscire a “guarire”, o «tentare almeno, perché nessuno può pensare di uscire del tutto indenne dalla lotta contro il demone della passione quando all’improvviso invade la nostra vita, portando con sé la morte e sconvolgendoci il cuore e il cervello».

Se una sera di maggio, ai Parioli…
Schegge d’amore rosso dieci ci guida attraverso una passione nei labirinti della psiche, per spiegarci che nella vita il nostro angelo custode cammina fianco a fianco con i demoni degli abissi dell’animo umano. E la vicenda degli angeli ribelli scacciati e diventati demoni è la storia della nascita dell’umanità, la storia delle storie: quella di Adamo ed Eva.
Proprio Il diario proibito di Adamo & Eva (pp. 230, € 16,00) è il secondo romanzo della coppia Salvati-Cerana, pubblicato nel 2011 sempre per i tipi delle Edizioni sabinæ. Più che un romanzo, è un esercizio di stile con diversi piani di lettura.
A casa del facoltoso commendatore Amilcare Danè, si ritrovano per una cena i soliti dieci amici che chiacchierando s’interrogano su un possibile gioco letterario: entrare in un romanzo e riscriverne la fine, «opponendosi al cattivo di turno per redimerlo, ove possibile, oppure punendolo prima che possa fare male all’eroina da salvare».
Gli invitati sono amici da sempre, ricchi e annoiati esponenti della buona borghesia della città, sicuramente abituati a speculare sui sentimenti e sugli avvenimenti della loro vita, ma quando uno di loro, Dioneo, stimato psicanalista, vuole “correggere” il racconto del libro della Genesi, il dibattito si fa più acceso. Il gioco diventa serio quando lo stesso Dioneo “rilancia” esibendo un diario, a suo dire, vergato direttamente dai protagonisti della Genesi, Adamo ed Eva in persona. A fine serata, Dioneo distribuisce una copia del libro a ciascun ospite e il gioco diventa qualcos’altro: «Un’atmosfera surreale e misteriosa era calata su di loro e tutti parvero stregati da un unico, impalpabile, morboso desiderio: quello di penetrare in chissà quali indicibili verità racchiuse in quelle pagine», circa una cinquantina, «ciascuna scritta a mano con grafie alternate, chiaramente l’una di Adamo e l’altra di Eva. O chi per loro, ovviamente». Sono le due del mattino e gli amici si salutano con la promessa di leggere il diario e di ridiscuterne il sabato successivo nella medesima casa.
Il sabato successivo al loro incontro gli amici ci sono tutti. Sono stati rapiti dalla lettura e si apre un’accesa discussione: la storia di Adamo, Lilith ed Eva è riuscita a interessare tutti. Le obiezioni sono molte e degne di un consesso di illuminati professionisti moderni abituati a ragionare attraverso la lente del metodo scientifico, ma neppure il Big Bang e la teoria darwiniana sembrano contraddire le narrazioni contenute nella Genesi. Secondo il nostro protagonista Dioneo, infatti, «“Se Dio non esistesse, l’Universo si rassegnerebbe ad affidare il racconto della sua esistenza ad esseri effimeri come gli uomini?” Concluse che no, che non era possibile e che, dunque, Dio esisteva e, con Lui, anche Adamo ed Eva».
Ai dieci non è sfuggito che il diario narra le vicende dei nostri progenitori più antichi, descritte prima da Adamo e poi da Eva, in un vortice di sensazioni dove la donna riesce a scrivere con parole più precise i sentimenti e l’uomo più grezzamente. Ma il diario è autentico? E come può esserlo? Dioneo svelerà il mistero in un finale inaspettato, incredibile ma dolce, che sembra volerci spiegare anche il perché di tanti nostri comportamenti e modi di essere.

Francesca Rinaldi

(www.direfarescrivere.it, anno VIII, n. 75, marzo 2012)

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