Anno XXI, n. 230
aprile 2025
 
La cultura, probabilmente
Bob Dylan secondo il suo figlio segreto:
musica, trasgressioni, donne, valori,
in un romanzo per le nuove generazioni
Il mito del cantautore statunitense celebrato con saggia ironia
in una vivace e stimolante narrazione, edita da Castelvecchi
di Agata Garofalo
La lunga e complessa carriera del cantautore americano famoso ormai da cinquant’anni col nome di Bob Dylan, è costellata di episodi controversi e significativi, oggetto di animate discussioni tra critici ed estimatori. Alla fama e alla poliedricità del celebre cantante, il giovane autore bolognese Gianluca Morozzi dedica il suo ultimo romanzo, dalla trama brillante e sgangherata, e dallo stile veloce ed ironico: Bob Dylan spiegato a una fan di Madonna e dei Queen, (Castelvecchi editore, pp. 256, € 16,00). È incredibile quanto l’enigmatica personalità del musicista-compositore statunitense possa influenzare esistenze a lui totalmente sconosciute… tra cui quella del suo figlio segreto, frutto di una relazione fugace con una bella ragazza bolognese, nonché protagonista del romanzo. Attraverso il racconto delle esperienze di vita del giovane Lajos dopo la scoperta dell’identità del suo vero padre, vengono narrati e commentati vari bizzarri episodi della carriera di Dylan.

L’intreccio narrativo
In una tipica sera di Natale, arriva, come un fulmine a ciel sereno, una notizia inaspettata nella vita abitudinaria di Lajos, giovane bolognese impiegato in un negozio di fumetti. Scopre che Bob Dylan e sua madre «nei cinque minuti circa della loro conoscenza, hanno fatto quel che si fa per mettere al mondo un figlio», e che da quell’incontro è nato lui. Comincia quindi ad essere ossessionato dall’artista, si tiene continuamente informato on line su cosa stia facendo al momento, fonda una band-tributo alla sua musica e finisce puntualmente per perdersi in mirabolanti parabole discorsive riguardanti le vicende dylaniane, anche quando l’argomento non coincide con gli interessi del suo interlocutore.
Ciò accade anche nel caso in cui l’interlocutore sia Flo, una deliziosa e simpatica ragazza da conquistare, che possiede «tre-dico-tre cd di Madonna – racconta l’autore – e due dei Queen di cui uno è senza dubbio un Greatest Hits», convinta che Dylan fosse già da un po’ passato a miglior vita.
A parte la bella Flo, spiegare e spiegarsi Bob Dylan sembra l’interesse principale della vita di Lajos, che procede tra musica, fumetti e disavventure sentimentali. Sia gli improbabili ingaggi della sua band che gli appuntamenti galanti al limite del comico, diventano un pretesto per discutere dell’artista.

Il mito dylaniano
Spiegare Bob Dylan, il suo mito, le sue scelte radicali e coraggiose che hanno inaugurato epoche e tendenze musicali, i suoi cambiamenti repentini di look e di sound, i testi poetici ed intramontabili di una personalità così cangiante, non è impresa semplice. Morozzi la porta a compimento in maniera egregia, dimostrando la propria capacità di raccontare nei dettagli e da varie prospettive la vita di Bob Dylan attraverso questo originale racconto del quale egli diviene indiretto protagonista.
L’obiettivo non è certo una spiegazione esaustiva e completa dell’universo dylaniano; sembra piuttosto quello di stimolare l’interesse nei suoi confronti, tracciando un resoconto ironico di quanto il mito possa incidere sulla vita quotidiana.
Si aprono così improvvisamente lunghe ed appassionate discussioni sulla moralità di una canzone dedicata al mafioso Joey Gallo; sull’opportunità o meno di incidere un disco natalizio all’età di sessantotto anni; sui tradimenti musicali, religiosi e sentimentali di Dylan; sulle sue scelte artistiche e non.
Lungi dall’essere un romanzo idolatrante scritto da un fan sfegatato, accecato dallo splendore del mito, il libro rileva come la poliedricità di Bob Dylan si presti ad interpretazioni varie, stimolando giudizi e sentimenti contrastanti. C’è chi lo odia, chi lo ignora, chi lo adora e chi lo critica, ma tutti lo conoscono. Sono in pochi gli artisti del mondo della musica (meno ancora quelli viventi) capaci di stimolare punti di vista tanto disparati e discussioni infinite su problematiche di ordine etico, religioso, psicologico, ecc. Uno di questi è senz’altro Bob Dylan. Uno dei tanti, quello che più vi piace. Già, perché, citando un articolo de l’Unità, l’autore ricorda che esistono tante versioni e sfaccettature del mito: «il Dylan menestrello, il Dylan biblista, il Dylan elettrico, il Dylan rivoluzionario, il Dylan “giuda”, il Dylan apocalittico, il Dylan evangelico» e via dicendo. Nell’opera di Morozzi c’è un po’ di ognuno di loro.

L’ironia e l’imprevisto
Una scrittura fresca e fluida, piacevole ed impeccabile, densa e ricca di colpi di scena, è il segreto di un romanzo da leggere in un soffio. Ecco alcuni esempi: «mi sembra dura andare a letto col Perazzi, dopo che sei andata a letto con Bob Dylan. Bob Dylan ha scritto Like a Rolling Stone, il Perazzi, come impresa suprema, ha montato la mensola in bagno. Mica facile competere, temo»; «con questa tipa parliamo un po’, mi dice che fa la fotografa, che sta realizzando una mostra sui parcometri di Bologna – non dite niente: tutte così le trovo».
Una comicità paradossale regna sovrana tra le pagine di un libro dedicato a Bob Dylan ma in cui si può trovare di tutto, dalla critica esilarante ai personaggi di Sex and the City a brevi flash su strani esperimenti condotti dagli extraterrestri sui comportamenti umani. Non mancano considerazioni taglienti ma azzeccate sulle caratteristiche predominanti dei due sessi. Parafrasando Christopher Moore, ad esempio, Morozzi racconta come «intanto che i maschi Alfa, pippando cocaina, governano il mondo», il maschio Beta (apparentemente quello codardo e sfigato) interagisce sessualmente con uno splendido esemplare femminile. In un’altra occasione l’autore spiega che le donne sono come le divinità, «quelle che un giorno ti favoriscono il raccolto, e il giorno dopo ti mandano la grandine e le cavallette. Così. Senza precise giustificazioni».
In stile sempre autoironico e confidenziale, Morozzi stipula e mantiene per tutto il romanzo un rapporto di complicità evidente con il lettore. Si tratta di un tacito accordo che incuriosisce e fornisce a chi legge segnali importanti sui retroscena e futuri sviluppi dell’intreccio narrativo: «per raccontare in modo indolore le trombate in piedi di tua madre contro un muro, insomma, ci vuole tempo. Prima della fine, giuro, spiego tutto».
La passione dell’autore per i dettagli ironici e gli equivoci inaspettati e dissacranti anima grandi storie e piccoli episodi che non scadono mai nel noioso o nel prevedibile, fino all’inattesa rivelazione conclusiva.

Agata Garofalo

(direfarescrivere, anno VII, n. 70, ottobre 2011)
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