Anno XXI, n. 230
aprile 2025
 
La cultura, probabilmente
Il linguaggio giuridico mediante un libro
che apre le porte dell’università italiana
ad una particolare fascia di apprendenti
Terzo di una collana che si occupa di italiano per fini speciali
dopo il lessico per Medicina e Architettura. Edito da Bonacci
di Clementina Gatto
Con l’ingresso in Italia di un numero crescente di studenti che intendono imparare la nostra lingua per accedere ad un ateneo nazionale, si stanno progressivamente definendo e differenziando le loro esigenze di apprendenti: sia che prevedano di partecipare a progetti di mobilità studentesca, sia che vogliano conoscere specificamente il lessico della disciplina o dell’ambito di cui si occupano, è richiesto loro un livello di competenza linguistica sufficientemente elevato in un settore particolare.
Tra le pubblicazioni sull’argomento, risponde a questa esigenza, a nostro avviso in modo molto valido, il testo Una lingua in Pretura. Il linguaggio del diritto (Bonacci, pp. 128; € 14,50), a cura di Stefania Semplici (Università per stranieri di Siena), terzo di una collana nata dalla collaborazione tra l’Università per stranieri di Siena e la casa editrice Bonacci (i precedenti, lo ricordiamo, sono Dica 33 e L’arte di costruire).
Come appare evidente sin dal titolo, e come chiarito nella Prefazione di Paolo Balboni (Università di Venezia “Ca’ Foscari”), questo libro è uno strumento utile per l’apprendimento – e per l’autoapprendimento – delle peculiarità della lingua del Diritto. In altre parole, esso non si configura come un corso di lingua che punti a fornire le nozioni base dell’italiano, proprio perché non è rivolto ad apprendenti principianti. I materiali in esso raccolti sono testi rappresentativi del linguaggio giuridico, sperimentati durante alcuni corsi di lingua dell’Università per stranieri con studenti provenienti dalla Comunità europea nell’ambito del programma “Erasmus” e successivamente rielaborati e pubblicati in questo scritto.

Analisi del linguaggio: i testi e le fonti
Nell’Introduzione al testo, la curatrice ne chiarisce subito l’obiettivo eminentemente linguistico: esso non mira a realizzare gli scopi tecnici e contenutistici propri della disciplina, ma a fornire o ad affinare gli strumenti utili a comprendere e a studiare, attraverso l’italiano, il nostro sistema legislativo.
La lingua del Diritto, infatti, è una “lingua speciale”, caratterizzata dalla ricorrenza di certe strutture sintattiche e da una particolare scelta lessicale [sull’argomento si rimanda, tra l’altro, all’articolo della collega Luciana Rossi pubblicato a giugno in questa rivista: I saggi parlano... questione di stile!, Nda]. E lo scopo di svelarne i meccanismi appare pienamente realizzato: vengono esaminati i suddetti testi giuridici – tra cui si annoverano alcune registrazioni di lezioni universitarie tenutesi presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Siena – e, in ogni unità didattica, se ne fornisce un’analisi in termini di ricorrenze lessicali, morfologiche, sintattiche, strutturali.
Alla base della scelta dei testi, per rendere quanto più ampio possibile il quadro di riferimento della disciplina, sono stati considerati diversi fattori, tra cui: la varietà dei sottolinguaggi attinenti ai diversi ambiti del Diritto e quella dei tipi di testo in termini di strutturazione e di sintassi. Un ulteriore elemento di variazione di cui tiene conto il libro, è quello legato al canale utilizzato: proprio al fine di approfondire questo aspetto sono state inserite, accanto ai testi scritti, le suddette registrazioni, che costituiscono un valido esempio di parlato degli “addetti ai lavori”.

Le unità didattiche e la loro struttura
Il testo si compone di dodici unità didattiche, sette con un testo di ingresso scritto e cinque con un testo di ingresso orale, che coprono diverse branche delle Scienze giuridiche: alle prime due unità, per lo più introduttive, ne seguono nove specifiche di diversi rami del diritto; l’unità didattica conclusiva è una sentenza.
Le attività di preparazione alla lettura o all’ascolto, che precedono generalmente l’unità di lavoro, consistono nella presentazione o nella spiegazione di alcune parole chiave in una breve introduzione all’argomento trattato.
Nel complesso, ciascuna unità presenta un approccio globale al testo, cui segue un’analisi più approfondita e particolareggiata, poi le attività di sintesi e riflessione. Accanto alla guida alla comprensione del testo (con domande a risposta chiusa), si trovano attività volte ad allenare gli studenti a prendere appunti, approfondimenti lessicali e riferimenti che mirano a fornire strategie di decodificazione dei termini sconosciuti, ad esempio focalizzando l’attenzione sulla formazione delle parole.
Per concludere, ci sembra utile ribadire che questo libro punta a fornire le conoscenze e le strategie necessarie a ciascuno studente per orientarsi con un buon livello di autonomia all’interno dei testi giuridici e in generale nelle diverse situazioni comunicative in ambito accademico e lavorativo. Ed è anche testimonianza di ciò la presenza, alla fine del percorso didattico relativo ad alcune unità, di testi in qualche modo affini per struttura o argomento a quelli presi in esame. Ciò consente di offrire un input per verificare, attraverso il lavoro individuale, quanto appreso durante il corso.

Clementina Gatto

(direfarescrivere, anno IV, n. 32, agosto 2008)
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