Anno XX, n. 225
novembre 2024
 
La cultura, probabilmente
Gli ottant’anni dalla lotta partigiana
celebrati in un’antologia che ne mostra
le vicende, gli insegnamenti e i valori
L’iniziativa della Fuis diventa l’occasione per confrontarsi
coi principi di convivenza posti alla base della Repubblica
di Alessandra De Santis
In occasione degli ottant’anni dal 1943, anno della liberazione dell’Italia dal ventennio di regime nazifascista, la Federazione Unitaria Italiana Scrittori (Fuis) ha deciso di celebrare la resistenza partigiana attraverso la pubblicazione dell’antologia in sei volumi dal titolo Resistere, iniziativa a cui hanno partecipato numerosi scrittori e poeti, e a cura del presidente della Fuis Natale Antonio Rossi.
Costituitasi ufficialmente il 23 luglio del 2009 per volontà delle organizzazioni di categoria degli Scrittori, Sindacato libero scrittori italiani e Unione nazionale scrittori e artisti, la Fuis, che detiene il patrimonio storico culturale di tali associazioni, si è posta gli obiettivi di tutela di diritti degli autori e degli scrittori, la promozione della scrittura, del libro e della lettura mediante presentazioni, manifestazioni, convegni, oltre all’esame e l’accoglimento di proposte e progetti rivolti verso la comunità degli scrittori e, infine, la creazione di un canale di corrispondenza telematica con scrittori, autori, artisti, istituzioni pubbliche e private.
La missione della federazione, dunque, è la salvaguardia del diritto d’autore in Italia, attraverso un diretto dialogo con enti pubblici e privati per migliorare leggi e normative, vigilando il riconoscimento del diritto d’autore agli scrittori per permettere loro di vivere del proprio lavoro intellettuale e aiutando concretamente gli autori sia nella promozione delle loro opere sia nei momenti di maggiore bisogno.

Le radici della Repubblica italiana: la Resistenza
Alla base del progetto dell’antologia Resistere, formulata su proposta dello scrittore, critico letterario e critico cinematografico italiano Gabriele Pedullà, e, come avuto già modo di chiarire, pubblicata in sei volumi, troviamo non solo il desiderio di celebrare il ricordo della lotta partigiana che ha portato l’Italia alla fine del regime di oppressione nazifascista, ma anche la volontà di confrontarsi con i valori e i principi di convivenza ai quali si è ispirata la Repubblica italiana stessa.
La Fuis, portando avanti questa iniziativa, ha voluto porre in risalto il 2023, un anno che segna un anniversario importante in cui ricordare, oltre alla storia e all’arte della nostra Resistenza, anche come essa rappresenti «il principale caposaldo civile e culturale dell’Italia repubblicana e che ha saputo raccontare a generazioni di italiane ed italiani le vicende, gli insegnamenti, i valori, le questioni pubbliche e private che condussero alla Liberazione dell’Italia dal nazifascismo nella primavera del 1945» [1]. L’iniziativa è stata accompagnata da diversi incontri recitativi e di lettura, a cui hanno partecipato numerosi scrittori e poeti, resi anche spazio di condivisione dei propri ricordi e del proprio pensiero sulla Resistenza da parte dei partecipanti.

La lotta quotidiana per la sopravvivenza
L’antologia Resistere racchiude poesie e racconti di diverso genere, in grado di suscitare forti emozioni. In particolare, il quarto volume si apre con due componimenti che incitano alla resistenza nella società odierna, afflitta da conflitti che sembrano senza fine e da dittature opprimenti che annientano la libertà e i diritti umani, come nel caso delle donne afgane.
I testi all’interno della raccolta trasmettono un grido di battaglia potente, attraverso la rievocazione di memorie delle esistenze che hanno combattuto – non solo sul campo di battaglia vero e proprio, ma anche e soprattutto nella vita quotidiana sotto il regime nazifascista – per sopravvivere a uno dei periodi più bui della nostra storia.
Esempio perfetto è il racconto di Quintino Di Marco intitolato Un pomeriggio del ‘44, in cui un vecchio barista romano racconta con leggerezza del fatto di essersi innamorato di una donna incontrata per strada al suo giovane impiegato e a un amico giornalista. La conversazione viene interrotta dal frastuono di una bomba che esplode in vicinanza e dagli spari dei mitra di risposta dei militari, riportando i tre uomini alla realtà della guerra che li circondava. Perciò, resistenza non è solo combattere il nemico in uno scontro frontale, ma anche creare strategie di sopravvivenza in un mondo a cui non ci si sente più di appartenere.

L’incitazione a resistere
Il progetto alla base dell’opera, in conclusione, non va considerato solo come un metodo per ricordare le radici dell’Italia democratica o gli innumerevoli uomini e donne che hanno dato la vita per liberare il paese dal nazifascismo, ma anche come un grido di incitamento per il popolo di oggi.
L’incitazione a resistere è rivolta a tutti noi, che attraversiamo un nuovo periodo di insorgenza di forze violente e oppressive che tentano di assediare la libertà conquistata con il sangue e il dolore proprio da quei partigiani che vengono ricordati e onorati attraverso la pubblicazione di Resistere in occasione degli ottanta anni dall’8 settembre 1943. Il messaggio che, dunque, viene trasmesso attraverso quest’opera è che, per quanto buia possa sembrare la notte, fatta di soprusi e ingiustizie, il sole sorgerà per riportare la luce della giustizia e della libertà sul mondo, perché ci sarà sempre chi lotterà e resisterà per non permettere agli oppressori di vincere.

[1] Cfr.: https://www.avantionline.it/per-la-resistenza-resistere-le-iniziative-della-fuis/

Alessandra De Santis

(direfarescrivere, anno XIX, n. 210, luglio 2023)
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